Battaglia della Piana dei Merli

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Battaglia della Piana dei Merli
Battaglia della Piana dei Merli, di Adam Stefanović, olio su tela, 1870.
Data15 giugno 1389 (secondo il calendario giuliano vigente all'epoca dei fatti) 28 giugno 1389 (secondo il calendario gregoriano entrato in vigore nel 1582)[1]
LuogoPiana dei Merli (Kosovo Polje)
EsitoVittoria tattica serba

Vittoria strategica ottomana

Schieramenti
Comandanti
Effettivi
40 000 / 50 000circa 25 000
Perdite
ingentiingenti
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La battaglia della Piana dei Merli, nota anche come battaglia del Cossovo (in serbo Бој на Косову?, Boj na Kosovu o Косовска битка/Kosovska bitka; venne combattuta nell'omonima località il 15 giugno 1389 (secondo il calendario giuliano vigente all'epoca dei fatti) ovvero il 28 giugno 1389 (secondo il calendario gregoriano entrato in vigore nel 1582)[1], giorno di San Vito, tra le forze cristiane guidate dal principe serbo Lazar Hrebeljanović e le truppe ottomane.

La battaglia della Piana dei Merli non fu uno scontro tra cristianesimo e islam. Infatti, nello schieramento serbo, assieme al principe serbo Lazar Hrebeljanović, vi erano Tvrtko I Kotromanić, signore della Bosnia, che aveva ricevuto da poco la corona dal re di Ungheria, oltre a contingenti valacchi, croati, bulgari e albanesi. Di contro, nello schieramento ottomano vi erano diversi vassalli cristiani.[2][3][4]

Forze in campo[modifica | modifica wikitesto]

L'esercito cristiano, composto da una coalizione tra la Serbia Moravica e il Regno di Bosnia, era comandato dal Knez (principe e condottiero) serbo Lazar Hrebeljanović. Le truppe della coalizione serbo-bosniaca contavano circa 25 000 uomini ben armati, suddivisi in tre armate. Erano comandati dal genero di Lazar, Vuk Branković, sull'ala sinistra, dal principe Lazar al centro e dal duca bosniaco Vlatko Vuković sull'ala destra. L'esercito ottomano era guidato dal sultano Murad I e dal comandante militare Evrenos Bey e contava circa 50 000 uomini.

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

La battaglia iniziò con l'avanzata della cavalleria serba, che distrusse completamente l'ala sinistra ottomana. Le truppe comandate da Branković riuscirono inoltre ad annientare completamente anche l'ala destra degli avversari, ma gli Ottomani furono infine raggiunti da cospicui rinforzi e poterono così sconfiggere le milizie avversarie, stanche e inferiori numericamente. Pressoché tutta la nobiltà serba fu sterminata sul posto insieme al Knez Lazar. Il comandante Vuk Branković si ritirò e continuò la resistenza contro gli Ottomani, ma successivamente fu a sua volta catturato dai Turchi, morendo in prigionia.

Nel corso della battaglia, il nobile serbo Miloš Obilić riuscì comunque a uccidere il sultano Murad, diventando un eroe. Dopo la morte di Murad, il figlio Bayezid I continuò l'espansione ottomana verso i Balcani e l'Europa sud-orientale. Tuttavia il Regno di Serbia riuscì a sopravvivere per un altro secolo prima di cadere definitivamente sotto il dominio turco. Entrambi gli eserciti ebbero delle gravi perdite, ma per la Serbia l'esito fu catastrofico: vennero infatti uccisi più di 150 cavalieri serbi e il Paese vide sparire gran parte della sua élite politica e militare.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il nuovo sultano Bayezid I prese come moglie la figlia di Lazar, la principessa Olivera Despina. Bayezid prese con sé il figlio di Lazar, Stefan Lazarevic, che più tardi si segnalò come valoroso capo militare, specialmente nella battaglia di Angora contro il vittorioso Tamerlano (1402). I Serbi furono costretti a pagare tributi ai Turchi e a compiere servizi militari presso l'esercito ottomano, come nel caso della citata battaglia di Angora (o di Ancyra, odierna Ankara).

In seguito, dopo altre due battaglie minori e l'assedio di Smederevo, gli Ottomani annetterono il resto del Regno di Serbia, completandone la conquista nel 1459. La fine dell'indipendenza serba fu l'evento che diede la possibilità all'esercito ottomano di arrivare fino alle porte di Vienna.

