Società Sportiva Calcio Bari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 16 nov 2012 alle 03:32 di Professore Calcio (discussione | contributi) (Annullata la modifica 53948677 di Eziolip (discussione) C'è la fonte che ne parla. Stai esagerando su quest'enciclopedia.)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Associazione Sportiva Bari
Calcio
Galletti, Biancorossi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Bandiera immaginaria dell'Associazione Sportiva Bari Bianco e rosso con gallo
Simboli Gallo
Inno Bari Grande Amore
Sabino Bartoli - Enzo Strippoli - Luigi Rana
Dati societari
Città Stemma di Bari, Italia. Bari
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie B
Fondazione 1908
Scioglimento1915
Rifondazione1928
Presidente Bandiera dell'Italia Francesco Vinella
Allenatore Bandiera dell'Italia Vincenzo Torrente
Stadio San Nicola
(58.270 posti)
Sito web www.asbari.it
Palmarès
Coppa Ali della Vittoria
Titoli nazionali 2 campionati di Serie B
4 campionati di Serie C
1 campionato di Serie D
Trofei internazionali 1 Coppa Mitropa
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

L'Associazione Sportiva Bari, nota semplicemente come Bari, è la principale società calcistica di Bari. Attualmente partecipa al campionato di Serie B.

Ha militato per 30 stagioni nella Serie A a girone unico risultando così la prima formazione della Puglia e la terza dell'Italia Meridionale, dopo il Napoli e il Cagliari, per numero di partecipazioni nel massimo campionato di calcio. Inoltre il Bari è al 18º posto su 60 squadre nella classifica perpetua della Serie A.

Tradizionalmente soprannominata "squadra ascensore" per le continue discese e risalite tra la Serie A e le categorie inferiori,[1][2] significativo il fatto che dalla sua rosa e dal suo vivaio, siano usciti molti giovani giocatori che si sono poi affermati in massima serie, i più noti Boban, Cassano, Ventola.[3]

Storia

Le origini (1908-1927)

La prima formazione del Bari del 1908

La prima squadra di calcio di Bari fu fondata il 15 gennaio 1908[4] come Foot-Ball Club Bari. Come nel caso di molte altre squadre di calcio italiane, anche la fondazione del Bari fu caratterizzata dalla partecipazione di alcuni stranieri: Floriano Ludwig, tedesco trapiantato a Bari che ne fu il principale fondatore, Gustavo Kuhn, svizzero, cui si aggiunse Giovanni Tiberini, marchigiano trapiantato a Bari, che capeggiava figli di commercianti baresi.[5]

Nella prima formazione (nella foto a lato) si riconosce lo stesso Ludwig, il primo in piedi da sinistra, insieme ad altri stranieri, a Bari per lavoro, e baresi: a fianco di Ludwig in piedi da sinistra Barther, inglese e Bach, svizzero, al centro Attoma, Roth, svizzero, e Labourdette, spagnolo, in basso Jovinet, francese, Giordano, Gazagne, francese, Randi e Ziegler.[5] Originalmente i calciatori indossavano maglia granata e pantaloncini bianchi e giocavano principalmente contro marinai inglesi al campo San Lorenzo (di proprietà militare) nel quartiere di San Pasquale.[5]

Sebbene il club fosse stato fondato in tempi molto antichi la squadra, come la quasi totalità di quelle esistenti nel Mezzogiorno, non era ben rappresentata nei campionati del calcio italiano, per cui il F.B.C. Bari non prese parte alle prime stagioni. Di fatto, solo la Campania aveva un campionato regionale antecedente alla prima guerra mondiale.[6] All'epoca erano in attività, accanto al F.B.C. Bari (che presto arrivò a contare cinque squadre, a seconda dell'età degli appartenenti), altre due società: il Foot-Ball Club Liberty (colori rosso-blu a bande orizzontali e short bianchi, poi variati nel 1915 in bianco-blu verticali), fondato da giovani dissidenti del Bari originale nel 1909 e l'Unione Sportiva Ideale, fondata nel 1908 (che giocarono inizialmente in maglia blu con stella bianca sul lato sinistro del petto e pantaloncini bianchi; strisce nero-verdi adottate invece nel 1915).[6] Queste formazioni si cimentavano in amichevoli stracittadine e contro squadre organizzate da marinai sbarcati a Bari e in seguito in incontri (sempre amichevoli) con altre formazioni pugliesi.[6] Nel 1915, in periodo di guerra, il F.B.C. Bari venne sciolto, mentre Liberty e Ideale riuscirono appena a sostenersi finanziariamente per non chiudere l'attività (causa la forte mancanza di atleti, partiti tutti per il fronte).[6]

Dopo la fine della guerra, solo Liberty e Ideale ripresero l'attività sportiva; la rivalità reciproca fra queste due compagini aumentava con il passare del tempo.[6] Generalmente quella del Liberty era considerata la formazione degli aristocratici e borghesi, l'Ideale quella dei proletari.[7] Diversi componenti del vecchio FBC Bari passavano nel frattempo al Liberty; lo stesso Ludwig ed il suo collaboratore Kuhn divennero alti dirigenti del club biancoblu (si può quindi dire che il Liberty, in un certo senso raccolse l'eredità sportiva del FBC Bari originario).[8] Fu proprio il FBC Liberty la prima squadra della Provincia di Bari a prendere parte al campionato italiano di calcio, durante il torneo di Prima Divisione 1921-1922, organizzato dalla CCI quando molti dei club principali del paese entrarono in contrasto con la FIGC.[6]

La stagione successiva l'Ideale divenne la prima squadra di Bari a raggiungere le semifinali di Lega Sud, dove la Lazio passò in finale. Il 16 gennaio 1924 il F.B.C. Bari fu rifondato, ma da persone diverse da quelle di sedici anni prima ed ebbe accesso in Prima Divisione.[6] Tutti tre i club baresi parteciparono per la prima volta insieme al campionato, nella stagione 1924-25, dove il FBC Bari arrivò ultimo e retrocedette e il Liberty raggiunse le semifinali di Lega, venendo qui sconfitto pesantemente dall'Alba Roma, per 0-6 all'andata e 0-3 al ritorno.

A fine stagione 1924-1925 il FBC Bari si sciolse, dopo un solo anno di militanza (tra l'altro fu poco seguito, perché ormai a Bari e provincia le attenzioni erano fervidamente rivolte a Liberty e Ideale).[6]

Nel dicembre del 1925 le formazioni baresi iniziarono a utilizzare il "Campo degli Sports"; uno stadio costruito nel rione Carrassi dalla Società Anonima S.A.S., su iniziativa del Liberty.[6]

Nel torneo di Prima Divisione 1926-1927 (la Prima Divisione era la Serie B di allora) il FBC Liberty cambiò denominazione in "Bari Football Club", usandola per la prima volta il 6 febbraio 1927 nell'incontro amichevole contro l'Audace Taranto.[9] Nel 1927 esordì Raffaele Costantino. I bianco-blu chiusero la competizione al secondo posto ad un sol punto di distacco dalla Lazio (che quindi passò in Divisione Nazionale, corrispondente all'attuale Serie A); l'Ideale terminò quinta (a metà classifica).

La promozione in Divisione Nazionale del Bari F.C., la nascita del'Unione Sportiva Bari e la Serie B (1927-1931)

L'U.S. Bari del 1928, dopo la "fusione".

Nell'anno sportivo 1927-1928, alla fine di un campionato di vertice, il Bari F.C. raggiunse per la prima volta la Divisione Nazionale con la decisiva vittoria per 5-3 sulla Fiorentina, il 15 gennaio 1928 al Campo degli Sports. Protagonista della stagione anche il giovane barese Fajele Costantino, poi incoronato "reuccio" dalla tifoseria. L'Ideale invece, concluse il campionato al terzultimo posto in classifica.

A campionato concluso, come in diverse altre città d'Italia (per esempio Salerno, Napoli, Firenze e Roma), anche il Bari F.C. (Liberty) e l'Ideale si fusero nell'Unione Sportiva Bari il 27 febbraio 1928.[10] La nuova U.S. Bari fu la prima formazione pugliese della storia che partecipò al massimo campionato di Calcio.

A partire dalla stagione 1928-29 il Bari cominciò a indossare maglie bianche con risvolti rossi e pantaloncini bianchi (riprendendo i colori dell'effigie comunale).[11] Il 22 settembre 1928, Alfredo Bogardo, noto giornalista della testata locale "Cinesport", riprendendo l'idea di Carlo Bertoglio del Guerin Sportivo, lanciò un referendum popolare per assegnare un simbolo al Bari ed ai suoi giocatori: il più votato fu il "galletto" (che prevalse su aquilotti, scoiattoli, passerotti e gazzelle). Il nome "pettirossi", coniato da La Gazzetta del Mezzogiorno, ebbe invece breve durata.[11]

Dopo la stagione '28-'29 il sistema della lega fu riorganizzato e il Bari, classificatosi 13º, fu piazzato nella neo istituita "Serie B". Costantino fu convocato per la prima volta nella Nazionale italiana, rendendo il Bari la prima squadra di Serie B a vedere un proprio giocatore convocato in Nazionale.[12]

Nel 1929 entrò Pippo Scategni. Dopo il tentativo di ritorno immediato in massima serie nella stagione 1929-1930, fallito tra vistosi alti e bassi ed il gravissimo infortunio del venticinquenne barese Totò Lella (a causa di un calcione subìto al costato nella partita giocata contro la Fiumana, fuori casa, il ragazzo subì una lesione polmonare morendo per l'aggravamento delle condizioni nel 1932),[13] vennero ingaggiati l'allenatore Janos Hajdu (già mezzala del vecchio Liberty), il toro Dario Gai e Piero Bottaro (Costantino venne ceduto alla Roma, in serie A, per poi far ritorno a Bari nel ’35). I pugliesi condussero quindi un campionato cadetto 1930-‘31 positivo, tornando in massima serie.

Le prime stagioni in A (1931-1943)

Per la A, Hajdu fu sostituito dall'ungherese Árpád Weisz, già campione d'Italia nel 1929-1930 con l'Ambrosiana Inter (e futuro vincitore di due scudetti con il Bologna; in seguito fu espulso dall'Italia nel 1938 perché ebreo e perì ad Auschwitz nel 1944). Il girone d'andata fu però molto sofferto e a fine stagione la squadra si salvò vincendo lo spareggio contro il Brescia.

Lo "Stadio della Vittoria" in una foto del 1934 - la torre di Maratona sarà in seguito abbattuta.

Nell'annata successiva Weisz tornò all'Ambrosiana. A causa d'insufficiente liquidità furono ceduti molti degli atleti maggiormente valutati, compreso Bottaro; tra i nuovi arrivati vi furono invece Alfredo Marchionneschi, Luigi Ferrero e il portiere Alferio Cubi.[14] In campionato, dopo qualche buon risultato la squadra raccolse pochi punti nel girone d'andata, migliorò in quello di ritorno ma penalizzata da ben 13 rigori contro,[15] retrocedette per pochi punti alle ultime giornate.

