Abbazia di Santa Maria della Sambucina

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Abbazia di Santa Maria della Sambucina
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàLuzzi
Coordinate39°26′42″N 16°17′29″E / 39.445°N 16.291389°E39.445; 16.291389
Religionecattolica
Arcidiocesi Cosenza-Bisignano
Consacrazione1087
Stile architettonicoGotico
Demolizione1780

Santa Maria della Sambucina (detta comunemente "Sambucina") era un'abbazia situata nella Presila Cosentina, in prossimità della cittadina di Luzzi, in Calabria. È posta 7 km ad est rispetto al centro di Luzzi e sorge a 848 metri sul livello del mare.

Soppressa nel 1807, la parte conventuale, messa in vendita dal demanio, venne acquistata da privati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origine[modifica | modifica wikitesto]

La data di fondazione dell'abbazia è ancora oggetto di discussione. L'opinione seguita maggiormente dagli studiosi è che il monastero della Sambucina sia stato fondato nel 1087 da una comunità di Benedettini con a capo Sigismondo (manca, tuttavia, sicura documentazione). Successivamente, nel 1141, fu concessa da Goffredo di Loritello, conte di Catanzaro e cugino del re Ruggero II di Sicilia, ai Cistercensi, i quali la ricostruirono stabilendovi il primo nucleo dell'Ordine nel Regno Normanno. Lo studioso Pietro de Leo ha infatti dimostrato, così come aveva sostenuto a suo tempo Giuseppe Marchese, che l'abbazia della Sambucina è figlia dell'Abbazia di Clairvaux, fondata nel 1115 da san Bernardo di Chiaravalle (1090-1153).

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

L'importanza della Sambucina è legata all'autorizzazione papale a fondare ovunque case filiali. La Sambucina fu pertanto madre di numerose altre abbazie, fra le quali occorre citare:

L'interno

Tra le altre Chiese appartenenti alla Sambucina nei pressi di Cutro in località Rosito, la Chiesa di Santa Maria.[1] Verso il 1173-1174 soggiornò, per circa un anno, nei pressi dell'abbazia, Gioacchino da Fiore (1135-1202), in seguito abate dell'abbazia di Santa Maria di Corazzo (1176-1188), eminente teologo, fondatore e abate di Fiore (1189) e della Congregazione Florense (1196).

Declino[modifica | modifica wikitesto]

La Sambucina venne distrutta da un tremendo terremoto nel 1184 e fu ricostruita con l'aiuto dei cistercensi di Casamari. Un altro terremoto si verificò nel 1220 e costrinse i monaci a trasferirsi provvisoriamente presso l'abbazia di Santa Maria della Matina, nel territorio di San Marco Argentano, ritornando alla Sambucina solo in estate.

Nel 1569 si verificò una frana disastrosa, in seguito alla quale venne distrutta parte della chiesa. Un'epigrafe posta sul portale della chiesa riferisce di lavori di restauro eseguiti nel 1625. Nel corso del XVII secolo, tuttavia, in Calabria si verificarono dei disastrosi terremoti che interessarono anche la Sambucina. Un primo disastroso terremoto si verificò nel 1731 e provocò danni riparati in parte nel 1733; danni maggiori si verificarono con il terremoto del 1783. L'iniziale ricostruzione venne interrotta nel 1807, dopo la soppressione dell'ordine Cistercense decretata dal governo di Giuseppe Bonaparte (13 febbraio 1807): la parte conventuale, messa in vendita dal demanio, venne acquistata da privati, mentre la chiesa divenne sede parrocchiale.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il poemetto di Vincenzo Padula "Il Monastero di Sambucina" è ambientato in un convento situato negli stessi luoghi dell'Abbazia di Santa Maria della Sambucina; ma, invece di un'abbazia cistercense (maschile), il "monastero" del poemetto di Padula è un convento di clausura femminile.

L'Abbazia della Sambucina nel cinema e nei media[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni ambienti dell'Abbazia di Santa Maria della Sambucina sono stati ricostruiti nel film su Gioacchino da Fiore Il Monaco che vinse l'Apocalisse di Jordan River.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cutro. Alcune considerazioni storiche, Andrea Pesavento.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marchese G., La badia di Sambucina: saggio storico sul movimento cistercense nel Mezzogiorno d'Italia, Lecce: Edizioni Promessa, 1932
  • Pratesi A., Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall'Archivio Aldobrandini, Città del Vaticano: Biblioteca Apostolica Vaticana, 1958
  • Marchese G., Idee e controversie sulle origini del monachesimo medioevale di Valle Crati, Cosenza: F. Chiappetta, 1959
  • Lupinacci L., L'abbazia di Santa Maria della Sambucina, Cosenza: Rotary Club, 1968
  • Santagata G., La Sambucina nella realtà storica e nella missione espansionistica, Chiaravalle Centrale: Effe Emme, 1977
  • Adorisio A.M., Codici latini calabresi, Roma: Gela, 1986
  • De Leo P., Certosini e Cistercensi nel Regno di Sicilia, Soveria Mannelli: Rubbettino, 1993
  • Zinzi E., I cistercensi in Calabria: presenze e memorie, Soveria Mannelli: Rubbettino, 1999
  • Aceto G., I santuari dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Soveria Mannelli: Rubbettino, 2000
  • Di Dario Guida M.P., Gli svolgimenti della scultura cistercense dalla Sambucina ai conventi mendicanti, Luzzi: Quaderni dell'Associazione Insieme per Luzzi, 2003
  • Parise F., Il disegno dell'architettura cistercense in Calabria, Firenze: Alinea, 2006
  • Napolillo V., Luzzi storia e arte: l'abbazia della Sambucina, Cosenza: Edizioni Orizzonti Meridionali, 2012
  • Sammarco S., L'abbazia cistercense di Santa Maria della Sambucina, in "Cronache Medievali", n. 43, giugno/settembre 2014

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