A Bigger Bang

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
A Bigger Bang
album in studio
ArtistaThe Rolling Stones
Pubblicazione5 settembre 2005
Durata64:18
Dischi1
Tracce16
GenereRock
EtichettaVirgin Records
RegistrazioneNovembre 2004, 7-9 marzo e 6-28 giugno 2005; Francia, West Indies & Henson Recording Studios, Los Angeles; mixato ai Village Recorders, Los Angeles
Noten. 3 Bandiera degli Stati Uniti
n. 1 Bandiera del Regno Unito
n. 1 Bandiera dell'Italia
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dell'Austria Austria[1]
(vendite: 15 000+)
Bandiera della Danimarca Danimarca[2]
(vendite: 20 000+)
Bandiera della Francia Francia[3]
(vendite: 100 000+)
Bandiera del Giappone Giappone[4]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Grecia Grecia[5]
(vendite: 10 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[6]
(vendite: 40 000+)
Bandiera della Polonia Polonia[7]
(vendite: 10 000+)
Bandiera del Portogallo Portogallo[8]
(vendite: 10 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[9]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Svezia Svezia[10]
(vendite: 30 000+)
Bandiera della Svizzera Svizzera[11]
(vendite: 20 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Argentina Argentina[12]
(vendite: 40 000+)
Bandiera del Canada Canada[13]
(vendite: 100 000+)
Bandiera dell'Europa Europa[14]
(vendite: 1 000 000+)
Bandiera della Germania Germania[15]
(vendite: 200 000+)
Bandiera dell'Italia Italia[16]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[17]
(vendite: 1 000 000+)
The Rolling Stones - cronologia
Album precedente
(2004)
Album successivo
(2008)
Singoli
  1. Streets of Love
    Pubblicato: 22 agosto 2005
  2. Rain Fall Down
    Pubblicato: 5 dicembre 2005
  3. Biggest Mistake
    Pubblicato: 21 agosto 2006

A Bigger Bang è il ventiduesimo album in studio secondo la discografia inglese, e ventiquattresimo secondo la discografica statunitense, del gruppo musicale inglese The Rolling Stones, pubblicato nel 2005 dalla Virgin Records.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

A differenza del precedente album di otto anni prima, l'eclettico e variegato Bridges to Babylon, caratterizzato da una gran varietà di produttori, generi musicali e musicisti ospiti, gli Stones decisero di registrare un disco di puro e semplice rock come quelli da loro prodotti negli anni settanta, ma con influenze contemporanee. Fu quindi chiamato un singolo produttore discografico, Don Was, per co-produrre l'album insieme ai principali compositori nella band: Mick Jagger e Keith Richards. A loro si unirono i membri del gruppo Ronnie Wood alla chitarra e Charlie Watts alla batteria, oltre ai turnisti Darryl Jones al basso e Chuck Leavell alle tastiere, e al multi-strumentista Matt Clifford. La maggior parte delle tracce base fu incisa in trio dai soli Jagger, Richards e Watts, con sovraincisioni aggiunte in seguito dagli altri musicisti. Ronnie Wood fu assente in molte sessioni, suonando in soli dieci brani dei sedici inclusi nell'album. Questo è anche il primo album nel quale Jagger suona il basso in alcune tracce.

Gli Stones dichiararono che il titolo del disco riflette la "loro fascinazione circa la teoria scientifica sull'origine dell'universo."[18][19]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[20]
Blender[21]
Entertainment WeeklyB−[22]
The Guardian[23]
Mojo[24]
Ondarock4/10[25]
Q[26]
Rolling Stone[27]
Uncut[28]
The Village VoiceA−[29]

L'approccio del "ritorno alle radici" adottato dalla band si rivelò una scelta azzeccata per gli Stones, che videro l'album raggiungere la terza posizione in classifica negli Stati Uniti, la seconda in Gran Bretagna e la vetta delle classifiche in undici nazioni nel mondo. In Italia fu il primo lavoro in studio degli Stones a posizionarsi in cima alla classifica.[30] Il singolo principale estratto dal disco, Streets of Love, non riuscì ad entrare in classifica in America, ma fu un discreto successo nel resto del mondo, raggiungendo la posizione numero 15 nel Regno Unito e la top-40 in oltre dodici Paesi.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Mick Jagger e Keith Richards.

  1. Rough Justice – 3:13
  2. Let Me Down Slow – 4:15
  3. It Won't Take Long – 3:56
  4. Rain Fall Down – 4:54
  5. Streets of Love – 5:09
  6. Back of My Hand – 3:32
  7. She Saw Me Coming – 3:12
  8. Biggest Mistake – 4:05
  9. This Place Is Empty – 3:16
  10. Oh No Not You Again – 3:46
  11. Dangerous Beauty – 3:48
  12. Laugh I Nearly Died – 4:54
  13. Sweet Neo Con – 4:35
  14. Look What the Cat Dragged in – 3:57
  15. Driving Too Fast – 3:56
  16. Infamy – 3:46
DVD edizione speciale
  1. Introduzione a A Bigger Bang – 10:45
  2. Streets of Love (video) – 4:25
  3. Streets of Love (esibizione televisiva) – 4:03
  4. Rough Justice (esibizione televisiva) – 3:10
  5. Rain Fall Down (remix) – 6:10
  6. Under the Radar (bonus track) – 4:36
  7. Don't Wanna Go Home (bonus track) – 3:34
  8. Streets of Love – 4:25