Nella stagione seguente in B (quegli anni sdoppiata in due gironi), la rosa venne ringiovanita e messa sotto la guida di Tony Cargnelli; inoltre entrò a far parte dei biancorossi Annibale Frossi (che partì l'anno successivo) e lasciarono Gai e Scategni.[16] Alla fine del campionato, dopo essersi piazzati primi nella classifica del proprio girone, i biancorossi persero 1-0 la gara-promozione di Bologna con la Sampierdarenese (arrivata prima nel girone settentrionale): dopo aver mostrato grande ardore i biancorossi caddero, sotto gli applausi, in lacrime per la mancata promozione.[16]

Il 6 settembre 1934 Benito Mussolini inaugurava il nuovo stadio della Vittoria.[17]

L'obiettivo della massima serie venne raggiunto nell'anno sportivo 1934-1935, sotto la guida di András Kuttik.

Gli anni 1935-1941 videro la permanenza del Bari in serie A.

Nel 1936 fu ceduto Marchionneschi e tornò in panchina Cargnelli (lasciò ancora Bari due anni dopo). Nella gara del 3 gennaio 1937 contro l'Alessandria la giovane mezzala barese Francesco Capocasale, alla seconda gara in prima squadra segnò il goal-vittoria del 2-1;[18] in quella del 18 aprile contro l'Ambrosiana Cesarino Grossi (anch'egli esordiente barese) aiutò la formazione nella rimonta dallo 0-2 (al 2-2); diventando guru della folla.[19] La limitata statura valse a Grossi il soprannome di "centravanti tascabile". In Coppa Italia 1936-37 il Bari fu eliminato ai quarti di finale dal Milano. Nel 1938 andò via anche Ferrero e salì in prima squadra Tommaso Maestrelli (barese ma pisano di nascita). Nel 1939 Costantino cessò l'attività agonistica (rimase nella dirigenza del Bari come direttore sportivo, assumendo a più riprese anche la guida tecnica della squadra)[20]; lasciarono Cubi, Grossi (partito in guerra morì in Albania, con grande dolore del Calcio italiano) e Capocasale che fu venduto alla Juventus. Fu ingaggiato Alessandro Carlini. Il Bari giunse alle semifinali di Coppa Italia 1939-‘40 venendo qui eliminato per 0-2 dal Genova. Il bilancio della società andava sempre più in passivo (anche a causa di un varco aperto nelle recinzioni dello stadio, usato spesso per non pagare il biglietto) e nell'estate del 1940 la dirigenza fu costretta a vendere molti degli atleti maggiormente valutati;[21] tra i vari acquisti entrava a far parte del Bari il portiere Leonardo Costagliola. Nel 1941 la squadra retrocedette, chiudendo il periodo finora più lungo dei galletti in Serie A: sei anni. Il Bari risalì in prima serie l’anno dopo, conquistando il primo posto in Serie B; nel ‘43 cadde però di nuovo in seconda serie, agli spareggi. Molti pensarono a una congiura contro i galletti (a fine stagione lasciò Maestrelli).[22]

Gli ultimi anni della guerra (1943-1945)

Il campionato 1943-‘44 non fu disputato a causa del pieno imperversare della guerra. Diversi amministratori della società biancorossa si erano ormai disinteressati alla squadra e non rinnovarono i contratti degli atleti entro il termine del 31 dicembre 1943, pertanto i giocatori erano praticamente svincolati.[23]. Lo stadio della Vittoria venne occupato dai militari alleati dopo la liberazione del Sud Italia.[24]

Il 27 dicembre del '44 venne nominato commissario straordinario dell’U.S. Bari Francesco De Palma, unico commissario della gestione del 1943, rimasto a interessarsi del Bari Calcio.[25] Nell'intento di far partecipare anche i galletti al "campionato nazionale misto", il 1º gennaio 1945 la dirigenza biancorossa, composta in parte da persone differenti da quelle della passata gestione, cambiò la denominazione in Associazione Sportiva Bari e poté quindi ritesserare molti calciatori del '43 e iscriversi alla nuova competizione.[25] Tommaso Annoscia subentrò a De Palma come presidente del nuovo sodalizio.[25]

I biancorossi giocarono le prime due gare di casa, del campionato misto al “campo Antonio Lella”, un campo improvvisato, situato in via Crispi (nel quartiere Marconi di Bari) e allestito dal rifondato Liberty; anch'esso partecipante al medesimo torneo (in una delle due gare giocate al Lella, la nuova A.S. Bari batté per 5-1 proprio i libertiani; a Bari non si giocavano derby da diciotto anni).[25] A fine febbraio gli alleati concessero il riutilizzo del Della Vittoria e il 4 marzo, giornata di vento nevoso, i biancorossi tornarono a calcarne il terreno battendo il "Presidio" Lecce per 2-1.[25] I baresi conclusero la competizione (segnata da disordini per intemperanze dei tifosi, con l’esclusione di sei squadre delle tredici iniziali e la fine anticipata del torneo)[25] al primo posto, con 27 punti e a tre lunghezze dalla seconda classificata.[25] Poco prima del nuovo campionato Capocasale tornò fra i biancorossi.

Il dopoguerra: dalla Bari “Stella del Sud” alla caduta in IV Serie (1945-1952)

La "Stella del Sud" fotografata dopo la vittoria di Modena (1-0) del 29 settembre 1946. I giocatori sono (da sinistra a destra): Costagliola, Tavellin, Cavone, Fabbri, Capocasale, Tontodonati, Giammarco che porta in spalla Costantino aiutato da Ragona, Nehadoma (che è accompagnatore perché appena esonerato dopo la sconfitta interna con la Lazio); in ginocchio Carlini, Fusco (rasato a zero) e Isetto.

Nella stagione 1945-46 il Bari terminò al secondo posto, a pari merito con il Napoli capolista, il girone Centro-Sud del "campionato misto A-B" (ottenendo quindi la promozione al campionato unificato di Serie A, che i galletti disputarono nell'annata successiva). Nella stagione 1946-1947 (dominata dal Grande Torino) il Bari, allenato prima da Costantino e poi da Andras Kuttik (cambio necessario per effettuare la conversione dal gioco metodista a quello sistemista), stazionò per diverse giornate al quarto posto; nel girone di ritorno perse alcune posizioni in classifica e chiuse la competizione al settimo posto; traguardo attualmente non ancora eguagliato. Questo Bari è tuttora ricordato come la “Stella del Sud”.[26]

Nel 1947 debuttò Mihály Vörös, nel ‘48 andò via Costagliola. Da questo momento i baresi ebbero un rendimento altalenante e nel 1950 retrocedettero. La società denunciò dei torti arbitrali e a seguito della ricusazione dei ripetuti ricorsi, il presidente Annoscia fu squalificato per tre anni e decise di ritirarsi dal mondo del calcio.[27] L'anno seguente i galletti retrocedettero ancora e giunti sesti nel girone G della Serie C 1951-‘52, subirono un'umiliante retrocessione nella neo istituita IV Serie per effetto del lodo Barassi (emanato pochi mesi prima). Nel 1951 debuttò in prima squadra Nicola Chiricallo, che andò via dopo due campionati insieme a Vörös.

L'estroso centrocampista argentino Raul Conti, ha militato nel Bari tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 ed è considerato dallo storico Antonucci uno dei fantasisti più geniali del Bari Calcio.[28]

Sempre nel ‘51 la vecchia amministrazione del Bari uscì di scena accollandosi i debiti pregressi; quindi l'A.S. Bari iniziò ad essere gestita da una commissione comunale di reggenza.[29]

La risalita dal baratro (1952-1961)

Nel 1953 la commissione di reggenza nominò l’avvocato Achille Tarsia Incuria (assessore allo sport del Comune) presidente; costui predilesse una politica d'acquisto degli atleti basata sul risparmio.[29]

Quello stesso anno fu scelto come allenatore il barese Francesco Capocasale (già calciatore e allenatore del Bari negli anni precedenti) ed acquistato Mario Mazzoni, poi rimasto a Bari per dieci anni e tuttora il terzo per partite giocate in biancorosso, con 313 presenze. Capocasale portò il galletto al primo posto nel girone H di IV Serie; il salto di categoria fu aggiudicato alla fine di un minigirone combattuto, nella partita giocata a Napoli il 27 giugno 1954 e vinta dai biancorossi 2-1 contro il Colleferro (entrambe le reti furono del bomber Raffaele Gamberini). I 20 000 baresi presenti festeggiarono quest'evento quasi come la vittoria di uno scudetto.[30] Vincendo poi in turno secco con il Prato e le finali in doppio turno con la Cremonese, i biancorossi si guadagnarono il titolo di "Campioni italiani di IV Serie" (il primo titolo della storia del Bari Calcio).[31]

Dopo aver riportato il Bari in cadetteria nella stagione successiva, Capocasale si congedò dal Bari ma negli anni successivi venne più volte richiamato. Nel '55 debuttò Luciano Gariboldi. Dopo due anni “di stabilizzazione” in serie cadetta,[32] nel ’58 i galletti, guidati da Federico Allasio compivano finalmente il salto in A, dopo il secondo posto e due spareggi in campo neutro contro il Verona, penultimo in serie A (gli spareggi furono voluti da una nuova riforma federale e i biancorossi li vinsero rispettivamente per 1-0 e 2-0, con tutte tre le reti firmate da Paolo Erba). Per il ritorno in prima serie, nell'estate del 1958 la rosa fu rinforzata con il fantasista argentino Raul Conti e l'ala sinistra Bruno Cicogna; Allasio passò ad allenare il Torino. In quell'estate salutò Bari la punta Luigi Bretti (dal '50 al '58 nel Bari, con nel mezzo un anno al Taranto), che è tuttora top-scorer biancorosso con 70 marcature. Nel gennaio '59 Biagio Catalano (attaccante; un altro barese proveniente dal vivaio) esordiva in massima serie; a fine stagione usciva Gariboldi. I galletti rimasero tre anni in massima divisione. Nel girone di ritorno della stagione '59-'60 furono ancora importanti, stavolta in chiave salvezza, le reti di Erba (in biancorosso dal 1957 al 1961); Erba è rimasto per trentacinque anni l'attaccante con più reti nel Bari, in Serie A. Nel terzo anno di A il Bari retrocedette agli spareggi contro Lecco e Udinese, seppure con la miglior difesa del campionato.

La presidenza De Palo (1961-1977)

Il professor Angelo De Palo; diresse il Bari con onestà e serietà.[33]

Nel 1961 andò via Tagnin e due anni dopo il nuovo allenatore Pietro Magni centrò l'obiettivo promozione, al termine di un campionato segnato da numerosi infortuni. A causa dell'impegno profuso in campionato i galletti persero per strada la Coppa Italia a Bergamo, contro l'Atalanta nelle semifinali (0-1)[34] dopo aver battuto ai quarti di finale il Genoa (2-1), militante in prima serie. A promozione avvenuta lasciò il capoluogo Mazzoni; Raoul Conti e Virgili erano partiti nel ’62.