Influenza nella cultura serba e turca[modifica | modifica wikitesto]

La battaglia della Piana dei Merli (battaglia di Kosovo polje), è considerata dai serbi uno degli eventi più importanti della loro storia. La battaglia e la sorte dei cavalieri cristiani divennero il soggetto della poesia epica romantica ottocentesca, alla quale faceva riferimento la corte della vedova di Lazar, Milica. Il principe Lazar venne canonizzato dalla Chiesa ortodossa serba.

Nel 1953, in periodo jugoslavo, sulla collina sovrastante la Piana fu eretto il monumento di Gazimestan a memoria della battaglia. Sulla cima della torre vi è una mappa in bronzo che riporta la disposizione degli schieramenti coinvolti e l'andamento dei combattimenti.

Seicento anni dopo, il 28 giugno 1989, il presidente serbo Slobodan Milošević nei luoghi della battaglia pronunciò un'orazione a circa un milione di serbi lì convenuti da tutta la Jugoslavia (discorso per la festa di san Vito o discorso di Gazimestan[5]). In quella occasione Milošević si collegò all'evento storico della battaglia della Piana dei Merli e al suo significato simbolico per incitare il popolo serbo a combattere nuove battaglie[6]. Di lì a poco tutte le componenti territoriali ed etniche della Jugoslavia entrarono in conflitto con la componente serba in un susseguirsi di guerre e insurrezioni che fecero collassare la federazione jugoslava e che sono tutt'oggi fonte di instabilità[7].

Questa battaglia è ricordata anche dai turchi, perché per la prima volta nella loro storia persero un sultano in battaglia. Dopo il raggruppamento negli anni successivi i turchi riuscirono a entrare nei Balcani, aumentando i loro possedimenti sulla penisola.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b https://www.britannica.com/event/Battle-of-Kosovo-1389-Balkans
  2. ^ "Di fronte alla minaccia dell’invasione, Lazar, il più potente principe serbo ancora indipendente, si alleò con Tvrtko Kotromanic, signore della Bosnia, che aveva ricevuto da poco la corona dal re d’Ungheria e si era proclamato sovrano di tutti i popoli serbi. ... La ricostruzione storica corregge il mito del ciclo epico serbo: Kosovo Polje non fu la lotta tra la Serbia cristiana e gli infedeli. Al seguito di Lazar c’erano contingenti valacchi, croati, bulgari e albanesi. E numerosi vassalli cristiani rinforzavano anche le truppe di Murad I." La battaglia della Piana dei Merli - Festival del Medioevo
  3. ^ "Il principe serbo Lazar Hrebeljanovic e il signore della Bosnja Tvrtko Kotromanic lanciarono un esercito di 25mila unità contro 40mila soldati turchi. La battaglia non fu uno scontro di religioni, come una certa retorica potrebbe descriverlo: tra le fila di Murad I erano molti i vassalli cristiani, a dar man forte ai serbi erano invece valacchi, croati e albanesi." https://www.eastjournal.net/archives/1742#:~:text=La%20battaglia%20non%20fu%20uno,invece%20valacchi%2C%20croati%20e%20albanesi.
  4. ^ Si legga anche Prof. Asoc. Dr. Bedri MUHADRİ, The Battle of Kosovo 1389 and the Albanians - 1389 Kosova Savaşı ve Arnavutlar, Journal of History and Future, March 2021, Volume 7, Issue 1 - Tarih ve Gelecek Dergisi, Mart 2021, Cilt 7, Sayı 1, Article Past - Eser Geçmişi: Applied - Başvuruda bulundu 17/03/2021 Accepted - Kabul edildi 25/03/2021, Research Paper - Araştırma Makalesi: http://dx.doi.org/10.21551/jhf.898751, consultabile in: https://dergipark.org.tr/en/download/article-file/1645262
  5. ^ http://www.slobodan-milosevic.org/spch-kosovo1989.htm
  6. ^ "Six centuries later, now, we are being again engaged in battles and are facing battles. They are not armed battles, although such things cannot be excluded yet. However, regardless of what kind of battles they are, they cannot be won without resolve, bravery, and sacrifice, without the noble qualities that were present here in the field of Kosovo in the days past. Our chief battle now concerns implementing the economic, political, cultural, and general social prosperity, finding a quicker and more successful approach to a civilization in which people will live in the 21st century. For this battle, we certainly need heroism, of course of a somewhat different kind, but that courage without which nothing serious and great can be achieved remains unchanged and remains urgently necessary." http://www.slobodan-milosevic.org/spch-kosovo1989.htm
  7. ^ https://www.britannica.com/place/Yugoslavia-former-federated-nation-1929-2003

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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