Abbey Road

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Abbey Road
album in studio
ArtistaThe Beatles
Pubblicazione26 settembre 1969
Durata47.54
Dischi1
Tracce17
Genere[1]Pop rock
Blues rock
Hard rock
Rock progressivo
Album-oriented rock
EtichettaEMI, Apple
ProduttoreGeorge Martin
RegistrazioneAbbey Road Studios, Olympic Studios e Trident Studios Londra, da aprile ad agosto 1969
FormatiLP
Altri formatiCD, download digitale, streaming
Certificazioni originali
Dischi d'oroBandiera della Francia Francia[2]
(vendite: 379 800+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia (3)[3]
(vendite: 210 000+)
Bandiera del Belgio Belgio[4]
(vendite: 20 000+)
Bandiera della Danimarca Danimarca (3)[5]
(vendite: 60 000+)
Bandiera della Germania Germania[6]
(vendite: 500 000+)
Bandiera del Giappone Giappone (3)
(vendite: 750 000+)
Bandiera della Lettonia Lettonia[7]
(vendite: 9 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda (5)[8]
(vendite: 75 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (8)[9]
(vendite: 2 400 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (12)[10]
(vendite: 12 000 000+)
Dischi di diamanteBandiera dell'Argentina Argentina[11]
(vendite: 500 000+)
Bandiera del Canada Canada[12]
(vendite: 1 000 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi di platinoBandiera dell'Italia Italia (2)[13]
(vendite: 100 000+)
The Beatles Bandiera del Regno Unito - cronologia
Album precedente
(1969)
Album successivo
(1970)
The Beatles Bandiera degli Stati Uniti - cronologia
Album precedente
(1969)
Album successivo
(1970)
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
OndarockPietra miliare
AllMusic
Rolling Stone
The Daily Telegraph
Down Beat
Pitchfork[senza fonte]
Piero Scaruffi[14]

Abbey Road è l'undicesimo album del gruppo musicale britannico The Beatles (dodicesimo considerando anche l'album Magical Mystery Tour, in origine pubblicato come LP solo negli USA e come EP in UK), pubblicato il 26 settembre 1969 dalla Apple Records[15][16].

La rivista Rolling Stone l'ha inserito nel 2020 al 5º posto della lista dei 500 migliori album[17], mentre la rivista New Musical Express lo posiziona al 34º posto della sua analoga classifica dei migliori 500 album[18][19]; compare anche nel volume 1001 Albums You Must Hear Before You Die[20].

Il 27 settembre 2019 è stata pubblicata la versione rimasterizzata per Dolby Surround 5.1 e per Dolby Atmos[21][22].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Abbey Road è l'ultimo album in studio inciso dai Beatles[23]; il successivo Let It Be (pubblicato nel maggio del 1970) contiene infatti brani registrati in precedenza nel gennaio 1969[24].

Nel lato A ci sono pezzi divenuti celebri come Come Together di Lennon e Something, che assieme a Here Comes the Sun è fra le più celebri canzoni di Harrison. Octopus's Garden fu la seconda e ultima composizione come unico autore di Ringo Starr nei Beatles.

Il lato B è costituito quasi interamente da un lunghissimo medley (chiamato anche The Long One[25] in cui ballate e brani rock and roll si susseguono senza soluzione di continuità, con temi ripresi e variazioni, fino a un imponente crescendo finale). Fra i temi che si susseguono ce ne sono molti divenuti celebri, da She Came In Through the Bathroom Window a Golden Slumbers, fino al celebre finale, in cui il potente crescendo introdotto da Carry that Weight si risolve all'improvviso nella delicata melodia di The End, unica canzone del gruppo di Liverpool in cui il batterista Ringo Starr compie un assolo di batteria, nel brano è presente una sola strofa: «And in the end the love you take is equal to the love you make», verso che John Lennon definì "cosmico e filosofico"[26].

Benché i quattro musicisti raramente partecipassero assieme alle sedute di registrazione[27], il risultato finale è un album notevole e di altissimo livello[28]. Il disco registrò un successo di vendite, risultando l'LP dei Beatles più venduto di sempre con più di cinque milioni di copie commercializzate nel primo anno. A paragone, due anni prima le vendite di Sgt Pepper si erano fermate a tre milioni[29].

La storia dell'album[modifica | modifica wikitesto]

Antefatto: il Rooftop Concert e l'abbandono del progetto Get Back[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 gennaio 1969 i Beatles suonarono per l'ultima volta dal vivo in quello che passerà alla storia come il "Rooftop Concert", in cima alla terrazza della sede della Apple[30]. Il giorno dopo i quattro musicisti si trovarono in sala d'incisione per registrare i video delle ultime tre canzoni che avrebbero dovuto completare l'album Get Back[31] e fissarono per il 3 febbraio la riunione per la gestione della Apple, la loro società: da una parte Harrison, Lennon e Starr volevano assumere il manager degli Stones Allen Klein per rimettere in sesto la disastrata società, e dall'altra McCartney invece voleva affidarne la gestione allo studio legale Lee Eastman Inc.[32] – e con questa spaccatura si raggiunse l'apice di quella che Lennon definì la "morte lenta"[33], iniziata con il decesso del manager del gruppo Brian Epstein nell'estate del 1967[34].

