Associazione Calcio ChievoVerona

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AC ChievoVerona
Calcio
Clivensi, Squadra della Diga, Mussi Volanti,[1] Céo
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Giallo, blu
Simboli Cangrande della Scala, Diga
Dati societari
Città Verona (Chievo)
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Fondazione 1929
Scioglimento1936
Rifondazione1948
Stadio
( posti)
Palmarès
Coppa Ali della Vittoria
Titoli nazionali 1 campionato di Serie B
Si invita a seguire il modello di voce

L'Associazione Calcio ChievoVerona, meglio nota come ChievoVerona o più semplicemente Chievo, è una società calcistica italiana con sede nella città di Verona, di cui rappresenta la frazione di Chievo.

Fondato nel 1929 e ricostituitosi nel 1948,[2] il Chievo ha costituito un unicum nel panorama calcistico italiano, essendo l'unico club proveniente dalle categorie regionali minori ad avere scalato l'intera piramide calcistica nazionale, fino a raggiungere dapprima la Serie A e successivamente le coppe europee.[3]

Ha partecipato a 32 campionati nazionali, di cui 5 in Serie C1, 10 in Serie B e 17 in Serie A, di cui 11 consecutivi, vincendo un campionato di B nel 2007-2008.[3] In ambito europeo i migliori risultati ottenuti sono state le partecipazioni, negli anni 2000, alla Coppa UEFA e alla UEFA Champions League.[3]

Scomparso dal professionismo nel 2021, a partire dalla stagione seguente il club è rimasto attivo a livello giovanile.[4] Dal 2022, previa sentenza di fallimento irrogata dal Tribunale di Verona,[5] il club opera in regime di esercizio provvisorio.[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Associazione Calcio ChievoVerona.

L'Opera Nazionale Dopolavoro Chievo nasce il 6 settembre 1929 su iniziativa di un gruppo di appassionati di calcio del borgo di Chievo, situato alle porte di Verona,[7][8] con i colori sociali blu e bianco, alternati su una maglia a quadri, e con pantaloncini bianchi. Inizialmente la società non viene affiliata alla FIGC, limitandosi a disputare gare a carattere amichevole. Dal 1931 il blu delle divise diventa celeste, tant'è che, per molti anni, i giocatori di Chievo assumeranno l'appellativo di "biancocelesti". L'attività dell'O.N.D. Chievo termina nel 1936, in seguito a problemi finanziari.

Una formazione del Cardi Chievo nella stagione 1965-1966

Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1948, la società viene rifondata come A.C. Chievo e si iscrive alla Seconda Divisione. Al termine della stagione 1950-1951, la squadra vince il campionato regionale di Seconda Divisione, ottenendo la promozione in Prima Divisione veneta. Nell'aprile 1952 fa il suo debutto in squadra Bruno Vantini, giocatore che manterrà la casacca clivense fino al 1971, e che detiene il primato di reti con la maglia del club. Nel 1957 la squadra cambia impianto in cui disputare le gare, spostandosi al campo parrocchiale "Carlantonio Bottagisio", dove giocherà le partite interne fino al 1986. Nel 1959, grazie alla ristrutturazione dei campionati nazionali, il Chievo viene ammesso in Seconda Categoria; sempre in quell'anno la squadra cambia denominazione societaria in Cardi Chievo, dal nome del nuovo sponsor, e ottiene rapidamente la promozione in Prima Categoria. La squadra resta nella medesima serie fino al 1963, quando subisce la prima retrocessione della sua storia.

Nel 1964 Luigi Campedelli, uomo d'affari e proprietario della Paluani, diviene presidente del Chievo; tuttavia, nel corso degli anni successivi, egli cederà la carica presidenziale, pur rimanendo patron della società, fino al 1990 quando vi tornerà a pieno titolo. Il Chievo inizia così la lunga scalata tra i livelli del calcio italiano fino a raggiungere la Serie A nel 2001 e la UEFA Champions League nel 2007.

Una formazione dell'A.C. Chievo nella stagione 1980-1981

Nella seconda metà degli anni 1960 la squadra vince per tre volte il campionato di Seconda Divisione (1965, 1968 e 1969), rinunciando alla Prima Categoria all'inizio della stagione 1968-1969 per problemi economici, e reiscrivendosi nell'annata successiva. Dopo aver giocato in Promozione tra il 1971 e il 1975 e in Serie D per il lustro successivo, dalla stagione 1981-1982 l'A.C. Chievo prende la denominazione Paluani Chievo, dal nome dello sponsor Paluani. Nel campionato di D del 1986, il Chievo si gioca la vittoria del torneo con il Bassano: lo spareggio promozione a Brescia vede prevalere la squadra vicentina. Tuttavia, il 13 giugno 1986, una sentenza condanna il Bassano per illecito sportivo e il Chievo ottiene la promozione in Serie C2. Per la prima stagione in un campionato professionistico la squadra torna a chiamarsi A.C. Chievo, e passa a disputare le gare interne allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona. Segue la promozione in Serie C1 nel 1989.

Nel 1990 Luigi Campedelli torna presidente della società, e per identificare maggiormente la formazione con la città, decide di mutare la denominazione in A.C. ChievoVerona. Il 15 settembre 1992 il presidente Luigi Campedelli muore improvvisamente per un attacco cardiaco, e a succedergli nella guida della società è il figlio Luca, che decide di farsi affiancare, con il ruolo di direttore sportivo, dall'ex calciatore clivense Giovanni Sartori.[9] Nella stagione 1993-1994, con Alberto Malesani in panchina, il Chievo chiude il girone di Serie C1 al primo posto guadagnando la promozione in Serie B. Nel torneo cadetto il club disputa per la prima volta nella storia il derby con il Verona. Nell'estate del 2000 la guida tecnica passa a Luigi Delneri, il cui arrivo aprirà un ciclo di quattro anni in cui il friulano porterà la squadra dalla serie cadetta alla qualificazione in Coppa UEFA. Nel 2000-2001 la squadra chiude, infatti, al terzo posto in classifica e viene promossa per la prima volta in Serie A.

Una formazione del Chievo nella stagione 2001-2002, neopromosso e quinto classificato in Serie A, che ottenne la sua prima qualificazione alle coppe europee.

