Armando Spadini

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Armando Spadini, Autoritratto (1917)

Armando Spadini (Firenze, 29 luglio 1883Roma, 31 marzo 1925) è stato un pittore italiano e uno dei rappresentanti della cosiddetta Scuola Romana[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un artigiano e dalla sarta Maria Rigacci, nasce il 29 luglio 1883 a Firenze, quartiere di San Frediano.

Dopo aver frequentato la scuola di decorazione di Santa Croce e svolto il praticantato presso botteghe ceramiste, si iscrive alla Scuola Libera del Nudo dell'Accademia di belle arti di Firenze diretta dal maestro Giovanni Fattori, dove conosce fra gli altri Ardengo Soffici e Adolfo De Carolis.

Nel 1901, insieme a De Carolis, partecipa al concorso Alinari dove ottiene il secondo premio per l’illustrazione della Divina Commedia con il quadro Bestemmia e punizione di Vanni Fucci[2]. Di seguito assume notorietà nei circoli artistici e letterari, dove collabora con xilografie e disegni alle riviste Leonardo di Giovanni Papini e Hermes di Giuseppe Antonio Borgese.

Compiuto il servizio militare a Napoli, nel 1905 ritorna a Firenze e concorre al Pensionato artistico nazionale del 1909, dove risulta vincitore[3].

Nel 1908 a Bagno di Romagna sposa Pasqualina Cervone, pittrice conosciuta presso la scuola di Giovanni Fattori e principale musa dell'artista; nel 1910 si trasferisce a Roma, città che inizialmente vive con diffidenza, ma che ben presto riesce ad apprezzare grazie alla forte amicizia con il critico Emilio Cecchi, che lo considera uno dei più valenti pittori del nuovo secolo e con il quale frequenta l'ambiente di letterati e artisti che si riuniscono al caffè Aragno di via del Corso.

Nello stesso anno, dopo la morte prematura del figlio Mario, nasce Anna, futura moglie dello scrittore e giornalista Leo Longanesi[4] e nel 1911 il secondogenito Andrea, apprezzato scultore e ceramista[5].

Dopo una prima mostra nel 1912 al Pensionato artistico, partecipa agli eventi della Secessione Romana del 1913 e del 1915 con dieci dipinti, fra i quali Bimbi al sole, riscuotendo i primi successi, mentre l'anno precedente aveva concorso senza successo alla prova per la cattedra di pittura dell'Accademia di Perugia con Donna in rosso.

Richiamato alle armi, nel 1917 è riformato a causa del manifestarsi dei primi sintomi della nefrite cronica che ne causerà la prematura scomparsa; si trasferisce con la moglie e i figli in una villetta nel quartiere Parioli, allora ai margini della campagna romana, che diventa meta di assidue frequentazioni dei suoi amici letterati e artisti, come Emilio Cecchi, Antonio Baldini, Vincenzo Cardarelli, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Giuseppe Ungaretti, Cipriano Efisio Oppo, Giorgio De Chirico e Amerigo Bartoli.

Nel 1918 espone alla mostra d'Arte Italiana di Zurigo e gli viene dedicata una personale presso la Casina Valadier.

L'amicizia con Cecchi e Baldini e la frequentazione dell’ambiente culturale della terza saletta del Caffè Aragno contribuiscono ad avvicinarlo, nel 1919, alla rivista letteraria La Ronda.

Nel 1920 espone a Milano e, grazie all'interessamento di Ugo Ojetti che pubblica una monografia a lui dedicata, vince una cattedra di belle arti a Firenze ma vi rinuncia per non allontanarsi da Roma, dove nel frattempo è nato il figlio Raffaele.

Il crescente interesse intorno alla sua pittura lo solleva dalle difficoltà economiche, in particolare grazie al vitalizio di tremila lire al mese da parte dallo scrittore e politico Olindo Malagodi, mentre le condizioni di salute iniziano a peggiorare. Lo stesso anno è nominato accademico di San Luca e dall'anno successivo fa parte del comitato per le Biennali romane (1921-1925).

Nel 1921 partecipa con il gruppo di Valori Plastici alla Fiorentina Primaverile con Ritratto di bambina, Paese e Bovi nella stalla; nel 1923 partecipa all' esposizione di arte italiana a Buenos Aires. Nel 1924 ha una sala personale, con trentasette opere, alla XIV Biennale di Venezia[6], che lo consacra fra gli artisti di conclamata affermazione ed è presente alla Carnegie Exhibition di Pittsburgh.

