Alexander von Benckendorff

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Alexander von Benckendorff, ritratto da George Dawe

Alexander von Benckendorff (in russo граф Александр Христофорович Бенкендорф?, Aleksandr Christoforovič Benkendorf; Reval, 4 luglio 1781Keila-Joa, 5 ottobre 1844) è stato un generale russo, aiutante generale dello zar Alessandro I, comandante delle unità partisan (irregolari cosacchi) durante la guerra del 1812-13.

Viene spesso ricordato per il suo successivo incarico, sotto lo zar Nicola I, di capo della polizia politica, la Terza Sezione, e per aver creato l'Otdel'nyj korpus žandarmov (in russo Отдельный корпус жандармов?, Corpo separato dei gendarmi), una speciale gendarmeria al servizio della polizia politica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alexander von Benckendorff in un ritratto del 1840

Alexander von Benckendorff nacque in una famiglia tedesca del Baltico a Reval (poi ribattezzata Tallinn, facente parte dell'Estonia). Suo padre era il generale Christoph von Benckendorff, governatore militare della Livonia, mentre suo fratello Konstantin von Benckendorff fu generale e diplomatico; la sorella Dorothea fece parte della vita mondana e politica di Londra e Parigi. Durante la campagna napoleonica di Russia, Benckendorff guidò l'offensiva Veliž, prendendo prigionieri tre generali francesi. Quando Mosca fu liberata, divenne il comandante delle sue guarnigioni. Nella campagna militare estera che seguì, sconfisse un contingente francese a Tempelberg, e fu uno dei primi russi ad entrare a Berlino. Si distinse anche nella battaglia di Lipsia, ed in seguito cacciò i francesi che stavano occupando i Paesi Bassi. Dopo che le forze britanniche e prussiane arrivarono per prendere il suo posto, la sua unità proseguì verso la conquista di Lovanio e Malines, liberando 600 inglesi imprigionati lungo la strada.

Tomba di Alexander von Benkendorff a Keila-Joa, Estonia, 2009

Nel 1821 tentò di allertare Alessandro I contro il rischio rappresentato dai decabristi, un'organizzazione clandestina, ma lo zar ne ignorò il parere. Dopo la rivolta decabrista del 1825, presiedette il comitato investigativo e organizzò la creazione di corpi di gendarmi e di una polizia segreta, la Terza Sezione della Cancelleria Imperiale. Fu il primo capo dei gendarmi e direttore esecutivo della Terza Sezione dal 1826 al 1844. Sotto la sua guida la Terza Sezione introdusse una ferrea censura su letteratura e teatro.

Il suo giudizio sulla Russia si riassume nella sua frase secondo la quale «il passato della Russia fu ammirevole, il suo presente è più che magnifico e, quanto al suo futuro, esso va oltre la più audace immaginazione».[1] Come capo censore fu coinvolto nel destino e nella tragica morte di Aleksandr Sergeevič Puškin in un duello non necessario, coinvolgimento che per lungo tempo lo rese "non citabile" nella storiografia russa.

Benkendorff soffriva della bizzarra tendenza a dimenticare il proprio nome, e periodicamente doveva ricontrollarlo leggendolo sul proprio biglietto da visita.[2] Dal 1935 circa, la sua famiglia si trasferì in un maniero neogotico a Schloss Fall (oggi Keila-Joa) vicino a Tallinn, nell'odierna Estonia.[3]

Appunti di Benckendorff[modifica | modifica wikitesto]

Una recente pubblicazione russa ha rivelato nuovi particolari della sua gioventù: Gli appunti di Benckendorf: la guerra patriottica; anno 1813: la liberazione dei Paesi Bassi.[4] Questo libro riproduce due sezioni degli appunti privati di Benckendorff, relativi alle guerre napoleoniche, e la corrispondenza con i suoi contemporanei, Bagration ed altri.

Secondo questo libro Benckendorff tenne appunti personali e diari per tutta la vita. Un'ulteriore fonte per i suoi appunti, in questo caso da poco prima del 1840, è il volume 91 della rivista Istoričeskij vestnik del 1903.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze russe[modifica | modifica wikitesto]

Cavalieri dell’Ordine di Sant'Andrea con diamanti - nastrino per uniforme ordinaria
Cavalieri dell’Ordine di Aleksandr Nevskij con diamanti - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di III classe dell’Ordine di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I classe dell’Ordine di San Vladimiro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I classe dell’Ordine di Sant'Anna con diamanti - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme in Russia - nastrino per uniforme ordinaria
Spada d'oro al coraggio con diamanti - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia per XL anni di servizio impeccabile - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia per XL anni di servizio impeccabile

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Bianca - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Aquila Nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Uberto (Regno di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Aquila Rossa (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore di Gran Croce dell’Ordine della Spada (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore di Gran Croce dell'Ordine della Stella Polare (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I classe dell'Ordine del Falco Bianco (Sassonia-Weimar-Eisenach) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria (Impero austriaco) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere Gran Croce dell'Ordine Reale Guelfo (Regno di Hannover) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Pour le Merite (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Articolo dell'Economist
  2. ^ mk.by[collegamento interrotto]
  3. ^ La residenza di Benckendorff Archiviato il 17 luglio 2011 in Internet Archive.
  4. ^ Zapiski Benkendorfa: Otečestvennaja vojna; 1813 god: Osvoboždenie Niderlandov, Jazyki slavjanskich kul'tur, Moskva, 2001. ISBN 5-7859-0228-1

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ronald Hingley, The Russian Secret Police: Muscovite, Imperial, and Soviet Political Security Operations (Simon & Schuster, New York, 1970). ISBN 0-671-20886-1
  • R. J. Stove, The Unsleeping Eye: Secret Police and Their Victims (Encounter Books, San Francisco, 2003). ISBN 1-893554-66-X
  • Judith Lissauer Cromwell, "Dorothea Lieven: A Russian Princess in London and Paris" (McFarland and Co., 2007) ISBN 0-7864-2651-9

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Controllo di autoritàVIAF (EN3312278 · ISNI (EN0000 0001 1737 869X · CERL cnp00562109 · LCCN (ENno2002014101 · GND (DE120841347 · BNF (FRcb16166006x (data) · J9U (ENHE987007258546405171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2002014101
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