Proprio nel ‘63 si pose fine al commissariato e il medico Angelo De Palo (già commissario da due anni) fu eletto presidente dell’A.S. Bari con la costituzione di un consiglio d’amministrazione di nove elementi.[35]

Nel massimo campionato ’63-‘64 i galletti subirono però un’immediata retrocessione per poi cadere ancora in C. Proprio in terza serie, nel 1965 Catalano giocò le ultime partite tra i galletti e fu venduto. Nel ‘66 venne assunto come allenatore il giovane e poco conosciuto Lauro Toneatto (che era stato tecnico del Siena nella stagione precedente): fu l'inizio di un nuovo ciclo. Con l’avallo di Toneatto fu ingaggiato Lucio Mujesan. Il “sergente di ferro” (così i giocatori soprannominarono il nuovo mister per la sua severità) forgiò una squadra solida, con difesa tenace e centrocampo supportato dai tornanti.[36] La risalita in B fu immediata, con 7 punti di distacco dalla seconda mentre l'annata 1967-1968, al termine di un recupero dei biancorossi dalla coda della classifica alle prime posizioni a fine campionato, vide gli stessi mancare per un punto il ritorno in A.[37] L'anno seguente De Palo cedette il "longevo" Cicogna (per lui dieci anni fra i galletti) e fu costretto a vendere l'ormai richiestissimo Mujesan (che aveva segnato 20 goal nel campionato di Serie C e 19 in quello di Serie B '67-'68, affermandosi capocannoniere). Toneatto riuscì comunque a compensare l'assenza del prolifico centravanti e conquistò il terzo posto e quindi la massima serie.[38]

In vista del campionato di A ’69-‘70 De Palo scelse come sostituto di Toneatto, accordatosi prematuramente col Pisa, lo schietto Oronzo Pugliese. Il nuovo allenatore riuscì a ottenere l'acquisto del celebre Cané (giocherà tre anni tra le file dei biancorossi)[39] e di Vittorio Spimi. La compagine biancorossa concluse il girone d'andata a metà classifica ma accusò un brusco calo nel girone di ritorno, finendo ultima con 11 reti segnate.

Il Bari rimase in B per alcuni anni (nel '71, arrivato 4º con lo stesso punteggio di 2a e 3a, perse gli spareggi promozione) e nel 1974 scese ancora in Serie C, terminando la stagione con 12 goal segnati e 26 concessi in 38 partite. La formazione risalì in B nel 1977, stesso anno in cui De Palo, ammettendo di «non potercela più fare da solo», accordò l'entrata nella società biancorossa del duo Mincuzzi-Gironda (entrambi facoltosi capitalisti baresi), programmando con i due amici un assetto più moderno del club e un potenziamento del vivaio (gli stessi anticiparono finanziamenti per importanti operazioni).[40] Su iniziativa di Mincuzzi venne chiamato come nuovo direttore sportivo Carlo Regalia, la cui esperienza era ritenuta utile alla ristrutturazione del vivaio. De Palo non vide mai più i biancorossi nella massima divisione: morì infatti nell'agosto del ’77, dopo 16 anni come presidente. Nel 1976 aveva lasciato la formazione Vittorio Spimi e debuttato Giuseppe Materazzi, Domenico Penzo e Stefano Agresti (lasciarono la squadra due anni dopo); l'anno seguente venne ingaggiato Giuseppe Papadopulo.

L'inizio dell'era Matarrese ed il primo trofeo (1977-1990)

Prese il posto di De Palo l'onorevole Antonio Matarrese; con lui iniziava la lunga era della famiglia Matarrese al timone dell'A.S. Bari.

Antonio, pur rafforzando l'organico con gli acquisti come Giacomo Libera, Roberto Bacchin e Vincenzo Chiarenza, inizialmente non ebbe fortuna con la squadra, che non riuscì a risalire in A. Nel 1979-80, guidati dall'allenatore Antonio Renna i biancorossi conclusero la stagione a metà classifica. Esordì in prima squadra il diciassettenne barese Gigi De Rosa (2 presenze). Nella stagione ‘80-‘81 (con la squadra allenata sempre da Renna) indossarono la casacca biancorossa Aldo Serena e Maurizio Iorio, che conclusero il campionato con 10 reti a testa. Durante la stessa stagione Renna si dimise e venne sostituito dal tecnico della "Primavera" Enrico Catuzzi, che con 5 vittorie in 11 partite salvò per la seconda volta i galletti. Nel frattempo la formazione "Primavera" capitanata da Gigi De Rosa (e guidata appunto da Catuzzi e poi da Giuseppe Materazzi), vinceva la Coppa Italia Primavera battendo (2-0) in finale il Milan di Evani e Incocciati. A fine torneo furono ceduti Serena e Bacchin.

Il Bari dei baresi

File:Barideibaresi.jpg
L'adrenalinico Bari "dei baresi" della stagione 1981-82, allenato da Enrico Catuzzi e quarto a fine campionato di serie B. Sono visibili, da sinistra a destra: -in alto-Bagnato, Fantini (portiere), M. Armenise, De Trizio, Caricola, Majo; -in basso-L. De Rosa, O. Loseto, Acerbis, Frappampina, Iorio

Per la stagione 1981-1982 la dirigenza biancorossa riconfermò come allenatore Catuzzi e appoggiò lo stesso tecnico emiliano, che volle iniziare il campionato di Serie B con buona parte dei giovani della formazione "Primavera", che poco prima avevano vinto la Coppa Italia Primavera (battendo in finale il Milan). L'unico arrivo estivo fu il mediano Acerbis (in compartecipazione), mentre in inverno giunsero l'esperto regista Valerio Majo e il portiere Bruno Fantini.

Questo giovane, inedito Bari, in Coppa Italia ottenne quattro pareggi in quattro gare nel girone preliminare da cinque squadre, di cui tre contro formazioni di massima divisione (tra cui il Napoli di Ruud Krol, che totalizzando 6 punti fu ammesso agli ottavi); giungendo secondo non passò il turno. Le soddisfazioni arrivarono soprattutto in campionato: Catuzzi fu tra i primi a sperimentare in Italia la "zona totale" e la squadra espresse un calcio pregevole[41], riportando buoni risultati tra cui una serie positiva di 13 risultati utili consecutivi per un totale di 21 punti. La città, entusiasta, si strinse attorno alla squadra e il "della Vittoria" registrò quasi sempre il tutto esaurito. Il bomber era Maurizio Iorio; intorno a lui giravano Bagnato e Gigi De Rosa, che quell'anno si guadagnò la convocazione nella Nazionale Italiana Under 21. A fine stagione i galletti avevano totalizzato 45 punti, con il terzo miglior attacco della Serie B (47 goal, 18 siglati da Iorio che giunse secondo nella classifica cannonieri della categoria) ma persero per soli 2 punti la massima divisione. Determinanti furono i diversi passi falsi della squadra e alcune sviste arbitrali. Proprio per la consistente presenza in squadra di giovanissimi calciatori baresi, quel Bari venne etichettato "Il Bari dei Baresi" e viene considerato tuttora uno dei Bari migliori. Qui a lato si vede la formazione di quella stagione (nella terza divisa gialla e nera).

Nella stagione successiva la base della squadra rimase quasi la stessa; vennero ceduti Frappampina e Iorio. In Coppa-Italia il Bari terminò il primo girone da capolista, a nove punti, dopo aver battutto l'Inter e l'Udinese di Causio e Virdis, entrambe per 1-0. Trovata però agli ottavi la Juventus campione d'Italia (allora allenata da Trapattoni), i galletti vennero eliminati dopo la vittoria della "signora" all'andata, a Torino, per 1-0 e il pareggio 1-1 al ritorno, a Bari. In campionato, dopo un buon inizio i biancorossi ebbero un rendimento altalenante e persero molti incontri. Catuzzi venne sostituito da Gigi Radice (ex tecnico del Milan) a 13 giornate dal termine, ma nonostante un avvio discreto, questi non riuscì a salvare il Bari dalla retrocessione in C. In quell'annata vennero sbagliati diversi calci di rigore, in gare determinati per la salvezza.[42] Dopo la retrocessione vennero ceduti molti calciatori tra cui Bagnato, Caricola alla Juventus e Armenise.

La cavalcata di Bolchi, l'arrivo di Salvemini e la Mitropa Cup

Cowans (a sinistra) e Rideout vengono accolti dai tifosi all'aeroporto di Palese.
File:Joao 1.jpg
Il trequartista brasiliano Sérgio Luís Donizetti, meglio conosciuto come Joao Paulo. I tifosi baresi lo considerano tuttora uno dei migliori calciatori della storia biancorossa
Finale Mitropa Cup 1990
21 maggio 1990 - Stadio della Vittoria, Bari

Bandiera immaginaria dell'Associazione Sportiva Bari Bari - Genoa Bandiera Genoa

1 - 0

Bari: Mannini, Loseto, Carbone (88' Amoruso), Terracenere (67' Lupo), Righetti, Brambati, Perrone, Urbano, João Paulo, Gérson, Scarafoni (61' Monelli) - Allenatore: Gaetano Salvemini.

Genoa: Braglia, Ferroni, Caricola, Ruotolo, Collovati, Signorini, Eranio (87' Covelli), Florin, Fontolan, Urban, Rotella - Allenatore: Franco Scoglio

Arbitro: Branko Bujic.

Marcatore: 14' Perrone.

Spettatori: 3.600

File:Bari89.jpg
Il Bari del 1989-'90, allenato da Salvemini e decimo in classifica nello stesso anno. I giocatori sono (a partire da sinistra): -in alto- Di Gennaro, G. Loseto, Carrera, Néstor Lorenzo, Monelli, Mannini; -in basso- João Paulo, Perrone, Terracenere, Gérson, Maiellaro.

Nel 1983 il gruppo Mincuzzi-Gironda uscì dalla società del Bari, cedendo la propria quota ai Matarrese.[43] Antonio Matarrese, sempre più impegnato in campo politico e sportivo passò il ruolo di presidente al fratello Vincenzo.

Per la stagione 1983-84 V. Matarrese e il direttore sportivo Franco Janich decisero di affidarsi a Bruno Bolchi per la guida tecnica della squadra, fornendogli uomini come il roccioso difensore Alberto Cavasin, il regista barese Totò Lopez e gli attaccanti Galluzzo e Messina. Quella stagione si rivelò soddisfacente. I successi furono raggiunti soprattutto in Coppa Italia dove la squadra, dopo aver concluso il girone da sei squadre in testa con la Juventus, con cui pareggiò 2-2, eliminò agli ottavi di finale proprio i piemontesi per effetto dell'ormai celebre 2-1 conquistato a Torino nella partita d'andata e del 2-2 guadagnato in casa al ritorno (in quella Juventus di Trapattoni giocavano Rossi e Platini, che vinsero scudetto e Coppa delle Coppe nello stesso 1984). Ai quarti di finale i galletti sconfissero la Fiorentina di Oriali e Antognoni, vincendo 2-1 sia in casa che in trasferta, ma vennero poi eliminati alle semifinali dal Verona di Osvaldo Bagnoli (poi campione d'Italia l'anno seguente), dopo aver perso 1-2 all'andata in casa e 1-3 al ritorno. Finora il Bari è l'unica squadra italiana di Serie C, arrivata ad un passo dalla finale di Coppa Italia, dopo aver battuto prestigiose formazioni di massima serie.

I biancorossi parteciparono anche alla Coppa Italia di Serie C in cui, dopo aver battuto in doppio turno il Casarano, furono eliminati agli ottavi di finale dal Taranto.

