Bandiera rossa (canzone)

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Bandiera rossa
La bandiera rossa in un'immagine stilizzata
Artistavari
Autore/ianonimo
GenereCanzone popolare
Campione audio

Bandiera rossa è un tradizionale canto popolare dei lavoratori italiani di matrice comunista e socialista, con chiaro riferimento alla bandiera rossa, emblema di tali ideologie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La canzone rappresenta l'unico inno della classe operaia italiana che possa considerarsi come un vero canto popolare di tradizione orale.

La musica forse è derivata dalla fusione di due arie popolari della tradizione lombarda: la strofa da "Ciapa on saa, pica la porta" (prendi un sasso, picchia la porta) e il ritornello dall'aria "Ven chi Nineta sotto l'ombrelin" (Vieni qui Ninetta sotto l'ombrellino)[1][2].

Il suo utilizzo come canto politico trova ascendenza sia melodica che testuale in un canto repubblicano della metà dell'800.[3]

«Avanti popolo alla riscossa
bandiera rossa, bandiera rossa
avanti popolo alla riscossa
bandiera rossa, bandiera rossa.

Bandiera rossa la trionferà
viva la repubblica, viva la repubblica
bandiera rossa la trionferà
viva la repubblica e la libertà.»

Secondo l'esponente della sinistra milanese Luigi Repossi[3], l'autore della strofa ("Avanti popolo") sarebbe "tal Boschetti Piero, operaio meccanico dello stabilimento Miani e musicante e suonatore di bombardino (terzo bombardino)" nella fanfara repubblicana "Maurizio Quadrio" di Milano, mentre il testo sarebbe stato redatto da un certo Marzorati.

La canzone nella versione socialista nasce all'inizio del XX secolo, scritta originariamente da Carlo Tuzzi nel 1908[4].

Di seguito il testo della versione socialista di Bandiera rossa:

«Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa, Bandiera rossa
Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il socialismo e la libertà.

Degli sfruttati l'immensa schiera
La pura innalzi, rossa bandiera.
O proletari, alla riscossa
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Il frutto del lavoro a chi lavora andrà.

Dai campi al mare, alla miniera,
All'officina, chi soffre e spera,
Sia pronto, è l'ora della riscossa.
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Soltanto il socialismo è vera libertà.

Non più nemici, non più frontiere:
Sono i confini rosse bandiere.
O socialisti, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Nel solo socialismo è pace è libertà!»

La canzone si diffuse negli anni seguenti, e nel 1923 era già attestata la sua diffusione negli Stati Uniti[5].

Alcune fonti riportano come il motivo fosse così popolare da essere utilizzato anche da componenti "di sinistra" del fascismo militante friulano. In particolare, le parole vennero cambiate in: «Ma quale ordine, che disciplina, carneficina, carneficina»[6].

Il testo ha subito negli anni diverse modifiche. Ne viene riportata una delle più note versioni comuniste, ovviamente successiva al 1917-1918, epoca della Rivoluzione bolscevica in Russia, quello che divenne, al quinto congresso del Partito Comunista Italiano del 29 dicembre 1945 - 6 gennaio 1946 (il primo dopo la Liberazione), uno dei suoi inni ufficiali[3].

«Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa, Bandiera rossa
Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà.

Degli sfruttati l'immensa schiera
La pura innalzi, rossa bandiera.
O proletari, alla riscossa
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Il frutto del lavoro a chi lavora andrà.

Dai campi al mare, alla miniera,
All'officina, chi soffre e spera,
Sia pronto, è l'ora della riscossa.
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Soltanto il comunismo è vera libertà.

Non più nemici, non più frontiere:
Solo ai confini rosse bandiere.
O comunisti, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
nel solo comunismo è pace e la libertà.

Falange audace cosciente e fiera
Dispiega al sole, rossa bandiera
Lavoratori alla riscossa
Bandiera rossa trionferà

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà.»

Nella musica moderna[modifica | modifica wikitesto]

  • Due versi iniziali di questa canzone sono stati parodiati dal cantante Zucchero Fornaciari, nella canzone "Per colpa di chi" (1995). Nella versione registrata, canta: «E allora avanti popolo, con la Lambretta rossa», e in un'altra parte delle canzone: «E allora avanti popolo, con la chitarra rossa». Zucchero, pur non essendo comunista, ha dichiarato di venire da una famiglia in cui questa ideologia era parecchio marcata.[7][8]
  • Gli Osanna, gruppo di punta del rock progressivo italiano, nel 1971 inseriscono l'inciso di "Bandiera Rossa" all'interno del brano "Mirror train" attraverso un fraseggio di chitarra in stile hendrixiano.
  • Nel brano "Genova Brucia" dell'album Grand Hotel Cristicchi del cantautore Simone Cristicchi nella quarta strofa è inserito il verso: «C'è chi canta “Avanti Popolo, alla riscossa!”», riferendosi ai movimenti della sinistra italiana che manifestavano contro il G8.
  • Francesco Gabbani riprende l'incipit del brano nel ritornello di Amen, brano vincitore della sezione giovani di Sanremo 2016.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ vedi G. Borgna (1985), pag. 21
  2. ^ Parole socialiste, musica popolare ecco la storia di "Bandiera rossa" su repubblica.it
  3. ^ a b c Cesare Bermani, in "Liberazione" del 15 maggio 2003, riportato in «Bandiera Rossa», la lunga storia di un inno popolare, di origine repubblicana e garibaldina, su brianzapopolare.it, 15 maggio 2003. URL consultato il 30 luglio 2015.
  4. ^ vedi pag. 308 R. J. Sender, J. D. Dueñas Lorente (2008)
  5. ^ https://www.worldcat.org/title/bandiera-rossa/oclc/667882363&referer=brief_results
  6. ^ Ivan Buttignon, IL FASCISMO DI SINISTRA A TRIESTE NEL QUINQUENNIO 1922-1926, in Quaderni, XXIII, Gennaio 2012, p. 149.
  7. ^ (ES) Zucchero: “No soy comunista”, su clarin.com, 5 maggio 2013. URL consultato il 30 luglio 2015.
  8. ^ Zucchero: il mio piccolo mondo antico, su famigliacristiana.it, 19 novembre 2010. URL consultato il 30 luglio 2015.

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