Accademia d'Italia

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Villa Farnesina, sede dell'Accademia d'Italia

La Reale Accademia d'Italia è stata un'istituzione culturale italiana, operante tra il 1929 e il 1944, fondata durante il regime fascista e sua diretta emanazione. Con la legge 755 del 1939 la Reale Accademia entrò in possesso del patrimonio dell'Accademia Nazionale dei Lincei, i cui soci vennero inseriti nell'organico come semplici soci aggregati. L'Accademia dei Lincei riacquistò la propria autonomia solo dopo la soppressione dell'Accademia d'Italia.

Fondata con il compito di promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti, di conservare puro il carattere nazionale, secondo il genio e le tradizioni della stirpe e di favorirne l'espansione e l'influsso oltre i confini dello Stato (art. 2 dello Statuto).

«Eccellenze, signore, signori! Sono fiero di aver fondato l'Accademia d'Italia: Sono certo che essa sarà all'altezza del suo compito nei secoli e nei millenni della nostra storia. Sono lieto d'inaugurare ufficialmente l'Accademia d'Italia nel simbolo del Littorio e nel nome augusto del Re»

Così Mussolini conclude, il 28 ottobre del 1929, il discorso con cui l'Accademia d'Italia «entra ufficialmente nella scena del mondo, si mette senz'altro al lavoro».

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il discorso inaugurale dell'Accademia d'Italia tenuto da Tommaso Tittoni

L'Accademia nasce con il regio decreto-legge del 7 gennaio 1926, ma è inaugurata solo il 28 ottobre del 1929 all'interno dello stabile di Villa Farnesina a Roma. Nei primi anni di vita la preoccupazione principale è rappresentata dalla raccolta dei fondi necessari allo svolgimento delle attività istituzionali, e se ne trovano presso i fratelli Mario, Aldo e Vittorio Crespi (proprietari del Corriere della Sera) che istituiscono quattro premi annuali, intestati a Mussolini, ciascuno di 50.000 lire; e presso la Società Edison, che dona dieci milioni di lire per una Fondazione dedicata ad Alessandro Volta.

Secondo Mussolini il ritardo era da attribuirsi al ripristino della Villa e a una "preparazione spirituale".

La ragione però va ricercata nel fatto che le componenti del fascismo rimaste fedeli alle sue origini popolane e scamiciate, futuriste e antiretoriche mal digeriscono la feluca e Mussolini teme il ridicolo. Su Politica Sociale Margherita Sarfatti aveva espresso le sue perplessità nell'articolo: "Può l'Accademia non essere accademica?". Probabilmente contribuisce al ritardo anche il fatto che hanno rifiutato di entrarvi intellettuali come il filosofo Benedetto Croce ed il commediografo Roberto Bracco.

Ma alla fine del 1929 il regime, sentendosi più forte, specialmente dopo l'avvenuta conciliazione con la Santa Sede, può completare la rete delle iniziative e dei provvedimenti con cui tende a dominare tutta la vita culturale: in precedenza ha riorganizzato la Società Italiana degli Autori ed Editori e costituito la Federazione Nazionale Fascista dell'Industria Editoriale, ha regolamentato la stampa, ha dato vita ad una serie di riviste legate alle gerarchie del regime, ha fascistizzato la Federazione delle biblioteche popolari, ha fondato l'Istituto fascista di cultura.

Insieme all'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondato nel 1925 e che dal 1929 inizia la pubblicazione dell'omonima opera, l'Accademia d'Italia completa il sistema di condizionamento culturale della società italiana, svolgendo una funzione di propaganda, specialmente all'estero, e aiutando a stringere buoni rapporti tra il potere e le forze intellettuali, prima tiepide o anche contrarie al regime.

Giorgio Galli ha scritto ne I partiti politici: "l'Accademia d'Italia, trasforma quelli che erano stati gli intellettuali critici e innovatori in personaggi ufficiali paludati sul modello di quelli tipici della Francia borghese (gli pseudo immortali dell'Académie)".

