Arcidiocesi di Toledo

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Arcidiocesi di Toledo
Archidioecesis Toletana
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Albacete, Ciudad Real, Cuenca, Sigüenza-Guadalajara
 
Arcivescovo metropolita e primateFrancisco Cerro Chaves
AusiliariFrancisco César García Magán[1]
Arcivescovi emeritiBraulio Rodríguez Plaza
Presbiteri447, di cui 424 secolari e 23 regolari
1.372 battezzati per presbitero
Religiosi91 uomini, 1.030 donne
Diaconi1 permanente
 
Abitanti721.105
Battezzati613.380 (85,1% del totale)
StatoSpagna
Superficie19.333 km²
Parrocchie273 (3 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria dell'Assunzione
Santi patronisanta Leocadia
IndirizzoArco de Palacio 3, 45002 Toledo, España
Sito webwww.architoledo.org
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
Porta del Perdono, cattedrale di Toledo
Ostensorio della cattedrale di Toledo
Porta dell'orologio, Cattedrale di Toledo
Monastero di Guadalupe
Vergine di Guadalupe
Il palazzo arcivescovile

L'arcidiocesi di Toledo (in latino: Archidioecesis Toletana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2020 contava 613.380 battezzati su 721.105 abitanti. È retta dall'arcivescovo Francisco Cerro Chaves.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende la città e gran parte della provincia di Toledo e alcuni comuni appartenenti alle province estremadurane di Cáceres e di Badajoz, per un totale di 232 comuni spagnoli.[2]

Sede arcivescovile è la città di Toledo, dove si trova la cattedrale primaziale di Santa Maria dell'Assunzione. Due celebri basiliche minori dell'arcidiocesi sono quella di Nostra Signora di Guadalupe e di Nostra Signora del Prado a Talavera de la Reina.

Il territorio si estende su 19.333 km² ed è suddiviso in 273 parrocchie, raggruppate in 26 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 4 vicariati.

Vicariati[modifica | modifica wikitesto]

Provincia ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

La provincia ecclesiastica di Toledo comprende le seguenti suffraganee:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi di Toledo fu eretta nel I secolo.

Nel IV secolo è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana. Per tradizione la più importante diocesi di Spagna, Toledo è sede del Primate di Spagna.

La diocesi, che per tradizione è sede primaziale della Spagna, è storicamente documentata per la prima volta come sede metropolitana della provincia Carthaginensis durante l'episcopato di Montano, nella prima metà del VI secolo, quando parte della regione era già da tempo occupata dai Visigoti; questo è evidente in alcune lettere dell'epistolario di Montano e nel concilio di Toledo del 17 maggio 531. Secondo Ildefonso, vescovo toletano del VII secolo, la sede era già metropolitana all'epoca dei vescovi Audencio e Asturio, tra IV e V secolo; questa indicazione è tuttavia anacronistica, giustificata dal tentativo di Ildefonso di retrodatare l'antichità della metropolia toletana in contrapposizione a quella di Cartagena.[3]

Infatti, il primato di Toledo, assunta a capitale del regno visigoto, fu contestato dalla sede di Cartagena, che vantava diritti metropolitici sulla parte della Carthaginensis non sottomessa ai Visigoti. Questo dualismo perdurò per diverso tempo e potrebbe spiegare la nascita, forse all'epoca del re Leovigildo (568-586), della provincia Carpetana, con capitale Toledo, in contrapposizione alla provincia Carthaginensis, sottomessa alla fine del secolo ai Bizantini, con Cartagena come capitale; nel concilio di Toledo del 589 Eufimio sottoscrisse gli atti come ecclesiae catholicae Toletanae metropolitanus episcopus provinciae Carpetaniae. La fine del dominio bizantino in Spagna e la conquista di Cartagena ad opera dei Visigoti nel 625 pose fine ai dissidi; già in precedenza il re Gundemaro aveva decretato, nella Constitutio Cartaginensium sacerdotum del 610, l'erezione di Toledo a unica sede metropolitana di tutta la Carthaginensis.[4]

Durante la dominazione araba, la città di Toledo divenne una roccaforte del Cristianesimo e vi si mantenne l'arcidiocesi con la sua successione episcopale. Nell'VIII secolo ebbe luogo una persecuzione dei cristiani che permanevano in territori occupati dai musulmani, che comportò una migrazione verso i regni cristiani nel nord della penisola.

