Autoblindo Fiat-Ansaldo

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Autoblinda Fiat Ansaldo AB40, AB41 ed AB43
Autoblinda AB41
Descrizione
TipoAutoblinda
Equipaggio4
CostruttoreFiat Ansaldo
Data impostazione1938
Utilizzatore principaleBandiera dell'Italia Italia
Altri utilizzatoriBandiera della Germania Germania
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Bandiera dell'Italia Italia
EsemplariAB40: 24 esemplari (in parte riammodernati)
AB41: circa 600 esemplari
AB43: circa 70 esemplari
Dimensioni e peso
Lunghezza5,2 m
Larghezza1,92 m
Altezza2,48 m
Peso7,5 t (AB40 ed AB41), 8 t (AB43)
Propulsione e tecnica
MotoreSPA ABM a 6 cilindri in linea, a benzina, raffreddato ad acqua
Potenza78 (SPA ABM 1, su AB40), 88 (SPA ABM 2, su AB41), 108 (AB43) hp
Rapporto peso/potenza10,40 hp/t (AB40), 11,73 hp/t (AB41), 13,5 hp/t (AB 43)
Trazionesulle quattro ruote
Sospensioniindipendenti a quattroruote sterzanti
Prestazioni
Velocità su strada78 km/h(AB40 ed AB41), 80 km/h (AB43)
Velocità fuori strada38 km/h
Autonomia400 km (AB40 ed AB41), 350 km (AB43)
Pendenza max40%
Armamento e corazzatura
Armamento primariodue mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm binate (AB40), cannone Breda 20/65 Mod. 1935 da 20 mm (AB41), cannone 47/32 Mod. 1935 da 47 mm (AB43)
Armamento secondariomitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm in casamatta (tutti i modelli), mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm coassiale in torretta (AB41 ed AB43)
Almeno un esemplare venne armato con una mitragliatrice Browning M1919 catturata agli Alleati; un altro esemplare fu armato con una mitragliatrice Breda Mod.38 su affusto antiaereo sperimentale e un'ulteriore esemplare fu equipaggiato con distributore di fumogeni sul retro del veicolo.
[1][2]
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La serie delle autoblindo Fiat-Ansaldo fu progettata e usata dal Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, utilizzata in particolare nei reparti da ricognizione: vide uso esteso durante la campagna del Nordafrica e, in generale, apparve in quasi tutti i teatri bellici nei quali combatté l'Italia. Fu fornita nelle tre versioni AB40, AB41 ed AB43, via via migliorate soprattutto nella dotazione offensiva.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Lo sviluppo dell'autoblinda Fiat Ansaldo ebbe inizio nel 1938, stante la necessità di un mezzo da impiegare nelle colonie da parte della PAI (Polizia dell'Africa Italiana) e la contestuale richiesta da parte del Regio Esercito di un mezzo per la Cavalleria che sostituisse le vecchie Lancia IZ. Fu utilizzando allo scopo il telaio con sospensioni indipendenti e quattro ruote motrici sterzanti che era stato messo a punto per il trattore d'artiglieria Fiat-SPA TM40. Lo scafo era costituito da piastre balistiche imbullonate sul telaio.
In vista del suo impiego come mezzo da ricognizione l'autoblinda venne dotato di doppi comandi, con una postazione di guida anteriore ed una posteriore; ciò permetteva di invertire rapidamente il senso di marcia. Un'altra caratteristica peculiare del mezzo e che ne distingueva la linea erano le due ruote di scorta alloggiate a mezza fiancata; tali ruote, poste in folle, nella guida fuoristrada fungevano da ausilio per il superamento di ostacoli.

Modelli[modifica | modifica wikitesto]

L'AB40, dotata di 3 mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm di cui due in torretta ed una in casamatta nello scafo, risultò fin dall'inizio carente sul piano dell'armamento (fatto comune alla produzione bellica italiana del periodo).
Venne pertanto messo in produzione rapidamente un nuovo modello, l'AB41: tale modello differiva dal precedente per l'armamento, essendo dotato di una torretta con alloggiati un cannone leggero Breda 20/65 Mod. 1935 ed una mitragliatrice coassiale Breda Mod. 38 da 8 mm (la stessa torretta equipaggiava i carri leggeri L6/40); inoltre per sopperire all'aumento di peso era stato sostituito il motore da 78 hp con uno da 88 hp.