Scopo[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'art. 2 dello statuto, "L'Accademia d'Italia ha per iscopo di promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti, di conservarne puro il carattere nazionale, secondo il genio e le tradizioni della stirpe e di favorirne l'espansione e l'influsso oltre i confini dello Stato".[1]

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli accademici saranno sessanta, nominati a vita con decreto reale su proposta del capo del governo. Godranno di un assegno annuo di 36.000 lire oltre ai gettoni di presenza. Nelle pubbliche funzioni e cerimonie indosseranno l'uniforme. Il primo gruppo di trenta accademici proviene in prevalenza dai Lincei; successivamente saranno cooptati idealisti, nazionalisti, spiritualisti e futuristi. Nel corso degli anni trenta si registra l'inserimento di ecclesiastici, da Lorenzo Perosi al cardinale Pietro Gasparri. L'Accademia viene divisa in quattro classi di quindici membri ciascuna: scienze fisiche, matematiche e naturali; scienze morali e storiche; lettere; arti.

L'Accademia promosse dal 1931 il Premio Mussolini, assegnato ogni anno per ciascuna delle quattro classi.

I primi accademici[modifica | modifica wikitesto]

I primi accademici, tutti nominati nel 1929 direttamente da Mussolini, con Decreto presidente del Consiglio 18 marzo 1929, furono: Antonio Beltramelli, Pietro Bonfante, Filippo Bottazzi, Armando Brasini, Pietro Canonica, Francesco Coppola, Giotto Dainelli Dolfi, Salvatore Di Giacomo, Enrico Fermi, Carlo Formichi, Umberto Giordano, Alessandro Luzio, Antonio Mancini, Filippo Tommaso Marinetti, Pietro Mascagni, Francesco Orestano, Alfredo Panzini, Nicola Parravano, Marcello Piacentini, Luigi Pirandello, Pietro Romualdo Pirotta, Ettore Romagnoli, Giulio Aristide Sartorio, Francesco Severi, Bonaldo Stringher, Alfredo Trombetti, Giancarlo Vallauri, Gioacchino Volpe e Adolfo Wildt[2].

Presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Tommaso Tittoni
1929-1930
Guglielmo Marconi
1930-1937
Gabriele D'Annunzio
1937-1938
Luigi Federzoni
1938-1943
Giovanni Gentile
1943-1944
Giotto Dainelli Dolfi
1944-1945

La vicenda dell'Accademia d'Italia è segnata da tre presidenze significative: Marconi, D'Annunzio e Federzoni. Guglielmo Marconi succede, il 19 settembre 1930, alla breve presidenza di Tommaso Tittoni, uomo della vecchia destra liberale, ministro degli Esteri con Giolitti. Alla morte improvvisa di Marconi, Mussolini decide di affidare la presidenza a D'Annunzio, una presidenza breve ma non priva di curiosi risvolti.

D'Annunzio non aveva mai preso la tessera del partito (se si prescinde da un'iniziale, effimera adesione al fascio di Fiume), e d'altra parte a molti fascisti dava fastidio la sua cultura "infranciosata" e decadente, il suo erotismo che aveva l'aria di una versione corrotta della virilità romana, l'atteggiamento indisciplinato e anarcoide. Per anni aveva giurato che mai avrebbe accettato di diventare membro dell'Accademia (che chiamava: la "mangiatoia degli Acca") ma non ha la forza di rifiutarne la presidenza. Tenta dapprima di limitarla a quella onoraria, ma il 20 settembre del 1937 Mussolini gli scrive: "non credo sia il caso. Tu non puoi né devi scendere a questo compito di figurante. Non è nel tuo stile e nemmeno nel mio". La presidenza del D'Annunzio, però, si limita, per quello che riguarda le sue funzioni di ordinaria amministrazione, alla nomina di un vice; il poeta non mette mai piede alla Farnesina. Allorché Vittorio Emanuele emette il decreto di nomina, il Vate gli manda un messaggio: "Gli anni e le malattie hanno resa la mia voce rauca e fievole; forse ritornerà alta e bella nell'ultima parola formulata dalla Morte". Al funerale del poeta, scomparso nel marzo del 1938, Mussolini vestirà l'uniforme dell'Accademia.