Realizzazione del disco[modifica | modifica wikitesto]

La targa stradale di Abbey Road

Successivamente Paul riunì i Beatles ad Abbey Road insieme a George Martin il 26 aprile con l'obiettivo di registrare un numero di brani sufficienti per coprire almeno una facciata entro giugno, mese che Lennon aveva richiesto di vacanza per la sua campagna pacifista insieme alla moglie Yōko Ono. Il più impegnato nel progetto era McCartney, al punto che per una settimana prima dalla data di inizio registrazioni si presentò ad Abbey Road per provare la giusta performance vocale di Oh! Darling. La prestazione è straordinariamente energica, e il vigore vocale non si ricordava dalle interpretazioni di Long Tall Sally e I'm Down[35]. Harrison e Lennon invece si tennero piuttosto distanti dal progetto. Alla scadenza prefissata le uniche canzoni registrate erano Oh! Darling, Octopus's Garden di Ringo e You Never Give Me Your Money, composta da McCartney traendo spunto dalla discussione del 3 febbraio[36][37]. Nei primi giorni di giugno la EMI fece uscire come singolo The Ballad of John and Yoko, Lennon iniziò le sue performance a favore della pace nel mondo assieme alla moglie (bed-in) e registrò Give Peace a Chance, che porta anche la firma di McCartney come per sdebitarsi del lavoro svolto da Paul per The Ballad of John and Yoko[38].

I Beatles stabilirono di ritrovarsi il 2 luglio; l'album, ancora privo di nome, non aveva nemmeno una scaletta e Paul accarezzò l'idea di rispolverare i vecchi demo di Get Back, dar loro una ripulita e aggiungere qualcuno dei nuovi brani. Nella settimana in cui Lennon era lontano dagli studi di registrazione perché convalescente dopo un incidente stradale[39] furono incise la versione definitiva di Her Majesty e i nastri base di Golden Slumbers, Carry That Weight, Here Comes the Sun e Maxwell's Silver Hammer, rifinite a fine luglio assieme alla registrazione di Come Together, The End, Sun King, Mean Mr. Mustard, Polythene Pam, She Came In Through the Bathroom Window; e ad agosto fu la volta di Because, l'ultimo pezzo inciso in ordine di tempo[40]. Per il lato A vennero scelti brani separati, e McCartney poté inserire sul lato B quello che sarebbe diventato un lungo medley, cioè una successione senza pausa di otto canzoni: You Never Give Me Your Money, Sun King, Mean Mr. Mustard, Polythene Pam, She Came In Through the Bathroom Window, Golden Slumbers, Carry That Weight e The End[41].

Le prime ipotesi per il titolo dell'album furono Four in the Bar, All Good Children Go to Heaven e Billy’s Left Foot, ma quello che alla fine sembrava essere in prima posizione fu Everest (la marca di sigarette che fumava all'epoca il tecnico del suono dei Beatles Geoff Emerick), ma la prospettiva di volare in Tibet per scattare la fotografia per la copertina non trovò consensi[42]. Quasi per gioco, Ringo propose infine Abbey Road, idea che venne accolta[43]. Il 25 settembre Lennon entrò negli studi londinesi per incidere il suo primo singolo da solista[44][45]; il giorno dopo Abbey Road uscì nei negozi di dischi del Regno Unito[46].

La copertina[modifica | modifica wikitesto]

Abbey Road nel 1969

La copertina dell'album è una delle più celebri e citate della storia della musica pop[47]. È anche l’unica copertina della band di Liverpool in cui non compare né il titolo dell’album, né il nome del complesso (si trovano entrambi sul retro). Si vedono i quattro membri intenti ad attraversare un passaggio pedonale di Abbey Road, la via di Londra sede degli Abbey Road Studios, nei quali i Beatles incisero per l'intera carriera. Lo scatto fotografico è opera di Iain Macmillan che, verso mezzogiorno dell'8 agosto 1969, stando in bilico su una scala in mezzo alla strada, immortalò la scena con la sua Hasselblad mentre i Beatles andavano avanti e indietro lungo le strisce pedonali: dei sei scatti fu scelto il quinto dove i quattro erano ben allineati e poi anche perché, considerata la fase della loro carriera, li rappresentava in marcia come se andassero via dagli studi di registrazione[48].

