Antoni Macierewicz

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Antoni Macierewicz

Ministro degli affari interni della Polonia
Durata mandato23 dicembre 1991 –
20 giugno 1992
PresidenteJan Olszewski
Capo del governoJan Olszewski
PredecessoreHenryk Majewski
SuccessoreAndrzej Milczanowski

Ministro della Difesa Nazionale della Polonia
Durata mandato16 novembre 2015 –
9 gennaio 2018
Capo del governoBeata Szydło
Mateusz Morawiecki
PredecessoreTomasz Siemoniak
SuccessoreMariusz Błaszczak

Maresciallo anziano del Sejm
In carica
Inizio mandato12 novembre 2019
PredecessoreKornel Morawiecki

Vicepresidente di Diritto e Giustizia
In carica
Inizio mandato23 novembre 2013
ContitolareMariusz Błaszczak
Joachim Brudziński
Mariusz Kamiński
Beata Szydło
PresidenteJarosław Kaczyński

Dati generali
Partito politicoUnione Cristiano-Nazionale
(1992-1993)

Azione Polacca
(1993-1995)

Movimento per la Ricostruzione della Polonia
(1995-1997)

Movimento Nazionale-Cattolico
(1997-2005)

Movimento Patriottico
(2005-2012)

Diritto e Giustizia
(dal 2012)
UniversitàUniversità di Varsavia
FirmaFirma di Antoni Macierewicz

Antoni Macierewicz (Varsavia, 3 agosto 1948) è un politico, storico e pubblicista polacco.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Macierewicz è un laureato della Facoltà di Storia dell'Università di Varsavia. Ha partecipato agli scioperi studenteschi nel marzo 1968. È stato arrestato dalle autorità comuniste. Ha trascorso in carcere dal 28 marzo al 3 agosto 1968[1]. Era un istruttore scout[2]. Negli anni '70 ha lavorato come insegnante di storia. Dal 1975 al 1976 ha insegnato storia latino-americana presso l'Università di Varsavia. Era un attivista dell'opposizione democratica in Polonia negli anni 1968-1989. È stato cofondatore del Comitato di Difesa degli Operai e del Comitato dell'Autodifesa Sociale KOR. Dopo la pacificazione dei lavoratori nel giugno 1976 organizzava per loro l'assistenza sociale. Nel mese di ottobre 1979 ha partecipato allo sciopero della fame di solidarietà nella Chiesa di Santa Croce a Varsavia[3]. Da settembre 1980 membro del Sindacato Autonomo dei Lavoratori "Solidarietà". Dopo l'imposizione della legge marziale in Polonia faceva parte del comitato di sciopero al cantiere navale di Danzica. Egli fu internato nel 1981. Fuggì dal luogo di internamento nel novembre 1982. Fuga è stata organizzata da don Adam Sudoł[4]. Nascondendosi fino al 1984 aveva pubblicato sulla stampa clandestina. Non ha partecipato degli Accordi della Tavola Rotonda nel 1989, essendo in opposizione alla politica di Lech Wałęsa[5].

Nel 1989 è stato vicepresidente del partito Unione Nazionale dei Cristiani (in polacco: Zjednoczenie Chrześcijańsko-Narodowe). È stato più volte eletto alla Camera dei deputati della Polonia[6]. Ha ricoperto la carica del Ministro dell'Interno nel governo Olszewski negli anni 1991-1992[7]. Da maggio a luglio 2004 ha rappresentato la Polonia al Parlamento europeo[8]. Era capo del Servizio per il Controspionaggio Militare (in polacco: Służba Kontrwywiadu Wojskowego) negli anni 2006-2007. Nel governo di Jarosław Kaczyński è stato responsabile per liquidazione della WSI post-comunista (Servizi Militari di Informazione). Nel 2010 divenne il presidente del gruppo parlamentare per le inchieste delle Cause dell'Incidente dell'aereo presidenziale polacco presso l'aeroporto militare di Smolensk-Siewiernyj, in Russia del 10 aprile 2010[5][9].

Nel 2012 Macierewicz ha aderito al partito Diritto e Giustizia[10]. È stato eletto come il suo vicepresidente nel 2013[11].

Macierewicz è sposato con Hanna, ed ha una figlia, Aleksandra[5].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce di cavaliere dell'Ordine della Polonia restituta - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (PL) Michał Krzymowski e Grzegorz Łakomski, Terminator, su wprost.pl, Wprost, 2010. URL consultato il 12 febbraio 2014.
  2. ^ (PL) Mateusz Wyrwich, Ogłoszono mnie szaleńcem, su wydawnictworytm.pl, wydawnictworytm, 2012. URL consultato il 12 febbraio 2014.
  3. ^ (PL) Grzegorz Waligóra, Głodówka w kościele Świętego Krzyża w Warszawie, su encyklopedia-solidarnosci.pl, Encyklopedia Solidarności. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  4. ^ (PL) Bogusław Kleszczyński, Adam Sudoł, su encyklopedia-solidarnosci.pl, Encyklopedia Solidarności. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  5. ^ a b c (PL) Justyna Błażejowska, Sylwetka Antoniego Macierewicza, su niezalezna.pl, Niezależna.pl, 29 dicembre 2010. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2014).
  6. ^ (PL) sejm.gov.pl, 21 ottobre 2007, http://www.sejm.gov.pl/poslowie/posel6/220.htm. URL consultato il 12 febbraio 2014.
  7. ^ (PL) Mirosława Łątkowska e Adam Borowski, Antoni Macierewicz, su encyklopedia-solidarnosci.pl, Encyklopedia Solidarności. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  8. ^ Antoni Macierewicz, su europarl.europa.eu. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2014).
  9. ^ (PL) Zaspoły parlamentarne, su orka.sejm.gov.pl, sejm.gov.pl, 10 aprile 2010. URL consultato il 12 febbraio 2014.
  10. ^ (PL) Antoni Macierewicz wstąpił do PiS, su niezalezna.pl, 16 febbraio 2012. URL consultato il 12 febbraio 2014.
  11. ^ (PL) pis.org.pl, 23 novembre 2013, https://web.archive.org/web/20131202232829/http://www.pis.org.pl/article.php?id=22431. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2013).

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