Nell'aprile 1938 è nominato presidente Luigi Federzoni, presidente del Senato e più volte ministro, il quale è tutt'altro che soddisfatto perché deve lasciare il Senato per l'incompatibilità delle cariche. Con Federzoni, l'apparente autonomia della cultura dalla politica, che sembrava caratterizzare l'azione di Marconi, lascia il posto alla piena e palese accettazione del compito "imperiale" di dare una base culturale alle imprese dell'Italia di Mussolini (realizzando, per dirla con il linguaggio del consiglio direttivo dell'istituzione, "la perfetta aderenza dell'Accademia ai problemi relativi alla posizione storica della nazione"). Pur non cessando di dare buoni frutti culturali, l'Accademia si allinea a tutte le battaglie del regime: quella del "voi" contro il "lei", quella contro le "parole esotiche", quella per l'architettura piacentiniana.

La legge n. 755 dell'8 giugno 1939 sancisce la fusione della Reale Accademia nazionale dei Lincei con la Reale Accademia d'Italia. Di fatto l'Accademia Nazionale dei Lincei è sciolta e assimilata dall'Accademia d'Italia, e i suoi membri aggregati a quest'ultima[3].

Il 22 maggio 1940, alla vigilia dell'entrata in guerra, l'alto consesso approva all'unanimità un messaggio che esprime al Duce "la certezza delle nuove e più alte mete alle quali egli condurrà la Patria Fascista", e pone al servizio di questa tutte le proprie energie di fede, di pensiero e di opere per unirsi allo sforzo compatto ed appassionato dell'intero popolo italiano. Poi le esigenze della guerra prendono il primo posto e culturalmente scende la notte.

La presidenza di Federzoni si chiude il 25 luglio 1943: avendo egli appoggiato l'Ordine del giorno Grandi, il 24 febbraio del 1944 un decreto del Duce lo destituisce da membro dell'Accademia (assieme ad Alberto De Stefani ed ai membri aggregati De Vecchi e Bottai).

Il suo posto è preso nel novembre 1943 da Giovanni Gentile, con il quale inizia l'ultimo capitolo dell'Accademia. Gli Alleati avanzano e nel gennaio del 1944 Gentile trasferisce a Firenze, in palazzo Serristori, la sede dell'istituzione. Da qui Gentile lavora all'emanazione di una serie di decreti vólti a riformarne l'organizzazione, tra cui quello che prevede la ricostituzione dell'Accademia dei Lincei come istituzione aggregata all'Accademia d'Italia (ora non più Reale). Questa e altre riforme non vedranno la luce, in quanto il 15 aprile dello stesso anno il filosofo cade vittima di un attentato gappista. A sostituirlo è chiamato Giotto Dainelli Dolfi, che ne è l'ultimo presidente.

La soppressione[modifica | modifica wikitesto]

Leonida Tonelli, uno degli ultimi premiati dell'Accademia
Ivanoe Bonomi soppresse l'Accademia nel 1944

Giotto Dainelli Dolfi è nominato con "poteri commissariali per l'amministrazione ordinaria e straordinaria dell'Ente e delle istituzioni annesse"; ricopre contemporaneamente la carica di podestà di Firenze e non ha la notorietà dei predecessori, pur essendo un valente professore di geografia fisica. Egli prende con impegno la nomina ed il 21 aprile 1944 conferisce i premi annuali al matematico Leonida Tonelli e allo scrittore Marino Moretti. Nel giugno Dainelli decide di trasferire l'Accademia al nord, prima a Bergamo, poi a Villa Carlotta nei pressi di Tremezzo, sul lago di Como. Il camion per Bergamo viene centrato durante un bombardamento e si perdono così sull'Appennino i documenti dell'Accademia. Questa notizia si deve a una lettera, datata 20 giugno 1947, del cancelliere dell’Accademia dei Lincei, Raffaello Morghen al direttore generale delle accademie e biblioteche, G. Gaetani d’Aragona, che chiedeva informazioni relative ad alcune pubblicazioni di Antonio Baldacci, depositate nell’Accademia d’Italia, in cui si legge che “nell’ultima spedizione di materiali della segreteria da Roma a Firenze, (…) l’autocarro venne bombardato e incendiato tra Arezzo e Firenze e tutti i materiali andarono perduti”. Ma come precisano le curatrici dell'inventario dell'archivio dell'Accademia, riordinato e poi pubblicato nel 2005: "Fortunatamente questa affermazione si è rivelata infondata per quanto concerne la documentazione dell’archivio. Leggendo le carte precedenti i trasferimenti che l’accademia, per le note vicende storiche e politiche, dovette affrontare, prima a Firenze e poi a Tremezzo, emerge che particolare attenzione fu invece riservata alla conservazione della documentazione. Di certo alcuni materiali andarono perduti nel corso del viaggio a Firenze, si pensa soprattutto agli allegati delle domande per i premi" (p. LXI).