In campionato gli uomini di Bolchi rimasero fino alla fine in testa alla classifica, dominando con 45 punti ed un record di 16 vittorie e 5 sconfitte (squadra meno battuta del torneo), nonché miglior attacco di categoria (40 reti). Il marcatore principale era Gabriele Messina, seguito da Giuseppe Galluzzo. A fine stagione lasciarono Bari Messina e L. De Rosa. Gli uomini di Bolchi si ripetettero l'anno successivo in serie cadetta, arrivando terzi a quota 49 punti e giungendo in Serie A all'ultima giornata, grazie al 2-0 inflitto in casa al Pescara. L'attaccante Edi Bivi (nel Bari dal 1984 al 1987) fu quell'anno capocannoniere del torneo, con 20 marcature.

In vista del campionato 1985-1986 in massima serie, Lopez fu sostituito con Gordon Cowans (regista dell'Aston Villa e nazionale inglese) e Galluzzo con Paul Rideout (giovane promessa dell'Under 21 inglese). La stagione in A, giocata con una rosa zeppa di debuttanti in massima divisione, vide il Bari retrocedere al penultimo posto.

Si concluse quindi anche il sodalizio con il milanese Bolchi, che guidò una cavalcata consecutiva dalla Serie C, riportando il Bari in A dopo 15 anni d'attesa. A fine stagione 1986 andò via anche Cavasin.

Il Bari passò così tre anni in serie cadetta e dopo i primi due sotto la guida del già conosciuto Catuzzi, in cui mancò nuovamente per poco la promozione in A, nel 1988 (anno in cui lasciarono Rideout e Cowans) sedette in panchina Gaetano Salvemini, che portò i biancorossi a vincere il campionato di Serie B 1988-89 (a pari punti con il Genoa capolista, che aveva una migliore differenza reti). Nell'estate dell'89 lasciò Guastella ed arrivarono i brasiliani Gérson e João Paulo; quest'ultimo divenuto presto idolo della tifoseria e tuttora uno dei giocatori più ricordati.[44] Con Salvemini, nella stagione 1989-1990 la squadra giunse a metà campionato a ridosso della zona Uefa e poi chiuse la competizione con un 10º posto, mostrando la classe dei centravanti Joao Paulo e Maiellaro (quest'ultimo nei biancorossi dall'87). In virtù del piazzamento in serie B nell'anno precedente, il Bari partecipò nella primavera del '90 al torneo di Coppa Mitropa dove, dopo aver superato le qualificazioni vinse la finale a Bari, il 21 maggio (in turno secco), battendo 1-0 il Genoa (il goal fu di Perrone al 14º minuto del primo tempo).

La finale di Mitropa Cup fu anche l'ultima partita ufficiale giocata nello storico stadio della Vittoria. La sera del 3 giugno 1990, con l'amichevole Bari-Milan vinta 2-0 dai galletti, venne inaugurato il nuovo stadio San Nicola, che quell'estate ospitò diverse partite dei mondiali di Italia 90.[45]

Gli anni novanta e la nuova crisi (1990-2001)

File:StadioSanNicola.jpg
Lo Stadio San Nicola, "casa" del Bari dal 1990.

Nel biennio 1990-1992 la dirigenza biancorossa attua una campagna acquisti onerosa: fra gli atleti ingaggiati si ricordano nel '90 il giovane rumeno Florin Răducioiu (ceduto l'anno seguente) e nel '91 David Platt (l'acquisto del centravanti inglese dell'Aston Villa, pagato 12 milardi, esalta la piazza[46]). L'onerosa campagna acquisti del '91 determina il record di 21.912 abbonamenti al S. Nicola.[46] Tuttavia i risultati non arrivano: alla stagione 1990-1991, conclusa con la salvezza ottenuta alla penultima giornata, segue il 1991-1992, dove nella terza giornata Joao Paulo s'infortuna gravemente, rimanendo inattivo per l'intero anno [47] e dopo la 5ª giornata, con 2 punti ricavati Salvemini si dimette. Il nuovo allenatore Boniek non riesce a salvare la formazione, nonostante un buon inizio nel girone di ritorno.[48] Non risolvono molto le manovre del mercato invernale, con la vendita di Farina (a secco di goal) e l'arrivo di Zvonimir Boban (in prestito dal Milan) e Robert Jarni. A fine campionato partono Boban e Platt, mentre vengono acquistati Sandro Tovalieri e Igor Protti, che diverrà idolo della tifoseria.[49].

Gli anni futuri vedono la società decisamente più scrupolosa e parsimoniosa sul mercato, nonché caratterizzata nello scoprire giovani talenti.[50] Nel 1993 G. Loseto passa al Pescara. nel '94 J. Paulo torna in Brasile.

Dopo la parentesi cadetta 1992-1993 sotto la guida del brasiliano Lazaroni, nel 1993-1994 il Bari arriva 2° in campionato e viene promosso in Serie A con Giuseppe Materazzi allenatore. La squadra disputa nella massima serie un buon campionato 1994-1995 dove si distingue il bomber Tovalieri (17 marcature), ma l'anno successivo (che vede la partenza di Tovalieri e l'arrivo di Luigi Sala, Klas Ingesson e Kennet Andersson), nonostante la prolifica coppia d'attacco Protti-Andersson (36 reti in due), la formazione del capoluogo subisce molti goal e manca diverse sfide con le dirette rivali, retrocedendo ancora. A campionato finito lasciano il Bari Protti (quell'anno è capocannoniere con 24 reti) e K. Andersson.

Il Bari è la prima squadra nella storia della massima divisione a retrocedere nonostante abbia tra le sue file il capocannoniere.[51]

File:Fascettief.jpg
Eugenio Fascetti, detto "genio",[52] l'allenatore con la panchina più lunga della storia del Bari Calcio (cinque anni e mezzo). Con lui i galletti sono rimasti in Serie A per quattro anni consecutivi (dal 1997 al 2001).

Nella stagione 1996/1997 la squadra, allenata dall'esperto Eugenio Fascetti (subentrato a Materazzi a metà campionato 1995-1996, causa la crisi di risultati) e rinforzatasi con l'ex nazionale tedesco Thomas Doll, Gigi Garzya e Diego De Ascentis riconquista subito la Serie A (nonostante una flessione iniziata a febbraio e protrattasi fino a Pasqua, con molti giornali a dare per certa l'esclusione dalla zona promozione e una forte contestazione da parte dei tifosi[53][52]). Arrivano nel capoluogo Gianluca Zambrotta ed il portiere Franco Mancini e la squadra disputa discretamente le prime tre stagioni in Serie A, navigando nella medio-bassa classifica con un 1-3-4-2 "a uomo" (il libero è Gaetano De Rosa, nel Bari dal '97)[54][55][56] che toglie qualche soddisfazione al pubblico barese. In questi anni, anche grazie a un consolidato rapporto tra l'allenatore e il dg Regalia,[57] il Bari si conferma società capace di scoprire e valorizzare diversi giocatori, come Phil Masinga (ingaggiato nel 1997 dalla Salernitana, segna 11 goal nella valida stagione '98-'99) e Nicola Ventola ("prodotto" del vivaio barese), ma non raggiunge traguardi più ambiziosi della salvezza. Nel 1998 lasciano Ventola, Doll, Sala ed Ingesson, mentre arrivano Yksel Osmanovski, Daniel Andersson e Gionatha Spinesi.

Nel 1999 fanno le valige De Ascentis e Zambrotta, mentre debutta Simone Perrotta. La notte del 18 dicembre 1999, nella partita Bari-Inter, un diciassettenne barese esordiente del vivaio biancorosso, di nome Antonio Cassano, mette a segno il goal della vittoria sui nerazzurri (2-1), stupendo mezza Italia e dando così inizio alla sua ribalta internazionale.

Nell'estate dell'anno 2000 Garzya e F. Mancini litigano con Fascetti e Matarrese e rescindono il loro contratto con il Bari.[58] Viene acquistato il giovane portiere belga Jean François Gillet (che in quell'anno si alterna con gli altri tre portieri[59]). La situazione in campionato peggiora e i tifosi acuiscono le proteste contro la dirigenza, a causa della forte crisi di risultati.[60] Fascetti viene licenziato a metà girone di ritorno,[61] al centro di una polemica con la tifoseria organizzata, in cui il tecnico toscano prende le difese della società.[62] Il Bari retrocede ultimo in classifica, dopo aver disputato la quarta stagione consecutiva in A.

A campionato finito Cassano, il cui talento non è più una novità, viene venduto alla Roma per 60 miliardi di lire (circa 30 milioni d'euro attuali).[63] Quello del 2001 è l'ultimo campionato in biancorosso anche per D. Andersson, Osmanovski e Perrotta.

La serie B dalla crisi all'arrivo di Conte (2001-2008)

A differenza delle volte precedenti, i galletti non riconquistano subito la massima serie ed il rendimento altalenante (dal 6º al 21º posto in due stagioni) demotiva i tifosi che pian piano abbandonano lo stadio. Nella gara Bari-Cittadella del 21 aprile 2002 il S. Nicola conta 52 tifosi (suo minimo storico).[64] Sulla panchina dei biancorossi si susseguono vari allenatori.

File:GILLET.jpg
Jean François Gillet, portiere del Bari dal 2000 al 2011. È il giocatore con il maggior numero di partite in casacca biancorossa.

Nella stagione 2003-2004, nonostante il tecnico veneto Bepi Pillon (subentrato a stagione in corso) ottiene un rilancio della formazione pugliese e la stima dei tifosi,[65] la compagine biancorossa si classifica quartultima, poi perdendo gli spareggi salvezza contro il Venezia, il 19 giugno 2004 e retrocedendo in Serie C1.[66] Fortuna vuole che a causa del fallimento del Napoli, il Bari venga ripescato.[67] Sempre nel 2004 lasciano la squadra Spinesi (autore di 52 gol in sei anni) e De Rosa ed entrano Vincenzo Santoruvo e Alessandro Gazzi. Gli anni successivi vedono i galletti, allenati da Guido Carboni, stabilizzarsi nella zona di metà classifica (10º posto nel 2005 e 13º p. nel 2006). L'avvio di stagione 2006-2007 del Bari targato Rolando Maran è positivo; nonostante alcuni prestigiosi successi (come il derby di dicembre vinto 3-1 a Lecce), il tecnico trentino, privato nel mercato di gennaio di diversi elementi, è esonerato a fine febbraio 2007 dopo una striscia di risultati negativi e lo 0-3 subìto a Vicenza. A Maran succede l'ex Beppe Materazzi (11 stagioni dopo l'addio dell'inverno 1995) che riesce a salvare la squadra con una giornata d'anticipo (la rincorsa alla salvezza inizia con il successo di Rimini per 1-0 a sei giornate dal termine)[68][69]), chiudendo la stagione all'11º posto.