Diversi elementi in questa foto contribuirono ad alimentare la leggenda della morte di Paul McCartney: Paul è l'unico scalzo e fuori passo rispetto agli altri, e nel Regno Unito i morti vengono sepolti scalzi; in testa al gruppo c'è Lennon che dovrebbe rappresentare il gran sacerdote, ministro del culto, o forse un angelo, (in contrapposizione con il polverone alzato dallo stesso John, dopo aver affermato che “I Beatles sono più famosi di Gesù Cristo”) a seguire Ringo Starr completamente vestito di nero (da impresario delle onoranze funebri) e in ultimo George Harrison vestito tutto in jeans, come un becchino[49]; la targa LMW 281F (letta 28IF) del maggiolino parcheggiato sulla sinistra indicherebbe l'età di Paul se fosse stato in vita all'epoca dell'uscita del disco[50] (ma all'epoca della celebre fotografia, scattata l'8 agosto 1969, Paul aveva 27 anni, essendo nato il 18 giugno 1942); LMW viene interpretato come "Linda McCartney Weeps" (Linda McCartney piange)[51]; il fatto che Paul, mancino, tenga una sigaretta nella destra. Sul lato opposto un grosso furgone nero parcheggiato ricorda un Black Maria, di quelli utilizzati dalla polizia mortuaria negli incidenti stradali[52].

Turisti in posa sulle strisce (2010)

I riferimenti a questa celebre copertina in opere di altri artisti sono numerosi. The Abbey Road E.P., dei Red Hot Chili Peppers, ha la copertina con i membri del gruppo intenti ad attraversare lo stesso passaggio pedonale completamente nudi tranne un calzino per ciascuno indossato per coprire il pene[53]. Fra i tanti altri, hanno parodiato la copertina di Abbey Road in una delle loro opere discografiche i Beatallica, Benny Hill, Chubb Rock e Kanye West[54].

Lo stesso McCartney, con riferimento alla leggenda della propria morte, riprese l'immagine nella copertina del suo album dal vivo Paul Is Live[55] e alla fine del video del brano Spies Like Us[56].

Il passaggio pedonale di quella celebre foto è oggi una vera e propria attrazione turistica, con centinaia di visitatori che ogni giorno si mettono in posa per una foto ricordo sulle strisce pedonali più fotografate al mondo[57].

I brani[modifica | modifica wikitesto]

Come Together[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Come Together.
Lennon fu accusato di plagio da Chuck Berry

Originariamente, Come Together nacque a Montreal, Canada, come demo di Lennon a supporto della campagna politica che Timothy Leary stava conducendo contro Ronald Reagan per la poltrona di governatore della California. Il motto di Leary, profeta della controcultura underground della fine degli anni sessanta, era infatti “Come together - Join the Party” (“Mettetevi insieme - Unitevi al partito”, ma anche “Venite assieme - Partecipate alla festa”)[58].

John intuì il valore della canzone e, a seguito dell'arresto di Leary per possesso di marijuana, la portò con sé a Londra e dal 21 luglio 1969 il gruppo cominciò a lavorarla in studio fino a farla diventare una delle produzioni qualitativamente migliori della loro carriera[59]. Il testo nonsense presenta richiami all'uso di droghe, con la ripetizione ossessiva di shoot, che è in realtà shoot me (fammi una pera) con l'ultimo monosillabo “nascosto” da una nota di basso[60], e allusioni sessuali, con l'assonanza dei verbi come e cum (venire).

Nel testo, Lennon cita il termine “Coca-Cola”, e perciò il pezzo fu messo al bando dalla BBC: questo violava il codice sulla pubblicità in TV. Inoltre Lennon fu accusato di plagio per aver inserito nella canzone due frasi tratte da You Can't Catch Me di Chuck Berry. La disputa giuridica si compose amichevolmente dopo qualche anno, anche grazie alla disponibilità di Lennon a incidere tre brani dell'editore di Berry – You Can't Catch Me e Sweet Little Sixteen che apparvero nell'album Rock 'n' Roll[61], e Ya Ya eseguita in Walls and Bridges[62].

Pubblicata il 31 ottobre come lato B del singolo che la vedeva assieme a Something[63], raggiunse la vetta delle classifiche americane, mentre in Inghilterra non andò oltre il quarto posto[64].

Something[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Something.

Il 25 febbraio 1969, giorno del suo ventiseiesimo compleanno, George Harrison si recò da solo in sala di registrazione per incidere una copia dimostrativa di quello che sarebbe diventato a giudizio unanime il suo capolavoro. In quella sede, George si esibì in parti strumentali alla chitarra, al piano e in sezioni vocaliche, mettendo su nastro un demo tanto semplice quanto suggestivo[65]. A quella stessa seduta risalgono anche le primissime registrazioni di Old Brown Shoe, destinata ad essere il lato B di The Ballad of John and Yoko, e All Things Must Pass, che avrebbe dato il titolo all'album All Things Must Pass di Harrison pubblicato nel 1970, dopo lo scioglimento del gruppo[66].

