Andrej Ivanovič Erëmenko

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Andrej Ivanovič Erëmenko
Foto di Erëmenko risalente al 1938
NascitaMarkovka, 14 ottobre 1892
MorteMosca, 19 novembre 1970
Luogo di sepolturaNecropoli delle mura del Cremlino
Dati militari
Paese servitoBandiera della Russia Impero russo
RSFS Russa
Unione Sovietica
Forza armata Esercito imperiale russo
Armata Rossa
Esercito sovietico
Anni di servizio1913 – 1958
GradoMaresciallo dell'Unione Sovietica
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra civile russa
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte orientale
BattaglieCampagna di Polonia
Operazione Barbarossa
Battaglia di Mosca
Sacca di Demjansk
Battaglia di Stalingrado
Operazione Urano
Operazione Tempesta Invernale
Battaglia di Smolensk (1943)
Battaglia di Crimea (1944)
Offensiva del Baltico
Sacca di Curlandia
Offensiva di Praga
Comandante di6º Corpo di cavalleria
3º Corpo meccanizzato
1ª Armata "Bandiera Rossa" dell'Estremo Oriente
Fronte Occidentale
Fronte di Brjansk
4ª Armata d'assalto
Fronte Sud-Est
Fronte di Stalingrado
Fronte di Kalinin
Armata costiera (Crimea)
2° Fronte Baltico
4° Fronte ucraino
DecorazioniEroe dell'Unione Sovietica
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Andrej Ivanovič Erëmenko

Deputato del Soviet delle Nazionalità del Soviet Supremo dell'URSS
LegislaturaIII
CircoscrizioneRSFS Russa

Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS
LegislaturaIV, V, VI, VII, VIII
CircoscrizioneOblast' di Rostov (IV, V, VI, VII), Oblast' di Volinia (VIII)

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista dell'Unione Sovietica

Andrej Ivanovič Erëmenko (in russo Андрей Иванович Ерёменко?; Markovka, 14 ottobre 1892Mosca, 19 novembre 1970) è stato un generale e maresciallo sovietico, insignito del grado di eroe dell'Unione Sovietica, la massima onorificenza militare sovietica. Prese parte alla Rivoluzione d'ottobre e nel 1918 aderì al Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Protagonista di molte battaglie sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale, ebbe un ruolo decisivo soprattutto durante la battaglia di Stalingrado, in cui diresse la prima fase difensiva per poi prendere parte alla seconda fase offensiva (operazione Urano), contribuendo all'accerchiamento delle forze tedesche. In seguito continuò a guidare vari "fronti" sovietici: comandante del secondo fronte baltico, contribuì alla liberazione della Crimea (1944); partecipò all'offensiva del Baltico (fine del 1944); comandante del quarto fronte ucraino riuscì a conquistare i Carpazi.[1] Concluse la guerra partecipando all'offensiva su Praga.

Nel 1956 entrò a far parte del Comitato centrale del PCUS e divenne alto funzionario al Ministero della Difesa[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Markovka (ora Markivka, nell'attuale Ucraina) da una famiglia di contadini, Erëmenko fu arruolato nell'esercito imperiale nel 1913. Prestò servizio sul fronte romeno durante la prima guerra mondiale. Fu arruolato nell'Armata Rossa nel 1918, dove prestò servizio nella leggendaria cavalleria di Semën Michajlovič Budënnyj (Prima armata di cavalleria russa). Frequentò la Scuola di Cavalleria di Leningrado e poi l'accademia militare Frunze, in cui si diplomò nel 1935. Fu membro del partito comunista dal 1918.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Considerato uno dei giovani generali più promettenti dell'Armata Rossa ed un esperto della nuova guerra con mezzi corazzati, Erëmenko nel 1939, fu posto al comando del 6º Corpo di cavalleria (meccanizzato) con cui partecipò all'invasione della Polonia orientale a seguito del Patto Molotov-Ribbentrop. L'operazione fu caratterizzata da carenze organizzative e il generale fu costretto a chiedere un ponte aereo di emergenza per la fornitura del carburante. Dopo aver partecipato anche all'occupazione dei Paesi Baltici nella primavera 1940, assunse il comando del nuovo 3º Corpo meccanizzato, in fase di costituzione nel Distretto militare speciale Nord-Occidentale. Mentre poi passò a controllare il Distretto Militare di Transbaikal, nel periodo in cui l'Operazione Barbarossa ebbe inizio, nel giugno del 1941.