Nel frattempo cittadinanza e istituzioni, sofferenti nel vedere la compagine biancorossa relegata in una realtà a loro dire "immeritata", cercano di favorire un cambio di proprietà dell'A.S. Bari. A inizio marzo 2007, il sindaco di Bari Michele Emiliano propone la vendita della società al famoso petroliere Roman Abramovich (già proprietario del Chelsea Football Club), ma questi giudica il costo richiesto dai proprietari troppo alto.[70] Finisce con un nulla di fatto anche la trattativa sviluppata nell'Ottobre 2007 tra i monegaschi Cohen e Vedeo (con l'antiquario monegasco d'origine barese, Paolo Stancarone a fare da mediatore) e la famiglia Matarrese. Una volta saltata, questa trattativa suscita molta delusione nell'opinione pubblica barese.[71] Nel novembre del 2007 viene lanciata da un gruppo d'appassionati la campagna d'adesioni per l'azionariato popolare compriamolA; sebbene l'iniziativa sia interessante riscuote finanze decisamente insufficienti allo scopo.[72][73]

Nel giugno del 2007 diventa direttore sportivo Giorgio Perinetti, proveniente dal Siena.[74][75] La stagione 2007-2008 inizia con il superamento dei primi due turni di Coppa Italia; nel terzo turno la squadra viene sconfitta per 3-0 dall'Udinese. In campionato la squadra alterna sconfitte a risultati positivi, stabilendosi dopo dieci giornate nella zona di metà classifica. Il 28 dicembre Materazzi rassegna le dimissioni da allenatore, dopo la sconfitta interna per 0-4 nel derby contro il Lecce.[76] Al suo posto è chiamato Antonio Conte, ex calciatore di Lecce e Juventus, precedentemente sulla panchina dell'Arezzo. Sotto la guida tecnica di Conte - coadiuvato da diversi interventi di mercato, nei quali viene acquistato anche il difensore Andrea Masiello - il rendimento della squadra migliora e nonostante i galletti si piazzino ancora undicesimi la stagione viene considerata abbastanza positiva e tappa iniziale per il rilancio della squadra, sicché l'allenatore salentino ottiene un prolungamento di contratto al 2009.[77] Il 15 gennaio 2008 la società compie 100 anni di storia, festeggiando con tifosi e vecchie glorie al Teatro Team di Bari.[78][79]

Il Bari primo tra i cadetti, il biennio in Serie A e la nuova retrocessione (2008-2012)

Leonardo Bonucci, nella stagione 2009-2010, culminata per lui con la convocazione ai mondiali del 2010.

Nell'ottobre 2008 i Matarrese vendono il 10% del capitale sociale dell'A.S. Bari ai costruttori baresi De Bartolomeo.[73]

Il mercato estivo per la stagione 2008-2009, la quarantunesima in Serie B, vede l'arrivo, tra gli altri, del difensore Andrea Ranocchia, del centrocampista argentino Emanuel Rivas e dell'attaccante Paulo Vitor Barreto. Vitali Kutuzaŭ è rilevato nella sessione invernale di mercato. Il cammino verso la Serie A procede positivamente e la critica apprezza il veloce 4-4-2 di Conte, votato all'attacco e connotato da passaggi smarcanti, ripartenze e gioco di fascia.[80][81][82] La promozione è aritmetica l'8 maggio 2009 (con quattro giornate di anticipo), complice la sconfitta della contendente Livorno nell'anticipo della 38ª giornata. La classifica finale vede il Bari al primo posto con 80 punti, 65 reti all'attivo (di cui 23 segnate da Barreto, per il miglior attacco di categoria assieme al Parma) e 35 al passivo (seconda miglior difesa). Il 30 maggio 2009, dopo l'ultima gara di campionato vinta 4-1 contro il Treviso, il Bari festeggia la promozione in Serie A al "San Nicola" vincendo la Coppa Ali della Vittoria.

Il 23 giugno 2009 Antonio Conte e la società rescindono consensualmente il contratto, a causa di divergenze sulla strategia di mercato.[83] Quattro giorni dopo la squadra viene affidata a Giampiero Ventura (ispiratore degli schemi di Conte).[84]

Nei primi giorni di agosto la famiglia Matarrese annuncia di aver trovato l'accordo con una holding texana, al cui comando figura Timothy L. Barton, per la cessione dell'intero pacchetto azionario (l'accordo preliminare prevedeva il pagamento di 25 milioni di euro),[85] ma la trattativa non va in porto a causa del mancato rispetto degli accordi contrattuali.[86]

Nel mercato estivo arrivano i centrocampisti Edgar Álvarez (veloce nelle discese sulla fascia), Massimo Donati, Sergio Bernardo Almirón e il giovane difensore Leonardo Bonucci; mentre Guberti e Lanzafame (che erano in prestito) vengono sostituiti da altri giocatori d'esperienza. Nonostante l'immediata eliminazione in Coppa Italia all'esordio (il 15 agosto al San Nicola), per mano dell'Empoli (ai rigori dopo l'1-1 maturato nei tempi regolamentari), in campionato la squadra produce buoni risultati e al termine del girone d'andata è in zona UEFA Europa League, con la seconda miglior difesa (solo 18 reti subite). I galletti, ammirati dagli esperti per il gioco vivace,[87] patiscono però due flessioni nel girone di ritorno e chiudono la competizione al decimo posto con 50 punti all'attivo: comunque un record per la squadra nella massima serie a girone unico. Dopo anni di sofferenze, i tifosi sono finalmente soddisfatti e molti definiscono la squadra di Ventura "il miglior Bari di sempre".[88]

L'8 maggio 2010 il direttore sportivo Perinetti (uno dei responsabili dei felici cambiamenti dell'ultimo triennio) annuncia l'addio alla società per tornare al Siena.[89] I motivi di questa separazione non sono noti ma lo stesso direttore, nelle varie interviste rilasciate, dà diversi indizi.[90]

In luglio il Bari viene classificato in 290ª posizione nel ranking IFFHS per squadre di club.[91]

Nel mercato estivo vengono ceduti Ranocchia e Bonucci (convocato in Nazionale ai Mondiali di Sudafrica 2010); mentre tra gli acquisti arriva l'algerino Abdelkader Ghezzal e il norvegese Erik Huseklepp. La stagione 2010-2011 inizia con la vittoria 1-0 sulla Juventus. Dalla 6ª giornata, persa all'ultimo minuto contro il Genoa (risultato finale 2-1), inizia una fase involutiva in cui i galletti inanellano una serie di sconfitte; aumenta inoltre il numero dei giocatori infortunati.[92][93] Dopo 13 partite senza vincere arriva la vittoria nel derby contro il Lecce in trasferta. In Coppa Italia, dopo le vittorie su Torino e Livorno, arriva la sconfitta negli ottavi di finale per 3-0 contro il Milan. Il 10 febbraio 2011, dopo una dura contestazione Ventura lascia la guida tecnica della squadra (tramite rescissione consensuale di contratto con la società) e viene sostituito da Bortolo Mutti[94]. Con Mutti la squadra ottiene un parziale miglioramento e qualche buon risultato (vince in casa del Parma dopo 37 anni -espugnando il Tardini per la terza volta nella storia-[95] e pareggia 1-1 a San Siro con il Milan capolista) ma non evita la retrocessione in Serie B, che arriva con 4 giornate d'anticipo (il 23 aprile 2011 dopo la gara con la Sampdoria, persa 0-1). Il campionato si conclude con una vittoria dei biancorossi per 4-0, in casa del Bologna, con tre delle quattro reti siglate dal "primavera" Grandolfo. Mai i biancorossi avevano timbrato una così larga vittoria nelle trasferte di Serie A e lo stesso Grandolfo è il primo giocatore barese che sigla una tripletta in una trasferta di massima serie[96][97]. Successivamente, alcune gare perse di questa stagione, come gli scontri diretti per la salvezza contro Lecce, Cesena e Sampdoria, risulteranno truccate per calcioscommesse e molti calciatori del Bari verranno indagati, mentre A. Masiello verrà arrestato. Il 4 marzo 2011 il Bari ha festeggiato il traguardo delle 1.000 partite in Serie A.

Il 13 giugno 2011 il presidente e tutto il consiglio d'ammistrazione della società rassegnano le dimissioni dopo 28 anni di gestione diretta di Vincenzo Matarrese. Il direttore generale Claudio Garzelli viene nominato amministratore unico della società (la proprietà rimane per il 90% della famiglia Matarrese).[98]

Per far fronte alle ristrettezze finanziarie della società e provare a riscattare la stagione negativa appena conclusa, Garzelli e Angelozzi (il direttore sportivo succeduto a Perinetti) smantellano quasi tutta la rosa (si recuperano risorse soprattutto dalla cessione di Almiron, Barreto, Gazzi, A. Masiello, Alvarez e Ghezzal). Si congeda dal Bari il portiere Gillet, per 10 anni in biancorosso e a lungo capitano della squadra (nonché beniamino dei tifosi), nazionale belga. La squadra viene affidata al tecnico Vincenzo Torrente (ex calciatore del Genoa, che ha portato il Gubbio in due anni dalla seconda divisione alla serie B[99]) e rifondata soprattutto su giovani emergenti. Tra i giovani assoldati c'è il terzino Under 21 Alessandro Crescenzi e i trequartisti Fernando Forestieri e Mariano Bogliacino (tutti in prestito). Nel mercato invernale del 2012 viene venduto Donati.

Il 7 febbraio 2012 Garzelli si dimette da amministratore unico, rimanendo direttore generale. Al suo posto viene nominato Francesco Vinella, già direttore amministrativo dei galletti dal 1984.[100]. Il campionato 2011-2012 si conclude al tredicesimo posto in classifica con 50 punti.