Muore a Roma il 31 marzo 1925; le sue spoglie riposano nel cimitero di Poggio a Caiano, città natale della madre, di fronte all'amico Ardengo Soffici.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Spadini non riconduce l'appartenenza della sua pittura a una specifica corrente, definendola come elemento di transizione tra la tradizione cinquecentesca veneziana e toscana (in particolare Tiziano, Andrea del Sarto e il Rosso Fiorentino nella capacità di modulazione dei colori) e seicentesca (Caravaggio nel sapiente utilizzo di luci e ombre) e la modernità che anticipa le successive avanguardie[7][8].

In opere come Il pittore e la moglie e Ritratto della fidanzata, è altresì evidente l'influenza esercitata dagli studi sulla pittura spagnola, in particolare di Francisco Goya, oltre alla luminosità macchiaiola ereditati da Giovanni Fattori (evidente nel dipinto I bovi), Telemaco Signorini[9] e Antonio Mancini.

Sulla base di ciò, la critica moderna ha allontanato la definizione della pittura di Spadini come aderente all'Impressionismo, accezione che era stata aspramente posta dai suoi contemporanei, vedi le definizioni di Giorgio de Chirico di un impressionista fesso, di quelli proprio scadenti e inutili[10] e di Roberto Melli Semplicismo intellettuale irragionevole e recidivo, fatale l'assenza di intelligenza e di giudizio[11] e l'accostamento a Pierre-Auguste Renoir per la pittura all'aria aperta e gli effetti cromatici e luminosi in opere come Mosè ritrovato, Sul prato, Anna tra i fiori e le decine di rappresentazioni, anche in matita e acquarello, di Villa Borghese.

Lo stesso de Chirico, nel 1919, rivedrà la sua posizione sull'artista, come lui membro del gruppo Valori Plastici.

«Armando Spadini, questo Renoir dell'Italia, oggi poco più che trentenne, è già in pieno possesso di tutti i suoi mezzi d'espressione; ottimo disegnatore, colorista pieno di passione, con una sottile parabola di malinconico lirismo, esso è uno dei pochissimi pittori italiani che in questa prima metà del XX secolo lasceranno opere durature»»

Ugo Ojetti[12] e Cipriano Efisio Oppo[13], critici molto influenti, dal 1920 pubblicano giudizi lusinghieri sull'attività artistica di Spadini che contribuiscono alla rivalutazione della sua attività artistica.

La tematica privilegiata dall'artista fiorentino è rappresentata dal soggetto e in particolare dalla sfera famigliare, con la raffigurazione costante della moglie e dei quattro figli.

«La moglie e i figli sono stati i suoi modelli preferiti, una specie di Sacra famiglia nei più diversi ed umani atteggiamenti in tutte le ore, in tutte le luci»

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 2010 presso il Museo di Roma viene allestita la mostra Armando Spadini a Roma: tra impressioni e impressionismo[14].

Una via è intitolata a lui anche nel quartiere Comasina di Milano.


Opere[modifica | modifica wikitesto]

