Arcidiocesi di Gabula

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Gabula
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Gabulensis
Patriarcato di Antiochia
Sede titolare di Gabula
Mappa della diocesi civile d'Oriente (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
Istituita1929
StatoSiria ?
Arcidiocesi soppressa di Gabula
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

L'arcidiocesi di Gabula (in latino Archidioecesis Gabulensis) è una sede soppressa del patriarcato di Antiochia e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gabula, che l'Annuario Pontificio colloca nei pressi della palude di Djebbul (o Djabbul), è un'antica sede arciepiscopale della provincia romana della Siria Prima[1] nella diocesi civile d'Oriente e nel patriarcato di Antiochia. Come tutte le sedi episcopali di questa provincia, essa dipendeva direttamente dal patriarca di Antiochia, che la elevò, come le altre diocesi della provincia, al rango di sede arcivescovile autocefala, come documentato da una Notitia Episcopatuum datata alla seconda metà del VI secolo.[2]

Sono quattro i vescovi certi attribuibili a quest'antica sede episcopale: Bassiano (Bassones), che prese parte al concilio di Nicea nel 325 e forse al sinodo di Antiochia del 341; Mara, menzionato nel 400 o 402 nella vita siriaca di Simeone lo stilita;[3] Pietro, che fu tra i padri del concilio di Calcedonia del 451[4] e sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi della Siria Prima all'imperatore Leone dopo la morte di Proterio di Alessandria;[5] e Eusebio, che partecipò alla consacrazione di Severo di Antiochia nel 512.[6]

A questa sede Devreesse attribuisce altri due vescovi, Severo, che fu al concilio di Sardica (343/344), e Stefano, menzionato in un'iscrizione scoperta a Rasm el-Rouz (506/507).[7] Secondo Honigmann, questi due vescovi sono da attribuire, il primo alla diocesi di Diospoli di Tracia e il secondo probabilmente all'arcidiocesi di Anasarta.[8]

Dal 1929 Gabula è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 10 ottobre 1980.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi e arcivescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Bassiano † (prima del 325 - dopo il 341 ?)
  • Mara † (menzionato nel 400 o 402)
  • Pietro † (prima del 451 - dopo il 458)
  • Eusebio † (menzionato nel 512)

Arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vailhé ritiene che questa antica arcidiocesi appartenesse invece alla provincia della Siria Seconda.
  2. ^ Echos d'Orient X, 1907, pp. 93, 140 e 143.
  3. ^ (EN) Ernest Honigmann, The Patriarcate of Antioch: A Revision of Le Quien and the Notitia Antiochena, Traditio, vol. 5 (1947), p. 144.
  4. ^ (LA) Acta Conciliorum Oecumenicorum, Concilium Universale Chalcedonense, vol. VI, Prosopographia et topographia actorum Chalcedonensium et encyclicorum, indices, edidit Eduardus Schwartz, Berlino-Lipsia, 1938, p. 56 (Πέτροϛ Γαββούλα).
  5. ^ (LA) Concilium universale Chalcedonense, volumen quintum: Collectio Sangermanensis, in «Acta Conciliorum Oecumenicorum», edidit Eduardus Schwartz, vol. II/5, Berlino-Lipsia, 1936, p. 35,6.
  6. ^ (FR) Robert Devreesse, Le Patriarcat d'Antioche depuis la paix de l'église jusqu’à la conquête arabe, Paris, 1945, p. 69, nota 7.
  7. ^ (FR) Robert Devreesse, Le Patriarcat d'Antioche depuis la paix de l'église jusqu’à la conquête arabe, Paris, 1945, p. 165.
  8. ^ (EN) Ernest Honigmann, The Patriarcate of Antioch: A Revision of Le Quien and the Notitia Antiochena, Traditio, vol. 5 (1947), pp. 143-144.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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