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Sportiva Bari
  • 1908: Il 15 gennaio nasce il Foot Ball Club Bari. Pochi mesi dopo nasce l'Unione Sportiva Ideale Bari.
  • 1909: Nasce il Foot Ball Club Liberty Bari.
  • 1915: Il Foot Ball Club Bari si scioglie.
  • 1921-22: Liberty 3° nel girone Pugliese della Lega Sud del campionato C.C. I.
  • 1922-23: Ideale 2° e Liberty 4° nel girone Pugliese della Lega Sud; Ideale 2° nelle semifinali interregionali.
  • 1923-24: Ideale 2° e Liberty 4° nel girone Pugliese della Lega Sud; Ideale 3° nelle semifinali interregionali. FBC Bari rifondato nel mese di gennaio e promosso in Prima Divisione.
  • 1924-25: Ideale 4°, Liberty 2° ed FBC Bari ultimo nel girone Pugliese della Lega Sud; Liberty 3° nelle semifinali interregionali. FBC Bari sciolto a fine campionato.
  • 1925-26: Ideale 4° e Liberty 2° nel girone pugliese della Lega Centro Sud. Liberty 4° nelle semifinali interregionali. Entrambe le società sono ammesse, per la stagione successiva, alla Prima Divisione Cadetta.
  • 1926-27: Liberty 2º e Ideale 6º nel girone Sud della Prima Divisione Cadetta.
  • 1927-28: Liberty, con la nuova denominazione Bari F.C., 1º nella Prima Divisione Cadetta e promosso in Divisione Nazionale; Ideale 6º nel girone Sud della Prima Divisione Cadetta. Il 27 febbraio 1928 (a campionato terminato) Ideale e Bari F.C. (Liberty) si fondono nell'Unione Sportiva Bari.
  • 1928-29: 13º nel girone A di Divisione Nazionale. Retrocesso in Serie B.
  • 1929-30: 9º in Serie B.
  • 1930-31: 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1931-32: 16º in Serie A.
  • 1932-33: 17º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1933-34: 2º nel girone finale di Serie B dopo la sconfitta nello spareggio contro la Sampierdarenese, a Bologna.
  • 1934-35: 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1935-36: 14º in Serie A. Eliminato ai sedicesimi di finale in Coppa Italia.
  • 1936-37: 11º in Serie A. Eliminato ai quarti di finale in Coppa Italia.
  • 1937-38: 13º in Serie A. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1938-39: 11º in Serie A. Eliminato ai sedicesimi di finale in Coppa Italia.
  • 1939-40: 11º in Serie A. Semifinalista in Coppa Italia.
  • 1940-41: 16º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato ai sedicesimi di finale in Coppa Italia.
  • 1941-42: 1º in Serie B. Promosso in Serie A. Eliminato ai sedicesimi di finale in Coppa Italia.
  • 1942-43: 15º in Serie A. Ripescato. Eliminato ai sedicesimi di finale in Coppa Italia.
  • 1943-1945: Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945-46: 2º nel Campionato Misto Bassa Italia. 8º nel girone finale di Divisione Nazionale.
  • 1946-47: 7º in Serie A.
  • 1947-48: 11º in Serie A.
  • 1948-49: 18º in Serie A.
  • 1949-50: 19º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1950-51: 18º in Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1951-52: 6º nel girone D di Serie C. Retrocesso in IV Serie.
  • 1952-53: 6º nel girone G di IV Serie.
  • 1953-54: 1º assoluto in IV Serie. Promosso in Serie C.
  • 1954-55: 1º in Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1955-56: 10º in Serie B.
  • 1956-57: 11º in Serie B.
  • 1957-58: 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1958-59: 11º in Serie A. Eliminato al quarto turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1959-60: 13º in Serie A. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1960-61: 16º in Serie A dopo le sconfitte negli spareggi contro Lecco e Udinese, a Bologna. Retrocesso in Serie B. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1961-62: 12º in Serie B. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1962-63: 2º in Serie B. Promosso in Serie A. Semifinalista in Coppa Italia.
  • 1963-64: 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato al primo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1964-65: 18º in Serie B. Retrocesso in Serie C. Eliminato al primo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1965-66: 7º nel girone C di Serie C.
  • 1966-67: 1º nel girone C di Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1967-68: 4º in Serie B. Eliminato ai quarti di finale in Coppa Italia.
  • 1968-69: 3º in Serie B. Promosso in Serie A. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1969-70: 16º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1970-71: 4º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1971-72: 11º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1972-73: 12º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1973-74: 19º in Serie B. Retrocesso in Serie C. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1974-75: 2º nel girone C di Serie C.
  • 1975-76: 3º nel girone C di Serie C.
  • 1976-77: 1º nel girone C di Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1977-78: 13º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1978-79: 16º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1979-80: 12º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1980-81: 8º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1981-82: 4º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1982-83: 20º in Serie B. Retrocesso in Serie C1. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1983-84: 1º nel girone B di Serie C1. Promosso in Serie B. Semifinalista in Coppa Italia.
  • 1984-85: 3º in Serie B. Promosso in Serie A. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1985-86: 15º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1986-87: 9º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1987-88: 7º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1988-89: 2º in Serie B. Promosso in Serie A. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 1989-90: 10º in Serie A. Vince la Coppa Mitropa. Eliminato nel secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1990-91: 13º in Serie A. Eliminato ai quarti di finale in Coppa Italia.
  • 1991-92: 15º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1992-93: 10º in Serie B. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1993-94: 2º in Serie B. Promosso in Serie A. Eliminato al primo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1994-95: 12º in Serie A. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1995-96: 15º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1996-97: 4º in Serie B. Promosso in Serie A. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 1997-98: 11º in Serie A. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1998-99: 10º in Serie A. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 1999-00: 14º in Serie A. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 2000-01: 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato al secondo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 2001-02: 7º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 2002-03: 11º in Serie B. Eliminato ai quarti di finale in Coppa Italia.
  • 2003-04: 21º in Serie B. Perde il play-out con il Venezia e viene retrocesso in Serie C1 ma viene ripescato per il fallimento del Napoli. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 2004-05: 11º in Serie B. Eliminato nella fase a gironi in Coppa Italia.
  • 2005-06: 13º in Serie B. Eliminato agli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 2006-07: 14º in Serie B. Eliminato al primo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 2007-08: 11º in Serie B. Eliminato al terzo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 2008-09: 1º in Serie B. Promosso in Serie A. Vince la Coppa Ali della Vittoria. Eliminato al terzo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 2009-10: 10º in Serie A. Eliminato al terzo turno eliminatorio in Coppa Italia.
  • 2010-11: 20º in Serie A. Retrocesso in Serie B. Eliminato negli ottavi di finale in Coppa Italia.
  • 2011-12: 13° in Serie B. Eliminato al quarto turno eliminatorio in Coppa Italia.

Colori e simboli

Simboli ufficiali

Inno

L'inno ufficiale si chiama Bari grande amore ed è cantato da Sabino Bartoli. Nel 2008, durante la notte del Capodanno barese, venne introdotto l'inno non ufficiale intitolato Cuore Biancorosso intonato da Checco Zalone. Molta diatriba nacque da quel giorno sulla scelta dell'inno: i tifosi preferirebbero quello di Zalone a quello di Bartoli, poiché quest'ultimo avrebbe usato un ritmo musicale molto simile all'inno della Roma di Venditti. Nel passato si ricordano Inni come quello di Tony Santagata (Bari, Bari) e Nicola Pignataro (U Gardidd, che in dialetto barese vuol dire 'galletto').

Società

Organigramma societario

Dal sito ufficiale della società:[101]

Organigramma societario
  • Amministratore unico: Francesco Vinella
  • Segretario Generale: Pietro Doronzo;
  • Direttore Sportivo: Guido Angelozzi;
  • Team Manager : Claudio Vino;
  • Consiglieri: Salvatore Matarrese - Domenico De Bartolomeo;
  • Relatore Osservatori: Vincenzo Tavarilli;
  • Capo Ufficio Stampa : Saverio De Bellis;
  • Ufficio Stampa: Fabio Foglianese.



Di seguito gli sponsor ufficiali e tecnici del Bari:

Sponsor ufficiali
Sponsor tecnici


Presidenti

Presidenti dal 1929 ad oggi

Allenatori

Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).
 
Nome Nazionalità Anni
Ernő Erbstein Bandiera dell'Ungheria 1928-1929
Josef Uridil Bandiera dell'Austria 1929-1930
Hajdu Bandiera dell'Ungheria 1930-1931
Árpád Weisz Bandiera dell'Ungheria 1931-1932
Ernő Erbstein
Lászlo Barr
Bandiera dell'Ungheria
Bandiera dell'Ungheria
1932-1933
Tony Cargnelli Bandiera dell'Austria 1933-1934
Engelbert König Bandiera dell'Austria 1934-1935
András Kuttik Bandiera dell'Ungheria 1935-1936
Tony Cargnelli Bandiera dell'Austria 1936-1938
József Ging Bandiera dell'Ungheria 1938-1939
András Kuttik Bandiera dell'Ungheria 1939
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1939-1940
Luigi Ferrero Bandiera dell'Italia 1940-1941
András Kuttik Bandiera dell'Ungheria 1941
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1941
Stanislao Klein Bandiera dell'Ungheria 1941-1942
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1942-1943
János Vanicsek Bandiera dell'Ungheria 1943
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1944-1945
András Kuttik Bandiera dell'Ungheria 1946
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1946-1947
János Nehadoma Bandiera della Cecoslovacchia 1947
András Kuttik Bandiera dell'Ungheria 1947-1948
Ferenc Plemich Bandiera dell'Ungheria 1948
András Kuttik Bandiera dell'Ungheria 1948
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1948-1949
Ferenc Plemich Bandiera dell'Ungheria 1949
György Sárosi
Francesco Capocasale
Bandiera dell'Ungheria
Bandiera dell'Italia
1949-1950
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1950
Francesco Capocasale Bandiera dell'Italia 1950
Federico Allasio Bandiera dell'Italia 1950
Ambrogio Alfonso Bandiera dell'Italia 1950-1951
Mario Sandron Bandiera dell'Italia 1951
Paolo Giammarco Bandiera dell'Italia 1951
Pietro Piselli Bandiera dell'Italia 1951
Raffaele Costantino Bandiera dell'Italia 1951-52
Vincenzo Marsico Bandiera dell'Italia 1952
Raffaele Sansone Bandiera dell'Italia 1952-1953
Francesco Capocasale Bandiera dell'Italia 1953-1956
Federico Allasio Bandiera dell'Italia 1956-1958
Paolo Tabanelli Bandiera dell'Italia 1958-1959
Francesco Capocasale Bandiera dell'Italia 1959-1961
 
Nome Nazionalità Anni
Onofrio Fusco Bandiera dell'Italia 1961
Luis Carniglia Bandiera dell'Argentina 1961
Federico Allasio Bandiera dell'Italia 1961-1962
Onofrio Fusco Bandiera dell'Italia 1962
Pietro Magni Bandiera dell'Italia 1962-1963
Tommaso Maestrelli Bandiera dell'Italia 1963-1964
Paolo Tabanelli Bandiera dell'Italia 1964
Francesco Capocasale Bandiera dell'Italia 1964-1965
Onofrio Fusco Bandiera dell'Italia 1965
Hugo Lamanna Bandiera dell'Argentina 1965-1966
Filippo Calabrese Bandiera dell'Italia 1966
Lauro Toneatto Bandiera dell'Italia 1966-1969
Oronzo Pugliese Bandiera dell'Italia 1969-1970
Carlo Matteucci Bandiera dell'Italia 1970
Lauro Toneatto Bandiera dell'Italia 1970-1972
Carlo Regalia Bandiera dell'Italia 1972-1974
Luciano Pirazzini Bandiera dell'Italia 1974-1975
Gianni Seghedoni Bandiera dell'Italia 1975-1976
Giuseppe Pozzo Bandiera dell'Italia 1976
Giacomo Losi Bandiera dell'Italia 1976-1978
Mario Santececca Bandiera dell'Italia 1978-1979
Giulio Corsini Bandiera dell'Italia 1979
Enrico Catuzzi Bandiera dell'Italia 1979
Antonio Renna Bandiera dell'Italia 1979-1981
Enrico Catuzzi Bandiera dell'Italia 1981-1983
Luigi Radice Bandiera dell'Italia 1983
Bruno Bolchi Bandiera dell'Italia 1983-1986
Enrico Catuzzi Bandiera dell'Italia 1986-1988
Gaetano Salvemini Bandiera dell'Italia 1988-1992
Zbigniew Boniek Bandiera della Polonia 1992
Sebastião Lazaroni Bandiera del Brasile 1992-1993
Giuseppe Materazzi Bandiera dell'Italia 1993-1995
Eugenio Fascetti Bandiera dell'Italia 1995-2001
Arcangelo Sciannimanico Bandiera dell'Italia 2001
Attilio Perotti Bandiera dell'Italia 2001-2002
Marco Tardelli Bandiera dell'Italia 2003-2004
Giuseppe Pillon Bandiera dell'Italia 2003-2004
Guido Carboni Bandiera dell'Italia 2004-2006
Rolando Maran Bandiera dell'Italia 2006-2007
Giuseppe Materazzi Bandiera dell'Italia 2007
Antonio Conte Bandiera dell'Italia 2008-2009
Giampiero Ventura Bandiera dell'Italia 2009-2011
Bortolo Mutti Bandiera dell'Italia 2011
Vincenzo Torrente Bandiera dell'Italia 2011-

Giocatori

Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Il Bari e le Nazionali di calcio

Giocatori convocati nella Nazionale di calcio italiana

Di seguito l'elenco dei giocatori che sono stati chiamati a vestire la maglia azzurra durante il periodo di militanza nel Bari:

Calciatori convocati al campionato mondiale di calcio

Di seguito l'elenco dei giocatori che sono stati convocati nel campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Bari:

Calciatori convocati al campionato europeo di calcio

Di seguito l'elenco dei giocatori che sono stati convocati all'europeo durante il periodo di militanza nel Bari:

Palmarès

Competizioni nazionali

1941-42, 2008-09
1954-55, 1966-67, 1976-77, 1983-84
1953-54
2008-2009

Competizioni internazionali

1990

Competizioni giovanili

1999-00
1980-81, 1997-98
1993-94, 1999-00
1997

Altri piazzamenti

secondo posto: 1930-31, 1934-35, 1957-58, 1962-63, 1988-89, 1993-94
terzo posto: 1927-28, 1968-69, 1984-85
altre promozioni in Serie A: 1996-97
finalista

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

A

31 1928-1929 2010-2011

B

44 1926-1927 2012-2013

C

8 1951-1952 1983-1984

D

2 1952-1953 1953-1954

In 83 stagioni sportive dall'esordio a livello nazionale nel Direttorio Divisioni Superiori il 3 ottobre 1926 come Liberty Bari, compresi 1 torneo di Divisione Nazionale (A) e 2 tornei cadetti (B) antecedenti il girone unico.