Il rendimento sorprendente durante la prima stagione in massima serie porta la squadra di Delneri al centro di una grande attenzione mediatica, inducendo la stampa a parlare di miracolo Chievo. Il quinto posto nel campionato di Serie A 2001-2002 vale l'accesso alla successiva Coppa UEFA, dove tuttavia il Chievo esce al primo turno. Nel campionato 2005-2006 la dirigenza decide di affidare la squadra a Giuseppe Pillon, che ottiene il settimo posto in campionato: nonostante ciò, dopo i fatti di Calciopoli e il conseguente sconvolgimento della classifica, il Chievo scala alcune posizioni ritrovandosi al quarto posto, che consente alla formazione gialloblù di disputare il terzo turno preliminare della UEFA Champions League 2006-2007, dalla quale però viene subito eliminata. I clivensi vengono dunque ammessi in Coppa UEFA, dove escono al primo turno. Le eliminazioni e soprattutto l'avvio negativo nel campionato 2006-2007[10] convincono i dirigenti clivensi a sostituire Pillon con il rientrante Delneri, l'artefice del Miracolo Chievo. Il tentativo di risollevare le sorti della squadra è, però, vano, e il Chievo chiude in diciottesima posizione, retrocedendo in Serie B. Tornata in Serie A sotto la guida di Giuseppe Iachini nel 2008, con il bomber e bandiera gialloblù Sergio Pellissier ai primi posti della classifica dei marcatori, negli anni seguenti il Chievo ottiene vari piazzamenti di medio-bassa classifica sotto la guida di Domenico Di Carlo, Stefano Pioli, Eugenio Corini e Rolando Maran, arrivando nel 2010-2011, durante la gestione di Pioli, a occupare solitario la testa della classifica a pieni punti dopo le prime due giornate. Il 30 gennaio 2011, battendo per 3-0 il Brescia, i clivensi festeggiano la 100ª vittoria in Serie A.

Il 6 gennaio 2016 il Chievo disputa contro la Roma la sua partita numero 500 in Serie A, terminata poi 3-3. L'annata 2018-2019 (partita con una penalizzazione di tre punti in classifica), la diciassettesima in Serie A dei clivensi, si chiude con l'ultimo posto in classifica e la retrocessione in Serie B con cinque giornate d'anticipo, dopo undici stagioni consecutive nella massima serie. L'anno dopo la squadra, piazzatasi sesta in serie cadetta, viene eliminata nelle semifinali dei play-off. Anche nel 2020-2021 i clivensi, ottavi al termine della stagione regolare di Serie B, si fermano ai play-off, stavolta al turno preliminare, dopo i tempi supplementari. In entrambe le occasioni, la squadra che ha eliminato i veneti accederà alla Serie A.

Nell'agosto 2021 il Chievo viene escluso dai campionati professionistici per inadempienze tributarie;[11] i ricorsi presentati d'urgenza vengono rigettati,[12] sicché nella stagione 2021-2022 il club partecipa esclusivamente ai campionati giovanili provinciali.[4] Fin da subito la proprietà clivense, nella persona del patron Campedelli, nega ogni addebito e disconosce le decisioni avverse, professandosi «vittima di una vera e propria discriminazione» rispetto a club più blasonati; viene quindi intrapresa una battaglia giuridica contro i vertici del calcio italiano,[13] che nei successivi quindici mesi si risolve tuttavia in ventisette giudizi sfavorevoli alle istanze gialloblù,[14] ultimo dei quali quello irrogato dal Consiglio di Stato il 10 novembre 2022.[15]

Parallelamente alla battaglia legale, nel giugno 2022 Campedelli tenta altresì una fusione con il Sona, club militante in Serie D, al fine di riportare il nome "Chievo" nei campionati federali.[16] Nel mentre tuttavia il tribunale di Verona dichiara il fallimento della società,[5] pur disponendone la prosecuzione dell'attività grazie all'esercizio provvisorio per permettere la conservazione del titolo sportivo;[6] ad agosto la curatela fallimentare blocca la fusione Chievo-Sona, rivendicando per sé l'esclusivo diritto a disporre dei beni sociali clivensi.[17] Simile sorte ha un ulteriore tentativo d'analoga natura condotto nel giugno 2023, ancora da Campedelli, col Vigasio.[18] Il Chievo rimane pertanto attivo nei soli campionati giovanili per la stagione 2022-2023.[19] Nell'estate 2023 vengono indette due aste per la cessione del marchio e della matricola sportiva del club, la seconda delle quali con prezzo ribassato; entrambe vanno tuttavia deserte.[20][21]

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria dell'Associazione Calcio ChievoVerona

  • 1931-1932 - 3º nel girone A della Seconda Categoria Veronese ULIC.
  • 1932-1933 - 1º nel girone A della Seconda Categoria Veronese ULIC. Alle finali provinciali, vince il titolo di Campione Veronese di Seconda Categoria ULIC battendo in finale l'Alba di Borgo Roma. Alle finali regionali supera il Vicenza Allievi (4-3 e 2-1 fuori), l'Arsiero (3-3 e 4-1 fuori) e perde la finale col Fiera di Treviso (1-5 fuori e 4-1).
  • 1933-1934 - 3º nel girone A della Seconda Categoria Veronese ULIC.
  • 1934-1935 - 1º nel girone unico della Seconda Categoria Veronese. Vince il titolo di Campione di Seconda Categoria della Sezione Propaganda Veronese battendo allo spareggio l'Alba 3-1. Alle finali regionali batte il Malo (2-3 e 3-2, bella a Montebello 2-0).
  • 1935-1936 - 1º nel girone unico della Seconda Categoria S.P. Veronese. Ammessa alle finali, si ritira per mancanza di giocatori.
  • 1936-1937 - Il club disputa il torneo dei Fasci Giovanili e batte in finale l'Avesa 2-1 vincendo il titolo provinciale Veronese.
  • 1937-1938 - L'O.N.D. Chievo non si iscrive e al campionato della Sezione Propaganda partecipa un'altra squadra di Chievo: la Fabio Filzi, che però non portò a termine il campionato.
  • 1938-1939 - Sul campo di Chievo gioca il San Massimo.
  • 1939-1948 - Nessun'altra squadra di Chievo prese parte ai campionati ufficiali sia provinciali che regionali.
  • 1948 - Viene ricostituita una nuova società calcistica di Chievo con la denominazione Associazione Calcio Chievo affiliata alla Lega Regionale Veneta.
  • 1948-1949 - 3º nel girone B della Seconda Divisione Veneto.
  • 1949-1950 - 5º nel girone I della Seconda Divisione Veneto.