Non si trattava in realtà di una creazione totalmente nuova. Il 19 settembre dell'anno precedente, nel corso della prima seduta di registrazione del brano Piggies, George aveva accennato il motivo di Something alla tastiera di un clavicembalo. Chris Thomas – quel giorno, produttore in sostituzione di Martin e clavicembalista – rimase entusiasta del pezzo e propose di inserirlo nel White Album in sostituzione di Piggies. Ma l'ebbe vinta la ritrosia di Harrison, e Something vide la luce solo a fine settembre dell'anno successivo[67].

In un primo tempo, forse per paura di un rifiuto da parte dei suoi compagni, Harrison offrì la canzone a Joe Cocker che la incise con qualche lieve variazione nelle parole e nella tonalità di base; invece, nonostante i timori dell'autore, Lennon e McCartney si dissero rammaricati per la decisione di cedere la composizione, proponendo di registrarla come gruppo ad Abbey Road[68]. E ciò avvenne per diverse sedute fino alla sovraincisione finale degli archi che ebbe luogo il 15 agosto[69].

Secondo l'opinione comune, il pezzo è dedicato alla moglie Pattie Boyd ma è lo stesso autore a smentire questa convinzione[70]. Le parole iniziali prendono spunto dal brano Something in the Way She Moves del cantautore statunitense James Taylor che aveva esordito nel dicembre 1968 con un album su etichetta Apple nel quale McCartney aveva suonato il basso.

Dopo Yesterday, è la canzone dei Beatles della quale sono state realizzate più cover. Negli anni ottanta, Frank Sinatra avrebbe definito Something «la più grande canzone d'amore degli ultimi cinquant'anni»[71].

Maxwell's Silver Hammer[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Maxwell's Silver Hammer.

La traccia era già stata provvisoriamente incisa su nastro alla fine del 1968 con l'idea di includerla nel White Album. Accantonato il progetto, pochi mesi dopo era stata ripresa e suonata – ma non registrata – dal gruppo nei Twickenham Studios[72]. Il 9 luglio i Beatles si riunirono negli studi di Abbey Road e in quell'occasione finalmente fu registrata la base ritmica di Maxwell's Silver Hammer alla quale successivamente furono sovraincise parti di chitarra. Senza contare i ritocchi finali in una seduta del 6 agosto, la registrazione occupò tre giorni di luglio nei quali, fra le percussioni, fu usata una vera incudine – affittata per l'occasione da un'agenzia teatrale –, battuta da Mal Evans[73][74]. Il testo, secondo Paul McCartney, intendeva essere «una metafora sugli alti e bassi della vita»[75].

I giudizi sul pezzo divergono. Paul – autore del brano e voce solista – riteneva che il motivo avesse tutte le potenzialità per un singolo di successo[76]; John, al contrario, non si mostrò mai entusiasta e, come ebbe a dichiarare in seguito, non si divertì granché in quelle tre sedute[77]. Il parere di Ian MacDonald è severo; secondo il critico musicale, dalla composizione risalta un «McCartney immaturo ed egocentrico che aveva scialacquato la riserva di pazienza e di concordia del gruppo con ridacchianti insulsaggini come questa»[76].

Oh! Darling[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Oh! Darling.

Il 20 aprile iniziarono le registrazioni di Oh! Darling (I'll Never Do You No Harm), titolo provvisorio della canzone che aveva già visto una primissima edizione il 27 gennaio[78]. Il protagonista assoluto fu Paul McCartney, che volle dare alla propria voce un timbro ruvido e arrochito. Per questo, durante l'intera settimana precedente l'inizio delle incisioni andò in sala a esercitarsi e nelle cinque sedute di registrazione che ci vollero per terminare il lavoro rifece ossessivamente la parte vocale, mai pienamente soddisfatto. Riferisce il tecnico di studio Alan Parsons:[79]

«Il vero tormentone era Paul che tornava sempre a rifare la voce di Oh! Darling. Arrivava, cantava e poi sentenziava: “No, non ci siamo. Riprovo domani”. Ricordo che arrivò a dire: “Cinque anni fa, una cosa simile l'avrei fatta in un lampo”, e si riferiva, immagino, ai tempi di Long Tall Sally e Kansas City

Musicalmente lo spunto per la composizione può essere rintracciato in Can't Believe You Wanna Leave di Fats Domino, ma dal punto di vista della metrica e della struttura Oh! Darling si avvicina molto a Need Your Love So Bad, che i Fleetwood Mac avevano ripreso da Little Willie John[80]. Il timbro vocalico richiama le caratteristiche di Jackie Wilson[81].

Anche in questo caso Lennon, pur riconoscendo il valore del brano, manifestò palesemente le proprie perplessità sul lavoro svolto da Paul McCartney, a riprova delle tensioni fra i due[82].

Octopus's Garden[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Octopus's Garden.