Il 28 settembre 1944, il Governo Bonomi II emana due decreti legislativi che sanciscono rispettivamente la soppressione dell'Accademia d'Italia e la ricostituzione dell'Accademia Nazionale dei Lincei[4], anche se, nell'ambito della Repubblica Sociale Italiana, l'Accademia proseguirà le sue attività[senza fonte] fino alla Liberazione.

L'uniforme degli accademici[modifica | modifica wikitesto]

Alcune settimane prima dell'inaugurazione ufficiale dell'Accademia, nel settembre 1929, il regime incarica gli organi d'informazione quotidiana di divulgare la notizia relativa all'"uniforme" che i futuri accademici dovranno indossare nelle occasioni ufficiali con la nota seguente. La Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia pubblica il decreto che stabilisce l'uniforme degli accademici d'Italia e il suo uso nelle pubbliche funzioni e cerimonie. Tale uniforme consiste in un abito a spada in uso nelle uniformi civili, di panno turchino (bleu de roi) abbottonato con una sola fila di nove bottoni. Ricami d'argento su disegni di quercia al petto e sulle falde con ornamento, al posto delle tasche, collo e paramani, fioroni e bacchetta intorno all'abito, bottoni argentati, pantalone di panno turchino con bande di gallone d'argento, bicorno con nastro di seta nera, piumata in argento, coccarda nazionale, spada con elsa argentata e impugnatura d'avorio, porta spada a cartoccio. Il mantello è di panno con bavero di velluto. Quanto alle variante per il presidente ed i vice-presidenti, il primo aggiunge intorno al petto e al collo una guida uguale a quella delle falde, aggiunge sulle maniche sopra al paramano due guide simili e porta piuma bianca al cappello. I vice-presidenti aggiungono sulle maniche, sopra al paramano, una guida come sopra.

Accademici d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Elenco completo degli accademici dell'Accademia d'Italia aggiornato al luglio 1939[5].

