Alessandro Levi

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Alessandro Levi (Venezia, 19 novembre 1881Berna, 6 settembre 1953) è stato un giurista, filosofo e antifascista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di famiglia ebraica, figlio di Giacomo Levi, direttore delle Assicurazioni Generali, e di Irene Levi Civita (sorella di Giacomo Levi Civita), si laureò nel 1902 in Giurisprudenza nell'Università degli Studi di Padova con una tesi su Delitto e pena nel pensiero dei Greci, pubblicata l'anno successivo a Torino dai Fratelli Bocca, e recensita su La Critica da Georges Sorel.

Di idee democratiche e socialiste, collaborò a Critica Sociale, e dopo l'avvento del fascismo, al gruppo di Giustizia e Libertà.

Nel 1931 prestò il giuramento di fedeltà al fascismo; come il cugino Tullio Levi Civita, decise di giurare "ma con riserva", ossia scrivendo al rettore che "in alcun modo avrebbe modificato l'indirizzo del proprio insegnamento"[1][2].

Nel 1938, a seguito delle Leggi razziali fasciste, fu estromesso dall'insegnamento della Filosofia del diritto presso l'Università degli Studi di Catania. Nel giugno del 1940 fu internato e prosciolto nel dicembre dello stesso anno[3]. In seguito espatriò in Svizzera. Dopo la caduta del fascismo tornò a insegnare presso l'Università degli Studi di Firenze. Fu membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Delitto e pena nel pensiero dei greci, Torino, Fratelli Bocca, 1903
  • Sur le droit naturel dans la philosophie de Spencer, Geneve, H. Kundig, 1904
  • Quelques remarques sur la conception du droit naturel dans la philosophie de Vico, Heidelberg, Winter, 1908
  • La societe et l'ordre juridique, Paris, O. Doin et fils, 1911
  • Sul concetto di buona fede: appunti intorno ai limiti etici del diritto soggettivo, Genova, Angelo Fortunato Formiggini, 1912
  • Filosofia del diritto e tecnicismo giuridico, Bologna, Zanichelli, 1920
  • La filosofia politica di Giuseppe Mazzini, Bologna, Zanichelli, 1922
  • La filosofia del diritto nel momento presente della scienza e della vita sociale, Torino, UTET, 1922
  • Filippo Turati, Roma, Formiggini, 1924
  • Ricordi della vita e dei tempi di Ernesto Nathan, Firenze, F. Le Monnier, 1927
  • Il positivismo politico di Carlo Cattaneo, Bari, Laterza, 1928
  • Ricordi dei fratelli Rosselli, Firenze, La Nuova Italia, 1947
  • La filosofia critica come problematica del diritto, Milano, Giuffrè Editore, 1951
  • Scritti minori, Padova, CEDAM, 1957
  • Teoria generale del diritto, Padova, CEDAM, 1967

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Simonetta Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, 16 aprile 2000. URL consultato il 18 febbraio 2016.
  2. ^ Sergio Romano, 1931: i professori giurano fedeltà al fascismo. In: Corriere della Sera, 14.2.2006 (p. 39)
  3. ^ Simonetta Carolini (a cura di), "Pericolosi nelle contingenze belliche". Gli internati dal 1940 al 1943, Roma 1987 (A.N.P.P.I.A.), p. 176

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Fassò, Il pensiero e l'opera di Alessandro Levi, Milano, Giuffré, 1953
  • Norberto Bobbio, Alessandro Levi, "Il giornale dell'Universita", 1-2 (1954)
  • Renato Treves, La rinascita del diritto naturale e l'insegnamento di Alessandro Levi, "Rivista di filosofia", v. 52, 1 (gen. 1961)
  • Giovanni Marino, La filosofia giuridica di Alessandro Levi tra positivismo e idealismo, Napoli, Jovene, 1976
  • Liliana Aloisi, Alessandro Levi: la crisi del "sottosuolo" positivistico, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1982.

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Controllo di autoritàVIAF (EN59157577 · ISNI (EN0000 0000 8343 9588 · SBN RAVV031454 · BAV 495/210927 · LCCN (ENn79129235 · GND (DE119502356 · BNF (FRcb12343827r (data) · J9U (ENHE987007264565305171 · CONOR.SI (SL162038371 · WorldCat Identities (ENlccn-n79129235