Nell'agosto del 1968 Ringo Starr si trovava con la famiglia in vacanza in Sardegna. In una chiacchierata con un pescatore, rimase incantato dalla descrizione delle abitudini del polpo. Ricorda lo stesso Ringo:[83]

«Mi disse che i polpi se ne andavano in giro sul fondo del mare a raccogliere sassolini e oggetti lucenti con i quali costruivano giardini... Pensai che fosse una cosa fantastica.»

Ringo si mise a scrivere la sua seconda canzone delineando un motivo semplice e senza pretese nel suo stile country & western[84]; e al ritorno dalla vacanza, assieme a Harrison si impegnò a migliorare e rifinire il pezzo (è di George l'assolo di chitarra d'apertura[85]). Ripensando a Yellow Submarine, di cui riprendeva le atmosfere[86], per produrre suoni gorgoglianti Ringo si mise a soffiare con una cannuccia bollicine in un bicchiere pieno d'acqua. Alan Brown, tecnico della seduta del 17 luglio, così racconta:[79]

«Ci mettemmo un microfono vicinissimo, in modo da riprodurre tutti i suoni, fino all'ultima bolla.»

I Want You (She's So Heavy)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: I Want You (She's So Heavy).
Il primo modello di moog in commercio (1964) utilizzato da Lennon per il "rumore bianco" nel brano I Want You

Il 22 febbraio, quasi tre settimane dopo il litigio, i quattro Beatles si ritrovarono senza ancora aver bene capito cosa avrebbero fatto e soprattutto come utilizzare tutti i nastri incisi per l'album Get Back. Evitando le discussioni economiche, lasciate in mano ai loro legali, i quattro si riunirono ai Trident Studios (gli studi della Apple erano momentaneamente in fase di ristrutturazione[87]) per lavorare sulla copia di prova di una canzone di Lennon abbozzata negli studi della Apple il 29 gennaio: I Want You (She's So Heavy). Era il primo vagito di Abbey Road, anche se nessuno sapeva ancora cosa fosse. L'incisione del 22 febbraio costituisce infatti la linea di demarcazione fra il progetto Get Back e l'album in gestazione[88].

Dopo le prime due sedute, il pezzo fu lasciato riposare per essere ripreso in due sessioni in aprile e infine completato a metà agosto. Il 20 di quel mese vide i quattro musicisti riuniti per l'ultima volta tutti insieme contemporaneamente in sala d'incisione[89] per operazioni di mixaggio. In quell'occasione, mentre i tecnici si preparavano a predisporre una dissolvenza conclusiva, Lennon, riascoltando il risultato finale, ordinò a un incredulo Geoff Emerick di tagliare il nastro di netto a un certo punto, senza alcun fade out, producendo la brusca conclusione del lato 1 dell'album[90].

È di Lennon, oltre al contributo della voce principale, la linea della chitarra solista[84], I Want You (She's So Heavy) è considerata da parte della critica uno dei primi pezzi heavy metal della storia del rock[91]. Nei suoi ricordi, Tony Bramwell si assume la paternità dell'aggettivo “heavy” pronunciato in una breve chiacchierata con Paul McCartney e fatto proprio dai Beatles nell'espressione colloquiale “it's so heavy, man”[92].

Here Comes the Sun[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Here Comes the Sun.

Una bella giornata di prima primavera, George Harrison decise di sottrarsi alla routine del lavoro burocratico di Savile Row[93][94]. Se ne andò nel Surrey, a casa dell'amico Eric Clapton, e cominciò a trastullarsi con la chitarra nel giardino inondato di sole. La struttura di Here Comes the Sun scaturì dallo strumento con naturalezza. Lo dice lo stesso Harrison:[95]

«Anche solo trovarmi là fuori al sole fu per me una grande liberazione. La canzone mi venne fuori così, spontaneamente.»

Secondo il suo autore, il brano si richiama alle frasi musicali di The Bells of Rhymney nella versione dei Byrds[96]. Il 7 luglio 1969, dopo qualche mese trascorso a rifinirlo, George portò il pezzo in studio e lì fu registrata la prima versione con Paul al basso, Ringo alle percussioni e George alla voce e alla chitarra acustica. Nell'ultima seduta relativa a Here Comes the Sun, il pezzo vide la sovraincisione di viole, violoncelli, clarinetti, flauti, ottavini e un contrabbasso diretti da George Martin[97].

Because[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Because.

Fu, in ordine di tempo, l'ultima canzone registrata per Abbey Road. Per la sua creazione, John Lennon si ispirò alla sonata per piano in Do diesis minore, Opera 27 nº 2 (nota come Al chiaro di luna) di Beethoven, che Lennon aveva sentito suonare da Yoko Ono e alla quale aveva chiesto di riprodurre gli accordi al contrario; e ne aveva tratto una delicata composizione, certamente la più complessa dal punto di vista armonico in cui il quartetto si fosse cimentato in tutta la propria carriera[98].

