Alessandro di Efeso

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Alessandro di Efeso, soprannominato Lychnos (in greco antico: Ἀλέξανδρος Λύχνος?, Alèxandros Lychnos; Efeso, I secolo a.C. – ...), è stato un retore e poeta greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alessandro fu oratore, ma anche storico e poeta didascalico. Visse probabilmente poco prima dell'epoca di Strabone, che lo cita tra gli autori di Efeso più recenti e dichiara, appunto, che prese parte alla vita politica della sua città[1].
Nel 59 a.C., Cicerone si procurò una copia delle sue opere e ne scrisse negativamente[2], parlando di

«libros Alexandri, neglegentis hominis et non boni poetae sed tamen non inutilis»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Strabone gli attribuisce una storia e due poemi didattici, uno di argomento astrononomico e l'altro di argomento geografico, in cui descrive i grandi continenti del mondo, trattandone ciascuno in un'opera o in un libro a parte. Ciascun libro, affermano altre fonti, era intitolato con il nome del continente trattato.Quanto alla storia a cui allude Strabone, la sua natura è incerta, sebbene Aurelio Vittore[3] citi il primo libro di una storia della guerra marsica di Alessandro di Efeso.
Alcuni autori hanno attribuito a questo Alessandro la storia dei filosofi greci (αἱ τῶν φιλοσόφων διαδοχαί) spesso citata da Diogene Laerzio,[4] ma quest'opera appartiene probabilmente ad Alessandro Poliistore.
Il suo poema geografico, di cui sopravvivono diversi frammenti, è spesso citato da Stefano Bizantino e altri[5][6].
Del suo poema astronomico sopravvive un frammento, in passato attribuito erroneamente ad Alessandro Etolo. È probabile che Cicerone[7] si riferisca ad Alessandro di Efeso quando afferma, come citato, che Alessandro non è un buon poeta ed è un autore negligente, per quanto in parte informato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Strabone, XIV, 642.
  2. ^ Ad Attico, II 20, 6; 22, 7.
  3. ^ Aurelio Vittore, 9.
  4. ^ Diogene Laerzio, I, 116; II, 19-106; III 4-5; IV, 62; VII, 179; VIII, 24; IX, 61.
  5. ^ Stefano, Λάπηθος, Ταπροβάνη, Δῶρος, Ὑρκανοὶ, Μελιταία ecc.
  6. ^ Eustazio, 388; 591.
  7. ^ Cicerone, II 20-22.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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