Arctostylopida

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Arctostylopida
Immagine di Arctostylopida mancante
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Arctostylopida

Gli arctostilopidi (Arctostylopida) sono un enigmatico gruppo di mammiferi estinti, dalle incerte affinità. I loro fossili si rinvengono in terreni che datano dal Paleocene inferiore all'Eocene inferiore (da 63 a 50 milioni di anni fa) in Asia e Nordamerica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Di dimensioni simili a quelle di un coniglio, questi animali sono conosciuti principalmente attraverso la dentatura e frammenti del cranio. I pochi resti conosciuti, in ogni caso, fanno supporre che l'aspetto di questi antichi mammiferi fosse vagamente simile a quello delle odierne procavie (Hyracoidea), ma con alcuni adattamenti alla corsa. La caratteristica più singolare degli arctostilopidi era data dalla loro dentatura: molari e premolari, infatti, erano pressoché identici a quelli dei notoungulati notostilopidi, un altro gruppo di mammiferi primitivi che viveva in Sudamerica. Dal momento che gli arctostilopidi sono stati ritrovati solo nei continenti settentrionali e in orizzonti geologici durante i quali il Sudamerica era ritenuto essere separato dal Nordamerica, i resti di questi animali sono di indubbio interesse per i paleontologi. La dentatura era completa, i molari posteriori erano grandi e primitivi, e non era presente alcun diastema.

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Gli arctostilopidi apparvero per la prima volta nel Paleocene superiore in Asia; la forma più antica è Asiostylops, dai molari semplici e triangolari. Altre forme primitive includono Sinostylops e Bothriostylops, mentre tra le forme più evolute si ricordano le asiatiche Palaeostylops e Gashatostylops, e la nordamericana Arctostylops, dell'Eocene inferiore. La stretta somiglianza fra questi ultimi tre generi indica che nel tardo Paleocene vi fu un interscambio faunistico tra Asia e Nordamerica.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Stando alle caratteristiche della dentatura, è quasi impossibile distinguere i resti di un arctostilopide da quelli di un notostilopide; pertanto, quando fu descritto Arctostylops, nel 1915, si ritenne che quei resti fossero appartenuti a un notoungulato. Questa opinione fu ritenuta valida per decenni, comprovata da numerosi ritrovamenti di denti rinvenuti in Asia. Successivi studi sullo scheletro postcranico hanno portato a sospettare che gli arctostilopidi non fossero veri notoungulati, ma fossero probabilmente imparentati con gli anagalidi (come Pseudictops). Attualmente, al 2013, gli arctostilopidi non godono di una chiara classificazione, e si devono aspettare ulteriori scoperte per mettere in luce le reali parentele di questi mammiferi. Le loro notevoli somiglianze con i notostilopidi sono dovute probabilmente a un notevole caso di convergenza evolutiva.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bloch, J. I. 1999. Partial skeleton of Arctostylops from the Paleocene of Wyoming: arctostylopid-notoungulate relationship revisited. Journal of Vertebrate Paleontology, 19(3, supplement):32A.
  • Cifelli, R. L., and C. R. Schaff. 1998. Arctostylopida; pp. 332–336 in C. M. Janis, K. M. Scott, and L. L. Jacobs (eds.), Evolution of Tertiary Mammals of North America. Volume 1: Terrestrial Carnivores, Ungulates, and Ungulatelike MammalsCambridge University Press, Cambridge.
  • Cifelli, R. L., C. R. Schaff, and M. C. McKenna. 1989. The relationships of the Arctostylopidae (Mammalia): new data and interpretation. Bulletin of the Museum of Comparative Zoology, 152:1–44.
  • Matthew, W. D. 1915. A revision of the lower Eocene Wasatch and Wind River faunas. Part IV. Entelonychia, Primates, and Insectivora (part). Bulletin of the American Museum of Natural History, 34: 429–483.
  • Matthew, W. D., and W. Granger. 1925. Fauna and correlation of the Gashato Formation of Mongolia. American Museum Novitates, 189: 1–12.