Anticoagulante lupico

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Anticoagulante lupico
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM289.81
OMIM107320
MeSHD016682

L'anticoagulante lupico è una immunoglobulina[1] che si lega ai fosfolipidi e alle proteine poste sulla membrana cellulare. Anticoagulante lupico è un termine improprio in quanto è in realtà un agente protrombotico. Cioè, la presenza dell'anticorpo anticoagulante lupico favorisce la formazione in vivo di trombi. Il loro nome deriva dalla loro proprietà in vitro, poiché nelle prove di laboratorio la presenza di questi anticorpi provoca un aumento dell'aPTT, per cui si è ipotizzato che la presenza degli anticorpi interferisca con i fosfolipidi utilizzati per indurre la coagulazione in vitro.

In vivo, si ritiene che possano interagire con i fosfolipidi di membrana delle piastrine, aumentare l'adesione e l'aggregazione delle stesse e quindi favorire la formazione di trombi.

Terminologia[modifica | modifica wikitesto]

Entrambe le parole del termine "anticoagulante lupico" possono essere fuorvianti:

La maggior parte dei pazienti con lupus anticoagulante in realtà non ha il lupus eritematoso sistemico e solo una piccola percentuale svilupperà questa condizione (che provoca dolori articolari, problemi alla pelle e insufficienza renale, tra le altre complicazioni). I pazienti con lupus eritematoso hanno maggiori probabilità di sviluppare un anticoagulante lupico rispetto alla popolazione generale .

Il termine "anticoagulante" descrive accuratamente la sua funzione in vitro. Tuttavia in vivo, funziona come un pro-coagulante.[2]

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Il trattamento per l'anticoagulante lupico è di solito effettuato nel contesto di trombosi documentata, come flebite o trombosi venosa del seno durale. I pazienti con una ben documentata (cioè almeno due volte) di anticoagulante lupico e una storia di trombosi, dovrebbero essere considerati candidati per il trattamento con anticoagulanti a tempo indeterminato. L'evidenza attuale suggerisce che il rischio di trombosi ricorrente nei pazienti con anticorpi antifosfolipidici è rafforzata se tale anticorpo è misurato nei test sierologici o test funzionali. I criteri di Sapporo specificano che i test sierologici e funzionali devono essere positivi per diagnosticare la sindrome da anticorpi antifosfolipidi.[3]

Casi di aborto possono essere più frequenti nei pazienti con anticoagulante lupico. Alcuni di questi problemi possono potenzialmente essere prevenuti con la somministrazione di aspirina ed eparina non frazionata. Il Cochrane Database of Systematic Reviews fornisce approfondimenti sull'argomento.[4]

La trombosi viene trattata con anticoagulanti (warfarin).[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonia Joussen, T.W. Gardner e B. Kirchhof, Retinal Vascular Disease, Springer, 23 ottobre 2007, pp. 430–, ISBN 978-3-540-29541-9. URL consultato il 29 giugno 2010.
  2. ^ wustl.edu, su dermatology.wustl.edu. URL consultato il 17 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2008).
  3. ^ (FR) Viard JP, Amoura Z, Bach JF, [Anti-beta 2 glycoprotein I antibodies in systemic lupus erythematosus: a marker of thrombosis associated with a circulating anticoagulant], in C. R. Acad. Sci. III, Sci. Vie, vol. 313, n. 13, 1991, pp. 607–12, PMID 1782567.
  4. ^ M Empson, Lassere, M; Craig, J; Scott, J, Prevention of recurrent miscarriage for women with antiphospholipid antibody or lupus anticoagulant. (PDF), in The Cochrane database of systematic reviews, n. 2, 2005 Apr 18, pp. CD002859, DOI:10.1002/14651858.CD002859.pub2, PMID 15846641.
  5. ^ Dolitzky M, Inbal A, Segal Y, Weiss A, Brenner B, Carp H, A randomized study of thromboprophylaxis in women with unexplained consecutive recurrent miscarriages, in Fertil Steril, vol. 86, n. 2, 2006, pp. 362–6, DOI:10.1016/j.fertnstert.2005.12.068, PMID 16769056.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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