Immagine Accademico d'Italia Nomina Classe Professione Note biografiche
Dionisio Anzilotti 27 settembre 1929 Classe delle scienze morali e storiche giurista Studioso di diritto internazionale
Antonio Baldini 12 giugno 1939 Classe delle Lettere scrittore, giornalista e saggista Ricevette il "premio Mussolini" per le lettere dell'Accademia d'Italia, nel 1937.
Cesare Bazzani 27 settembre 1929 Classe delle Arti architetto e ingegnere Bazzani è stato uno dei maggiori e più prolifici artefici dell'architettura pubblica italiana del primo Novecento.
Antonio Beltramelli 18 marzo 1929 Classe delle Lettere poeta e giornalista Corrispondente del Corriere della Sera dal 1907 al 1910, viaggiò in varie nazioni.
Rodolfo Benini 29 marzo 1932 Classe delle scienze morali e storiche statistico Membro onorario dell'ISTAT, dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e della Società Geografica Italiana.
Giulio Bertoni 29 marzo 1932 Classe delle Lettere linguista, filologo e critico letterario Membro del comitato di redazione dell'Atlante linguistico italiano, direzione della sezione di Linguistica della Enciclopedia Italiana (1925-1937).
Emilio Bianchi 3 marzo 1934 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali astronomo Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Brera, Presidente del Comitato per l'Astronomia e Geodesia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Società Astronomica Italiana.
Ettore Bignone 16 aprile 1939 Classe delle scienze morali e storiche .
Giovanni Battista Bonino 6 aprile 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali
Pietro Bonfante 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche .
Massimo Bontempelli 23 ottobre 1930 Classe delle Lettere Ne verrà espulso all'indomani della promulgazione delle Leggi Razziali fasciste, cui è radicalmente contrario.
Filippo Bottazzi 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali .
Armando Brasini 18 marzo 1929 Classe delle Arti .
Pietro Canonica 18 marzo 1929 Classe delle Arti .
Felice Carena 20 aprile 1933 Classe delle Arti .
Armando Carlini 12 giugno 1939 Classe delle scienze morali e storiche .
Emilio Cecchi[6] 30 maggio 1940 Classe delle Lettere .
Francesco Cilea 6 aprile 1939 Classe delle Arti .
Guelfo Civinini 12 giugno 1939 Classe delle Lettere .
Carlo Conti Rossini 29 maggio 1939 Classe delle scienze morali e storiche orientalista, funzionario pubblico Direttore Generale del Tesoro (1917-25), studioso di storia e cultura dell'Etiopia
Francesco Coppola 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche giornalista, politico, professore universitario esponente del nazionalismo italiano, aderì poi al fascismo
Gaetano Arturo Crocco 29 marzo 1932 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali militare, scienziato, professore universitario pioniere dell'aeronautica e della propulsione a razzo
Giotto Dainelli Dolfi 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario geologo e geografo, esploratore in Africa Orientale e Asia, presidente della Società Geologica Italiana
Lucio D'Ambra 19 aprile 1937 Classe delle Lettere scrittore, regista, produttore cinematografico .
Gabriele D'Annunzio 12 novembre 1937 Classe delle Lettere poeta, scrittore, drammaturgo .
Arturo Dazzi 19 aprile 1937 Classe delle Arti scultore e pittore .
Dante De Blasi 27 settembre 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario immunologo, batteriologo, igienista
Alberto De Stefani 29 marzo 1932 Classe delle scienze morali e storiche economista e politico ministro delle Finanze e del Tesoro dal 1922 al 1925
Salvatore Di Giacomo 18 marzo 1929 Classe delle Lettere poeta e drammaturgo importante autore di poesia in lingua napoletana
Antonio Dionisi 27 settembre 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario medico e patologo, autore di ricerche sulla malaria
Francesco Ercole 12 giugno 1939 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario, politico storico del medioevo, ministro dell'Educazione Nazionale tra il 1932 e il 1935
Ramiro Fabiani 12 giugno 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario geologo e paleontologo
Arturo Farinelli 27 settembre 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario critico letterario, germanista
Luigi Federzoni 7 marzo 1938 Classe delle scienze morali e storiche politico, scrittore uno dei principali esponenti del nazionalismo italiano, aderì al fascismo e ricoprì importanti cariche politiche e culturali
Enrico Fermi 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario, ricercatore fisico, uno tra i più importanti studiosi di fisica nucleare, premio Nobel per la fisica nel 1938
Ferruccio Ferrazzi 20 aprile 1933 Classe delle Arti pittore e scultore .
Giorgio Fishta 12 giugno 1939 Classe delle Lettere poeta uno dei più influenti poeti albanesi del XX secolo
Carlo Formichi 18 marzo 1929 Classe delle Lettere professore universitario orientalista, studiò la cultura dell'India