George Martin intervenne direttamente nella prima seduta del 1º agosto per istruire i quattro Beatles sui passaggi musicalmente più ostici e per incidere gli arpeggi al clavicembalo elettrico[99]. Nelle due successive sedute del 4 e del 5 agosto furono sovraincise una parte di Moog suonato da George Harrison e ulteriori parti vocali. E in tre giornate di registrazione la canzone fu completata.

Il Medley[modifica | modifica wikitesto]

«Mettere due canzoni insieme, ho sempre amato quel trucco, quando funziona»

La suite che occupa gran parte del lato B di Abbey Road nasce da diversi fattori. In primo luogo, George Martin incitava i quattro musicisti a «pensare in modo sinfonico»[100], stimolandoli a maggiore complessità delle strutture armoniche e melodiche dei loro pezzi e all'uso del contrappunto. Inoltre, nel mese di luglio 1969 i Beatles avevano lavorato in sala di incisione producendo composizioni di buon valore; ognuna di esse aveva alle spalle una propria storia e una propria fisionomia ma nessuna era pienamente sviluppata e perciò pronta per la pubblicazione sull'album come entità individuale[101]. Infine, Paul McCartney ammirava le suite di gruppi come Mothers of Invention, Small Faces e Who, ed era rimasto colpito da come i Beach Boys riuscissero a cucire insieme segmenti sonori sviluppandone un tema di più largo respiro[102].

Fu perciò proprio McCartney a lanciare la proposta di riunire quelle canzoni in un collage[103]. Martin si dichiarò entusiasta dell'idea, che piacque anche a Ringo e a George. John fu l'unico a mostrare scetticismo rispetto a questa soluzione ma, in totale minoranza, dovette cedere accettando di partecipare al progetto mantenendo comunque profonde riserve[59]. Dichiarò Lennon in seguito: «Mi piaceva la facciata A dell'album. Non mi è mai piaciuta quella specie di opera pop sull'altro lato, credo sia spazzatura[104].

Le parole di The End

Dopo sedute di registrazione, sovraincisione, missaggio e montaggio, prese corpo una suite composta da You Never Give Me Your Money/Sun King/Mean Mr. Mustard/Polythene Pam/She Came In Through the Bathroom Window/Golden Slumbers/Carry That Weight/The End. Dopo venti secondi dalla conclusione di The End, chiudeva la sequenza la traccia Her Majesty, che Paul aveva inciso da solo su tre nastri nella seduta del 2 luglio e che in un primo tempo era stata montata fra Mean Mr. Mustard e Polythene Pam. L'echeggiante accordo che si sente in apertura di Her Majesty altro non è che quello conclusivo di Mean Mr. Mustard, deliberatamente lasciato nella versione definitiva[105].

Il brano conclusivo subì un sorte curiosa. In fase di montaggio, Paul McCartney, dopo aver riascoltato l'assemblaggio dei brani in sequenza nel Medley, decise che Her Majesty montata centralmente ne interrompeva la scorrevolezza, e pertanto diede ordine al tecnico John Kurlander di eliminarla. Kurlander, ligio alle regole che vigevano ad Abbey Road, rimosse la ballata di Paul ma, anziché eliminarla, la attaccò in coda al nastro segnalando il volere di Paul. Nel passaggio dal nastro alla lacca di prova, però, un altro tecnico – non è chiaro se intenzionalmente o per errore – lasciò il motivo nella stessa collocazione in cui Kurlander lo aveva posizionato. E, deliziato dall'ascolto del risultato finale, Paul approvò incondizionatamente la nuova disposizione[106].

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Lato A
  1. Come Together – 4:20 (Lennon-McCartney)
  2. Something – 3:03 (Harrison)
  3. Maxwell's Silver Hammer – 3:27 (Lennon-McCartney)
  4. Oh! Darling – 3:26 (Lennon-McCartney)
  5. Octopus's Garden – 2:51 (Starkey)
  6. I Want You (She's So Heavy) – 7:47 (Lennon-McCartney)

Durata totale: 24:54

Lato B
  1. Here Comes the Sun – 3:05 (Harrison)
  2. Because – 2:45 (Lennon-McCartney)
  3. You Never Give Me Your Money – 4:02 (Lennon-McCartney)
  4. Sun King – 2:26 (Lennon-McCartney)
  5. Mean Mr. Mustard – 1:06 (Lennon-McCartney)
  6. Polythene Pam – 1:12 (Lennon-McCartney)
  7. She Came In Through the Bathroom Window – 1:57 (Lennon-McCartney)
  8. Golden Slumbers – 1:31 (Lennon-McCartney)
  9. Carry That Weight – 1:36 (Lennon-McCartney)
  10. The End – 2:19 (Lennon-McCartney)
  11. Her Majesty – 0:23 (Lennon-McCartney)

Durata totale: 22:22

Cassette[modifica | modifica wikitesto]

Una versione in cassetta per gli USA presentava due brani invertiti: Come Together apriva il lato B e Here Comes the Sun di Harrison il lato A.

