Actinoscyphia aurelia

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Actinoscyphia aurelia
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Cnidaria
Classe Anthozoa
Sottoclasse Hexacorallia
Ordine Actiniaria
Sottordine Enthemonae
Superfamiglia Metridioidea
Famiglia Actinoscyphiidae
Genere Actinoscyphia
Specie A. aurelia
Nomenclatura binomiale
Actinoscyphia aurelia
(Stephenson, 1918)
Sinonimi

Actinernus aurelia
Stephenson, 1918

Actinoscyphia aurelia (Stephenson, 1918) è un anemone di mare della famiglia Actinoscyphiidae[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Per nutrirsi, si orienta sul suo piede in modo da rivolgersi verso la corrente che risale dalle acque profonde.[2] Il suo disco podale è piccolo e i suoi tentacoli sono corti rispetto al largo, concavo disco orale, che è a forma di imbuto o fungo. Estende i tentacoli in due file, una ripiegata indietro e una inclinata in avanti e raccoglie le particelle di cibo che passano andando alla deriva.[3][4]

Quantunque normalmente considerata sessile a volte si muove, soprattutto quando è giovane.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Vive in ambienti fangosi a profondità batiali, nelle profonde acque dei canyon del Golfo del Messico. È stato osservato anche in diversi siti nella regione di upwelling al largo della costa dell'Africa occidentale, è raro altrove.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) van der Land, Jacob (2012), Actinoscyphia aurelia (Stephenson, 1918), in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 26/2/2020.
  2. ^ (EN) Paul A. Tyler, Ecosystems of the Deep Oceans: Ecosystems of the World, Elsevier, 2003, pp. 21, 140, ISBN 044482619X.
  3. ^ a b (EN) Archie W. Ammons e Marymegan Daly, Distribution, habitat use and ecology of deepwater Anemones (Actiniaria) in the Gulf of Mexico, in Deep Sea Research, vol. 55, numeri 24–26, dicembre 2008, pp. 2657, 2666, DOI:10.1016/j.dsr2.2008.07.015.
  4. ^ a b (EN) Karin Riemann-Zurneck, How Sessile are Sea Anemones? A Review of Free-living Forms in the Actiniaria Cnidaria: Anthozoa, in Marine Ecology, vol. 19, n. 4, 1998, pp. 247–261, DOI:10.1111/j.1439-0485.1998.tb00466.x.

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