Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani

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Associazione dottorandi
e dottori di ricerca italiani
SegretarioRosa Fioravante
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione16 gennaio 1998
AbbreviazioneADI
InternazionaleEURODOC
Iscritti2000
Sito webwww.dottorato.it

L'Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (acronimo ADI), è un'associazione legalmente costituitasi nel 1998, apartitica e senza fini di lucro, che si propone la tutela dei diritti dei dottorandi e dottori di ricerca, la promozione della figura professionale del dottore di ricerca, il miglioramento della qualità dell'insegnamento superiore e in generale il miglioramento delle politiche della ricerca in Italia. L'ADI esplica la propria attività tramite contatti istituzionali a livello nazionale, nella sua partecipazione ininterrotta al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari e al Consiglio Universitario Nazionale e tramite le proprie trentasei sedi locali operanti presso le maggiori Università italiane. È membro fondatore di Eurodoc[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fra gennaio e marzo 1996, su iniziativa di alcuni dottorandi di Milano e Padova, venne stesa via internet una Lettera aperta sulla condizione del dottorato di ricerca in Italia[2]. Il 19 marzo 1996 la lettera venne inviata con oltre 1600 firme al Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica Giorgio Salvini e a vari organi istituzionali. Contemporaneamente venne avviata un'opera di sensibilizzazione presso parlamentari, rettori, professori e ricercatori, divulgando la lettera e partecipando a dibattiti e conferenze. Le ragioni della protesta esposte nella lettera erano molteplici, fra cui: l'esiguità della borsa di dottorato (ferma a 13 milioni di lire l'anno dal 1989); i problemi burocratici relativi alla stesura della tesi di dottorato e all'espletamento dell'esame finale; la mancanza di prospettive professionali e lo scarso riconoscimento del titolo di Dottore di Ricerca sia nel pubblico che nel privato. Non a caso una ricerca del CNR del 1994 aveva definito il dottorato di ricerca "il brutto anatroccolo"[3].

Il 12 aprile 1996 il Ministro Salvini inviò una risposta[4], non solo formale, assumendosi l'impegno di affrontare la questione, ma di lì a breve tutto si fermò a causa della caduta del governo Dini il 17 maggio 1996.

Nel frattempo il processo di aggregazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca procedette con le prime assemblee locali e nazionali. Decisivo fu l'uso di Internet e il diffondersi degli strumenti informatici di base, come le mailing list "dotric-discussion" e "dotric-news" e il sito web, che furono adottati fin dall'inizio come i principali mezzi di comunicazione e consentirono lo sviluppo di un elevato grado di democrazia interna. Nel 1997, a seguito dei primi incontri fra alcuni rappresentanti dei dottorandi e del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica (MURST), maturò l'esigenza di organizzarsi in una vera e propria associazione. In particolare si manifestò subito una diffusa istanza di rigorosa indipendenza da qualsiasi partito ed organizzazione politica e sindacale, il che consentì di aggregare dottori e dottorandi di diverso orientamento politico.

L'ADI nacque legalmente il 16 gennaio 1998, quando l'atto costitutivo fu depositato dai 16 soci fondatori. Poco dopo, la neonata associazione venne ufficialmente ricevuta dal Ministro Luigi Berlinguer e dal suo consigliere Umberto Marroni, con cui si stabilì un serrato confronto sul tema del dottorato. Il 3-4 ottobre 1998 si tenne il primo congresso nazionale presso la Certosa di Pontignano[5].

Attività e risultati[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni successivi l'intensa attività dell'ADI fu spesso ostacolata dall'instabilità politica. Nonostante alcuni notevoli risultati (tra cui l'aumento della borsa, il riconoscimento di contributi e parziali riconoscimenti del titolo nella scuola pubblica, l'istituzione degli assegni di ricerca),[senza fonte] l'iter parlamentare di una riforma organica del dottorato e del suo ruolo nell'accademia e nella società, largamente ispirata dall'ADI, fu interrotto dalle elezioni anticipate del 2001. In analogo fato incorse una proposta di revisione del percorso di accesso alla carriera accademica (in particolare concernente i meccanismi concorsuali), poi solo parzialmente recepita dal governo successivo. Nel 2008 l'ADI ha ottenuto un nuovo adeguamento della borsa di dottorato a 1000 euro al mese, ulteriormente innalzata a 1195 dal Governo Draghi grazie all'azione condotta da Giuseppe Naglieri, Rappresentante nazionale dei dottorandi di ricerca al Consiglio nazionale degli studenti universitari, eletto dall'ADI. Nel 2022 l'ADI è riuscita a estendere i bonus contro il carovita erogati dall'INPS anche a dottorandi e assegnisti di ricerca.

Tra gli insuccessi storici dell'ADI si annoverano: l'abolizione dei 10 punti riservati nei concorsi per posti da ricercatore e la possibilità di bandire posti di dottorato non coperti da borsa.

Parallelamente all'attività di promozione del dottorato, si segnala l'attività di promozione della ricerca, con i libri-inchiesta Cervelli in fuga[6] e Cervelli in Gabbia[7], e di sviluppo della valutazione della ricerca in Italia[8][9][10].

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sito ufficiale di Eurodoc
  2. ^ Lettera aperta sulla condizione del dottorato di ricerca in Italia, 9 gennaio 1996. (PDF), su dottorato.it. URL consultato il 10 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).
  3. ^ Cesaratto S., Avveduto S., Brandi M.C., Stirati A. Il brutto anatroccolo - Il dottorato di ricerca in Italia fra università, ricerca e mercato del lavoro, Franco Angeli, Milano, 1994.
  4. ^ Risposta del Ministro Giorgio Salvini, 12 aprile 1996[collegamento interrotto]
  5. ^ Benvenuto a Pontignano, su unisi.it. URL consultato il 10 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2009).
  6. ^ AA.VV., Cervelli in fuga - Storie di menti italiane fuggite all'estero, a cura di Augusto Palombini, Avverbi Editore, 2001. Prefazione di Piero Angela, introduzione di Burton Richter, recensione di Nature Archiviato l'8 maggio 2006 in Internet Archive. e recensione di Le Scienze[collegamento interrotto].
  7. ^ AA.VV., Cervelli in Gabbia - Disavventure e peripezie dei ricercatori in Italia Archiviato il 17 ottobre 2013 in Internet Archive. a cura di A. Palombini e M. Bianchetti, Avverbi Editore, 2005. Prefazione di Piero Angela, introduzione di recensione di Le Scienze,.
  8. ^ A. Ambrosi, F. Della Ratta, F. Saccà e M. C. Usai, La condizione dei dottorandi di ricerca in Italia Archiviato il 20 dicembre 2005 in Internet Archive., ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, 1998.
  9. ^ M. Bianchetti, F. Della Ratta, M. Lanzoni, V. Pischedda, R. Rizzo, M. C. Usai, Progetto per la ricognizione, raccolta e analisi dei dati esistenti sul dottorato di ricerca e per l'indagine sull'inserimento professionale dei dottori di ricerca (2003-2006) finanziato dal CNVSU - Comitato di Valutazione del Sistema Universitario.
  10. ^ M. Bianchetti, F. Della Ratta, M. Lanzoni, V. Pischedda, R. Rizzo, M. C. Usai, Indagine sulle condizioni di lavoro e le aspirazioni professionali dei dottorandi di ricerca in Italia Archiviato il 20 dicembre 2005 in Internet Archive., ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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