Anna Maria Schultheiss

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Anna Maria Schultheiss (Donaueschingen, 23 agosto 1760Roma, 4 novembre 1840) sposò il fondatore della casata dei Torlonia.

Anna Maria Schultheiss ritratta col secondo marito Giovanni Raimondo Torlonia mentre il Canova mostra loro il bozzetto dell'Ercole e Lica sorretto probabilmente da Agostino e Luigi Chiaveri (1783 - 1837) figli di primo letto di Anna Maria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anna Maria Schultheiss apparteneva a una famiglia di commercianti di Colonia trasferitasi in Italia dalla natia Germania, precisamente da Donaueschingen nella Foresta nera, per i loro affari[1].

A Donaueschingen avevano stabile residenza fin dal XVIII secolo i discendenti degli antichi feudatari, i principi Fürstenberg, nell'omonimo palazzo oggi aperto al pubblico. Anna Maria aveva sposato a Roma in prime nozze un certo Agostino Chiaveri che aveva un negozio di stoffe nel centro di Roma che al tempo dell'occupazione francese divenne un centro di affari speculativi. Dal matrimonio nacquero due figli Agostino e Luigi Chiaveri (1783-1837). Quest'ultimo, insieme al fratellastro Alessandro Torlonia, sarà insignito nel 1825 dell'onorificenza papale di Cavalieri dell'Ordine di Cristo. Luigi Chiaveri morirà di colera a Castel Gandolfo il 6 settembre 1837.

Rimasta vedova nel 1791, Anna Maria sposò nel mese di settembre del 1793 Giovanni Raimondo Torlonia (1754-1829), socio in affari del suo defunto marito. Forse non fu un caso, dovuto solo all'abilità finanziaria del nuovo marito, se il 17 marzo 1794 Giovanni Torlonia ottenne un titolo di nobiltà da parte del Principe Fürstenberg di cui era agente rappresentante presso la Santa Sede.

Dopo l'ascesa economica e sociale del secondo marito, di cui lei fu attiva artefice, tenne salotto a Roma, nel lussuoso palazzo ex Bolognetti di piazza Venezia[2][3], fregiandosi del titolo di duchessa di Bracciano.
I due fratelli Chiaveri, avuti dal primo matrimonio, saranno associati fin dal 1817 nel Banco Torlonia & Compagni fondato dal secondo marito Giovanni Raimondo Torlonia.
Le cronache del tempo ce la dipingono, già in età avanzata, come donna di carattere brusco, di modi asciutti e sarcastici. A prescindere da questo suo carattere poco dolce e mondano, la posizione sociale raggiunta grazie all'abilità e spregiudicatezza negli affari fecero del salotto Torlonia, da lei presieduto, il punto di riferimento imprescindibile della vita romana del suo tempo. Fu anche l'ispiratrice delle opere caritatevoli dei Torlonia, prima del marito e poi dei figli. Prese parte attiva nelle "scelte" matrimoniali dei figli per rendere sempre più blu il sangue dei Torlonia tessendo strategiche parentele con le più prestigiose, ma sempre più indebitate, famiglie della "nobiltà nera" romana, senza per questo trascurare i due figli Chiaveri[4] avuti dal primo marito.
Dal secondo matrimonio Torlonia, Anna Maria ebbe altri cinque figli che proseguirono l'ascesa sociale ed economica di questa singolare famiglia.
La sua discendenza entrerà nella linea di successione delle Case Reali di Spagna e d'Inghilterra.[5]

Figli[modifica | modifica wikitesto]

