15 cm Tbts K L/45

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15 cm Tbts K L/45
15 cm Ubts+Tbts K L/45
Tipocannone navale e costiero
OrigineBandiera della Germania Germania
Impiego
UtilizzatoriBandiera della Germania Germania
Bandiera della Germania Germania
Bandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Francia Francia
ConflittiPrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Produzione
Data progettazione1917
Entrata in servizio1918
Ritiro dal servizio1945
Varianti15 cm Ubts+Tbts K L/45
Descrizione
Peso3 990 kg
Lunghezza6 765 mm
Lunghezza canna6 291 mm
Rigaturadestrorsa costante a 48 righe
Calibro149,1 mm
Tipo munizionicartoccio a sacchetto
Peso proiettile45,3 kg
Cadenza di tiro4-5 colpi/min
Velocità alla volata680 m/s
Gittata massima15 900 m
Elevazione-5°/+30°
Angolo di tiro300°
CaricaRP C/38
Peso della carica8,32 kg
[1]
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Il 15 cm Tbts K L/45 o 15 cm Ubts+Tbts K L/45[1] era un cannone navale tedesco impiegato durante la prima e la seconda guerra mondiale. Fu impiegato anche dalla marina francese e da quella italiana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Questo cannone fu sviluppato alla fine della Grande Guerra come pezzo principale per le torpediniere e per i sommergibili della Kaiserliche Marine[2]. Per i due impieghi erano previsti due affusti diversi, denominati rispettivamente Tbts MP LC/16 e Ubts MP LC/16, ma dotati della stessa bocca da fuoco. Il primo tipo di impianto armava in quattro esemplari ognuna le torpediniere classe S113, mentre il Ubts era imbarcato sui sommergibili Tipo UE II, Tipo Mittel U e Tipo U 139. Dopo la fine della guerra, navi tedesche armate con questo pezzo furono trasferite alle marine vincitrici della Triplice intesa.

Tra le navi armate con questo cannone, la Francia ricevette la torpediniera Admiral Sénès (ex-SMS S113 classe S113). I cannoni di questa nave, una volta radiata, andarono ad equipaggiare i due mercantili armati Barfleur e Charles Plumier.

Impiego nelle forze armate italiane[modifica | modifica wikitesto]

Il Regno d'Italia ricevette il cannone da 149/42 come armamento principale dell'esploratore Premuda, ex-SMS V 116 classe S113. Quando l'esploratore (poi riclassificato come cacciatorpediniere) fu radiato e demolito nel 1939, i pezzi da 149/42 vennero sbarcati e reimpiegati come cannoni costieri nelle batterie MILMART in Libia e in Albania, che li impiegarono durante la seconda guerra mondiale.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Bocca da fuoco[modifica | modifica wikitesto]

La canna era in acciaio, con otturatore orizzontale semi-automatico, ed impiegava munizioni separate, che riducevano la cadenza di tiro a 4-5 colpi al minuto. La granata pesava da 45,3 kg ed era propulsa da una carica di lancio da 8,32 kg di RP C/38. La riserva di munizioni per ogni pezzo era di 90 colpi sulle torpediniere e 500 sui sommergibili.

Affusti[modifica | modifica wikitesto]

La bocca da fuoco poteva essere incavalcata su due differenti tipi di affusto. L'installazione per le navi di superficie era denominata Tbts MP LC/16; era un a piedistallo con scudatura per la protezione dei serventi (limitata alla parte anteriore e laterale del pezzo). Sui sommergibili veniva impiegato invece un impianto molto simile, sempre a piedistallo, ma privo di scudatura ed ovviamente adattato all'immersione, denominato Ubts MP LC/16. Questi affusti, a puntamento manuale tramite volantini, erano manovrati da due puntatori e consentivano un settore di elevazione da -5° a +30°.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nella nomenclatura dei cannoni della Germania imperiale la prima cifra indica il calibro espresso in centimetri, Ubts+Tbts K (Unterseeboot+Torpedoboot Kanone) indica i cannoni per impiego su sommergibili e torpediniere, mentre L/45 indica la lunghezza espressa in calibri, in questo caso, il cannone è lungo 45 volte il calibro della canna.
  2. ^ Secondo la dottrina del tempo infatti, per risparmiare siluri, quando possibile i sommergibili impiegavano il cannone in emersione

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Norman Friedman, Naval Weapons of World War One, Seaforth.
  • John C. Taylor, German Warships of World War I.
  • R. Gardiner, R. Gray, P. Budzbon, R. Gardiner, (a cura di), Conway's All the World's Fighting Ships: 1906–1922, Annapolis, Naval Institute Press, 1984.
  • Erich Gröner, German Warships 1815-1945.
  • Paul Schmalenbach, Die Geschichte der deutschen Schiffsartillerie.
  • M.J. Whitley, German Cruisers of World War Two.
  • M.J. Whitley, Cruisers of World War Two.
  • M.J. Whitley, German Capital Ships of World War Two.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]