2019 50th Anniversary Box Set (tracce bonus)[modifica | modifica wikitesto]

2-CD Edition - Demos & Outtakes
  1. Come Together (take 5) – 3:30
  2. Something (studio demo) – 3:37
  3. Maxwell's Silver Hammer (take 12) – 4:44
  4. Oh! Darling (take 4) – 3:30
  5. Octopus's Garden (take 9) – 1:43
  6. I Want You (She's So Heavy) (Trident recording session & reduction mix) – 6:59
  7. Here Comes the Sun (take 9) – 3:40
  8. Because (take 1 / instrumental) – 3:07
  9. You Never Give Me Your Money (take 36) – 5:17
  10. Sun King (take 20) – 3:14
  11. Mean Mr. Mustard (take 20) – 1:34
  12. Polythene Pam (take 27) – 1:39
  13. She Came In Through the Bathroom Window (take 27) – 1:39
  14. Golden Slumbers/Carry That Weight (takes 1–3) – 3:20
  15. The End (take 3) – 2:11
  16. Her Majesty (takes 1–3) – 1:33
3-CD Box Set - Demos & Outtakes
  1. I Want You (She's So Heavy) (Trident recording session & reduction mix) – 6:59
  2. Goodbye (home demo) – 2:23
  3. Something (studio demo) – 3:37
  4. The Ballad of John and Yoko (take 7) – 3:37
  5. Old Brown Shoe (take 2) – 3:15
  6. Oh! Darling (take 4) – 3:30
  7. Octopus's Garden (take 9) – 1:43
  8. You Never Give Me Your Money (take 36) – 5:17
  9. Her Majesty (takes 1–3) – 1:33
  10. Golden Slumbers / Carry That Weight (takes 1–3) – 3:20
  11. Here Comes the Sun (take 9) – 3:40
  12. Maxwell's Silver Hammer (take 12) – 4:44
3-CD Box Set - Demos & Outtakes
  1. Come Together (take 5) – 3:30
  2. The End (take 3) – 2:11
  3. Come and Get It (studio demo) – 2:42
  4. Sun King (take 20) – 3:14
  5. Mean Mr. Mustard (take 20) – 1:34
  6. Polythene Pam (take 27) – 1:39
  7. She Came In Through the Bathroom Window (take 27) – 1:39
  8. Because (take 1 / instrumental) – 3:07
  9. The Long One (trial edit & mix—30 July 1969))
    • You Never Give Me Your Money
    • Sun King
    • Mean Mr. Mustard
    • Her Majesty
    • Polythene Pam
    • She Came In Through the Bathroom Window
    • Golden Slumbers
    • Carry That Weight
    • The End
  10. Something (take 39 / instrumental / strings only) – 2:41
  11. Golden Slumbers / Carry That Weight (take 17 / instrumental / strings & brass only) – 3:17

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Altri musicisti[modifica | modifica wikitesto]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

L'ossessione di Charles Manson per i Beatles[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Famiglia Manson.

L'8 agosto, il giorno della foto con i Beatles che attraversarono le strisce pedonali coincide con quello della strage in cui l'attrice Sharon Tate fu assassinata dai seguaci della setta di Charles Manson: lui stesso ammise di essersi ispirato alla canzone dei Beatles Helter Skelter (tratta dal White Album). Anche un'altra canzone scritta da Harrison – Piggies – fu ispiratrice di quel massacro, dato che gli assassini scrissero con il sangue delle vittime la parola "PIG" sulla porta della villa di Bel Air. E anche Abbey Road – come era avvenuto precedentemente con il White Album – richiamò le ossessioni maniacali di Manson. Il 25 novembre 1969, durante una perquisizione del ranch che costituiva il rifugio del criminale e della sua “famiglia”, fu scoperto e asportato dalla polizia il pannello di un armadietto su cui si leggeva la scritta «1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, all good children go to Heaven»[107]: i versi di chiusura di You Never Give Me Your Money, primo brano del Medley che copre il lato B del disco. Charles "Tex" Watson, seguace di Manson e membro della Family, dopo gli omicidi dell'agosto 1969 si era allontanato dagli altri lasciando il Barker Ranch, ma acquistò un'audiocassetta di Abbey Road e la suonò di continuo in auto mentre guidava nel deserto in attesa di ricongiungersi con la Family; era curioso di scoprire se i Beatles avessero qualche "messaggio" per lui. Una volta tornato in Texas, circa un mese dopo Watson fu arrestato per gli omicidi Tate-LaBianca.[108]