  • 1950-1951 - 1º nel girone A della Seconda Divisione Veneto. Promosso in Prima Divisione.
  • 1951-1952 – 15º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1952-1953 - 12º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1953-1954 - 6º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1954-1955 - 7º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1955-1956 - 4º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1956-1957 - 4º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1957-1958 - 7º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1958-1959 - 3º nel girone A della Prima Divisione Veneto.
  • 1959 - Alla nascita della Lega Nazionale Dilettanti la FIGC cambia la denominazione ai campionati: la Prima Divisione diventa Seconda Categoria, sesto e penultimo livello della scala dei valori calcistici.
  • 1959-1960 - 1º nel girone A della Seconda Categoria Veneto dopo aver vinto lo spareggio contro il S. Martino. Promosso in Prima Categoria.
  • 1960 - La società assume la denominazione di Associazione Calcio Cardi Chievo.

  • 1960-1961 - 8º nel girone A della Prima Categoria Veneto.
  • 1961-1962 - 8º nel girone A della Prima Categoria Veneto.
  • 1962-1963 - 15º nel girone B della Prima Categoria Veneto. Retrocesso in Seconda Categoria.
  • 1963-1964 - 4º nel girone A della Seconda Categoria Veneto.
  • 1964-1965 - 1º nel girone A della Seconda Categoria Veneto. Promosso in Prima Categoria.
  • 1965-1966 - 11º nel girone A della Prima Categoria Veneto.
  • 1966-1967 - 15º nel girone A della Prima Categoria Veneto. Retrocesso in Seconda Categoria.
  • 1967-1968 - 1º nel girone A della Seconda Categoria Veneto dopo aver vinto lo spareggio contro l'Ambrosiana. Al termine del campionato, la squadra rinuncia alla promozione per problemi di bilancio.
  • 1968-1969 - 1º nel girone A della Seconda Categoria Veneto. Promosso in Prima Categoria.
  • 1969-1970 - 8º nel girone A della Prima Categoria Veneto. Ammesso nel nuovo campionato di Promozione.

  • 1970-1971 - 9º nel girone A della Promozione Veneto.
  • 1971-1972 - 5º nel girone A della Promozione Veneto.
  • 1972-1973 - 11º nel girone A della Promozione Veneto.
  • 1973-1974 - 11º nel girone A della Promozione Veneto.
  • 1974-1975 - 1º nel girone A della Promozione Veneto. Promosso in Serie D.
  • 1975 - Il club torna alla denominazione Associazione Calcio Chievo.
  • 1975-1976 - 10º nel girone C della Serie D.
  • 1976-1977 - 14º nel girone C della Serie D.
  • 1977-1978 - 8º nel girone B della Serie D.
  • 1978-1979 - 11º nel girone B della Serie D.
  • 1979-1980 - 13º nel girone C della Serie D.

  • 1980-1981 - 11º nel girone C della Serie D. Ammesso al nuovo Campionato Interregionale.
  • 1981 - Assume la denominazione di Associazione Calcio Paluani Chievo.
  • 1981-1982 - 8º nel girone B del Campionato Interregionale.
  • 1982-1983 - 12º nel girone D del Campionato Interregionale.
  • 1983-1984 - 9º nel girone C del Campionato Interregionale.
  • 1984-1985 - 7º nel girone C del Campionato Interregionale.
  • 1985-1986 - 2º nel girone C del Campionato Interregionale. Promosso in Serie C2 nonostante perda lo spareggio ai rigori, dopo una condanna del Bassano per illecito sportivo.
  • 1986 - Cambia denominazione in Associazione Calcio Chievo S.r.l.
  • 1986-1987 - 4º nel girone B della Serie C2.
? di Coppa Italia Serie C.
Fase a gironi di Coppa Italia Serie C.
Fase a gironi di Coppa Italia Serie C.
Semifinale di Coppa Italia Serie C.
  • 1990 - Assume la denominazione di Associazione Calcio ChievoVerona S.r.l.

Fase a gironi di Coppa Italia Serie C.
Fase a gironi di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno di Coppa Italia Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.

Fase a gironi di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno preliminare di Champions League.
Primo turno di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.

Secondo turno di Coppa Italia.
  • 2021 - Escluso dai campionati professionistici per inadempienze tributarie, prosegue l'attività a livello giovanile.
  • 2022 - Fallimento della società, prosegue l'attività grazie all'esercizio provvisorio e mantiene il titolo sportivo.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Nella storia della società clivense, due furono le colorazioni principali della maglia del club: il biancazzurro utilizzato fino al 1956, e il gialloblù da allora in uso fino allo scioglimento. La divisa degli esordi nel 1929 era a quarti biancoblù, mentre presto si virò sul biancazzurro dapprima partito[22] e poi a tinta unita (maglia azzurra e pantaloncini bianchi). In questi decenni, l'unica eccezione fu rappresentata dalla stagione 1948-49 quando i dirigenti, a causa delle ristrettezze economiche della squadra appena rifondata, acquistarono maglie palate rossoblù.[22]

Al termine del campionato 1955-56, la dirigenza clivense decise di abbandonare il biancazzurro in favore del gialloblù, i colori della città di Verona[22] e già usati dall'altra squadra cittadina, l'allora più noto Hellas.[23] Sino ai primi anni 1990 il Chievo sfoggiò spesso delle divise molto simili a quelle dei concittadini scaligeri, blu con dettagli gialli, e passando contestualmente e gradualmente dai pantaloncini bianchi alla tinta unita; seppur non mancarono sporadiche sperimentazioni come i pantaloncini neri degli anni 1970, o la maglia palata giallonera della stagione 1980-81. Dagli anni 1990 in poi, con la definitiva stabilizzazione dei clivensi nel calcio professionistico, si procedette a un'inversione cromatica con divise gialle bordate di blu: dalla stagione 2002-03 la maglia casalinga prevede busto giallo e maniche blu.[23]

Per quanto concerne le divise di cortesia, solitamente si opta a per il giallo e il blu, ma a tinte inverse, rispetto alla prima maglia. Soprattutto con l'entrata nel XXI secolo, non mancarono tuttavia rimandi al passato del club, rispolverando per le seconde e terze divise del Chievo il biancazzurro e il biancoblù degli albori (colori rimasti molto amati dalla tifoseria);[23] inoltre, data la passione del presidente clivense Luca Campedelli per le uniformi sportive, in alcune stagioni la squadra omaggiò in trasferta famose tinte di altre società calcistiche e non.

