Abdellah Taïa

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Abdellah Taïa durante la lettura pubblica del suo romanzo L'Armée du salut all'Internationell Författarscen (International Writers’ Stage) di Stoccolma nel 2013. Foto di Håkan Lindquist

Abdellah Taïa (in arabo عبد الله الطايع?; Rabat, 8 agosto 1973) è uno scrittore, regista e sceneggiatore marocchino, residente in Francia, a Parigi, dal 1998.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Abdellah Taïa nasce a Rabat[1] l'8 agosto del 1973 da una numerosa e modesta famiglia originaria di Salé, città dove peraltro cresce. Dopo aver studiato letteratura francese presso le università di Rabat, Ginevra e Parigi (Sorbona), Taïa ha cominciato a dedicarsi alla stesura di romanzi e racconti in lingua francese, molti dei quali d'ispirazione autobiografica; tra le sue opere più famose: Des Maroc (Parigi: Paris-Méditerranée, 1999), Mon Maroc (Parigi: Séguier, 2000), Le rouge du tarbouche (Parigi: Séguier, 2005[2]; Casablanca: Tarik, 2006) e L'Armée du salut (Parigi: Seuil, 2006). Nel 2007 è autore, assieme a Frédéric Mitterrand, di un libro di fotografie e prose intitolato Maroc 1900-1960 (Parigi: Actes Sud, 2007). Nel suo racconto De Jenih à Genet, contenuto nella raccolta Le rouge du tarbouche, narra dello scrittore, drammaturgo e poeta francese Jean Genet in Marocco, attraverso una storia d'amore ambientata a Larache (città dove Genet è seppellito).

Taïa è il primo scrittore marocchino ad aver dichiarato apertamente di essere omosessuale.[3] Lo scrittore appare anche nel film di Rémi Lange Tariq el hob (trad. lett. "la strada per amare"), in cui i due protagonisti vanno a visitare la tomba di Genet.

Nell'agosto del 2009, nell'ambito del Mardi Gras svoltosi a Torre del Lago Puccini, nei pressi della zona di Viareggio (in provincia di Lucca), è stato premiato come personaggio gay dell'anno in Italia.

Dopo aver a lungo sognato di lavorare nel mondo del cinema[4], nel 2013 ha girato il suo primo film da regista, L'Armée du salut ("L'esercito della salvezza"), liberamente tratto dal suo omonimo romanzo, e invitato a partecipare alla Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia.[5]

Nel 2021 ha ricevuto a Palermo il Premio Nino Gennaro, che viene assegnato ogni anno dal Sicilia Queer filmfest a persone che si siano distinte a livello internazionale nella promozione della cultura lgbtqi+.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Abdellah Taïa, Lettres a un jeune marocain, Parigi, Seuil, 2009, ISBN 978-2-02-100539-4.
  • Abdellah Taïa, Uscirò da questo mondo e dal tuo amore, traduzione di Stefano Valenti, Milano, Isbn Edizioni, 2010, ISBN 978-88-7638-127-0.
  • (CA) Abdellah Taïa, Una melanconia arab, Irun, Alberdania, 2009, ISBN 978-84-9868-065-2.
  • (FR) Abdellah Taïa, L'armee du salut, Parigi, Seuil, 2006, ISBN 978-2-7578-0819-1.
  • Abdellah Taïa, L'esercito della salvezza: romanzo di formazione, traduzione di Stefano Valenti, Milano, Isbn Edizioni, 2009, ISBN 978-88-7638-126-3.
  • Abdellah Taïa, Anushka, traduzione di Silvia Nugara, in "Atti impuri", vol. 6, Torino, Miraggi, 2013, pp. 13-19, ISBN 978-88-96910-36-8.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joe Edgar, A conversation with Moroccan novelist Abdellah Taïa, su Sampsonia Way, 10 settembre 2012.
  2. ^ Tahar Ben Jelloun, La difficile condizione degli omosessuali arabi, in la Repubblica, 21 agosto 2007, p. 20. URL consultato il 2 febbraio 2010.
  3. ^ Antonio Prudenzano, TaÏa, scrittore gay e musulmano: "A volte piango, ma non mi sono mai pentito di aver fatto outing", in Affari Italiani, 11 giugno 2010. URL consultato il 2 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2012).
  4. ^ Silvia Nugara, Une mélancolie arabe: scrittura e desiderio tra le pagine di Abdellah Taïa, in Nude Review, Milano, Misterdomain, n. 4, 30 dicembre 2012. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2013).
  5. ^ L’Armée du salut, su SNCCI (Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici Italiani). URL consultato il 25 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2014).

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