Eptesicus nilssonii

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Serotino di Nilsson
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Vespertilionidae
Sottofamiglia Vespertilioninae
Genere Eptesicus
Specie E.nilssonii
Nomenclatura binomiale
Eptesicus nilssonii
Keyserling & Blasius, 1839
Sinonimi

E.atratus, E.borealis, E.kuhli, E.propinquus

Il serotino di Nilsson (Eptesicus nilssonii Keyserling & Blasius, 1839) è un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi diffuso nell'Ecozona paleartica.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 54 e 64 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 37 e 44 mm, la lunghezza della coda tra 35 e 50 mm, la lunghezza del piede tra 10 e 12 mm, la lunghezza delle orecchie tra 13 e 18 mm e un peso fino a 12 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga, soffice, densa e lucida. Le parti dorsali variano dal marrone scuro al nerastro, cosparse di peli con la punta dorata, mentre le parti ventrali sono bruno-giallastre. Il muso è largo, dovuto alla presenza di due masse ghiandolari sui lati, le narici sono prominenti. Le orecchie sono corte, arrotondate e carnose, con 5 pliche cutanee sulla superficie interna. Il trago è corto, arrotondato e curvato in avanti. Le membrane alari sono nerastre, lunghe, larghe, con l'estremità arrotondata e attaccate posteriormente alla base delle dita dei piedi. La punta della lunga coda si estende leggermente oltre l'ampio uropatagio. Il calcar è lungo e con una carenatura stretta ma ben sviluppata. Il cariotipo è 2n=50 FNa=48.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni a basso ciclo di lavoro sotto forma di impulsi di durata intermedia a frequenza modulata a circa 30–40 kHz.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

In inverno, da novembre fino ad aprile, entra in ibernazione solitariamente o in piccoli gruppi di 2-4 individui all'interno di edifici, cantine e talvolta in grotte e miniere. Solitamente la temperatura ambientale è di 0-2 °C, occasionalmente fino a -5 °C. Durante l'estate le femmine formano vivai di 10-80 adulti all'interno di case ed edifici, tra le fessure e le crepe nei muri, mentre i maschi vivono solitariamente talvolta nelle cavità degli alberi e tra il denso fogliame. Le colonie cambiano ricoveri durante la stessa stagione e lo stesso gruppo può occupare diversi edifici adiacenti oppure più luoghi nello stesso fabbricato. L'attività predatoria avviene, particolarmente nelle regioni più settentrionali dove la notte estiva è più breve, anche alla luce del giorno. È una specie sedentaria, tuttavia sono stati osservati spostamenti fino a 445 km.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti, particolarmente falene, chironomidi, tipule e piccoli coleotteri catturati in volo nelle fattorie, margini forestali, giardini e parchi alberati, sopra specchi d'acqua o intorno ai lampioni.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Danno alla luce uno o due piccoli alla volta da metà giugno a metà luglio. I primi voli vengono effettuati a 2-3 settimane di vita. L'aspettativa di vita è di circa 15,5 anni.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nell'Ecozona paleartica dalla Francia orientale attraverso tutta l'Europa centrale e orientale, tutta la penisola scandinava fino al Circolo Polare Artico, la Russia europea e la Siberia centrale ed orientale fino al Giappone. Una popolazione isolata è presente nel Caucaso mentre sono state riportate osservazioni sporadiche nei Balcani. In Italia è stato registrato soltanto nelle zone alpine del Trentino-Alto Adige e della Lombardia.

Vive in diversi tipi di habitat, dalle zone desertiche alla taiga e boschi di conifere fino a 2.300 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 2 sottospecie:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e l'abbondanza, classifica E.nilssonii come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Stubbe, M., Ariunbold, J., Buuveibaatar, V., Dorjderem, S., Monkhzul, Ts., Otgonbaatar, M., Tsogbadrakh, M., Hutson, A.M., Spitzenberger, F., Aulagnier, S. & Coroiu, I. 2008, Eptesicus nilssonii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Eptesicus nilssonii, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Smith & Xie, 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rydell J, Eptesicus nillsonii (PDF), in Mammalian Species, n. 430, 1993 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Andrew T.Smith & Yan Xie, A guide to the Mammals of China, Princeton University Press, 2008, ISBN 978-0-691-09984-2.
  • Stephan Aulagnier & Al., Guide des mammiferes d'Europe, d'Afrique du Nord et du Moyen-Orient, Delachaux & Niestlé SA, Parigi, 2011, ISBN 978-88-89999-70-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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