Di seguito i modelli principali delle divise del Chievo dal 1929 al 2021:

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1928-29
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1931-32
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Anni 1930-50
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1948-49
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1955-56
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1976-77
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1980-81
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1985-86
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1994-95
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2002-03

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il logo clivense usato dal 1991 al 1998

Lo stemma del club era, dal 1998, uno scudo svizzero giallo bordato di blu, riportante al centro l'effigie della statua equestre di Cangrande I della Scala (posta sulla cuspide della sua sepoltura presso le arche scaligere), sormontata dalla denominazione societaria, scritta in caratteri Fraktur azzurri; nella parte inferiore dello scudo era impresso l'anno di fondazione.

L'effigie del condottiero scaligero costituiva, insieme alla diga, il simbolo più longevo e rappresentativo del club clivense; a esso si affiancava lo stemma dei Della Scala, la cui adozione e apposizione sulle casacche all'inizio del III millennio causò la contestazione da parte dei sostenitori del Verona, i quali accusarono il Chievo di aver plagiato un emblema associato fin dal 1971 al principale club cittadino e ai suoi supporter.[24] Tali accuse furono respinte dal presidente clivense Luca Campedelli, il quale affermò che il simbolo rappresentava l'intera città di Verona (non potendo dunque essere rivendicato in esclusiva da una sola società) in quanto effigie di una delle famiglie più rappresentative della sua storia; al contempo sottolineò come già negli anni 1930 il Chievo avesse utilizzato tale elemento araldico sulle proprie casacche.[25]

Il Chievo ha altresì adottato una variante di detto stemma nella quale la Scala è affiancata da due mastini rampanti;[26] tale emblema è stato impiegato anche per la commercializzazione delle attività del centro sportivo Bottagisio.[27]

Inno[modifica | modifica wikitesto]

L'inno ufficiale del Chievo si intitola Vola con noi ed è stato realizzato dai Sonohra nel settembre 2013.[28] In precedenza, dal 2001 al 2013 era stato ChievoVerona, un mondo in giallo e blu, scritto e interpretato da Ivana Spagna.

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Marcantonio Bentegodi.
Lo stadio Marcantonio Bentegodi, impianto casalingo del club dal 1986 al 2021

Sul campo "Stefani" il Chievo giocò la prima partita ufficiale della sua storia l'8 novembre 1931 e vinse due Campionati Provinciali Liberi (nel 1933 e nel 1935). Nel periodo di utilizzo del campo "Cardi e Biondani" la squadra vinse il campionato di Seconda Divisione (1951) e disputò svariati tornei di Prima Divisione. Nel 1957, il Chievo cambiò ancora terreno di gioco e si spostò sul "Carlantonio Bottagisio": su questo campo di gioco, infatti, la squadra compì buona parte della scalata delle serie dilettantistiche. Prese nome dal cavalier Bottagisio, che cedette gratuitamente il terreno di sua proprietà alla parrocchia (all'ingresso del "Bottagisio", è presente la scritta "Campo sportivo parrocchiale").

Venne utilizzato per le partite interne di campionato dal 1957 al 1986; durante questo periodo numerosi furono gli interventi di manutenzione. Il campo ospitò partite e allenamenti di una parte delle giovanili, mentre la prima squadra lo utilizza nelle partite amichevoli soltanto in occasione di particolari eventi celebrativi. Era situato in Chievo, a ridosso del fiume Adige. Nei 29 anni di utilizzo del "Bottagisio", la squadra ottenne 4 promozioni dalla Seconda Categoria alla Prima (1960, 1965 e 1969), 2 retrocessioni dalla Prima Categoria alla Seconda (1963 e 1967) e l'ammissione al campionato di Promozione (1970), infine nel 1975 ottiene la promozione in Serie D; il "Bottagisio" ospitò le gare interne dei clivensi anche nel corso degli 11 campionati di D giocati dalla squadra. Nel 1986, il Chievo conquistò la promozione in Serie C2: il campo storico non era adeguato per ospitare partite professionistiche, quindi il Chievo andò a giocare al Bentegodi.[3] Risalirono al periodo di utilizzo dell'impianto le promozioni in Serie C1 (1989), Serie B (1994) e Serie A (2001 e 2008), oltre alle retrocessioni in serie cadetta (2007 e 2019).[3]

Centro di allenamento[modifica | modifica wikitesto]

Parte del complesso del Bottagisio

La prima squadra del Chievo si è allenata dal 1984 al 2021 presso il Centro Sportivo Veronello a Calmasino di Bardolino, con l'eccezione del triennio 2010-13, durante il quale la squadra si allenò sui campi del Park Hotel Paradiso a Peschiera del Garda.[29] Il complesso sportivo di Veronello (che in determinati momenti ha anche ospitato l'Hellas Verona) è intitolato a Saverio Garonzi, già presidente del Verona e poi dirigente clivense dal 1983 al 1986,[30] che ne aveva commissionato la costruzione[31]. La famiglia Garonzi ne ha poi detenuto la proprietà (concedendo l'usufrutto al Chievo) fino al maggio 2022, quando dopo un periodo di inutilizzo a seguito della crisi del sodalizio clivense[32], il centro è stato ceduto a terzi e riaperto come resort sportivo[33].

Nel 2014 vengono conclusi i lavori di ristrutturazione dello storico stadio della squadra, il Bottagisio (situato a nord del quartiere di Chievo, lungo l’Adige e il canale Camuzzoni, presso la diga), che a partire dal dicembre dello stesso anno ospita la sede e gli allenamenti del settore giovanile gialloblù (le cui attività sono parzialmente proseguite anche dopo l'estromissione della prima squadra dai campionati) oltre a centri per la scherma e la canoa.[34] Detta struttura è di proprietà della Chievo Verona Football & Fencing Srl, controllata al 100% dal club clivense.[35]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso degli anni, la società cambiò la propria denominazione in varie occasioni. In due periodi della sua storia (1959-1975 e 1981-1986), nella denominazione della squadra clivense comparve il nome della ditta sponsorizzatrice, mentre nel 1990, l'allora presidente Luigi Campedelli decise di cambiare in "ChievoVerona" la denominazione del club, per identificarlo maggiormente con la città di Verona.[3] Dal 2022 il club è in esercizio provvisorio a seguito di fallimento, sotto la guida di due curatori.