Il re Alfonso VI e i cristiani riconquistarono la città di Toledo nel 1085 ristabilendo l'antico potere dell'arcidiocesi. Il primo arcivescovo di questa fase fu Bernando di Cluny, membro della Congregazione cluniacense, che in quell'epoca si diffondeva per tutta la Spagna. La sede episcopale partecipò attivamente alla Reconquista, controllando il territorio conquistato e arginando l'espansione degli ordini militari di Santiago, di Calatrava e di Alcántara.

Il 6 marzo 1101 papa Pasquale II confermò Toledo come sede primaziale con la bolla Actorum synodalium.

Durante questo periodo fu iniziata la costruzione dell'attuale cattedrale di Santa Maria, i cui lavori si protrarranno per due secoli.

Terminata la conquista, durante il regno dei Re Cattolici, fu arcivescovo il cardinale Francisco Jiménez de Cisneros, che inaugurerà l'Università di Alcalá, il cui territorio apparteneva allora all'arcidiocesi, che avrà un ruolo di primo piano nella politica del regno. Durante il regno di Filippo II la corte si trasferì a Madrid, sebbene ecclesiasticamente la città continuasse a dipendere da Toledo. Sino al 1885 il suo territorio comprese anche tutta la città e la provincia di Madrid, nonostante questa già da più di due secoli fosse stata la nuova capitale del regno di Spagna. Ciò fu dovuto alla forte opposizione all'erezione di Madrid a sede vescovile esercitata dagli arcivescovi, timorosi di perdere l'influenza sul Re e sulla Corte.

Durante il resto dell'era moderna la città subì un lento declino. Sebbene l'arcidiocesi conservasse il rango primaziale, a poco a poco perse territori e importanza a vantaggio delle diocesi limitrofe.

Negli ultimi due secoli l'arcidiocesi si trovò in gravi situazioni. Durante l'invasione napoleonica l'arcidiocesi venne saccheggiata, e l'arcivescovo fu costretto a trovare rifugio a Siviglia. Con la desamortización di Mendizábal e di Madoz si aprì un conflitto fra il governo e la Santa Sede, e la sede di Toledo rimase vacante per un certo periodo. Infine, la Guerra civile spagnola comportò la distruzione di buona parte del patrimonio artistico dell'arcidiocesi e l'assassinio di 281 sacerdoti. Al termine della guerra, si procedette alla ricostruzione materiale e spirituale.

Il 23 aprile 1954[5], il 20 maggio[6] e il 22 novembre 1955[7], con tre distinti decreti della Congregazione Concistoriale, furono rivisti i confini dell'arcidiocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. L'arcidiocesi di Toledo cedette gli arcipresbiterati di Cazorla alla diocesi di Jaén, quello di Huéscar alla diocesi di Guadix, e quelli di Guadalajara, Brihuega, Pastrana e Tomajón alla diocesi di Sigüenza, più la parrocchia di Navahondilla ceduta alla diocesi di Avila. Ampliò al contempo il proprio territorio con 31 parrocchie appartenute alla stessa diocesi di Avila e con altre 9 cedute dalla diocesi di Cuenca.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Il più antico catalogo dei vescovi di Toledo è contenuto nel codice Emilianense, risalente al 992 e oggi conservato nella biblioteca del monastero dell'Escorial; l'elenco riporta la serie dei vescovi toledani dagli inizi fino a Juan, che si dice deceduto nel 926. Dei 21 vescovi che precedono Eufimio (589), solo quattro sono storicamente documentati anche da altre fonti; per gli altri se ne conosce solo il nome, proprio grazie al codice Emilianense.[8]

Nella presente cronotassi, si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Eugenio I ? † (69 - 96)

Istituti religiosi presenti in arcidiocesi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013, contavano case in arcidiocesi le seguenti comunità religiose:[18]