Pietro Gasparri 20 aprile 1933 Classe delle scienze morali e storiche religioso e diplomatico arcivescovo e cardinale, dal 1914 Segretario di Stato della Santa Sede, firmatario per la Santa Sede dei Patti Lateranensi
Angelo Gatti 19 aprile 1937 Classe delle Lettere militare, scrittore ufficiale durante la Prima Guerra Mondiale, scrisse saggi di argomento militare e opere di narrativa
Pietro Gaudenzi 12 giugno 1939 Classe delle Arti pittore .
Francesco Giordani 23 ottobre 1930 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario chimico, si occupò prevalentemente di elettrochimica, fu presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Umberto Giordano 18 marzo 1929 Classe delle Arti compositore uno dei principali esponenti del verismo musicale
Giovanni Giorgi 6 aprile 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario, ingegnere si occupò specialmente di elettromagnetismo e propose un nuovo sistema di unità di misura
Gustavo Giovannoni 22 marzo 1934 Classe delle Arti professore universitario, architetto .
Camillo Guidi 27 settembre 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario ingegnere, studioso di scienza delle costruzioni
Michelangelo Guidi 12 giugno 1939 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario islamista e arabista
Pasquale Jannaccone 23 ottobre 1930 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario economista
Biagio Longo 12 giugno 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario botanico, si occupò soprattutto di anatomia ed embriologia vegetali e di coltivazione di piante officinali
Antonino Lo Surdo 12 giugno 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario fisico, si occupò soprattutto di geofisica, fu uno dei fondatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e suo primo direttore
Alessandro Luzio 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche giornalista, storico, archivista .
Amedeo Maiuri 12 giugno 1939 Classe delle scienze morali e storiche archeologo, funzionario pubblico Si occupò di scavi archeologici nell'Egeo e in Campania
Antonio Mancini 18 marzo 1929 Classe delle Arti pittore .
Vincenzo Manzini 12 giugno 1939 Classe delle scienze morali e storiche avvocato, professore universitario studioso di diritto e procedura penale, tra il 1928 e il 1930 contribuì alla redazione del Codice penale e del Codice di procedura penale
Luigi Marangoni 12 giugno 1939 Classe delle Arti ingegnere e restauratore
Concetto Marchesi 12 giugno 1939 Classe delle Lettere professore universitario Latinista
Guglielmo Marconi 19 settembre 1930 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali inventore uno dei primi realizzatori di sistemi di comunicazione via radio, premio Nobel per la fisica nel 1909
Filippo Tommaso Marinetti 18 marzo 1929 Classe delle Lettere poeta, scrittore, drammaturgo fondatore del movimento futurista
Pietro Mascagni 18 marzo 1929 Classe delle Arti compositore e direttore d'orchestra uno dei più noti compositori del periodo a cavallo tra '800 e '900
Francesco Messina 1943 Classe delle arti scultore e direttore accademia di brera dal 1936
Federico Millosevich 12 giugno 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario mineralogista
Giovanni Muzio 12 giugno 1939 Classe delle Arti architetto esponente rappresentativo della corrente tradizionalista che caratterizzò l'architettura italiana degli anni venti e trenta
Carlo Alfonso Nallino 20 marzo 1932 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario islamista e arabista
Angiolo Silvio Novaro 27 settembre 1929 Classe delle Lettere poeta, scrittore, traduttore .
Ugo Ojetti 23 ottobre 1930 Classe delle Lettere scrittore, giornalista, critico d'arte .
Francesco Orestano 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario filosofo, vicino al futurismo e al fascismo, docente di etica
Alfredo Panzini 18 marzo 1929 Classe delle Lettere docente liceale, scrittore, critico letterario, lessicografo .
Giovanni Papini 19 aprile 1937 Classe delle Lettere scrittore, poeta, saggista Intellettuale controverso e discusso, da posizioni di avanguardia (futurismo, post-decadentismo) e ateismo passò al cattolicesimo, al conservatorismo e aderì al fascismo
Roberto Paribeni 27 settembre 1929 Classe delle scienze morali e storiche archeologo, funzionario pubblico compì scavi in Italia e altri paesi dell'area mediterranea, fu direttore generale delle Antichità e belle arti
Nicola Parravano 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario chimico
Cesare Pascarella 23 ottobre 1930 Classe delle Lettere poeta, pittore, viaggiatore importante autore di sonetti in romanesco
Francesco Pastonchi 12 giugno 1939 Classe delle Lettere poeta e critico letterario .
Federico Patetta 20 aprile 1933 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario si occupò principalmente di storia del diritto nel medioevo