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Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor del Chievo.

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1981-2003 Paluani
  • 2003-2005 Paluani, Columbia TriStar Films Italia[37]
  • 2005-2007 Paluani, Cattolica, Ferroli, Banca Popolare di Verona, Soglia Hotels
  • 2007-2009 Paluani, Cattolica, Banca Popolare di Verona, Soglia Hotels
  • 2009-2011 Paluani, Banca Popolare di Verona, Merkur-Win
  • 2011-2014 Paluani, Banca Popolare di Verona, Midac Batteries
  • 2014-2015 Paluani, Jetcoin, Midac Batteries, Nobis Assicurazioni
  • 2015-2016 Paluani, Midac Batteries, Nobis Assicurazioni, Alufer, Buccia di Mela, CF Costruzione, Coatí Salumi, Cubi e Perina, Ecoprogram, IMCOS, Italgreen, Negri, Payexe, Viviani Pescherie, I.Bis, Atlante (a rotazione)
  • 2016-2017 Paluani, Midac Batteries, Nobis Assicurazioni, Eurobet
  • 2017-2018 Paluani, Midac Batteries, Coati Salumi, Nico, Viviani Pescherie, Cubi Impianti Tecnologici, Nobis Assicurazioni.
  • 2018-2019 Paluani, Mulish, Coati Salumi, Nobis Assicurazioni, Canali System, Eurobet (back sponsor)
  • 2019-2020 Paluani, Nobis Assicurazioni, Coatí, Avelia, Facile Ristrutturare, Autoteam 9, Nico, Vicentini Carni
  • 2020-2021 Mitsubishi, Paluani, Nobis Assicurazioni, Coatí, Avelia, Facile Ristrutturare, Clean Wash

Impegno nel sociale[modifica | modifica wikitesto]

Il Chievo era attivo nel campo sociale e umanitario. In collaborazione con "ProgettoMondo Mlal", sosteneva il programma triennale "Il mestiere di crescere", il quale si prefiggeva l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita di ragazzi e ragazze di Perù, Bolivia e Colombia mediante l'ottimizzazione di un centro sportivo multidisciplinare nella periferia di Amauta, la creazione di servizi igienici e spogliatoi in posizione adiacente al campo, la ristrutturazione di locali di ritrovo e il sostegno di corsi di studio per ragazzi e educatori.[38]

Settore giovanile[modifica | modifica wikitesto]

Il settore giovanile del Chievo era formato da tre squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali), due partecipanti a livello regionale (Allievi Regionali e Giovanissimi Regionali) e una a livello provinciale (Giovanissimi Provinciali), oltre a una rappresentativa di Giovanissimi Professionisti, una di Esordienti e due di Pulcini.[39]

In ambito giovanile, il Chievo vantava la vittoria di un Campionato Primavera, conquistato dai giovani clivensi nel 2013-2014, alla loro prima finale assoluta nel torneo.[40]

Sezione femminile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: ChievoVerona Valpo e ChievoVerona Women FM.

Nell'estate 2017, dopo che la Fimauto Valpolicella aveva conquistato la promozione in Serie A, il presidente clivense Luca Campedelli, ufficializzò l'affiliazione tra le due squadre, con il Chievo che acquisì il 51% delle quote del Valpolicella diventandone così socio di maggioranza e facendone ufficialmente il settore femminile della squadra maschile.[41][42] Dopo il campionato 2017-2018 giocato sotto il nome di Valpolicella, nella stagione 2018-2019 la squadra assunse la denominazione di ChievoVerona Valpo; al termine della stessa,[43] tuttavia, e nonostante la salvezza ottenuta sul campo, s'interruppe il rapporto con il Valpolicella che rinunciò all'iscrizione ai campionati per la stagione 2019-2020.[44]

A partire dal 2019, grazie a un accordo con la Fortitudo Mozzecane, venne ricomposta la sezione femminile clivense, mutando la denominazione in ChievoVerona Women FM.[45]

Il ChievoVerona nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il Chievo, nonostante non fosse una delle storiche "provinciali" della penisola, è presente in alcune opere della cultura italiana.

In ambito musica, troviamo citazioni del club da parte degli Articolo 31, nella canzone Soldisoldisoldi contenuta nell'album Domani smetto (2002),[46] e da parte di Tha Supreme nella canzone Warzonata Freestyle (2021).[47]

Nel mondo cinematografico, il Chievo fa da sfondo a un episodio del film Buona giornata (2012), diretto da Carlo Vanzina.

Sul versante fumettistico, alla squadra clivense è stata dedicata la terza di copertina di Topolino Gol dell'aprile 2014, con protagonisti i personaggi Disney di Clarabella e Paperoga bardati dai colori e simboli gialloblù.

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito l'elenco di allenatori e presidenti del Chievo dall'anno di fondazione al 2021.

Allenatori
Presidenti
  • 1931-1936 Bandiera dell'Italia Antonio Recchia
  • 1948-1952 Bandiera dell'Italia Alessandro Recchia
  • 1952-1953 Bandiera dell'Italia Giulio Compri
  • 1953-1955 Bandiera dell'Italia Lodovico Iorio
  • 1955-1956 Bandiera dell'Italia Guglielmo Bianconi
  • 1956-1957 Bandiera dell'Italia Mario Vantini
  • 1957-1958 Bandiera dell'Italia Domenico Zivelonghi
  • 1958-1959 Bandiera dell'Italia Arturo Spada
  • 1959-1961 Bandiera dell'Italia Luigi Vantini
  • 1961-1962 Bandiera dell'Italia Arturo Spada
  • 1962-1964 Bandiera dell'Italia Luigi Vantini
  • 1964-1965 Bandiera dell'Italia Luigi Campedelli
  • 1965-1969 Bandiera dell'Italia Umberto Bottacini
  • 1969-1975 Bandiera dell'Italia Lodovico Iorio
  • 1975-1976 Bandiera dell'Italia Giuseppe Montresor
  • 1976-1980 Bandiera dell'Italia Giuseppe Campedelli
  • 1980-1981 Bandiera dell'Italia Franco Bottacini
  • 1981-1986 Bandiera dell'Italia Fernando Righetti
  • 1986-1990 Bandiera dell'Italia Bruno Garonzi
  • 1990-1992 Bandiera dell'Italia Luigi Campedelli
  • 1992-2022 Bandiera dell'Italia Luca Campedelli

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori dell'A.C. ChievoVerona.