Operazione Barbarossa[modifica | modifica wikitesto]

Otto giorni dopo l'inizio dell'invasione, Erëmenko fu richiamato a Mosca, dove fu fatto il Comandante facente funzione del Fronte occidentale sovietico, due giorni dopo che il comandante precedente, il generale dell'Esercito Dmitrij Grigor'evič Pavlov, era stato giustiziato per incompetenza. Il 4 luglio il comando del gruppo di armate occidentali fu assunto direttamente dal Commissario del Popolo maresciallo Semën Konstantinovič Timošenko ed Erëmenko divenne suo vice. Il 14 agosto 1941 Erëmenko fu posto a capo del gruppo di armate di Brjansk con il compito di contenere l'offensiva tedesca verso Mosca condotta dai carri armati dal generale Heinz Guderian. Il 24 agosto Stalin, in cambio della promessa di Erëmenko di bloccare Guderian, gli assegnò alcune divisioni di rinforzo ma l'urto dei carri armati tedeschi non fu sopportato dall'Armata Rossa. Nei primi giorni dell'ottobre, quando iniziò la battaglia di Mosca, Erëmenko dovette accusare alcune pesanti sconfitte e tra il 7 e il 19 ottobre gran parte delle sue truppe rimase vittima dell'accerchiamento e dell'annientamento nelle sacche di Brjansk e di Vjaz'ma.

Stalingrado[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942, in difesa di Stalingrado, riuscì ad accerchiare l'armata di Friedrich Paulus. Nel marzo del 1943, fu trasferito al Fronte di Kalinin, che rimase relativamente tranquillo fino a settembre. Cooperò quindi col maresciallo Fëdor Ivanovič Tolbukhin per la riconquista della Crimea.

Le campagne del 1943-1945[modifica | modifica wikitesto]

Successivamente fu comandante sul fronte ucraino e, tra il 1944 e il 1945, riconquistò la zona dei Monti Tatra e dei Monti Beschidi, nei Carpazi.

Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1945 e il 1946, fu Comandante in Capo del Distretto Militare dei Carpazi, dal 1946 al 1952 Comandante in Capo del Distretto Militare della Siberia occidentale, e dal 1953 al 1958 Comandante in Capo del Distretto Militare del Caucaso del Nord.

L'11 marzo 1955, Erëmenko, insieme a cinque altri comandanti, fu nominato Maresciallo dell'Unione Sovietica. Dal 1956 cominciò a far parte del comitato centrale del PCUS e nel 1958 fu nominato Ispettore Generale per il Ministero della Difesa, un ruolo prettamente cerimoniale che gli permise di andare in pensione nello stesso anno. Morì 19 novembre 1970. L'urna contenente le sue ceneri si trova nella necropoli delle mura del Cremlino.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze sovietiche[modifica | modifica wikitesto]

Eroe dell'Unione Sovietica - nastrino per uniforme ordinaria
— 29 luglio 1944
Ordine di Lenin (5) - nastrino per uniforme ordinaria
— 22 febbraio 1938, 29 luglio 1944, 21 febbraio 1945, 13 ottobre 1962 e 13 ottobre 1967
Ordine della Rivoluzione d'Ottobre - nastrino per uniforme ordinaria
— 22 febbraio 1968
Ordine della Bandiera Rossa (4) - nastrino per uniforme ordinaria
— 15 giugno 1926, 22 febbraio 1941, 3 novembre 1944 e 20 giugno 1949
Ordine di Suvorov di I Classe (3) - nastrino per uniforme ordinaria
— 23 gennaio 1943, 16 maggio 1944 e 23 maggio 1945
Ordine di Kutuzov di I Classe - nastrino per uniforme ordinaria
— 22 settembre 1943
Medaglia per il giubileo dei 20 anni dell'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Eroe della Repubblica Socialista Cecoslovacca (Cecoslovacchia) - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine di Klement Gottwald (Cecoslovacchia) - nastrino per uniforme ordinaria
Comandante Capo della Legion of Merit (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrej Ivanovič Erëmenko, Barbarossa 1941, Roma, Editori Riuniti, 1968.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Grande Enciclopedia De Agostini, ed. De Agostini, Novara, 1987, vol. VIII, p. 191.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alan Clark, Operazione Barbarossa : il conflitto russo-tedesco 1941-1945, Garzanti, 1965.
  • Seweryn Bialer, I generali di Stalin, Arnoldo Mondadori Editore, 1972
  • Richard Overy, Russia in guerra 1941-45, Milano, il Saggiatore, 2000, ISBN 88-428-0890-3.
  • David M. Glantz, Jonathan M. House, La grande guerra patriottica dell'Armata Rossa 1941-1945, LEG edizioni, 2019, ISBN 9788861024854

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN37828793 · ISNI (EN0000 0001 0965 0155 · LCCN (ENn85021208 · GND (DE123557828 · BNF (FRcb16759643b (data) · J9U (ENHE987007520776705171 · CONOR.SI (SL69959523 · WorldCat Identities (ENlccn-n85021208