Abies fraseri

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Abete di Fraser
Giovane Abete di Fraser
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Pinophyta
Classe Pinopsida
Ordine Pinales
Famiglia Pinaceae
Genere Abies
Specie A. fraseri
Nomenclatura binomiale
Abies fraseri
(Pursh) Poir., 1817
Sinonimi
Nomi comuni

(EN) Fraser fir
(DE) Fraser-Tanne
(FI) Virginianpihta
(FR) sapin de Fraser
(HU) Cseroki jegenyefenyo
(IT) Abete di Fraser

Areale

L'abete di Fraser (Abies fraseri (Pursh.) Poir., 1817) è un albero della famiglia delle Pinaceae che vegeta sugli Appalachi.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico Abies, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dalla parola greca ἄβιος = longevo.[2] Il nome specifico fraseri fu assegnato in onore di John Fraser, botanico scozzese collezionista di specie botaniche nordamericane, tra le quali A. fraser.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una conifera di taglia medio-piccola, a portamento conico, che raggiunge altezze di 25 m e il cui tronco può raggiungere 75 cm di diametro. La corteccia, liscia e grigia, con l'età si spacca in placche rossastre. I rami principali dipartono dal tronco ad angolo retto; i ramoscelli secondari sono opposti, di colore giallo-marrone pallido con peluria rossastra. Le gemme, resinose, sono di forma conica, marroni chiare, ad apice acuto; le perule che le rivestono sono triangolari, resinose, a margine intero e punta affilata.[4]

Le foglie sono aghiformi, di colore verde scuro lucido, lunghe fino a 2,5 cm, con apice rotondeggiante o lievemente dentellato.[4]

Gli strobili femminili, di color porpora scuro, sono cilindrici, lunghi fino a 6 cm e larghi fino a 4 cm, sessili, con punta rotondeggiante; le scaglie sono a forma di ventaglio, lunghe 3 cm, larghe 3,5 cm, lisce. Le brattee sono verdi-giallastre. Gli strobili maschili sono giallo-rossi o giallo-verdi. I semi, di colore marrone, sono lunghi fino a 5 mm, con ala purpurea di 5 mm. I cotiledoni sono circa cinque.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Specie endemica dei monti Appalachi e presente in Carolina del Nord, Tennessee e Virginia.[1] Predilige quote montane comprese tra i 1.200 e i 2.000 m, esposte a settentrione e con suoli podzol e moderatamente acidi. Il clima di riferimento è quello montano, con estati fresche e inverni freddi e nevosi con precipitazioni annue variabili tra 850 e 2.000 mm. Può formare boschi puri alle alte quote, più comunemente in associazione con Picea rubens, Betula papyrifera, Tsuga caroliniana, Betula alleghaniensis, Sorbus americana, Acer saccharum e Fraxinus caroliniana. Ericaceae e altre erbe sono comuni nel sottobosco, così come veri e propri tappeti di muschio (Hylocomium splendens).[1]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito i sinonimi conosciuti:[5]

  • Abies balsamea subsp. fraseri (Pursh) A.E.Murray
  • Picea fraseri (Pursh) Loudon
  • Picea hudsonia Gordon
  • Pinus fraseri Pursh

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante l'altezza non eccessiva rispetto ad altre specie, nella fascia orientale degli Stati Uniti è ampiamente utilizzato come albero di Natale per la fragranza, la forma e per la caratteristica dei suoi aghi di rimanere morbidi anche molto tempo dopo il taglio. Viene altresì utilizzato come albero ornamentale in giardini privati e pubblici.[3]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Oltre che dalle difficili condizioni climatiche in cui vegeta e dalla competizione con specie antagoniste, è minacciato soprattutto dall'insetto Adelges piceae, che dal 1957 al 1980 ha provocato la morte di quasi 2 milioni di esemplari, riducendo sostanzialmente la popolazione totale di abeti di Fraser, il cui areale è diventato molto frammentato con un'area di occupazione di circa 500 km². Al momento non sono ancora stati trovati rimedi efficaci per eliminare il parassita. La specie viene quindi inserita tra le specie in pericolo di estinzione nella Lista rossa IUCN (Endangered).[1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Farjon, A. 2013., Abies fraseri, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Pier Luigi Nimis, Nevio Agostini, Marco Verdecchia e Elias Ceccarelli, Guida agli alberi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (PDF), su Dryades project Dipartimento di Scienze della Vita Università di Trieste, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. URL consultato il 21 marzo 2019.
  3. ^ a b (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, pp. 86-87. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  4. ^ a b c (EN) Abies fraseri, su The Gymnosperm Database. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  5. ^ (EN) Abies fraseri (Pursh) Poir., in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28/4/2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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