Angelo Ricapito

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Angelo Ricapito
NascitaGiovinazzo, 6 ottobre 1923
MorteArezzo, 14 luglio 1944
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Anni di servizio1943-1944
Gradoaviere leva di governo
GuerreSeconda guerra mondiale
Guerra di liberazione italiana
Decorazionivedi qui
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Angelo Ricapito (Giovinazzo, 6 ottobre 1923Arezzo, 14 luglio 1944) è stato un militare, aviatore e partigiano italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Giovinazzo il 6 ottobre 1923.[1] Mentre studiava presso l'Istituto tecnico commerciale di Zara, nell'aprile 1943 fu arruolato nella Regia Aeronautica per il servizio militare di leva in qualità di aviere governo.[2] Inviato al centro d'istruzione di San Pietro di Gorizia, fu poi mandato nel giugno successivo al battaglione presidiario della 2ª Squadra aerea a Padova e nel mese di agosto trasferito presso l'aeroporto di Zemonico, sito nel territorio della Jugoslavia occupata.[2] Dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 riuscì a raggiungere la propria famiglia a Zara e poi, raggiunto l'Appennino toscano, si aggregò ad una banda partigiana operante in Casentino formata da Elio Cini.[2] Alla fine di aprile del 1944 fu inquadrato nel II Battaglione operante nei dintorni del monte Favalto[3] e facente capo alla 23ª Brigata Garibaldi "Pio Borri", della quale brigata divenne poco dopo vicecomandante.[2] Nella seconda metà del mese di giugno era incaricato di sorvegliare i prigionieri tedeschi e fascisti concentrati nel campo di Marzana e di accompagnarli a Cortona, per consegnarli alle truppe alleate già arrivate nella zona.[3] Compiuta la missione, tornò in linea e il 29 giugno, in uno scontro a fuoco a Molino dei Falchi, fu catturato dai tedeschi.[3] Dopo essere stato seviziato, venne ucciso il 14 luglio insieme ad altri 47, tra partigiani e civili, nella cosiddetta Strage di San Polo alle porte di Arezzo.[3] Una via di Fiumicino porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Eletto vice comandante di Brigata partigiana in riconoscimento del valore dimostrato nei momenti più critici della lotta, sfidò per oltre dieci mesi la morte tesa in agguato. Dopo un violento combattimento protrattosi per alcuni giorni contro soverchianti forze nemiche, rimasto isolato con pochi uomini a sostenerne l'attacco, riusciva a sganciare i superstiti e ad attraversare con essi la linea del fronte portando prigionieri e bottino. Volontario per rischiosa missione presso la sua Brigata nuovamente impegnata dal nemico, assolveva il compito fra gravi pericoli e, accerchiato col suo comando, dopo eroica lotta, cadeva nelle mani dei suoi aguzzini. Sottoposto a barbare torture non faceva alcuna rivelazione ed il suo corpo piagato e straziato veniva sepolto ancor vivo, elevando col suo martirio la morte ad inno di gloria. Arezzo, Alpe di Catenaia, Monte Favalto, San Polo, 1º ottobre 1943-14 luglio 1944.[4]»
— Decreto Luogotenenziale 1 settembre 1947.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]