Arcieparchia di Prešov

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Arcieparchia di Prešov
Archieparchia Prešoviensis
Chiesa greco-cattolica slovacca
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Bratislava, Košice
 
Arcieparca metropolitaJozef Jonáš Maxim, M.S.U.
Arcieparchi emeritiJán Babjak, S.I.
Presbiteri306, di cui 288 secolari e 18 regolari
373 battezzati per presbitero
Religiosi20 uomini, 68 donne
Diaconi2 permanenti
 
Battezzati114.401
StatoSlovacchia
Parrocchie163
 
Erezione22 settembre 1818
Ritobizantino
CattedraleSan Giovanni Battista
Indirizzoul. Hlavná 1, pošt. schránka 135, 081-35 Prešov, Slovenská Republika
Sito webwww.grkatpo.sk
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Slovacchia

L'arcieparchia di Prešov (in latino Archieparchia Prešoviensis) è una sede metropolitana della Chiesa greco-cattolica slovacca. Nel 2022 contava 114.401 battezzati. È retta dall'arcieparca Jozef Jonáš Maxim, M.S.U.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcieparchia comprende la regione di Prešov.

Sede arcieparchiale è la città di Prešov, dove si trova la cattedrale di San Giovanni Battista.

Il territorio è suddiviso in 163 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'eparchia di Prešov è stata eretta il 22 settembre 1818 con la bolla Relata semper di papa Pio VII, ricavandone il territorio dall'eparchia di Mukačevo. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Esztergom (oggi arcidiocesi di Esztergom-Budapest).

Pure avendo molte somiglianze con la Chiesa greco-cattolica rutena, l'eparchia di Prešov è divenuta il centro principale di una propria chiesa sui iuris, la Chiesa greco-cattolica slovacca.

Il 12 settembre 1880 fu inaugurato il seminario eparchiale.[1] Durante l'episcopato di Mikuláš Tóth vi furono dei tentativi di magiarizzazione dell'eparchia, come l'introduzione dell'ungherese come lingua liturgica, alla quale tuttavia l'eparca si oppose, e come lingua di insegnamento nelle scuole parrocchiali. Quando il vescovo ordinò ai sacerdoti di radersi la barba, scoppiò una clamorosa protesta guidata da Adolf Dobrjan'skyj, che rivolse un appello al papa, perché i sacerdoti di rito bizantino potessero continuare a vivere in modo conforme alle loro tradizioni.[1]

L'eparca Ján Vályi fu invece favorevole all'introduzione dell'ungherese come lingua liturgica, ma incontrò la ferma opposizione della Santa Sede, che ribadì a più riprese come non fosse lecito l'uso liturgico delle traduzioni didattiche dei libri approvati, in quanto le traduzioni non erano mai state corrette e approvate. Tuttavia, sull'onda di una crescente magiarizzazione, alcuni sacerdoti si rifiutarono di obbedire e introdussero l'ungherese nella liturgia, incominciando dalle letture, dall'omelia e dall'orazione prima della Comunione. Gli ungheresi proposero l'erezione di una circoscrizione separata per gli ungheresi, che avrebbe dovuto adottare il greco come lingua liturgica.[2] L'8 giugno 1912 l'arcieparchia di Prešov cedette le parrocchie di lingua ungherese a vantaggio dell'erezione dell'eparchia di Hajdúdorog.

Il 2 settembre 1937 per effetto della bolla Ad ecclesiastici di papa Pio XI divenne una diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Durante il comunismo, la Chiesa greco-cattolica fu duramente perseguitata e infine proibita, secondo un preciso disegno volto a ridurre le differenze religiose e a farne confluire i fedeli, legati al rito bizantino, nella Chiesa ortodossa. Il vescovo Pavol Peter Gojdič venne incarcerato e morì durante la detenzione. È stato beatificato nel 2001.

La Chiesa greco-cattolica slovacca fu nuovamente riconosciuta dal governo dopo il 1968.

Il 18 gennaio 1996 e il 27 gennaio 1997 l'eparchia ha ceduto porzioni del suo territorio a favore dell'erezione rispettivamente dell'esarcato apostolico della Repubblica Ceca e all'esarcato apostolico di Košice (oggi eparchia).

Il 30 gennaio 2008 ha ceduto parte del suo territorio a vantaggio dell'erezione dell'eparchia di Bratislava e nel contempo è stata elevata ad arcieparchia metropolitana con la bolla Spiritali emolumento di papa Benedetto XVI.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcieparchia nel 2022 contava 114.401 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 320.969 12.337.684 2,6 341 311 30 941 43 39 241
1970 350.000 14.000.000 2,5 201
1980 350.000 ? ? 235 217 18 1.489 27 78 200
1990 361.992 ? ? 214 194 20 1.691 28 76 201
1999 118.740 ? ? 251 230 21 473 25 69 179
2000 175.000 ? ? 247 227 20 708 1 33 104 199
2001 175.000 ? ? 263 241 22 665 1 41 76 200
2002 135.829 ? ? 249 227 22 545 1 40 85 201
2003 136.279 ? ? 251 232 19 542 1 37 86 201
2004 136.593 ? ? 243 221 22 562 24 80 201
2009 137.500 ? ? 249 232 17 552 1 21 76 161
2012 123.700 ? ? 269 247 22 459 1 25 98 164
2015 115.600 ? ? 310 289 21 372 1 22 72 165
2016 115.872 ? ? 285 264 21 407 2 27 71 164
2018 117.000 ? ? 294 272 22 397 2 25 75 164
2020 117.800 ? ? 301 282 19 391 2 22 73 163
2022 114.401 ? ? 306 288 18 373 2 20 68 163

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Kubinyj, op. cit., p. 111
  2. ^ Kubinyj, op. cit., pp. 122-129
  3. ^ Già amministratore apostolico dal 14 settembre 1926, con il titolo di Arpasa dal 7 marzo 1927.
  4. ^ Già amministratore apostolico dal 2 aprile 1969.
  5. ^ Dal 25 aprile 2022 al 27 gennaio 2024, giorno della presa di possesso di Jozef Jonáš Maxim, M.S.U., fu amministratore apostolico Peter Rusnák, eparca di Bratislava.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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