Paolo Emilio Pavolini 23 ottobre 1930 Classe delle Lettere filologo e traduttore studioso di lingue e letterature nordiche e orientali
Lorenzo Perosi 23 ottobre 1930 Classe delle Arti compositore autore di musica sacra, esponente principale del Movimento Ceciliano
Silvio Perozzi 23 ottobre 1930 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario storico del diritto romano
Giuseppe Pession 19 aprile 1937 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali miiitare, professore universitario ufficiale di marina, docente di radiotelegrafia, direttore generale delle poste e telegrafi
Raffaele Pettazzoni 10 aprile 1933 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario storico delle religioni, uno dei primi studiosi di questa materia in Italia
Marcello Piacentini 18 marzo 1929 Classe delle Arti architetto e urbanista fu il principale rappresentante dello stile architettonico monumentale sostenuto dal regime fascista
Giuseppe Pianese 21 marzo 1932 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario studioso di anatomia patologica
Luigi Pirandello 18 marzo 1929 Classe delle Lettere drammaturgo e scrittore Premio Nobel per la letteratura nel 1934
Pietro Romualdo Pirotta 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario botanico
Ildebrando Pizzetti 12 giugno 1939 Classe delle Arti compositore e musicologo .
Ottorino Respighi 29 marzo 1932 Classe delle Arti compositore e direttore d'orchestra .
Salvatore Riccobono 29 marzo 1932 Classe delle scienze morali e storiche professore universitario giurista, studioso di diritto romano
Ettore Romagnoli 18 marzo 1929 Classe delle Lettere professore universitario grecista e letterato
Romano Romanelli 23 ottobre 1930 Classe delle Arti scultore .
Pietro Rondoni 22 marzo 1934 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario patologo e oncologo
Achille Russo 12 giugno 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario zoologo
Giulio Aristide Sartorio 18 marzo 1929 Classe delle Arti pittore, scultore, regista cinematografico .
Luigi Amedeo di Savoia-Aosta 23 ottobre 1930 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali ammiraglio, esploratore, alpinista .
Alfredo Schiaffini 12 giugno 1939 Classe delle Lettere professore universitario filologo e linguista
Attilio Selva 29 marzo 1932 Classe delle Arti scultore .
Francesco Severi 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario matematico
Filippo Silvestri 6 aprile 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali entomologo .
Renato Simoni 6 aprile 1939 Classe delle Lettere giornalista, commediografo, poeta, regista teatrale coautore del libretto della Turandot di Puccini
Ardengo Soffici 29 maggio 1939 Classe delle Arti pittore, scrittore, poeta .
Carlo Somigliana 12 giugno 1939 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario matematico e fisico
Bonaldo Stringher 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche politico, economista Direttore generale e poi primo Governatore della Banca d'Italia
Ettore Tito 27 settembre 1929 Classe delle Arti pittore e scultore .
Tommaso Tittoni 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche diplomatico e politico .
Domenico Trentacoste 29 marzo 1932 Classe delle Arti scultore, docente di arte .
Alfredo Trombetti 18 marzo 1929 Classe delle Lettere professore universitario glottologo
Giuseppe Tucci 27 settembre 1929 Classe delle Lettere esploratore e orientalista tibetologo
Giuseppe Ungaretti 1942 Classe delle Lettere poeta, scrittore, traduttore .
Vincenzo Ussani 12 giugno 1939 Classe delle Lettere professore universitario filologo, latinista
Giancarlo Vallauri 18 marzo 1929 Classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali professore universitario, militare si occupò soprattutto di elettrotecnica e di comunicazioni radio
Gioacchino Volpe 18 marzo 1929 Classe delle scienze morali e storiche storico, politico .
Adolfo Wildt 18 marzo 1929 Classe delle Arti scultore .
Angelo Zanelli 12 giugno 1939 Classe delle Arti scultore .

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1926 Fondazione della Reale Accademia d’Italia, su lincei-celebrazioni.it.
  2. ^ Direzione generale per gli archivi,Reale accademia d'Italia:inventario dell'archivio, 2005, Ministero per i beni culturali e ambientali, Roma, pagina XXXIX (PDF) (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2012).
  3. ^ Accademia dei Lincei - Cronologia - 1939 Fusione dell’Accademia dei Lincei con l’Accademia d’Italia, su lincei-celebrazioni.it. URL consultato il 25 maggio 2022.
  4. ^ Accademia dei Lincei - Cronologia - 1944, su lincei-celebrazioni.it. URL consultato il 25 maggio 2022.
  5. ^ Panorama 27 giugno 1939 pag 641
  6. ^ Annuario della Reale accademia d'Italia, Volumi 10-12, su books.google.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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