Antonio Villa

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Disambiguazione – Se stai cercando il malacologo vissuto agli inizi dell'Ottocento, vedi Antonio Villa (malacologo).

Antonio Villa (Fratta Polesine, 1775Brno, 23 giugno 1826) è stato un patriota italiano, carbonaro; condannato a morte nel 1821, fu recluso nella fortezza dello Spielberg.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cancelliere presso l'ufficio del Giudice di pace di Fratta Polesine, fu nominato successivamente giudice a Rovigo. Nel 1817 fu iniziato alla Carboneria dal suo collega Eleuterio Felice Foresti, giudice di pace a Crespino, e divenne capo della vendita di Fratta Polesine[1].

A Fratta gli affiliati alla società segreta erano numerosi, quasi tutti amici o conoscenti di vecchia data del Villa. L'11 novembre 1818 Antonio Villa fu uno dei partecipanti a un convito di carbonari nella villa della baronessa Cecilia Monti, moglie dell'ex generale napoleonico Jean Baptiste Arnaud[2]. La delazione di uno dei partecipanti, forse un nipote di Cecilia Monti, portò la polizia alla scoperta della vendita di Fratta e all'arresto, fra gli altri, di Antonio Villa.

Egli rese alla polizia ampia confessione, facendo il nome degli altri appartenenti alla società segreta, i quali vennero arrestati e inquisiti dal Salvotti. Il 29 agosto 1820 Villa, nonostante il suo collaborazionismo, fu condannato ugualmente a morte per alto tradimento insieme ad altri sette carbonari (Marco Fortini, Eleuterio Felice Foresti, Antonio Solera, Antonio Fortunato Oroboni, Giovanni Bacchiega, Pietro Rinaldi e Lombardi)[3]. Per i capi della società (Solera, Foresti e Villa) il 29 ottobre 1821 la pena capitale fu commutata in venti anni di reclusione nella fortezza dello Spielberg.

Villa, descritto senza rancore da Silvio Pellico[4] ne Le mie prigioni e da Piero Maroncelli[5] come un uomo di grossa corporatura, fu sottoposto a gravi privazioni; contrasse la tubercolosi e morì in prigione[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Monsagrati, «FORESTI, Felice Eleuterio». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. XLVIII, Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1997
  2. ^ Austria, Carte segrete e atti ufficiali della polizia austriaca in Italia dal 4 giugno 1814 al 22 marzo 1848, Capolago: Tip. Elvetica, 1851, pp. 121 e segg. (Google libri)
  3. ^ Aurelio Cevolotto, «FORTINI, Marco». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume XLIX, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997
  4. ^ «Antonio Villa, altre volte robusto come un Ercole, patì molto la fame il primo anno, e quando ebbe più cibo si trovò senza forze per digerire». Silvio Pellico, Le mie prigioni, Cap. LXXXV (Google libri)
  5. ^ «Villa con battesimo carcerario veniva chiamato Elefante, era veramente di statura elefantina, ed avea assoluta necessità di pasto fortissimo», Piero Maroncelli, Addizioni alle Mie Prigioni, Cap. LXIV (Google libri)
  6. ^ Dino Felisati, I dannati dello Spielberg : un'analisi storico-sanitaria, Milano: Angeli, 2011, pp. 80-86, ISBN 978-88-568-3783-4 (Google libri)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]