Capitani[modifica | modifica wikitesto]

L'A.C. ChievoVerona e le nazionali di calcio[modifica | modifica wikitesto]

Simone Perrotta

Il giocatore del Chievo con il maggior numero di presenze nella nazionale di calcio dell'Italia fu Simone Perrotta, il quale, durante la militanza in gialloblù, ottenne 19 presenze e segnò un gol con gli "Azzurri".[49] Al secondo posto troviamo l'ex difensore Nicola Legrottaglie con 5 presenze e una rete con l'Italia[50] a cui seguono Massimo Marazzina con 3 presenze,[51] Franco Semioli con 2,[52] Sergio Pellissier con una presenza e un gol[53] e Roberto Baronio con una presenza.[54]

Maglie ritirate[modifica | modifica wikitesto]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

2007-2008

Competizioni interregionali[modifica | modifica wikitesto]

1993-1994 (girone A)
1988-1989 (girone B)

Competizioni regionali[modifica | modifica wikitesto]

  • Promozione: 1
1974-1975 (girone A)
  • Seconda Categoria: 4
1959-1960 (girone A), 1964-1965 (girone A), 1967-1968 (girone A),[57] 1968-1969 (girone A)
  • Seconda Divisione: 1
1950-1951 (girone A)
1934-1935 (girone unico), 1935-1936 (girone unico)
1932-1933 (girone A), 1934-1935 (girone unico)

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

2013-2014
2003, 2011
2003
2018

Altri piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Terzo posto: 2000-2001
Semifinalista: 1989-1990
Secondo posto: 1985-1986 (girone C)
  • Prima Divisione:
Terzo posto: 1958-1959 (girone A)
  • Seconda Divisione:
Terzo posto: 1948-1949 (girone B)
Terzo posto: 1931-1932 (girone A), 1933-1934 (girone A)

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Serie A 17 2001-2002 2018-2019 17
Serie B 10 1994-1995 2020-2021 10
Serie C1 5 1989-1990 1993-1994 5
Serie D 3 1975-1976 1977-1978 6
Serie C2 3 1986-1987 1988-1989
Serie D 3 1978-1979 1980-1981 8
Campionato Interregionale 5 1981-1982 1985-1986

Partecipazione ai campionati regionali[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Divisione 1 1951-1952 11
Prima Categoria 5 1960-1961 1966-1967
Promozione 5 1970-1971 1974-1975
Seconda Divisione 3 1948-1949 1950-1951 15
Prima Divisione 7 1952-1953 1958-1959
Seconda Categoria 4 1959-1960 1967-1968
Prima Categoria 1 1969-1970
Seconda Categoria 1 1968-1969 1

Partecipazione alle competizioni UEFA[modifica | modifica wikitesto]

Competizione UEFA Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
UEFA Champions League 1 2006-2007 3
Coppa UEFA / UEFA Europa League 2 2002-2003 2006-2007

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

Il club ha partecipato a 46 campionati nazionali, di cui 17 in Serie A, 10 in Serie B, 5 in Serie C1, 6 campionati di quarto livello e 8 di quinto.[3] Il Chievo era l'unico club proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l'intera piramide calcistica nazionale fino a giungere in A: conquistata la promozione in Serie C2 nel 1986, la società conobbe una rapida ascesa, approdando dapprima nel 1989 in C1, e poi nel 1994 in B.[3] Grazie alla storica promozione in Serie A, nel 2001 era al centro di una grande attenzione mediatica e diventò conosciuto al grande pubblico e presa a modello.[58] Nel 2002 debuttò anche nel calcio europeo, disputando la Coppa UEFA, mentre nel 2006 prese parte ai preliminari della UEFA Champions League.[3][59]

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Sergio Pellissier

Il recordman di presenze in maglia clivense è l'attaccante Sergio Pellissier, che dal 2000 al 2019 superò le 500 partite nei campionati professionistici.[60] Tra i marcatori, il primato è appannaggio di Bruno Vantini, che tra il 1952 e il 1971 mise a segno 159 reti coi "Mussi"; in ambito professionistico, svetta invece ancora Pellissier, sopra quota 100 gol.[60] Per quanto concerne infine i capocannonieri clivensi di un singolo campionato di Serie A, il record è in coabitazione tra Massimo Marazzina (2001-02), il già citato Sergio Pellissier (2005-06 e 2008-09) e Alberto Paloschi (2013-14), tutti capaci di raggiungere le 13 marcature in stagione.[60][61][62]

Di seguito i record presenze e marcature dei giocatori del Chievo dall'anno di fondazione all'anno di scioglimento.

Record di presenze
341 Bandiera dell'Italia Salvatore Lanna (1996-07)
249 Bandiera della Finlandia Përparim Hetemaj (2011-19)
Record di reti
46 Bandiera dell'Italia Alberto Paloschi (2011-16)

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I tifosi clivensi in trasferta all'Artemio Franchi di Firenze il 26 agosto 2001, per l'esordio del Chievo in Serie A

Il principale gruppo della tifoseria clivense era il North Side;[63] il nome, letteralmente tradotto, era "settore Nord", adottato per distinguersi dall'opposta fazione cittadina, quella del Verona.[63] Il gruppo nacque nel 1994 in seguito alla promozione in Serie B della squadra clivense, esponendo il primo striscione il 6 novembre a Cesena.[63] Il simbolo inizialmente scelto era la rosa dei venti, abbandonata in seguito a favore di Marvin il Marziano, personaggio dei cartoni animati Looney Tunes, adottato poiché il Chievo e la sua tifoseria venivano definiti dei "marziani" nel panorama del calcio professionistico italiano.[63] Benché avessero sempre occupato la Curva Nord, i tifosi ne ottennero la proprietà definitiva solo nella stagione 2015-16, dopo una piccola "lotta" durata diversi anni per ottenere la curva che, per motivi organizzativi, il comune non concedeva loro.