La necessità di disporre di un armamento maggiore portò allo sviluppo di prototipi denominati ufficiosamente AB42 ed AB43, armati tutti con un cannone da 47/32 (lo stesso dell'M13/40), ma differenti per forme della torretta e dello scafo, alcuni dotati di doppia guida ed altri di guida singola. Il modello che doveva esser definitivo, denominato AB43, consegnato nel maggio 1943, fu omologato soltanto nell'agosto a causa di difetti riscontrati, ma la produzione venne impedita dall'armistizio ed il veicolo non entrò in servizio con il Regio Esercito. L'innovazione principale era l'adozione del cannone 47/32 Mod. 1935 da 47 mm, con 63 colpi disponibili. Nello scafo, in casamatta, ospitava la solita mitragliatrice Breda Mod. 38 cal. 8 mm con una dotazione di 756 colpi. Nonostante la motorizzazione con un 6 cilindri in linea a benzina da 108 cavalli invece che da 88 hp come nella AB41, l'aumento del peso ad 8 tonnellate dovuto alla nuova torretta riduceva l'autonomia a 350 km.

Autoblindo AB41

Nel 1944 i tedeschi, che occupavano le industrie del nord, ne avviarono la produzione adottandola come PzSpWg AB43 203(i) e l'assegnarono ai reparti della Wehrmacht impegnati nella lotta antipartigiana. Probabilmente anche per questi compiti di seconda linea, l'armamento fu ridotto alla solita Breda da 20 mm ma stavolta in una torretta leggermente più bassa.[3] Un ulteriore modello prodotto per le forze tedesche era dotato di cannone da 50mm (per adattarlo al munizionamento tedesco) e carrozzeria scoperta. Nel dopoguerra le poche unità sopravvissute furono assegnate ai reparti celeri della Polizia di Stato.

Impiego[modifica | modifica wikitesto]

Le AB, per quanto dotate di una corazzatura leggera che le rendeva vulnerabili alla maggior parte delle armi, trovarono impiego nei reparti esploranti in tutti i fronti nei quali fu impegnato il Regio Esercito: Africa Settentrionale, dove nella variante AB 41 si dimostrò elemento prezioso sotto Rommel, nei Balcani, in Francia e in Russia[4].

Fu impiegata durante la battaglia per la conquista tedesca di Roma, ed alcuni esemplari schierati a difesa della capitale dai militari italiani furono distrutti in combattimento alla Montagnola sulla via Laurentina dai paracadutisti tedeschi il 10 settembre 1943[5]. Dopo l'armistizio, preda bellica, molte vennero impiegate dai tedeschi (col nome di Panzerspähwagen AB41 201(i)) e alcune trovarono impiego nella Repubblica di Salò.

Una versione particolare, detta Ferroviaria, aveva l'apparato di trazione adattato a viaggiare sui binari con speciali cerchioni di acciaio. Venne utilizzata prevalentemente nei Balcani assieme con i treni armati del Regio Esercito in attività anti-partigiane.

Esemplari superstiti[modifica | modifica wikitesto]

Sono attualmente conservati sedici esemplari dell'autoblinda[6]. Gli esemplari indicati in neretto sono meccanicamente funzionanti:

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Germania Germania
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Bandiera dell'Italia Italia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Autoblinda - Comando Supremo Archiviato l'11 gennaio 2009 in Internet Archive..
  2. ^ Corazzati.it.
  3. ^ Nicola Pignato, Storia dei Mezzi corazzati -profili p.332, F.lli Fabbri Editori, 1976
  4. ^ 2me guerre mondiale num.37,Lengarvine(Fr),2010.
  5. ^ Fotografia di guerra tedesca; Foto che ritrae il cameraman tedesco mentre riprende lo stesso filmato;.
  6. ^ http://the.shadock.free.fr/Surviving_Panzers.html.
  7. ^ a b Esemplare incompleto.
  8. ^ Esemplare in corso di restauro.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I mezzi blindo-corazzati italiani 1923-1943 di Nicola Pignato, Storia Militare, 2005
  • Gli autoveicoli da combattimento dell'Esercito Italiano di Nicola Pignato e Filippo Cappellano, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, vol. II, 2002
  • Le autoblinde AB 40, 41 e 43 di Nicola Pignato e Fabio D'Inzéo

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