Banzi

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Banzi
comune
Banzi – Stemma
Banzi – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoPasquale Caffio (lista civica Uniti per Banzi) dal 10-6-2019
Territorio
Coordinate40°52′N 16°01′E / 40.866667°N 16.016667°E40.866667; 16.016667 (Banzi)
Altitudine571 m s.l.m.
Superficie83,06 km²
Abitanti1 155[1] (31-10-2023)
Densità13,91 ab./km²
Comuni confinantiGenzano di Lucania, Palazzo San Gervasio, Spinazzola (BT)
Altre informazioni
Cod. postale85010
Prefisso0971
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076009
Cod. catastaleA612
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 2 056 GG[3]
Nome abitantibanzesi, bantini
Patronosan Vito Martire
Giorno festivo15 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Banzi
Banzi
Banzi – Mappa
Banzi – Mappa
Posizione del comune di Banzi all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Banzi (Bànze in dialetto lucano) è un comune italiano di 1 155 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Sorge a 571 m s.l.m. nella parte nord-orientale della provincia al confine con la parte sud-occidentale della provincia di Barletta-Andria-Trani.

Confina con i comuni di: Genzano di Lucania (6 km), Palazzo San Gervasio (11 km) e Spinazzola (BT) (20 km).

Storia e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Intagliatore lucano di cultura catalana, Madonna col Bambino in trono, 1210 ca., su un trono del 1664 (Santa Maria a Banzi)

Della storia di Banzi, e non solo, è un'importante testimonianza la cosiddetta Tabula Bantina Osca, un testo epigrafico su lastra di bronzo che risulta essere il più lungo e il più complesso, tra quelli rinvenuti, scritti in lingua osca con caratteri latini. Oggi è conservata presso il Museo Nazionale di Napoli.

Ci sono poi dei resti ritrovati dall'archeologo Mario Torelli nel 1969, che provano che questo sito avesse una certa importanza anche in epoca romana. Il "templum auguraculum in terris", un templum unico del suo genere, ne è un esempio.[4] Poi c'è anche una "domus romana" con annesse terme balneari, i cui tesori interni costituiti da monete, pregiata ceramica e addobbi ornamentali in ambra o in oro si possono osservare sparsi in vari musei italiani. Vi sono stati poi altri ritrovamenti sempre risalenti all'epoca romana o, in alcuni casi, anche alla osco-sannitica, consistenti in armi e armature, epigrafi onorarie, funebri e politiche; resti di ville e aggregati urbani con strade, fossati e mura, ecc. Banzi vantava anche una famosa sorgente, della quale però non siamo certi che non fosse stata solo frutto dell'immaginazione del poeta Orazio che le immortalò con il suo "Fons Bandusiae".

Il proto-cenobio lucano dei Benedettini di Santa Maria risale all'Alto Medioevo: nel 798 fu concesso all'Abbazia di Montecassino da Grimoaldo, Duca di Benevento, evento che fa supporre che innanzi tutto il Monastero fosse ovviamente più antico e soprattutto che avesse raggiunto alla fine dell'VIII secolo una certa importanza a livello geo-politico[5]. La chiesa badiale fu consacrata da Papa Urbano II nel 1089 quando qui si incontrò con i figli del Guiscardo, la sua corte e 33 vescovi, per preparare i lavori del Concilio che doveva aver luogo pochi giorni dopo a Melfi. L'abbazia, voluta dai Longobardi e risalente alla fine del Settecento/inizi Ottocento, fu al servizio della Chiesa di Roma fino al 1806 quando arrivarono le leggi del Murat.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Templum, la sacralizzazione romana dello spazio, su saturniatellus.com. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  5. ^ A. L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. IV, Bologna, Forni Editore, 1971, p. sub anno 798.
  6. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN247427421 · LCCN (ENno2009034769
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