18 Aquarii

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18 Aquarii
18 Aquarii
Classe spettraleF0V
Distanza dal Sole154
CostellazioneAquario
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta21h 24m 11,49s
Declinazione-12° 52′ 41,19″
Dati fisici
Raggio medio2 R
Massa
1,54[1] M
Temperatura
superficiale
7467 K[1] (media)
Luminosità
Età stimata480 milioni di anni[1]
Dati osservativi
Magnitudine app.5,48
Magnitudine ass.2,12[2]
Parallasse21,23 mas
Moto proprioAR: 89,60 mas/anno
Dec: 8,62 mas/anno
Velocità radiale-3 km/s

Coordinate: Carta celeste 21h 24m 11.49s, -12° 52′ 41.19″

18 Aquarii (18 Aqr) è una stella della costellazione dell'Aquario.

La sua magnitudine apparente da Terra è pari a 5,48 e dista 154 anni luce dal sistema solare.[3].

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe, ma molto in prossimità dell'equatore celeste; ciò comporta che possa essere osservata da tutte le regioni abitate della Terra senza alcuna difficoltà e che sia invisibile soltanto molto oltre il circolo polare artico. Nell'emisfero sud invece appare circumpolare solo nelle aree più interne del continente antartico. La sua magnitudine pari a 5,5 le consente di essere osservata senza l'ausilio di strumenti solamente sotto a un cielo limpido e possibilmente senza Luna.

Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra fine agosto e dicembre; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

18 Aquarii è una stella bianco-gialla di sequenza principale, con un raggio circa 2 volte quello del Sole e una massa del 54% superiore. L'età della stella è di circa 480 milioni di anni.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Atmospheric parameters for nearby B-F stars (David+, 2015)
  2. ^ a b Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971
  3. ^ F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy and Astrophysics, vol. 474, n. 2, Novembre 2007, pp. 653–664, DOI:10.1051/0004-6361:20078357.arΧiv:0708.1752

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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