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

The Rolling Stones
Musicisti addizionali
  • Darryl Jones – basso in Rough Justice, Let Me Down Slow, It Won't Take Long, Rain Fall Down, Streets of Love, Biggest Mistake, Oh No, Not You Again, Laugh, I Nearly Died, Driving Too Fast
  • Chuck Leavellpianoforte in Rough Justice, Streets of Love, e Driving Too Fast; organo in It Won't Take Long, Streets of Love, Biggest Mistake
Altri musicisti
  • Blondie Chaplin – armonie vocali in She Saw Me Coming e Infamy
  • Matt Clifford – tastiere, vibrafono in Rain Fall Down e Streets of Love
  • Lenny Castro – percussioni in Look What the Cat Dragged In
  • Don Was – piano in This Place is Empty
Crediti

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2005) Posizione
massima
Australia[31] 4
Austria[31] 1
Belgio (Fiandre)[31] 3
Belgio (Vallonia)[31] 4
Canada[32] 1
Danimarca[31] 1
Europa[33] 1
Finlandia[31] 4
Francia[31] 3
Germania[31] 1
Grecia[31] 1
Italia[31] 1
Norvegia[31] 2
Nuova Zelanda[31] 2
Paesi Bassi[31] 1
Polonia[34] 2
Portogallo[31] 5
Regno Unito[35] 2
Spagna[31] 2
Stati Uniti[32] 3
Svezia[31] 1
Svizzera[31] 1

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) The Rolling Stones - A Bigger Bang – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 28 aprile 2016.
  2. ^ (DA) Pladebranchen.08 offentliggøres i dag, su ifpi.dk, IFPI Danmark, 27 agosto 2009. URL consultato il 2 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2011).
  3. ^ (FR) The Rolling Stones - A Bigger Bang – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 28 aprile 2016.
  4. ^ (JA) ゴールド等認定作品一覧 2005年9月, su riaj.or.jp, Recording Industry Association of Japan. URL consultato il 28 aprile 2016.
  5. ^ (EL) Top 50 Ξένων Aλμπουμ, su ifpi.gr. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2006).
  6. ^ (NL) Goud/Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2019).
  7. ^ (PL) bestsellery i wyróżnienia, su Związek Producentów Audio-Video. URL consultato il 28 aprile 2016.
  8. ^ (PT) Top 30 Artistas - Semana 37 de 2005, su Associação Fonográfica Portuguesa. URL consultato il 29 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2010).
  9. ^ (EN) A Bigger Bang, su British Phonographic Industry. URL consultato il 28 aprile 2016.
  10. ^ (SV) Guld- och Platinacertifikat − År 2005 (PDF), su ifpi.se, IFPI Sverige. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2011).
  11. ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 28 aprile 2016.
  12. ^ (ES) Discos de Oro y Platino – 2006, su capif.org.ar, Cámara Argentina de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  13. ^ (EN) A Bigger Bang – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 28 aprile 2016.
  14. ^ (EN) IFPI Platinum Europe Awards – 2006, su ifpi.org, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2013).
  15. ^ (DE) The Rolling Stones – A Bigger Bang – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 28 aprile 2016.
  16. ^ Le cifre di vendita - 2005 (PDF), su musicaedischi.it, Musica e dischi. URL consultato l'8 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2015).
  17. ^ (EN) The Rolling Stones - A Bigger Bang – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 28 aprile 2016.
  18. ^ Rolling Stones back with a Bang, in BBC News, 28 luglio 2005. URL consultato il 15 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  19. ^ Stones promise 'A Bigger Bang', Los Angeles Times (from Associated Press), 28 luglio 2005. URL consultato il 15 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  20. ^ Stephen Thomas Erlewine, A Bigger Bang – The Rolling Stones, in AllMusic, Rovi Corporation. URL consultato il 13 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2016).
  21. ^ Robert Christgau, Hard Again, in Blender, n. 41, ottobre 2005, p. 142. URL consultato il 29 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2019).
  22. ^ David Browne, A Bigger Bang, in Entertainment Weekly, 5 settembre 2005. URL consultato il 13 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2018).
  23. ^ Alexis Petridis, The Rolling Stones, A Bigger Bang, in The Guardian, 2 settembre 2005. URL consultato il 29 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2019).
  24. ^ The Rolling Stones: A Bigger Bang, in Mojo, n. 143, ottobre 2005, p. 100.
  25. ^ Emilio Saturnini, The Rolling Stones: A Bigger Bang, su ondarock.it, 2005. URL consultato il 1º settembre 2022.
  26. ^ The Rolling Stones: A Bigger Bang, in Q, n. 231, ottobre 2005, p. 110.
  27. ^ Alan Light, A Bigger Bang: The Rolling Stones: Review, in Rolling Stone, 22 settembre 2005. URL consultato il 13 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2009).
  28. ^ The Rolling Stones: A Bigger Bang, in Uncut, n. 101, ottobre 2005, p. 92.
  29. ^ Robert Christgau, Consumer Guide: Crafts and Lies, in The Village Voice, 27 settembre 2005. URL consultato il 29 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2019).
  30. ^ A 60 anni per la prima volta numero 1 in Italia, su la Repubblica, 13 settembre 2005. URL consultato il 30 luglio 2016.
  31. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q (NL) The Rolling Stones - A Bigger Bang, su Ultratop. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  32. ^ a b (EN) The Rolling Stones – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 19 dicembre 2016. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  33. ^ (EN) Paul Sexton, Stones Make 'Big Bang' On Europe Chart, su Billboard, 16 settembre 2005. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  34. ^ (PL) sprzedaż w okresie: 05.09.2005 - 11.09.2005, su OLiS. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  35. ^ (EN) Official Albums Chart: 11 September 2005 - 17 September 2005, su Official Charts Company. URL consultato il 19 dicembre 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rock