La maggior parte della tifoseria clivense rifuggiva dalla mentalità ultras tipica delle altre curve italiane, preferendo identificarsi come semplici «sostenitori» della loro squadra. Unica eccezione erano i Gate 7, gruppo nato nel 2013 da una scissione in seno ai North Side e caratterizzati, in antitesi rispetto al resto della curva gialloblù, da una spiccata mentalità ultras; tra i loro cardini vi era inoltre il desiderio di tornare ai vecchi colori originari del club, il bianco e l'azzurro.[64] Gruppi ormai sciolti della curva sono gli Ultras Chievo e i Cani Sciolti, mentre nel 2010 in curva si formò un nuovo gruppo, quello dei The Followers.[65]

Dopo l'esclusione del Chievo dai campionati professionistici, dal 2021 una buona parte dei North Side segue la neonata Clivense, società fondata dall'ex gialloblù Sergio Pellissier e che ha de facto coperto il vuoto sportivo venutosi a creare.[66]

Gemellaggi e rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici in Veneto e Derby di Verona.
Tifosi e giocatori del Chievo festeggiano il ritorno della squadra in Serie A nel 2008

Esisteva una forte amicizia con i sostenitori dell'AlbinoLeffe[65], mentre nel 2013-14 nacque un gemellaggio con i tifosi del Sassuolo;[67] fino al 2001[senza fonte] esisteva inoltre un rapporto di amicizia con i tifosi del Monza.

L'unica, storica rivalità dei tifosi clivensi è quella cittadina coi sostenitori del Verona.[65] Fino al 2001, fra Chievo e Hellas non esisteva un reale rapporto competitivo: i più blasonati scaligeri erano il baluardo attorno al quale era ruotato per quasi tutto il XX secolo il calcio veronese, mentre i "Mussi" venivano inizialmente visti come una piccola squadra di quartiere che per decenni si era barcamenata nelle serie inferiori, giocando stabilmente nelle categorie nazionali soltanto dal 1975. La prima promozione in Serie B del Chievo arrivò solamente nel 1994, così tra le tifoserie clivensi e scaligere non vi era di fatto mai potuta essere una vera rivalità sportiva; a riprova di ciò, proprio nel 1994, in occasione della decisiva trasferta di Carrara per l'approdo della "squadra della diga" in cadetteria, centinaia di supporter dell'Hellas si aggregarono a quelli del Chievo per sostenere congiuntamente la piccola realtà di borgata.[68]

L'arrivo in Serie A del Chievo nel 2001-02 iniziò però a cambiare le cose: permetteva innanzitutto alla città veneta di diventare la quinta (dopo Milano, Roma, Torino e Genova) a poter vantare un derby nella massima serie italiana – chiamato "derby della Scala" o "derby dell'Arena" –, e inoltre metteva per la prima volta realmente sullo stesso piano le due società; la prima stracittadina in massima serie si disputò il 18 novembre 2001.[69] Nonostante i mutati equilibri di forza tra le due formazioni veronesi, vi era ancora un clima di armonia e rispetto tra le reciproche curve. Il vero punto di svolta nella successiva rivalità si verificò in occasione del derby di ritorno, giocato formalmente in casa dai "Mussi" e vinto da questi 2-1.[68][70]

L'"OND Chievo" del 1932-33, con divisa biancazzurra e stemma della Scala sul petto

Nel decennio seguente, complice la buona gestione societaria Campedelli-Sartori sulla sponda clivense e quella tribolata Pastorello-Cannella su quella scaligera, il "Céo" rimase una presenza fissa nella massima serie italiana, mentre il Verona iniziò un lento declino.[71] Dopo la retrocessione dell'Hellas in Serie C nel 2007, si iniziò perfino a parlare seriamente di una fusione tra le due formazioni, con la tifoseria numericamente ed economicamente molto più fruttuosa dei veronesi.[72] A opporsi al progetto furono i tifosi di entrambe le squadre e l'allora presidente del Verona Martinelli.[73]

La "guerra dei simboli" scoppiata nell'estate del 2010, riportò in auge la discussione tra le opposte fazioni sportive riguardante i colori e gli stemmi societari impiegati dal Chievo. I "Butei" rimproverarono ai "Mussi", tra le altre cose, l'uso degli stessi colori sociali (il giallo e il blu delle insegne comunali, quando le tinte originali del Chievo erano il bianco e l'azzurro).[74] In questo contesto, alla vigilia della stagione 2010-11, il Chievo, durante la sua campagna abbonamenti, tra i vari simboli promozionali utilizzava un cavaliere con un drappo su cui era rappresentato lo stemma della dinastia scaligera, la Scala: questo creava una nuova protesta dei sostenitori dell'Hellas, i quali identificarono il simbolo come proprio dagli anni 1970 e vedevano quindi il tutto come un tentativo del Chievo di prendere idealmente il posto e l'identità del Verona nell'immaginario collettivo, emulandone i simboli e i colori.[75] Il presidente clivense Campedelli replicò sostenendo che l'antica Scala era da intendere come rappresentante di tutta la provincia di Verona, dimostrando come il Chievo sfoggiava la Scala sulle proprie maglie da gioco fin dagli anni 1930.[76]

