Ali ibn Hammūd

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Ali ibn Hammud al-Nasir
Califfo di al-Andalus
In carica1016 — 22 marzo 1018
PredecessoreSulayman ibn al-Hakam
SuccessoreʿAbd al-Raḥmān IV ibn Muḥammad e
al-Qasim al-Ma'mun
Nascita963
MorteCordova, 22 marzo 1018
DinastiaHammudidi
PadreHamoud ibn Meymoun
Religioneislam

‘Ali b. Hammud al-Nasir, in arabo الناصر علي بن حمود (963Cordova, 22 marzo 1018), fu il sesto califfo del Califfato di Cordova, il primo appartenente alla dinastia hammudita, dal 1016 al 1018.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Hamoud ibn Meymoun e di una concubina di cui non si conosce il nome, come riporta la Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi[1]. Hamoud ibn Meymoun era figlio di Ahmed b. Ali b. Obeyd Allah b. Omar b. Idris [b. Idris] b. Abd Allah b. Hasan b. Hasan b. Ali b. Abou Taleb, sempre secondo Abd el- Wâh'id Merrâkechi[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Quando nel 1010, nel mese di luglio, Hishām II fu riportato sul trono per la terza volta, come riporta lo storico Rafael Altamira, Sulayman ibn al-Hakam, "al-Musta'in" non riconobbe Hishām II come califfo e portò avanti la guerra civile che opponeva i berberi suoi sostenitori agli schiavi, sostenitori di Hishām II[2].
Durante la guerra civile Ali e il suo fratello maggiore, Qasim erano al seguito di Sulayman, che, dopo la conquista di Cordova, nel 1013, divenuto califfo nominò Ali governatore di Ceuta e suo fratello, Qasim, governatore di Algeciras[1].

Ali, approfittando dell'anarchia che si stava diffondendo nel califfato, prima si impadronì di Tangeri, sempre in Maghreb, poi sbarcò ad Algeciras, e si diresse su Malaga occupandola[3], quindi entrò in contatto con gli schiavi ribelli, ricordando loro che Hishām II lo aveva nominato suo erede, con il suo esercito di berberi e con gli schiavi, marciò su Cordova, conquistandola il primo luglio 1016[3]; questi avvenimenti sono riportati anche da Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus[4].
Il califfo Sulaymān ibn al-Ḥakam, "al-Mustaʿīn" fu prima imprigionato e poi, saputo della morte del precedente califfo Hishām II ibn al-Ḥakam, fu giustiziato, mediante decapitazione[3]

‘Ali fu eletto califfo e adottò il titolo (laqab) di al-Nasir li-din Allah (il difensore della religione di Dio). Inizialmente fu ben accetto dal popolo per il suo spirito di giustizia; ma per l'apparizione di un pretendente della famiglia degli Omayyadi, ʿAbd al-Raḥmān IV ibn Muḥammad, la sua popolarità tra gli schiavi scemò ben presto e, mentre si apprestava a marciare contro i nemici fu tradito e assassinato nel bagno da tre schiavi, come riportano sia Abd el- Wâh'id Merrâkechi[5], che la History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II[6]. Il suo assassinio avvenne nella notte tra il 21 e il 22 marzo 1018, come riporta La web de las biografias[7].

Alla sua morte, mentre ‘Abd al-Rahman IV veniva proclamato califfo dagli omayyadi, sorse un secondo pretendente, il fratello di ‘Ali b. Hammud al-Nasir, Qāsim, governatore di Siviglia[5].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Ali ibn Hammūd ebbe diverse mogli e concubine, tra cui Lobbouna, figlia di Mohammed b. Hasan[8], che gli diede due figli[9]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in: «Storia del mondo medievale», Cambridge History of Middle Age, vol. II, 1999, pp. 477–515.]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore califfo indipendente di al-Andalus Successore
Sulaymān ibn al-Ḥakam, "al-Mustaʿīn" 1016–1018 ʿAbd al-Raḥmān IV ibn Muḥammad e
al-Qasim al-Ma'mun