Nel Parco di Villa Borghese, 1915-1920 ca.
Fondazione Cariplo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Fagiolo Dell'Arco, Scuola romana: pittura e scultura a Roma dal 1919 al 1943, Roma, De Luca, 1986.
  2. ^ La Divina Commedia Alinari, su grafica.beniculturali.it. URL consultato il 15 settembre 2021.
  3. ^ Spadini Armando, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 15 settembre 2021.
  4. ^ E' MORTA MARIA SPADINI, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  5. ^ Andrea Spadini, lo scultore amato dalle star, su ansa.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  6. ^ 14. Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, su asac.labiennale.org. URL consultato il 31 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2021).
  7. ^ a b Confidenze, su uffizi.it. URL consultato l'8 settembre 2020.
  8. ^ "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", Maria Catalano, Gangemi Editore, 2010, pp. 154-162
  9. ^ "La Raccolta Fiano", Enrico Somarè, Milano, Galleria Pesaro, 1933
  10. ^ "Aggiornamenti su Ardengo Soffici", Luigi Corsetti, Marco Moretti, Masso delle Fate, 1998, pag 76
  11. ^ "Mostre Romane", Roberto Melli, Valori Plastici, 1919, pp 27-28
  12. ^ "A.Spadini: sedici tavole", Ugo Ojetti, Corriere della Sera, 1921, pp 3
  13. ^ "Il pittore Armando Spadini", Cipriano Efisio Oppo, Dedalo, I, vol. II, 1920-1921, pp. 535-554
  14. ^ Armando Spadini a Roma tra impressioni e impressionismo, su museodiroma.it. URL consultato l'8 settembre 2020.
  15. ^ Bambini che studiano di Armando Spadini, su museodellascuola.it. URL consultato il 26 agosto 2020.
  16. ^ Armando Spadini, su vieusseux.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  17. ^ Ritratto della fidanzata, su gamtorino.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  18. ^ La moglie di De Carolis con le figlie, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  19. ^ Spadini Armando, Pianista, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  20. ^ Opera d'arte Il pittore e la moglie di Armando Spadini, su beni-culturali.eu. URL consultato il 28 agosto 2020.
  21. ^ Opera d'arte Figure di Armando Spadini, su beni-culturali.eu. URL consultato il 28 agosto 2020.
  22. ^ Maternità, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  23. ^ Gruppo di famiglia, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  24. ^ Armando Spadini.Il sonaglio, su artsupp.com. URL consultato il 31 agosto 2020.
  25. ^ Viale a Villa Borghese, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  26. ^ Spadini Armando, Carrozze ai giardini, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  27. ^ a b Opera d'arte Bambini col ventaglio di Armando Spadini, su beni-culturali.eu. URL consultato il 28 agosto 2020.
  28. ^ Bambino con piatto di frutta, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  29. ^ Gruppo di famiglia sotto gli archi, su galleriaartemodernaroma.it. URL consultato l'8 settembre 2020.
  30. ^ Armando Spadini, Sotto la Pergola, 1914. Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna, su artribune.com. URL consultato l'11 settembre 2020.
  31. ^ Ritratto di Maria Borgese, su culturaitalia.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  32. ^ Bambini all'aria aperta, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 28 agosto 2020.
  33. ^ Bambino con ortaggi, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  34. ^ Anna tra i fiori, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 28 agosto 2020.
  35. ^ Ritratto della signora Teresa Mauri Nunes, su culturaitalia.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  36. ^ Giuseppe Primoli, su foto.museiincomuneroma.it. URL consultato l'11 settembre 2020.
  37. ^ Alberi a Villa Borghese, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 28 agosto 2020.
  38. ^ Il Mattino, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  39. ^ Nudo di donna, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  40. ^ Maternità (Nudi), su gamtorino.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  41. ^ Via Paisiello di Armando Spadini, su roma2pass.it. URL consultato l'8 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2020).
  42. ^ Armida, su storia.camera.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  43. ^ Lillo in culla, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  44. ^ Ritratto dell'Ing. Pietro Fenoglio, su culturaitalia.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  45. ^ Studio di figure, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  46. ^ Gruppo di bagnanti, su storia.camera.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  47. ^ Gruppo di bagnanti, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 31 agosto 2020.
  48. ^ Opera d'arte ritratto di Pasqualina Cervone Spadini, su beni-culturali.eu. URL consultato il 28 agosto 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Tinti, Armando Spadini, Milano, G. Scheiwiller, 1928
  • Enrico Somarè, La Raccolta Fiano, Milano, Galleria Pesaro, 1933
  • Ardengo Soffici, Armando Spadini, Milano, Valori plastici, 1935
  • G. Castelfranco, D. Durbe, La Scuola romana dal 1930 al 1945, Roma, De Luca, 1960
  • Patrizia Rosazza Ferraris, Armando Spadini, Milano, Electa, 1983
  • Marilena Pasquali, Armando Spadini, Bologna, Galleria D'Arte 56, 1986
  • M. Fagiolo Dell'Arco, Scuola romana: pittura e scultura a Roma dal 1919 al 1943, Roma, De Luca, 1986
  • M. Fagiolo Dell'Arco, Valerio Rivosecchi, Emily Braun, Scuola romana. Artisti tra le due guerre, Milano, Mazzotta, 1988
  • Scuola romana, catalogo della mostra, a cura di M.Fagiolo e V.Rivosecchi, con la collaborazione di F.R. Morelli, Milano 1988
  • Roma sotto le stelle, catalogo della mostra. Sezione arti visive, a cura di N. Vespignani, M. Fagiolo, V. Rivosecchi, collaborazione I. Montesi, Roma 1994
  • Maurizio Fagiolo dell'Arco, Armando Spadini. Al tempo dei 'Valori Plastici' (1918 - 1925), Roma, Galleria Campo dei Fiori, 1994
  • Maurizio Fagiolo dell'Arco, Armando Spadini (1883-1925): tra Ottocento e avanguardia, Milano, Electa, 1995
  • Catalogo generale della Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea, a cura di G. Bonasegale, Roma 1995
  • Fernando Mazzocca, Armando Spadini, Milano, Riunione adriatica di sicurtà, 1996
  • Antonella Crippa, Armando Spadini, catalogo online Artgate Archiviato il 16 maggio 2016 in Internet Archive. della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA (fonte per la biografia).

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