Del 1º matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Del 2º matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le fonti sono discordi circa l'attività degli Schultheiss a Roma ma sono del tutto concordi sul carattere della nuova Duchessa di Bracciano: La madre [n.d.r. di Agostino Chiaveri, cioè Anna Maria Schultheiss] era nota a Roma, soprattutto dopo il matrimonio con Don Giovanni Torlonia, per la totale assenza di "esprit de finesse", attribuita dai cronisti ai natali umili: suo padre Schultheiss, era fabbricante di carrozze, anche se molto ricco. Presso di lui in gioventù era impiegato il Torlonia prima che intraprendesse la sua inarrestabile scalata sociale. Fonte: "Il salotto delle caricature Acquerelli di Filippo Caetani dal 1830 al 1860".
  2. ^ Il perduto Palazzo Torlonia a Piazza Venezia
  3. ^ "Col corredo di quei buoni principi, vi porga un vasto ameno pascolo d'istruzione in ogni specie di antichità, e di belle arti, come a me, il gioiello sulla piazza Venezia, nel quale l'Eccellenza Sua ha saputo cumulare con gusto squisito, ed eleganza rara, sculture sublimi, e pitture, e musaici, e marmi scelti, e preziosi, anche nei pavimenti; in guisa che desso nella gran Roma primeggia fresco, e brillante con tutte le più vistose Gallerie. Il Palazzo già dei Re di Inghilterra, opera classica di Bramante Lazzeri, dalla di lui generosa sollecita intelligenza richiamato ormai a nuova vita ancor più illustre della primiera, ridondando gente più distinta al Borgo Nuovo, ne accrescerà la fama al restauratore; ed argine alla opinione, che volgarmente si nutre, d'insalubrità nel circondario." Fonte: Miscellanea filologica dell'Avvocato Carlo Fea commissario delle antichità in Roma 1820 presso Bourlier - Al Sig. Agostino Chiaveri pag. V e VI
  4. ^ Nell'antica Chiesa di San Romualdo di Roma, demolita nel XIX secolo, si trovava la Cappella della famiglia Chiaveri. La chiesa di San Romualdo è ora sepolta sotto il centro della via Cesare Battisti. Era adiacente al lato settentrionale del Palazzo delle Assicurazioni Generali in Piazza Venezia quindi poco distante dal lussuoso Palazzo Bolognetti-Torlonia, allora residenza della famiglia, affrescato, tra gli altri, dal pittore bergamasco Francesco Coghetti. Anche il palazzo fu demolito all'inizio del Novecento per far posto al Vittoriano. La Cappella Chiaveri, ricoperta di marmi preziosi, ospitava il quadro dell'Assunta, del Coghetti, racchiuso tra due colonne e due statue dì angeli, uno dello scultore Luigi Roversi, l'altro angelo a destra di Domenico Morani.
  5. ^ Alessandro Torlonia (1911-1986) pro-nipote di Marino (1795-1865), sposerà l'infanta Beatrice di Borbone-Spagna (1909-2002) figlia di Re Alfonso XIII di Spagna e pronipote per parte materna della Regina Vittoria d'Inghilterra.
  6. ^ Basilica dei SS. XII Apostoli piazza dei Santi Apostoli, Roma "Lo stemma potrebbe riferirsi al banchiere Agostino Chiaveri che aveva nominato suo erede il nipote principe Filippo Orsini con un legato destinato al restauro della cappella. Lo jus patronatus della cappella passò al principe nel 1858; i lavori di restauro vennero diretti dall'ingegnere Luigi Gabet, con tale profusione di marmi da superare la cifra stanziata." Basilica dei SS. XII Apostoli. Filippo Orsini era il figlio di Maria Luisa Torlonia e del duca Domenico Orsini.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il viaggio di un gentiluomo milanese Pietro Antonio de Mojana (1800-1870) nell'Italia centrale all'indomani dei moti del 1831. Brevi annotazioni fatte durante il mio viaggio a Firenze, Roma e Napoli e mio ritorno a Milano dal 26 ottobre 1831, giorno di mia partenza, al giorno 26 gennaio 1832, epoca della mia restituzione costì.
  • Quel capitalista per ricchezza principalissimo di Daniela Felisini - Pag. 47 - Rubbettino Editore srl 2004
  • Orazione funebre di Donna Anna Maria duchessa Torlonia di G. De Ferrari Roma 1840
  • Cenni biografici riguardanti la duchessa Anna Maria Torlonia di E. Dionigi Orfei Roma 1840
  • Filippo Caetani "Il salotto delle caricature Acquerelli di Filippo Caetani 1830-1860" Fondazione Camillo Caetani ediz. L'Erma di Bretschneider

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN258696790 · ISNI (EN0000 0003 8008 0751 · BAV 495/58943