Sul finire degli anni 2010 era inoltre sorta un'inimicizia con il Crotone, nata dapprima tra le tifoserie durante la corsa-salvezza del campionato di Serie A 2017-2018, avversa ai calabresi, e poi acuitasi nei mesi seguenti, dopo il coinvolgimento clivense in un processo di giustizia sportiva, con pesanti schermaglie tra le due dirigenze.[77]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) #616 – Chievo Vérone : Mussi Volanti, su footnickname.wordpress.com, 5 settembre 2021. URL consultato il 6 gennaio 2022.
  2. ^ Bottacini, p. 22.
  3. ^ a b c d e f g h i La storia del ChievoVerona, su chievocalcio.tv. URL consultato il 25 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2014).
  4. ^ a b Comunicato Ufficiale - 14 Settembre 2021, su chievoverona.it, 14 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2021).
  5. ^ a b Alessandro De Pietro, Chievo, ora è fallimento. Ma la partita non è finita, su larena.it, 25 giugno 2022.
  6. ^ a b Alessandro De Pietro, Chievo, dopo il fallimento l'attività prosegue. E conserva il titolo sportivo, su larena.it, 26 giugno 2022.
  7. ^ 3^ Circoscrizione Comune di Verona, su circ3.comune.verona.it. URL consultato il 12 novembre 2014.
  8. ^ La storia del ChievoVerona, su chievoverona.it (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2013).
  9. ^ Simone Antolini, Il miracolo Chievo. Le mille intuizioni della sua Favola, in L'Arena, 7 luglio 2014, p. 27.
  10. ^ Chievo, torna Delneri Torino fatale a Pillon, su archiviostorico.gazzetta.it, 16-10-06. URL consultato il 23 novembre 2014.
  11. ^ Chievo addio: ufficiale l'esclusione dalla Serie B, su repubblica.it, 26 luglio 2021.
  12. ^ Chievo, il Tar respinge il ricorso. Ufficiale il ripescaggio del Cosenza, su repubblica.it, 3 agosto 2021.
  13. ^ Il Chievo chiede 140 milioni «Ma siamo pronti a trattare», su larena.it, 10 giugno 2022.
  14. ^ Chievo, per il Consiglio di Stato «ricusazione inammissibile» su presunte incompatibilità, su larena.it, 14 luglio 2022.
  15. ^ Il Consiglio di Stato dà ragione alla Figc sul caso Chievo, su milanofinanza.it, 29 gennaio 2022.
  16. ^ Stefano Joppi, Sona e Chievo, tutto finito? «Grazie, ma non si poteva continuare», su larena.it, 30 settembre 2022.
  17. ^ Alessandro De Pietro, I curatori fallimentari: «Il Sona non può usare il marchio del Chievo», su larena.it, 24 luglio 2022.
  18. ^ Dietrofront del Vigasio: via il nome Chievo, su larena.it. URL consultato il 21 giugno 2023.
  19. ^ Quadri dei campionati giovanili Veneto 2022-23, su figcvenetocalcio.it.
  20. ^ Fallimento del Chievo, deserta l'asta per la vendita del marchio, su ilgazzettino.it, 23 giugno 2023.
  21. ^ Marchio Chievo, asta deserta per la seconda volta di fila - SerieD24.com, su seried24.com.
  22. ^ a b c (EN) From 1929 to 1960, su chievoverona.it. URL consultato il 22 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2005).
  23. ^ a b c Welter, p. 50.
  24. ^ La Scala non si tocca, ecco il volantino, su tggialloblu.it, 1º marzo 2011. URL consultato il 25 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2013).
  25. ^ Intervista al Presidente Luca Campedelli, su chievoverona.tv, 10 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2011).
  26. ^ Le divise del ChievoVerona 2017-2018: torna la maglia della “favola”, su passionemaglie.it, 19 luglio 2017. URL consultato il 25 giugno 2023.
  27. ^ Campedelli a Vigasio, la nuova avventura del Chievo e la sfida a Pellissier, su corrieredelveneto.corriere.it, 11 giugno 2023. URL consultato il 25 giugno 2023.
  28. ^ "Vola con noi", la festa per il nuovo inno del Chievo, su chievoverona.it, 22 agosto 2013. URL consultato il 22 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2015).
  29. ^ Il Chievo a Veronello, in TGGialloblù, 29 luglio 2013. URL consultato il 30 luglio 2013.
  30. ^ Bottacini, p. 91.
  31. ^ La Scheda di Saverio Garonzi, in Hellastory.net. URL consultato il 30 luglio 2013.
  32. ^ Campi deserti, erba alta. C'era una volta il Chievo, in Corriere di Verona. URL consultato il 10 giugno 2023.
  33. ^ Riapre Veronello, casa di Hellas e Chievo, e diventa «Resort», in L'Arena. URL consultato il 10 giugno 2023.
  34. ^ APRE A VERONA IL NUOVO CENTRO "BOTTAGISIO", SINERGIA TRA CANOA, SCHERMA E CALCIO, su federcanoa.it, 3 dicembre 2014.
  35. ^ Il Chievo cede il centro tecnico a una newco per 12,6 mln: plusvalenza in vista, su calcioefinanza.it, 16 luglio 2015.
  36. ^ Il ChievoVerona rinnova con Givova fino al 2017, su passionemaglie.it, 28 marzo 2012. URL consultato il 4 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  37. ^ Il Chievo è stata la prima squadra di calcio in Italia a raggiungere un accordo di sponsorizzazione con una major cinematografica; tra i film comparsi sulle maglie della squadra ci sono Terminator 3, Bad Boys II, Resident Evil: Apocalypse, Spider-Man 2 e Anaconda - Alla ricerca dell'orchidea maledetta, cfr. Sodalizio Columbia TriStar-Chievo, su mymarketing.net, 5 novembre 2004. URL consultato il 30 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014). e Per la prima volta in Italia una squadra di calcio è sponsorizzata da una major di distribuzione cinematografica [collegamento interrotto], su qn.quotidiano.net, 11 settembre 2003. URL consultato il 30 luglio 2013.
  38. ^ Solidarietà, su chievoverona.it. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2014).
  39. ^ Giovanili, su chievocalcio.tv, chievocalcio.it. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).
  40. ^ Vincenzo D'Angelo, Primavera, scudetto al Chievo: Torino k.o. ai rigori, decide il portiere Moschin, in La Gazzetta dello Sport, 12 giugno 2014.
  41. ^ Valpo e ChievoVerona ufficialmente insieme!, su asdvalpo.it, 31 luglio 2017. URL consultato il 31 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2017).
  42. ^ CLUB – FIMAUTO VALPOLICELLA SSD, su fimautovalpolicella.it. URL consultato il 29 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2018).
  43. ^ Comunicato Ufficiale N° 5 del 03/08/2018, FIGC - LND - Dipartimento Calcio Femminile, 3 agosto 2018.
  44. ^ Stefano Pellone, Il calcio femminile saluta il ChievoVerona Valpo, su mondosportivo.it, 27 giugno 2019.
  45. ^ Calcio Femminile: ufficiale l’accordo di collaborazione tra ChievoVerona e Fortitudo Mozzecane, su fortitudo.org, 8 luglio 2019. URL consultato il 2 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2019).
  46. ^ Domani smetto, su art31.com. URL consultato il 30 ottobre 2014.
  47. ^ tha Supreme - Warzonata Freestyle, su testietraduzioni.it.
  48. ^ Designato per la stagione 2021-2022, ma mai entrato effettivamente in carica a causa dell'esclusione della società dai campionati.
  49. ^ Nazionale in cifre, su figc.it, FIGC. URL consultato il 26 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2014).
  50. ^ Nazionale in cifre, su figc.it, FIGC. URL consultato il 26 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2012).
  51. ^ Nazionale in cifre, su figc.it, FIGC. URL consultato il 26 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2011).
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  53. ^ Nazionale in cifre, su figc.it, FIGC. URL consultato il 26 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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