Ammit

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Ammit (chiamata anche Ammut, Ammet, Ahemait o Divoratrice) è una creatura mostruosa della mitologia egizia, nota anche come "Divoratrice dei morti", "Mangiatrice dei cuori" e "Grande della morte".[1]

ammt
Raffigurazione di Ammit

Talvolta il nome è anche scritto come:

O29G17G17M17M17X1F10F27

ammyt oppure

D36G17F10G17X1 Z2
A14

ammwt

Anubi confronta il peso del cuore di Hunefer col peso della piuma della verità sulla scala Maat. Thoth, lo scriba degli dei dalla testa di ibis, trascrive il risultato. Ammit è in attesa del risultato a destra della bilancia. Papiro di Hunefer, circa 1275 a.C., British Museum.[2]

Ammit non era venerata, non essendo una divinità; al contrario, impersonava tutto ciò che gli Egizi temevano, minacciando di condannarli ad un'eterna irrequietezza se non avessero seguito i principi del Ma'at.

Le parti animali che ne compongono il corpo appartengono a specie molto temute in antichità (ippopotamo, leone e coccodrillo), malgrado considerate sacre.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il capo di Ammit assomiglia alla testa di un coccodrillo[3], contornato da una criniera leonina; anche le zampe anteriori e il tronco del corpo sono di leone[4], mentre la parte posteriore ricorda quella dell'ippopotamo. Questi tre animali erano considerati i più pericolosi dagli abitanti della Valle del Nilo.[5]

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la criniera di leone sulla testa possa essere invece una «chioma» fatta di piume di uccello.

Nella mitologia egizia[modifica | modifica wikitesto]

La Divoratrice assiste al rito della psicostasia insieme agli déi del Tribunale di Osiride. Se il cuore del defunto pesa più della Piuma di Maat viene dato in pasto ad Ammit e la sua anima condannata all'oblio. Non può, cioè, proseguire il suo viaggio nell'Aldilà e riabbracciare i suoi cari.

Ammit è citata nel "Libro dei morti" ovvero delle "Formule dell'uscire al giorno", al capitolo 125.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ George Hart, The Routledge Dictionary of Egyptian Gods and Goddesses, Second Edition, Routledge, 2005, ISBN 978-0-203-02362-4.
  2. ^ Egyptian Book of the Dead, su egyptartsite.com. URL consultato il 18 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2012).
  3. ^ Kent R. Weeks, I tesori di Luxor e della Valle dei Re, pag. 493
  4. ^ Tosi, Dizionario Enciclopedico delle Divinità dell'Antico Egitto, Vol. I, pag.13
  5. ^ (EN) Claire Gilmour, Moon Knight – an Egyptologist on how the series gets the gods right, su The Conversation, 13 maggio 2022. URL consultato il 23 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • John Anthony West, The traveler's key to ancient Egypt: a guide to the sacred places of ancient Egypt, Quest Books, 1995 ISBN 0835607240
  • Mario Tosi, Dizionario Enciclopedico delle Divinità dell'Antico Egitto, Vol. I, Ananke, 2004, ISBN 88-7325-064-5
  • Kent R. Weeks, I tesori di Luxor e della Valle dei Re, Edizioni White Star, 2005, ISBN 88-8095-854-2

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