Antropologia della religione

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L'antropologia delle religioni, antropologia religiosa o antropologia del sacro è quella branca dell'antropologia che si occupa dello studio comparato dell'origine, sviluppo ed evoluzione dei sistemi e dei fenomeni religiosi nei loro rispettivi contesti culturali, sociali, storici e materiali.[1]

La moderna antropologia religiosa ravvisa una notevole continuità tra il pensiero magico e la spiritualità dell'homo religiosus,[2] ritenendo inoltre che si possare parlare di religione quando questa sia condivisa da un gruppo unitario che ne esteriorizzi le credenze in un insieme di pratiche.[4]

Tempio di Iside a Pompei.

I tre elementi di un sistema religioso[modifica | modifica wikitesto]

Un sistema religioso è la realtà dei comportamenti assunti da una certa comunità, che si compone di:[5][3]

  1. un gruppo umano: umanità viva che crea il proprio ambiente, è l'uomo l'oggetto di studio antropologico.
  2. un sistema di credenze: a volte raccolto in summae teologiche tipo la Bibbia, il Corano e altre, sono forti convinzioni assunte come determinanti, senza bisogno di dimostrare la loro validità. Modi di vestire, cibi che è permesso/vietato mangiare possono essere importanti indici di credenze religiose.
  3. un insieme di pratiche: il complesso di cerimonie o usanze adottate.[3]

Il rituale[modifica | modifica wikitesto]

La pratica religiosa più evidente e che di solito è oggetto di interesse antropologico è il rituale. Il rituale è una performance comunitaria con variazioni personali e contestuali più o meno evidenti, ma che si basa comunque su di un'ossatura relativamente stabile e stereotipata di gesti e azioni. Il rituale deve essere trasformativo, deve cioè essere un'azione efficace che induce cioè un cambio di status sociale. Se si definisce rito qualcosa che non ha effetti trasformativi sulla realtà si sta semplicemente parlando di un'abitudine, la pratica rituale deve sempre essere costruttiva.

Il rituale deve essere:

  • Formalizzato: avere cioè un certo grado di ufficialità ed essere in un certo grado fissato. Bisogna però tenere presente che non è assolutamente immutabile, l'attore sociale facilmente può operare adattamenti e reinterpretazioni sulla base rituale;
  • Vistoso: il rito deve avere visibilità sociale e può essere solenne;
  • Fondativo: deve dare delle basi per il gruppo umano che lo pratica ed essere trasformativo.

Nel rituale la religione ha una sua forte manifestazione che con un certo impatto culturale offre un momento di radicale esplicazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The anthropological study of religion, in Encyclopedia Britannica.
  2. ^ Julien Ries (curatore), Trattato di antropologia del sacro. Vol. 1: Le origini e il problema dell'homo religiosus, volume 1, Editoriale Jaca Book, Editrice Massimo s.a.s., Milano, 1989 ISBN 88-16-40243-1.
  3. ^ a b c Claudio Zanardi Fernanda Tosco, Tutto Religioni. Schemi riassuntivi, quadri di approfondimento, pag. 11, De Agostini, 2012.
  4. ^ Il sociologo francese Émile Durkheim di formazione positivista definì la religione come un «sistema di credenze e di pratiche, relative a cose sacre, che uniscono in un'unica comunità tutti quelli che vi aderiscono».[3]
  5. ^ Giorgia Federici, Sara Gambelli, Gloria Truffa, in Frammenti di esperienze contemporanee tra psicologia, filosofia e sociologia, pag. 116, a cura di Raffaella Santi, FrancoAngeli, 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Janice Boddy e Michael Lambek (a cura di), A Companion to the Anthropology of Religion, Malden, Wiley Blackwell, 2013.
  • John R. Bowen, Religions in Practice: An Approach to the Anthropology of Religion. Seventh Edition, New York, Routledge, 2018.
  • Alessandra Ciattini, Antropologia delle religioni, Roma, Carocci, 1997.
  • Enrico Comba, Antropologia delle religioni. Un'introduzione, Roma-Bari, Laterza, 2008.
  • Alfonso Maria Di Nola, Antropologia religiosa. Introduzione al problema e campioni di ricerca, Roma, Newton Compton, 1985.
  • Adriana Destro, Antropologia e religioni, Brescia, Morcelliana, 2005.
  • Adriana Destro e Mauro Pesce, Forme culturali del cristianesimo nascente, Brescia, Morcelliana, 2005.
  • Murray J. Leaf, The Anthropology of Western Religions: Ideas, Organizations, and Constituencies, Lanham, Lexington Books, 2014.
  • Murray J. Leaf, The Anthropology of Eastern Religions: Ideas, Organizations, and Constituencies, Lanham, Lexington Books, 2014.
  • Marco Menicocci, Antropologia delle religioni. Introduzione alla storia culturale delle religioni, Pavia, Edizioni Altravista, 2008.
  • Albert Piette, La Religion de près. L'activité religieuse en train de se faire, Parigi, Métailié, 1999.
  • Julien Ries e Lawrence E. Sullivan (a cura di), Trattato di antropologia del sacro, Milano, Jaca Book, 1989-2009. (10 volumi).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]