Automotrici FS E.10 ed E.60

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FS E.10 / E.60
Automotrice
Automotrice E.10, conservata al museo di Pietrarsa
Anni di costruzione 1932
Anni di esercizio 1932-1951
Quantità prodotta 8 (E.10)
16 (E.60)
Costruttore Breda (parte meccanica)
CGE (parte elettrica)
Lunghezza 21040 mm
Scartamento 1 435 mm
Interperno 14 200 mm
Passo dei carrelli 2 770 mm
Massa in servizio 64 t
Rodiggio Bo'Bo'
Diametro ruote motrici 1 060 mm
Rapporto di trasmissione 24/60
Potenza continuativa 615 kW
Velocità massima omologata 110 km/h
Alimentazione 650 V cc, a terza rotaia
Tipo di motore CT 301 A
Dati tratti da:
Cornolò, p. 44

Le automotrici E.10 ed E.60 delle Ferrovie dello Stato erano una serie di automotrici elettriche, con alimentazione a terza rotaia, progettate per l'utilizzo sulle linee varesine.

Le due serie erano tecnicamente identiche, e si distinguevano solo per un diverso allestimento interno (le E.10 erano di 1ª classe, le E.60 miste di 1ª e 3ª classe), a cui corrispondeva una diversa disposizione dei finestrini[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine degli anni venti, le elettromotrici dei gruppi E.10, E.15 ed E.20, utilizzate sulle linee varesine elettrificate a terza rotaia, non erano più in grado di fornire un servizio adeguato: oltre alla concezione estremamente spartana, erano penalizzate dalle scarse prestazioni di potenza e velocità[2].

Le Ferrovie dello Stato decisero quindi di sostituire tali elettromotrici, tutte a cassa di legno, con unità più moderne a cassa metallica[3]. Il disegno delle nuove vetture ricordava molto quello delle carrozze "tipo 1921", con gli opportuni rinforzi per sostenere il peso delle apparecchiature elettriche[3].

Le elettromotrici vennero consegnate nel 1933 e realizzate in due versioni: il gruppo E.10, costituito di 8 unità numerate EAiz 100 ÷ 107, di sola prima classe[1], e il gruppo E.60, costituito di 16 unità numerate EACiz 600 ÷ 615, miste di prima e terza classe[4].

Tutte le unità furono costruite dalla Breda, con equipaggiamento elettrico CGE; i carrelli erano in parte costruiti dalla Breda, in parte dalle OM[5].

Le nuove elettromotrici presero servizio sulle linee varesine, sostituendo completamente i vecchi rotabili; sulla "metropolitana FS" di Napoli (anch'essa elettrificata a terza rotaia) effettuarono invece solo prove saltuarie, in quanto per questa linea era in previsione la conversione alla linea aerea a kV, effettivamente avvenuta nel 1935[6].

Le E.10 ed E.60 prestarono servizio sulle linee varesine fino alla loro conversione al sistema a linea aerea a 3 kV[6]; nel 1950-51 vennero equipaggiate con pantografo e ricostruite nell'equipaggiamento elettrico, così da poter essere utilizzate con il nuovo sistema. In seguito alla trasformazione vennero riclassificate nel gruppo E.623, mantenendo gli stessi numeri progressivi[7].

Rimorchiate[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alle elettromotrici, vennero realizzate 3 serie di rimorchiate, tutte bidirezionali e con cabina di guida a entrambe le estremità.

Una serie era costituita da 17 vetture di 1ª e 3ª classe, con cassa e allestimento interno identici alle motrici E.60. Queste rimorchiate erano numerate eACiz 650 ÷ 666[4].

Un'altra serie era composta di 43 vetture di sola 3ª classe, classificate eCiz 300 ÷ 342[4].

Infine, vi erano 6 rimorchiate allestite come bagagliaio, con scompartimento postale, classificate eDUiz 900 ÷ 905[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cornolò, p. 40.
  2. ^ Cornolò, p. 38.
  3. ^ a b Cornolò, p. 39.
  4. ^ a b c Cornolò, p. 42.
  5. ^ Cornolò, p. 41.
  6. ^ a b Cornolò, p. 45.
  7. ^ Cornolò, p. 150.
  8. ^ Cornolò, p. 44.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Cornolò, Automotrici elettriche. Dalle origini al 1983, (ristampa anastatica di Automotrici elettriche FS, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1985), Ponte San Nicolò (PD), Duegi Editrice, 2011, ISBN 88-95096-05-3.

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