Statistiche di squadra

  • Miglior piazzamento: 7º posto Serie A stagione 1946-1947
  • Punti massimi ottenuti in serie A: 38 punti - (1946-1947 a 20 squadre, 1947-1948 a 21 squadre) 50 punti - (2009/2010 a 20 squadre con la vittoria a 3 punti)
  • Maggior numero di vittorie in A: 16 - 1946-1947 a 20 squadre 13 - 2009-2010 a 20 squadre
  • Vittorie consecutive in Serie B: 6 (2008-09)
  • Risultati utili consecutivi in Serie B: 16 (2008-09)
  • Eugenio Fascetti (1995-2001) è l'allenatore rimasto più a lungo sulla panchina del Bari (in tutto più di 5 anni, dal dicembre 1995 al maggio 2001); il precedente record era quello di Gaetano Salvemini (3 anni e 3 mesi: dal luglio 1988 a fine settembre 1991) e assieme, Bruno Bolchi e Lauro Toneatto, entrambi 3 anni tondi sulla panchina biancorossa.
  • Vittoria più larga: Genzano-Bari 0-9 (1974-75).

Statistiche individuali

Acquisto più costoso: David Platt dall'Aston Villa per 12 miliardi di lire - 1991/1992

Cessione più remunerativa: Antonio Cassano alla Roma per 60 miliardi di lire - 2000/2001

In grassetto i giocatori in attività e nella rosa del Bari.

Presenze in campionato
Marcatori in campionato

Tifoseria

Gemellaggi e rivalità

Il tifo più caldo si trova tradizionalmente in Curva Nord, storica "casa" degli U.C. N. (che significa, appunto, "Ultras Curva Nord"), gruppo ultras nato nel 1976. Il gruppo UCN (definito anche dei "teschi alati", per via dello stemma) è stato sciolto ufficialmente - anche a causa delle vicende del calcio-scommesse che hanno visto coinvolti diversi esponenti Ultras - fra il 23 ed il 24 agosto del 2012.[102] La tifoseria barese è gemellata con quelle di:

C'è una forte amicizia con Spezia, Vicenza, Triestina, e con i tifosi del Barletta, dell'Andria, del Monopoli e del Casarano.

Le rivalità tra gli Ultras del Bari e le altre tifoserie sono soprattutto quelle con:[103]

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Bari 2012-2013.

Rosa

Rosa aggiornata al 30 agosto 2012.[104]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Eugenio Lamanna
Bandiera dell'Italia D Stefano Sabelli
Bandiera del Brasile D Claiton
Bandiera dell'Italia C Marco Romizi
Bandiera dell'Italia D Martino Borghese
Bandiera dell'Italia C Idriz Toskic
Bandiera dell'Italia C Cristian Galano
Bandiera dell'Italia C Daniele Sciaudone
Bandiera dell'Italia A Francesco Grandolfo
Bandiera dell'Italia C Nicola Bellomo
Bandiera dell'Italia A Diego Albadoro
Bandiera della Romania P Alexandru Pena
Bandiera dell'Italia A Armando Visconti
Bandiera dell'Uruguay D Diego Polenta
Bandiera dell'Italia A Anthony Partipilo
Bandiera del Paraguay C Rivaldo González
Bandiera dell'Albania C Fatmir Hysenbelliu
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia A Francesco Caputo(C)
Bandiera dell'Italia A Francesco Fedato
Bandiera della Macedonia del Nord D Stefan Ristovski
Bandiera dell'Algeria A Abdelkader Ghezzal
Bandiera dell'Italia P Vincenzo Pentimone
Bandiera dell'Italia D Luca Ceppitelli
Bandiera dell'Uruguay C Gustavo Aprile
Bandiera dell'Italia C Marino Defendi
Bandiera dell'Italia D Errico Altobello
Bandiera dell'Italia A Antimo Iunco
Bandiera dell'Italia D Vincenzo Chiochia
Bandiera dell'Ungheria C Attila Filkor
Bandiera dell'Italia C Andrea De Falco

Staff tecnico

Allenatore: Bandiera dell'Italia Vincenzo Torrente
Allenatore in seconda: Bandiera dell'Italia Nunzio Zavettieri
Preparatore atletico: Bandiera dell'Italia Romano Mengoni
Collaboratore Preparatore atletico: Bandiera dell'Italia Onofrio Curione
Allenatore dei portieri: Bandiera dell'Italia Giovanni Pascolini

Staff sanitario

Responsabile sanitario: Bandiera dell'Italia Antonio Riggio
Medico: Bandiera dell'Italia Sebastiano Lopiano
Medico: Bandiera dell'Italia Massimo De Prezzo
Fisioterapisti: Bandiera dell'Italia Marco Vespasiani, Bandiera dell'Italia Raffaele Petrone, Bandiera dell'Italia Francesco Smargiassi

