Atmosfera di Tritone

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Voce principale: Tritone (astronomia).
Atmosfera di Tritone
Geyser su Tritone

Tritone con i suoi 2707 km di diametro è il più grande satellite naturale di Nettuno; possiede un'atmosfera che ha origine dall'interno del corpo celeste e si compone prevalentemente di azoto, tracce di metano, tracce di argon e monossido di carbonio,[1][2][3] per uno spessore di circa 800 km;[4] fortissimi venti trasportano particelle di polvere per tutti il globo e nubi sottili alcuni chilometri sorvolano la superficie.

La sua pressione superficiale risulta di 15×10−6 atmosfere, cioè circa 1/70 000 di quella terrestre.[4]

I vulcani di ghiaccio rappresentano strutture interessanti, il materiale che eruttano probabilmente è costituito da azoto liquido, da elementi volatili e composti del metano che provengono dall'interno del satellite; imponenti geyser di cui uno alto 8 km alimentano la struttura dell'atmosfera.

Attualmente Tritone sembra essersi riscaldato in modo significativo: questa scoperta è stata possibile grazie a rilevazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble. Il riscaldamento comporta un aumento della pressione atmosferica che è quasi raddoppiata dal periodo in cui Voyager 2 si era avvicinato; conseguentemente aumentando la temperatura il ghiaccio di azoto si vaporizza e ciò innesca un aumento della stessa pressione atmosferica la quale causa un innalzamento globale della temperatura di 2 °C ( da −236 °C a −234 °C) in nove anni.

Comunque questo aumento di calore di Tritone può derivare anche da cicli stagionali, infatti in questo momento il satellite si trova al culmine dell'estate australe e sta ricevendo una maggiore radiazione solare che riscalda la calotta polare e che, di conseguenza, ne muta l'equilibrio climatico. Il colore rosato della calotta polare è dovuto al bianco dell'azoto ghiacciato ed al rosso del metano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Neptune: Moons: Triton, su Solar System Exploration. URL consultato il 31 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2008).
  2. ^ Ron Miller, William K. Hartmann, The Grand Tour: A Traveler's Guide to the Solar System, 3rd, Thailand, Workman Publishing, maggio 2005, pp. 172–73, ISBN 978-0-7611-3547-0.
  3. ^ (EN) E. Lellouch, C. de Bergh, B. Sicardy, Sacri R. Ferrón e Hans Ulrich Käufl, Detection of CO in Triton's atmosphere and the nature of surface-atmosphere interactions, in Astronomy & Astrophysics, 5 marzo 2010, DOI:10.1051/0004-6361/201014339. URL consultato il 27 giugno 2018.
  4. ^ a b Triton, su Voyager. URL consultato il 31 dicembre 2007.

Riferimenti[modifica | modifica wikitesto]

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