Achillea roseoalba

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Millefoglio bianco-roseo
Achillea roseoalba
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Anthemideae
Sottotribù Matricariinae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Anthemideae
Sottotribù Achilleinae
Genere Achillea
Specie A. roseoalba
Nomenclatura binomiale
Achillea roseoalba
Ehrend., 1959

Il Millefoglio bianco-roseo (nome scientifico Achillea roseoalba Ehrend., 1959) è una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae simile alle “margherite”.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione (trasmessa a noi da Plinio) vuole che Achille curò alcune ferite dei suoi compagni d'arme, nell'assedio di Troia, con tale pianta; da qui il nome del genere (Achillea). Sembra che sia stato Chirone (suo maestro) ad informarlo delle capacità cicatrizzanti della pianta.[1] Il termine specifico (roseoalba) si riferisce al colore dei suoi fiori (bianco all'esterno e roseo al centro).

Il binomio scientifico attualmente accettato (Achillea roseoalba) è stato proposto dal botanico e tassonomista austriaco Friedrich Ehrendorfer (26 luglio 1927 a Vienna) nella pubblicazione Zeitschrift Botanische Oesterreichische” del 1959.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento

I “Millefoglio bianco-roseo” sono piante alte da 3 a 5 dm (massimo 6 dm). La forma biologica viene definita come emicriotifita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; sono inoltre dotate di un asse fiorale eretto e con poche foglie. Tutta la pianta è sparsamente pelosa.

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma orizzontale.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e curvato-ascendente (alla base) con un portamento sottile ed elegante. Diametro del fusto nella parte basale: 1,5–2 mm.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie hanno un contorno lanceolato (molte volte più lungo che largo) con perimetro parallelo ai lati. La forma è del tipo 2- pennatosetta con segmenti laterali tipo lacinie, ravvicinati e densi. La rachide delle foglie cauline è stretta (0,8 - 1,2 mm) e non alata. Dimensione delle foglie basali: larghezza 1–2 cm; lunghezza 10 cm. Dimensione delle foglie medie del fusto: larghezza 1 cm; lunghezza 5 cm. Larghezza delle lacinie: 0,5 mm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza

Le infiorescenze sono dei capolini terminali, peduncolati e raccolti in corimbi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma emisferica composto da più squame (o brattee) con margine scarioso e nero[3] che fanno da protezione al ricettacolo piatto a pagliette trasparenti[1] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (da 4 a 5) di colore bianco (raramente), roseo o arrossato, disposti in un unico rango e quelli interni tubulosi di colore roseo. Dimensione dell'involucro: larghezza 3 mm; lunghezza 4 mm. Diametro dei capolini: 4–8 mm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (quelli tubulosi) sono bisessuali.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[4]
  • Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: i fiori periferici sono sub-rotondi a disposizione raggiante; iniziano alla base con una corolla tubulosa che termina poi con una ligula allargata con 3 denti ottusi. La ligula è più breve dell'involucro (circa metà di quest'ultimo). Quelli del disco centrale hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Lunghezza delle ligule: 1-1,5 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
  • Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma bifido giallo (sporgente dalla fioritura) con le estremità troncate[3] e linee stigmatiche disposte marginalmente[3]; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
  • Fioritura: da giugno ad agosto (settembre).

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono degli acheni privi di pappo.[1] La forma è compressa quasi appiattita.[5]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[6] – Distribuzione alpina[7])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro Europeo o anche Alipico.
  • Distribuzione: in Italia è comune e si trova solo al nord soprattutto nelle zone alpine. Fuori dall'Italia (sempre nelle Alpi) è presente in alcune zone della Svizzera (cantoni Vallese, Ticino, Grigioni), dell'Austria (Länder del Vorarlberg e Carinzia) e Slovenia.[7]
  • Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono i prati falciati e concimati; ma anche nelle zone a torbiera, praterie rase e pascoli aridi comprese le zone pietrose. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano (oltre a quello planiziale - a livello del mare).

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Molinio-Arrhenatheretea
Ordine: Arrhenatheretalia elatioris
Alleanza: Arrhenatherion elatioris

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della Achillea roseoalba (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[8] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[9]). Il genere di appartenenza (Achillea) è composto da circa un centinaio di specie, delle quali due dozzine circa fanno parte della flora spontanea italiana.

Questa specie appartiene al “Gruppo di A. millefolium” insieme alle seguenti altre specie:

Da analisi di tipo citogenetico in questo gruppo si sono individuate delle specie abbastanza simili tra loro ma distinte da caratteri sufficientemente stabili. La loro origine probabilmente va ricercata in alcune specie diploidi che per successive ibridazioni sono derivati esemplari tetraploidi ed esaploidi meno costanti e ulteriormente collegati per via ibridogena.[10]

Generalmente è una pianta diploide. Secondo Pignatti questa pianta potrebbe essere un prodotto d'introgressione dall'incrocio di Achillea setacea con Achillea aspleniifolia[11]. Il numero cromosomico di A. roseoalba è: 2n = 18[2].

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i Millefoglie sono molto simili tra di loro. Questa specie (Achillea roseoalba) può essere distinta per i suoi capolini colorati di rosa e l'involucro più lungo delle ligule.

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

Il Millefoglio bianco-roseo in altre lingue viene chiamato nei seguenti modi:

  • (DE) Hellrosafarbene Schafgarbe
  • (FR) Achillée rose pâle

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Motta 1960, Vol. 1 – pag. 25.
  2. ^ a b Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 29 aprile 2011.
  3. ^ a b c Judd 2007, pag. 522.
  4. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  5. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 7.
  6. ^ Conti et al. 2005, pag. 45.
  7. ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 492.
  8. ^ Judd 2007, pag. 520.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  10. ^ Pignatti 1982, pag. 81.
  11. ^ Pignatti 1982, pag. 82.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. 171-189. URL consultato il 29 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  • Christoph Oberprieler, Sven Himmelreich & Robert Vogt, A new subtribal classification of the tribe Anthemideae (Compositae) (PDF) [collegamento interrotto], in Willdenowia 37 – 200, pp. 102-103.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, p. 24.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 82, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2 anno=2004, Bologna, Zanichelli, p. 492.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 45, ISBN 88-7621-458-5.

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