Note

  1. ^ corriere della sera.it Giovinazzo, un paese con le «rotelle» a posto (Gianni Spinelli, 25 ottobre 2011) - URL consultato il 24 luglio 2012 -
  2. ^ as bari.it cenni storici sul Bari Calcio (Gianni Antonucci) - URL consultato il 24 luglio 2012 -
  3. ^ vedi la sezione "Storia"
  4. ^ Piccola storia sull'A.S. Bari dalle origini ad oggi, su amobari.altervista.org. URL consultato il 3 aprile 2011.
  5. ^ a b c Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Primo Capitolo “Pionieri del calcio a Bari”: pag. 9-18
  6. ^ a b c d e f g h i Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 20-78
  7. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  pag. 46
  8. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, "Liberty uguale Bari" «Floriano Ludwig, del resto, era da tempo uno dei principali dirigenti della Liberty e Gustavo Kuhn gli collaborava in tutto....La Liberty, in pratica, non era altro che il Bari di un tempo... Non era cambiato nulla tranne che il nome...»: pag. 68
  9. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, 1926-27 Capitolo "Il Liberty torna ad essere «Bari»": pag. 79-88
  10. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Paragr. “Fusione «ordinata»”; “Solo «Bari»”: pag. 96-98
  11. ^ a b Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Paragr. “Fusione «ordinata»”; “Solo «Bari»”: pag. 101-102
  12. ^ Forza Azzurri - Bari, su homestead.com, forza-azzurri.info. URL consultato il 5 aprile 2011.
  13. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 118
  14. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, la società dovette sopperire a diversi infortuni e contemporaneamente all'allestimento di una squadra per la Prima Divisione: pag. 146-147
  15. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, «Ma quello che maggiormente aveva dato il colpo di grazia era stato l'enorme numero dei calci di rigore: 13 subiti in tutto il campionato (di cui 6 fischiati dallo stesso arbitro, Caironi di Milano). Record di tutti i tempi per la serie A a 18 squadre»: pag. 149-156
  16. ^ a b Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, «...I giocatori baresi lasciavano il campo piangendo, applauditi anche dai pochi sportivi bolognesi presenti. ...» : pag. 158-166
  17. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  pag. 172
  18. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  pag. 196-200
  19. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  pag. 196-200
  20. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, «...Costantino dichiarava di smettere di fare il calciatore e Patarino gli affidava il compito di direttore sportivo, addetto alla campagna acquisti. ...»: pag. 227
  21. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, «…Purtroppo la chiusura provvisoria, allestita nel 1834, al momento dell’inaugurazione del nuovo stadio, era stata ideata con uno steccato di legno…Per motivi mai accertati un bel mattino veniva trovata completamente distrutta dal fuoco…Patarino, nel comunicare l’esito della campagna acquisti, aveva esortato un po’ tutti a pagare il biglietto. Altrimenti, come avrebbe potuto mantenersi la squadra?… »: pag. 238
  22. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, paragrafo “Una vera «congiura»”: pag. 265-266
  23. ^ Gianni Antonucci,  il commissario Giuseppe Santoro si era ritirato dalla gestione e il comm. Andrea Somma era sfollato a Rutigliano, in provincia pag. 269-278
  24. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore a
  25. ^ a b c d e f g Gianni Antonucci,  pag. 279-288
  26. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 314-319
  27. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, par. “L’arbitraggio di Bellè” (riferito all’arbitraggio giudicato decisamente a favore della Roma da più parti -anche da alcuni giornali romani- ed anche dall’allora sindaco Di Cagno Abbrescia, che mandò un telegramma all’A.I.A. per prendere provvedimenti), par. “La «Casta Mazarino» (Mazarino era il designatore arbitrale accusato di dirigismo nella scelta degli arbitri), par. “Inutile inchiesta” (che la Lega aprì per alcune partite, compresa Bari-Roma 1-1)…il Bari reclamò al CAF ma codesto reclamo fu respinto e la società deplorata: pag. 370-373
  28. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  pag. 528
  29. ^ a b Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, par. “I retroscena svelati”, “Il commissario straordinario”: pag. 387-391; 1953-1954: “Il grande rilancio con Achille Tarsia Incuria”: pag. 407-409
  30. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 411-424
  31. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 411-424
  32. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 439-458
  33. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, pag. 556
  34. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  <<un Bari che doveva ancora impegnarsi a fondo...La partita di Bergamo, ripresa e trasmessa in diretta dalla TV, non suscitava entusiasmi. Il Bari, infatti, non s'impegnava molto. Esplodeva, invece, la domenica dopo, a Lucca...>>pag. 540-541
  35. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Paragr. “Un consiglio di nove”: pag. 548-549
  36. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, 1966-1967, Paragr. "Il gol dell’ex": pag. 578
  37. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, 1967-1968, Paragr. "In campo dopo le flebo" pag. 595-604
  38. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, 1968-1969, Paragr. "Mujesan in cambio di 5"; "Portiere <<kamikaze>>" pag. 606-611
  39. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, …"A Livorno, dopo la partita vinta dal Bari, negli spogliatoi baresi entravano pure il presidente del Pisa e Anconetani…nella villetta di Toneatto…la sera del 2 Giugno 1969, si concludeva l’accordo fra Toneatto ed il Pisa"…:pag. 620-621; "Pugliese voleva Canè dal Napoli….era accontentato"…: pag. 624
  40. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Paragr. “Al torneo anglo-italiano lo sfogo di De Palo”; “L’invito a Mincuzzi”: pag. 716-719
  41. ^ La notte bianca dei boys di Catuzzi
  42. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari,  pag. 815-820
  43. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Paragr. “Mincuzzi e Gironda lasciano”: pag. 819-820
  44. ^ Joao Paulo: "E' un grande Bari, come il mio" Napoli Magazine - 8 Aprile 2010 Url consultato il 26 Giugno 2011
  45. ^ guide supereva Stadio San Nicola. Una suggestiva struttura, unica nel suo genere in Europa, dedicata al santo patrono della città. (Luigi Perillo) - URL consultato l'1 Agosto 2012 -
  46. ^ a b Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Pag. 949-950
  47. ^ la Repubblica.it Operato Joao Paulo Riedle un mese fermo (17 settembre 1991) - URL consultato il 17 luglio 2012 -
  48. ^ scheda della stagione 1991-1992 su solobari - URL consultato il 17 luglio 2012 -
  49. ^ Protti: "Bari, attento al Livorno" Repubblica.it
  50. ^ Conferenza stampa del 25/11/2010 di Vincenzo Matarrese, riportata sul quotidiano locale Barisera: "...dopo aver speso un patrimonio andammo in serie B. Da quel momento ho imparato tanto e non mi sono più fatto fregare...".
  51. ^ Protti, capocannoniere retrocesso la gazzetta dello sport.it - URL consultato il 4 settembre 2012 -
  52. ^ a b la Repubblica.it Fascetti panchina di forza "Bari, contestarmi è inutile" (Corrado Zunino, 19 giugno 1997) - URL consultato il 30 Luglio 2012 -
  53. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, 1996-1997 Paragr. "la <<mala>> Pasqua": pag. 1066-1068
  54. ^ Laziowiki.it su spunto di "La Repubblica": <<...Invece risalta presto la concretezza barese, un 4 - 4 - 2 camaleontico e sostanzialmente italianista nei doveri distruttivi ad personam, con l'ottimo libero De Rosa alle spalle dei marcatori fissi Garzya - Neqrouz, senza dimenticare i raddoppi appropriati degli esterni Madsen e Bressan sui califfi dell'attacco biancoceleste....>> analisi della gara Lazio-Bari (Domenica 20 Settembre 1998)
  55. ^ www.raisport.rai.it analisi della gara Bari-Inter (1999)
  56. ^ www.raisport.rai.it analisi della gara Lazio-Bari (2000)
  57. ^ Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Paragr. “La premiata Ditta”: pag. 1137
  58. ^ Bari: rescisso il contratto di Garzya, su qn.quotidiano.net, Quotidiano.net, 6 dicembre 2000. URL consultato il 5 aprile 2011.
  59. ^ la rosa del Bari nella stagione 2000-2001 solobari.it - URL consultato l'8 luglio 2012 -
  60. ^ Roberto Perrone, I Matarrese abdicano, volevano fare del Bari la Juve del Sud, in Corriere della Sera, 3 ottobre 2001, p. 47. URL consultato il 5 aprile 2011.
  61. ^ Gianni Spinelli, Matarrese licenzia Fascetti dal Bari, in Corriere della Sera, 3 maggio 2001, p. 43. URL consultato il 5 aprile 2011.
  62. ^ Ci vuole un miracolo, su www2.raisport.rai.it, RaiSport, 14 aprile 2001. URL consultato il 5 aprile 2011.
  63. ^ La lunga storia di un fuoriclasse di nome Cassano, su sampdoria.it, u.c. Sampdoria, 14 agosto 2007. URL consultato il 5 aprile 2011.
  64. ^ La rivincita del San Nicola da 52 a 100 mila spettatori -Enzo Tamborra- La Repubblica.it Bari del 30 Marzo 2009 - URL consultato il 20 Luglio 2011
  65. ^ la Repubblica.it è il Bari di Cordova e Pillon (Enzo Tamborra, 3 febbraio 2004) - URL consultato il 17 luglio 2012 -
  66. ^ scheda della stagione 2003-2004 su solobari.it - URL consultato il 17 luglio 2012 -
  67. ^ la Repubblica.it Figc, Pescara e Bari in serie B al posto di Napoli e Ancona (12 agosto 2004) - URL consultato il 17 luglio 2012 -
  68. ^ as bari Rimini-Bari: 0-1 (lunedì 14 Maggio 2007) - URL consultato l'8 luglio 2012 -
  69. ^ solobari.it stagione 2006-2007 su Solobari.it - URL consultato l'8 luglio 2012 -
  70. ^ Abramovich vuole comprare il Bari ma per ora frena, prezzo troppo alto - la Repubblica.it 10 Marzo 2007 URL consultato il 6 Maggio 2011>
  71. ^ Stancarone: "Hanno perso una grande occasione" - Barilive.it 23 Ottobre 2007 URL consultato il 6 Maggio 2011>
  72. ^ www.cosenzanight.it - rubriche: del Bari seguaci Bari: ecco i nomi della Public Company (tratto da "la Repubblica Bari" - Enzo Tamborra - 23 Novembre 2007) - URL consultato il 4 Gennaio 2012
  73. ^ a b www.tuttobari.com Epolis - La vendita immaginaria (tratto da E-Polis Bari del 14 Aprile 2011 - Gaetano Nacci) - URL consultato il 4 Gennaio 2012 -
  74. ^ Bari, Perinetti nuovo direttore sportivo tuttomercatoweb (Christian Seu, 12 giugno 2008) - URL consultato il 13 luglio 2012 -
  75. ^ Ecco Perinetti: ora anche Bari ha il suo diesse il sole 24 ore (tratto da goal.com; Tiziana Garofalo, 13 giugno 2008) - URL consultato il 13 luglio 2012 -
  76. ^ barilive.it Bari, Materazzi si dimette (Onofrio Schino, 28 dicembre 2007) - URL consultato il'8 luglio 2012 -
  77. ^ as Bari.it Bari-Conte: un altro anno insieme (6 marzo 2008) - URL consultato il'8 luyglio 2012 -
  78. ^ lucaturi.it azienda fotogiornalistica A. S. BARI: AL TEATRO TEAM, FESTA PER I 100 ANNI BIANCOROSSI (mercoledì 16 gennaio 2008) - URL consultato il'8 luglio 2012 -
  79. ^ bitontotv.it OGGI "LA BARI" COMPIE 100 ANNI (martedì 15 gennaio 2008) - URL consultato il'8 luglio 2012 -
  80. ^ transfer markt Pisa-Bari: i tabellini (29 marzo 2009) - URL consultato il 10 luglio 2012 -
  81. ^ goal.com Sassuolo-Bari 1-3: i "galletti" mettono la freccia e vanno in testa (8 marzo 2009) - URL consultato il 10 luglio 2012 -
  82. ^ vocesport.it Bari-Avellino 3-0 di Barreto e Caputo le reti della gara (14 marzo 2009) - URL consultato il 10 luglio 2012 -
  83. ^ Conte-Bari: rottura!, su gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport, 23 giugno 2009. URL consultato il 5 aprile 2011.
  84. ^ Alessio Calfapietra, Ufficiale: Bari, ecco Ventura e Barreto, su tuttomercatoweb.com, 27 giugno 2009. URL consultato il 5 aprile 2011.
  85. ^ Bari, dal Texas arriva Tim Barton: finisce l'era Matarrese, in Corriere della Sera, 18 agosto 2009, p. 45. URL consultato il 5 aprile 2011.
  86. ^ Franco Cirici, Il Bari resta ai Matarrese - Sfuma la trattativa con Barton, su gazzetta.it, 1º ottobre 2009. URL consultato il 5 aprile 2011.
  87. ^ Vito Fatiguso - Ancelotti «fan» del Bari: la vera rivelazione del 2009 - 30 Dicembre 2009 Corriere del Mezzogiorno.it URL consultato il 23 Aprile 2011
  88. ^ Enzo Tamborra - "È il miglior Bari di sempre" I tifosi sono tutti con Ventura - La Repubblica Bari.it URL consultato il 23 Aprile 2011
  89. ^ Enzo Tamborra, Calcio, addio Perinetti. Arriva Castagnini, su bari.repubblica.it, Repubblica.it, 5 maggio 2010. URL consultato il 5 aprile 2011.
  90. ^ Il blog di Giorgio Perinetti - "Nella vita succedono delle cose...." - 7 Maggio 2010 URL consultato il 23 Aprile 2011
  91. ^ Nessun cambio nella classifica IFFHS: Inter ancora leader, la Juve scala posizioni, la Roma crolla!, su goal.com, 2 settembre 2010. URL consultato il 5 aprile 2011.
  92. ^ Bari: Le cinque cause del disastro calciomercato.com (articolo tratto dal corriere del mezzogiorno - 22 febbraio 2011) - URL consultato il 2 settembre 2012 ->
  93. ^ Bari: Ghezzal "Troppi infortuni? Commessi errori" datasport (30 marzo 2011) - URL consultato il 2 settembre 2012 -
  94. ^ Ventura lascia, arriva Mutti Corriere della Sera - 11 Febbraio 2011. URL consultato 21 Aprile 2011
  95. ^ statistiche Bari-Parma solobari.it - URL consultato il 2 settembre 2012 -
  96. ^ Bari, addio con record. Grandolfo, tris storico Corrieredellosport.it
  97. ^ Televideo, pagina 202, sottopagina 1/4, 27 maggio 2011
  98. ^ AS BARI SPA DIMISSIONI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE NOMINA AMMINISTRATORE UNICO URL consultato 14 giugno 2011
  99. ^ Torrente: un anno di contratto Asbari.it
  100. ^ Sito ufficiale AS Bari A.S. BARI SPA, DIMISSIONI E NOMINA NUOVO AMMINISTRATORE UNICO (martedì 7 Febbraio 2012) -URL consultato l'8 febbraio 2012-
  101. ^ Organigramma, su asbari.it. URL consultato il 5 aprile 2011.
  102. ^ Bari, l'addio degli ultras. <<Finisce qui la storia>> la gazzetta del mezzogiorno.it. (24 agosto 2012) - URL consultato il 24 agosto 2012 -
  103. ^ Stefano Pozzoni, Dove sono gli ultrà? Squadre, stadi, curve e cori, Zelig Editore, Milano 2005, ISBN 88-6018-083-X p.145.
  104. ^ AS BARI:Numerazione maglie stagione 2012-2013 URL consultato 10 Agosto 2012

Bibliografia

  • Gianni Antonucci, Bari si, Bari no: settanta anni di storia biancorossa, Roma, Vivere in, 1977.
  • Gianni Antonucci, Il Bari dei Matarrese, Bari, Laterza, 1984
  • Gianni Antonucci, 1908-1998: 90 anni di Bari, Bari, Uniongrafica Corcelli, 1998.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Template:Vincitori Scudetto Dilettanti

  Portale Calcio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di calcio
Il portale Bari non esiste