Alla fine di luglio 1970, tre persone furono aggredite su una spiaggia nei pressi di Santa Barbara (California), mentre Manson era sotto processo a Los Angeles. Due di esse morirono. Una delle "ragazze di Manson" fece riferimento all'episodio citando Maxwell's Silver Hammer, canzone di Abbey Road che tratta di follia omicidia.[109]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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  24. ^ MacDonald, pp. 315-328.
  25. ^ MacDonald, p. 340.
  26. ^ Everett, p. 271.
  27. ^ Come ricorda il tecnico Alan Parson, «Era il dato caratteristico delle incisioni di quell’album: molto di rado si vedevano i quattro Beatles tutti insieme.» In Lewisohn, 1990, pp. 402-3.
  28. ^ «[Abbey Road] è un'opera di qualità sorprendente, forse addirittura il miglior album mai creato dal gruppo», Lewisohn, 1990, p. 427.
  29. ^ Brown, p. 343.
  30. ^ Lewisohn, 1990, p. 375.
  31. ^ Lewisohn, 1990, p. 378.
  32. ^ Spitz, p. 532.
  33. ^ Anthology, p. 352.
  34. ^ Come molti, anche Walter Everett fa risalire la fine dei Beatles alla morte di Epstein. Everett, p. 130.
  35. ^ Riley, p. 319.
  36. ^ MacDonald, p. 338.
  37. ^ Avrebbe detto l’autore: «Era contro il comportamento di Allen Klein nei nostri confronti. Niente soldi, solo ridicoli documenti. Tutte promesse [...]» in Badman, p. 472.
  38. ^ Everett, p. 239.
  39. ^ Womack, p. 283.
  40. ^ MacDonald, pp. 341-350.
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  46. ^ Lewisohn, 1990, p. 426.
  47. ^ Lewisohn, 1990, p. 417.
  48. ^ La ricostruzione grafica dei sei scatti si trova in Schreuders, Lewisohn, Smith, pp. 92-3. Le sei pose sono riprodotte in Anthology, pp. 342-3.
  49. ^ Harry, p. 10.
  50. ^ Norman, p. 550.
  51. ^ Abbey Road, su beatlesbible.com, beatlesbible. URL consultato il 9 aprile 2016.
  52. ^ Schreuders, Lewisohn, Smith, p. 93.
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  57. ^ Harry, p. 11.
  58. ^ Turner, p. 202.
  59. ^ a b Ingham, p. 294.
  60. ^ Dichiarò Geoff Emerick: «Sul disco finito, in realtà si sente soltanto la parola “shoot”, perché la nota di basso cade proprio sul “me”.» Lewisohn, 1990, p. 404.
  61. ^ Harry, p. 215.
  62. ^ Turner, p. 203.
  63. ^ La scelta si deve al manager Allen Klein. Everett, p. 251.
  64. ^ Lewisohn, 2005, p. 351.
  65. ^ The Beatles Anthology 3, 2º CD, traccia 16 - Apple Records 1996.
  66. ^ Lewisohn, 1990, pp. 380-1.
  67. ^ Lewisohn, 1990, p. 340.
  68. ^ Harrison era il chitarrista solista nell'incisione di Cocker, ma la versione di quest'ultimo, benché incisa prima, fu pubblicata nell'album Joe Cocker! del novembre 1969, successivamente a quella dei Beatles. Everett, pp. 248-9.
  69. ^ Lewisohn, 1990, p. 341.
  70. ^ «Non era scritta per Patti [sic]. Tutti dicono che lo fosse, ma non lo era. [...] Non riguardava nessuno in particolare.» In Badman, p. 469.
  71. ^ MacDonald, p. 336.
  72. ^ Lewisohn, 1990, pp. 399-400.
  73. ^ Lewisohn, 1990, p. 401.
  74. ^ Il tecnico Emerick ricorda infatti che, data la pesantezza del martello, fu Mal Evans a sollevarlo e batterlo sull'incudine e non Ringo. In Emerick, p. 278.
  75. ^ «Proprio quando sembra che tutto stia andando per il meglio, “bang bang”, si abbatte su di te il martello d'argento di Maxwell», in Harry, p. 496.
  76. ^ a b MacDonald, p. 344.
  77. ^ Lewisohn, 1990, p. 400.
  78. ^ Lewisohn, 1990, pp. 372 e 387.
  79. ^ a b Lewisohn, 1990, p. 403.
  80. ^ Everett, p. 253.
  81. ^ Womack, p. 286.
  82. ^ Così commentò John: «Oh! Darling era una delle grandi canzoni di Paul che non cantò molto bene. Ho sempre pensato che avrei potuto farla meglio. Era più nel mio stile che nel suo.» In Miles, p. 433.
  83. ^ Turner, p. 205.
  84. ^ a b Badman, p. 470.
  85. ^ Hertsgaard, p. 355.
  86. ^ Turner, p. 206.
  87. ^ Lewisohn, 1990, pp. 379-80.
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  89. ^ Lewisohn, 1990, p. 424.
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  99. ^ Lewisohn, 1990, p. 413.
  100. ^ Martin, p. 159.
  101. ^ In uno scambio di battute con Lennon, Martin le definì “frammenti di canzoni”, in Emerick, p. 288.
  102. ^ Everett, p. 256.
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  106. ^ Emerick, p. 291.
  107. ^ Sanders, p. 458.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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