Istituti religiosi maschili
Istituti religiosi femminili

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 721.105 persone contava 613.380 battezzati, corrispondenti all'85,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 755.857 755.867 100,0 374 307 67 2.021 278 1.451 364
1970 554.272 554.950 99,9 481 378 103 1.152 138 1.097 245
1980 507.790 508.620 99,8 440 380 60 1.154 121 1.210 257
1990 488.145 490.320 99,6 406 340 66 1.202 169 1.057 259
1999 547.760 550.095 99,6 443 390 53 1.236 153 981 265
2000 556.972 557.953 99,8 459 399 60 1.213 147 1.050 266
2001 557.235 558.721 99,7 462 401 61 1.206 160 1.054 268
2002 551.400 566.774 97,3 486 425 61 1.134 154 1.062 268
2003 547.821 560.576 97,7 468 411 57 1.170 147 1.158 268
2004 566.538 574.409 98,6 476 422 54 1.190 173 1.048 268
2010 636.477 719.482 88,5 480 443 37 1.325 97 893 270
2014 634.669 735.154 86,3 469 436 33 1.353 104 1.034 270
2017 636.173 726.391 87,6 484 465 19 1.314 89 1.080 273
2020 613.380 721.105 85,1 447 424 23 1.372 1 91 1.030 273

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vescovo titolare di Scebaziana.
  2. ^ Conferencia Episcopal Española, Lista de municipios Archiviato il 10 settembre 2018 in Internet Archive. de la diócesis de Toledo.
  3. ^ Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, p. 113.
  4. ^ Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, pp. 113-116.
  5. ^ (LA) Decreto Maiori animarum, AAS 46 (1954), pp. 506-507.
  6. ^ (LA) Decreto Initis inter, AAS 47 (1955), pp. 558-560.
  7. ^ (LA) Decreto Initis inter, AAS 48 (1956), pp. 146-148.
  8. ^ Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, p. 101.
  9. ^ I cosiddetti "atti del concilio di Elvira" riportano il nome di Melancio. Secondo Rivera (Los arzobispos de Toledo desde sus orígines hasta fines del siglo XI, Toledo, 1973, pp. 23-29) Melancio corrisponde a Pelagio, nome riportato dal codice Emilianense.
    Prima di Pelagio, successivi cataloghi episcopali, non anteriori al 1156, aggiungono un vescovo di nome Eugenio, presunto discepolo di Dionigi l'Areopagita (Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, p. 101, nota 6. Anche Gams, p. 80).
  10. ^ Questo vescovo è da identificare con ogni probabilità con l'omonimo vescovo, indicato semplicemente come episcopus Hispanus, incluso da Gennadio di Marsiglia nel suo De viris illustribus; fu il predecessore di Asturio, il cui episcopato è documentato nel mese di settembre dell'anno 400. Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, p. 103.
  11. ^ Asturio è ricordato da Ildefonso di Toledo (seconda metà del VII secolo) nel suo De viris illustribus come un vir egregius, integro e virtuoso per la sua vita esemplare. È da identificare con l'omonimo vescovo, menzionato senza indicazione della sede di appartenenza nella lista dei vescovi che presero parte al primo concilio di Toledo celebrato nel mese di settembre del 400. Secondo Ildefonso, Asturio era il nono vescovo di Toledo, indizio che già nel VII secolo era noto e diffuso il catalogo episcopale trasmesso dal codice Emilianense. Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, pp. 103-105.
  12. ^ Celso è documentato nell'epistolario di Montano come suo immediato predecessore. Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, pp. 105-106.
  13. ^ Secondo Ildefonso di Toledo, Montano governò la sede di Toledo per 8 anni; la sua morte è da porre nel 531, dopo il 17 maggio, data nella quale è documentato per l'ultima volta. Vilella Masana, Los obispos toledanos anteriores al reino visigodo-católico, pp. 106-112.
  14. ^ Secondo il De viris illustribus di Ildefonso di Toledo governò la Chiesa toledana per 12 anni. Storicamente documentato nel 610 (Luis A. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Salamanca, 1974, p. 113).
  15. ^ Fu vescovo per 18 anni secondo il De viris illustribus di Ildefonso di Toledo. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, pp. 114-115.
  16. ^ Fu vescovo per 3 anni secondo il De viris illustribus di Ildefonso di Toledo e morì alcune settimane prima del re Sisenando. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, pp. 115-116.
  17. ^ Così Eubel e Gams. Un omonimo è nominato vescovo di Astorga il 2 luglio 1423.
  18. ^ Guía de la Archidiócesis de Toledo 2013: institutos religiosos (PDF), su architoledo.org. URL consultato il 9 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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