Arcieparchia di Beirut dei Maroniti

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Arcieparchia di Beirut dei Maroniti
Archieparchia Berytensis Maronitarum
Chiesa maronita
 
ArcieparcaPaul Abdel Sater
Arcieparchi emeritiPaul Youssef Matar
Presbiteri164, di cui 131 secolari e 33 regolari
1.621 battezzati per presbitero
Religiosi33 uomini, ? donne
Diaconi1 permanente
 
Battezzati266.000
StatoLibano
Parrocchie130
 
Erezione1577
Ritorito antiocheno
CattedraleSan Giorgio
Indirizzo10 Rue College de la Sagesse, 5545 Achrafieh, Beyrouth, Liban
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Libano

L'arcieparchia di Beirut dei Maroniti (in latino Archieparchia Berytensis Maronitarum) è una sede della Chiesa maronita in Libano. Nel 2022 contava 266.000 battezzati. È retta dall'arcieparca Paul Abdel Sater.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcieparchia comprende il governatorato di Beirut e la parte centrale del governatorato del Monte Libano.

Sede arcieparchiale è la città di Beirut, dove si trova la cattedrale di San Giorgio.

Il territorio è suddiviso in 130 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza di una consistente comunità maronita a Beirut risale all'epoca delle Crociate, come testimoniato da Guglielmo di Tiro. Con la partenza dei crociati, la comunità dovette per forza di cose decrescere. Primo vescovo conosciuto è Youssef, menzionato nel 1577 negli Annali del patriarca Estephan Boutros El Douaihy. Tuttavia la cronologia dei vescovi maroniti di Beirut per i tempi passati è troppo lacunosa per poter affermare con certezza che Youssef ne sia stato il primo.

Dopo di lui passa almeno un secolo prima di trovare il nome di un altro vescovo, Youssef di Damasco (as-Sami, 1691). Da questo momento la serie episcopale è regolare e senza interruzioni fino ad oggi. Tra i vescovi successivi merita una particolare menzione Abdallah Qara'ali, fondatore dell'Ordine Libanese Maronita, giurista di fama, che svolse un ruolo importante nel sinodo maronita del Monte Libano del 1736. In questo sinodo furono stabilite canonicamente le sedi episcopali maronite, fra cui anche quella di Beirut.

La residenza dei vescovi non era la città, ma il monastero di San Giovanni di Qataleh. Solo a partire da Peter Abu Karam i vescovi cominciarono a risiedere stabilmente a Beirut. Questo favorì lo sviluppo della comunità maronita che in pochi anni (1850-1870) passò da 3.000 a 15.000 fedeli.

Il vescovo Toubia Aoun ebbe difficoltà a prendere possesso della sua sede per l'opposizione di una parte della popolazione maronita, che sosteneva un candidato che aspirava a diventare vescovo di Beirut, Nicolas Murad, il quale alla fine si convinse ad abbandonare il suo progetto. Aoun prese finalmente possesso della cattedra il 10 giugno 1847. Si deve a lui l'inizio della costruzione del palazzo arciepiscopale, che fu ultimata dal suo successore Yusuf Dibs. Questi ricostruì la cattedrale di San Giorgio, nelle forme che vediamo oggi, ed aprì un seminario minore.

Il vescovo Pierre Chebly, formatosi in Francia dove aveva passato gran parte della sua giovinezza, durante la prima guerra mondiale fu esiliato dai Turchi ad Adana dove morì.

L'arcieparchia è una delle più popolose fra quelle delle Chiesa maronita.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

  • Youssef † (1577 - ?)
  • Youssef as-Sami † (27 gennaio 1691 - 1698 dimesso)
  • Georges Khairallah Istifan † (1698 - 1716 dimesso)
  • Abdallah Qara'ali (Aqraoli), O.L.M. † (17 settembre 1716 consacrato - 6 gennaio 1742 deceduto)
  • Youhanna Estephan (Istifan) † (1743 - 1754 dimesso)
  • Youssef Estephan † (1754 - 6 aprile 1767 confermato patriarca di Antiochia)
  • Atanasio Aelcheniei † (1768 - 1778 deceduto)
  • Michael Fadel † (1779[1] - 20 settembre 1793 eletto patriarca di Antiochia)
    • Geremia Najim † (11 novembre 1779 - 8 giugno 1802 deceduto)
  • Michael Fadel II † (27 giugno 1796 confermato[2] - 2 giugno 1819 deceduto)
  • Peter Abu Karam † (28 novembre 1819 - 15 gennaio 1844 deceduto)
  • Toubia Aoun † (31 dicembre 1844 - 4 aprile 1871 deceduto)[3]
  • Yusuf Dibs † (11 febbraio 1872 - 4 ottobre 1907 deceduto)
  • Pierre Chebly (Sebly) † (14 febbraio 1908 - 30 maggio 1917 deceduto)
  • Ignace Mobarak † (23 febbraio 1919 - 20 gennaio 1952 dimesso)
  • Ignace Ziadé † (26 gennaio 1952 - 4 aprile 1986 ritirato)
  • Khalil Abi-Nader † (4 aprile 1986 - 8 giugno 1996 ritirato)
  • Paul Youssef Matar (8 giugno 1996 - 15 giugno 2019 ritirato)
  • Paul Abdel Sater, dal 15 giugno 2019

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcieparchia nel 2022 contava 266.000 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 130.000 400.000 32,5 129 129 1.007 80 40 120
1959 155.000 495.000 31,3 143 121 22 1.083 118 174 112
1970 175.000 1.200.000 14,6 166 112 54 1.054 54 197 112
1980 214.422 ? ? 165 93 72 1.299 75 168 116
1990 250.000 ? ? 126 91 35 1.984 35 175 116
1999 200.000 ? ? 135 104 31 1.481 1 31 160 121
2000 200.000 ? ? 129 97 32 1.550 1 83 165 127
2001 200.000 ? ? 146 97 49 1.369 49 165 122
2002 218.252 ? ? 163 115 48 1.338 48 155 124
2003 236.235 ? ? 162 115 47 1.458 1 47 177 125
2004 236.000 ? ? 165 114 51 1.430 51 175 124
2006 240.000 ? ? 163 131 32 1.472 32 169 127
2009 237.536 ? ? 156 126 30 1.522 30 169 127
2012 232.000 ? ? 163 128 35 1.423 35 169 127
2015 223.000 ? ? 149 126 23 1.496 23 169 129
2018 281.000 ? ? 152 119 33 1.848 1 33 ? 129
2020 280.000 ? ? 163 130 33 1.717 1 33 ? 129
2022 266.000 ? ? 164 131 33 1.621 2 33 ? 130

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In competizione con Geremia Najim, fu confermato nel 1786.
  2. ^ Bullarium pontificium Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, vol. IV, p. 234. Eletto nel 1794.
  3. ^ Poté prendere possesso della sua sede solamente il 10 giugno 1847.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) v. Beyrouth, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. VIII, Parigi 1935, coll. 1319-1322 e 1336

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