7187 Isobe

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Isobe
(7187 Isobe)
Scoperta30 gennaio 1992
ScopritoreEleanor Francis Helin
ClassificazioneFascia principale
Designazioni
alternative
1992 BW
Parametri orbitali
(all'epoca K074A)
Semiasse maggiore1,9374089 UA
Inclinazione
sull'eclittica
21,78765°
Eccentricità0,0862946
Longitudine del
nodo ascendente
315,37735°
Argom. del perielio86,40378°
Anomalia media303,28742°
Par. Tisserand (TJ)3,815 (calcolato)
Dati fisici
Periodo di rotazione2,44 ore
Dati osservativi
Magnitudine ass.13,4

7187 Isobe è un asteroide della fascia principale. Scoperto nel 1992, presenta un'orbita caratterizzata da un semiasse maggiore pari a 1,9374089 UA e da un'eccentricità di 0,0862946, inclinata di 21,78765° rispetto all'eclittica.

Scoperta e denominazione[modifica | modifica wikitesto]

7187 Isobe è stato scoperto il 30 gennaio 1992 dall'astronoma statunitense Eleanor Francis Helin come un oggetto della 16ª magnitudine dall'osservatorio di Monte Palomar. Sono state in seguito ritrovate immagini di prescoperta risalenti all'agosto del 1985.[1]

Nel novembre del 2001, l'asteroide è stato intitolato all'astronomo giapponese Syuzo Isobe dell'osservatorio astronomico nazionale del Giappone. membro dell'Unione Astronomica Internazionale e presidente della Japan Spaceguard Association. Isobe ha contribuito significativamente alla fondazione del Bisei Spaceguard Center, un osservatorio ideato per l'osservazione dei NEO e dei detriti spaziali nello spazio circumterrestre.[1]

Classificazione e orbita[modifica | modifica wikitesto]

Il presunto asteroide di tipo E è un membro del gruppo di Hungaria, che costituisce la concentrazione di asteroidi più interna del Sistema solare[2]. Isobe orbita intorno al Sole nella fascia principale interna a una distanza di 1,8-2,1 UA una volta ogni 2 anni e 8 mesi (985 giorni). La sua orbita ha un'eccentricità di 0,09 e un'inclinazione di 22° rispetto all'eclittica[3]. È stato identificato per la prima volta come 1985 QC3 all'osservatorio di scoperta nel 1985, estendendo l'arco di osservazione del corpo di 7 anni prima della sua osservazione ufficiale[1][4].

Secondo i rilievi effettuati dal Wide-field Infrared Survey Explorer della NASA con la successiva missione NEOWISE, Isobe misura tra i 4,85 e i 6,05 chilometri di diametro, e la sua superficie ha un'albedo compresa tra 0,12 e 0,167[5]. Il Collaborative Asteroid Lightcurve Link assume un'albedo di 0,30 - un valore di compromesso tra 0,4 e 0,2, corrispondente agli asteroidi Hungaria sia come famiglia che come gruppo orbitale - e calcola un diametro di 3,85 chilometri con una magnitudine assoluta di 14,0[6][7].

Luna e curva di luce[modifica | modifica wikitesto]

Dall'agosto 2004, l'astronomo americano Brian Warner ha ottenuto diverse curve di luce rotazionali di Isobe presso il suo Palmer Divide Observatory in Colorado. Le analisi della curva di luce e del follow-up hanno fornito un periodo di rotazione ben definito di 4,2432 ore con un'ampiezza di luminosità di 0,22 magnitudini (U=3), dopo che le osservazioni fotometriche iniziali avevano indicato una soluzione di periodo più breve di 2,4 ore[8].

Nel 2012, le osservazioni di Brian Warner hanno indicato che Isobe è molto probabilmente un asteroide binario sincrono, orbitato da un satellite asteroidale ogni 33 ore. Le dimensioni di questo satellite rimangono sconosciute e non è stato pubblicato alcun rapporto tra diametro secondario e primario. La natura binaria di Isobe necessita ancora di ulteriori osservazioni[9].

Isobe è stato osservato anche dall'astronomo americano Robert Stephens presso il Center for Solar System Studies nel settembre 2015, ottenendo un periodo di 4,241 ore con un'ampiezza di 0,22 magnitudini. Tuttavia, non sono stati rilevati eventi di occultazione reciproca durante il periodo di osservazione di due notti (U=3-).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Dati riportati nel database dell'Unione Astronomica Internazionale, Minor Planet Center
  2. ^ Brian D. Warner, Lightcurve analysis for asteroids 242, 893, 921, 1373, 1853, 2120, 2448 3022, 6490, 6517, 7187, 7757, and 18108, in Minor Planet Bulletin, vol. 32, 1º marzo 2005, pp. 4–7. URL consultato il 5 ottobre 2022.
  3. ^ Dati riportati nel Small/Body Database del Jet Propulsion Laboratory
  4. ^ C. R. Nugent, A. Mainzer e J. Bauer, NEOWISE Reactivation Mission Year Two: Asteroid Diameters and Albedos, in The Astronomical Journal, vol. 152, 1º settembre 2016, pp. 63, DOI:10.3847/0004-6256/152/3/63. URL consultato il 5 ottobre 2022.
  5. ^ MinorPlanet.info: One Asteroid Info, su www.minorplanet.info. URL consultato il 5 ottobre 2022.
  6. ^ C. R. Nugent, A. Mainzer e J. Masiero, NEOWISE Reactivation Mission Year One: Preliminary Asteroid Diameters and Albedos, in The Astrophysical Journal, vol. 814, 1º dicembre 2015, pp. 117, DOI:10.1088/0004-637X/814/2/117. URL consultato il 5 ottobre 2022.
  7. ^ Joseph R. Masiero, A. K. Mainzer e T. Grav, Preliminary Analysis of WISE/NEOWISE 3-Band Cryogenic and Post-cryogenic Observations of Main Belt Asteroids, in The Astrophysical Journal, vol. 759, 1º novembre 2012, pp. L8, DOI:10.1088/2041-8205/759/1/L8. URL consultato il 5 ottobre 2022.
  8. ^ Robert D. Stephens, Asteroids Observed from CS3: 2015 July - September, in Minor Planet Bulletin, vol. 43, 1º gennaio 2016, pp. 52–56. URL consultato il 5 ottobre 2022.
  9. ^ Brian D. Warner, Asteroid Lightcurve Analysis at the Palmer Divide Observatory: September-December 2007, in Minor Planet Bulletin, vol. 35, 1º giugno 2008, pp. 67–71. URL consultato il 5 ottobre 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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