Sindrome da fatica cronica: differenze tra le versioni

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ho aggiunto molte fonti correlate al boom di ricerche, scoperte e pubblicazioni in materia degli ultimi 2 anni.
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Il ''Centers for Disease Control and Prevention (''CDC)<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.cdc.gov/cfs/general/index.html|titolo=CDC - General Information - Chronic Fatigue Syndrome (CFS)|sito=www.cdc.gov|lingua=en|accesso=6 giugno 2016}}</ref> la riconosce come una malattia devastante e complessa che comporta una fatica schiacciante e una miriade di altri sintomi che non vengono migliorati dal riposo e che possono peggiorare dopo l'attività fisica o uno sforzo mentale, nonché una riduzione sostanziale del livello di attività dei pazienti rispetto a quello che potevano sostenere prima di ammalarsi. Oltre al grave affaticamento, gli altri sintomi includono frequentemente dolori muscolari, problemi di memoria o di concentrazione mentale, insonnia e malessere post-sforzo che dura più di 24 ore.
Il ''Centers for Disease Control and Prevention (''CDC)<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.cdc.gov/cfs/general/index.html|titolo=CDC - General Information - Chronic Fatigue Syndrome (CFS)|sito=www.cdc.gov|lingua=en|accesso=6 giugno 2016}}</ref> la riconosce come una malattia devastante e complessa che comporta una fatica schiacciante e una miriade di altri sintomi che non vengono migliorati dal riposo e che possono peggiorare dopo l'attività fisica o uno sforzo mentale, nonché una riduzione sostanziale del livello di attività dei pazienti rispetto a quello che potevano sostenere prima di ammalarsi. Oltre al grave affaticamento, gli altri sintomi includono frequentemente dolori muscolari, problemi di memoria o di concentrazione mentale, insonnia e malessere post-sforzo che dura più di 24 ore.


Essa colpisce in prevalenza le donne e può colpire anche i bambini<ref>{{Cita web|url=http://www.cdc.gov/cfs/pediatric/index.html|titolo=CDC - Pediatrics - Chronic Fatigue Syndrome (CFS)|sito=www.cdc.gov|lingua=en-us|accesso=2016-06-10}}</ref>.
==Descrizione==


== Definizioni e linee guida ==
La CFS può gravemente compromettere la capacità dei pazienti di condurre una vita normale.
Secondo il rapporto dello IOM<ref name=":0" /> del 2015, per la diagnosi di CFS il paziente deve presentare da almeno 6 mesi una profonda fatica, con una riduzione significativa delle proprie funzionalità, un malessere che aumenta dopo qualunque sforzo (fisico, intellettivo o emozionale), sonno non ristoratore e almeno uno dei due seguenti disturbi: disfunzioni cognitive e/o intolleranza ortostatica.<ref>http://www.nationalacademies.org/hmd/~/media/Files/Report%20Files/2015/MECFS/MECFS_DiagnosticAlgorithm</ref>


Secondo il CDC<ref name=":1" />ci sono diverse definizioni dei casi di CFS e tutte richiedono la fatica come uno dei sintomi. CDC utilizza la definizione di CFS del 1994 (Fukuda<ref>{{Cita pubblicazione|nome=K.|cognome=Fukuda|data=1994-12-15|titolo=The chronic fatigue syndrome: a comprehensive approach to its definition and study. International Chronic Fatigue Syndrome Study Group|rivista=Annals of Internal Medicine|volume=121|numero=12|pp=953–959|accesso=2016-06-11|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7978722/|nome2=S. E.|cognome2=Straus|nome3=I.|cognome3=Hickie}}</ref>) che richiede che vi sia un grave affaticamento cronico per 6 o più mesi consecutivi non legato a uno sforzo in corso o ad altre condizioni mediche associate a fatica, che la fatica interferisca significativamente con le attività quotidiane e il lavoro e che nei 6 o più mesi consecutivi siano apparsi e persistiti o si siano più volte ripresentati 4 o più dei seguenti sintomi: sonno non ristoratore, malessere post-sforzo che dura più di 24 ore, una significativa compromissione della memoria a breve termine o della concentrazione, dolore muscolare, dolore alle articolazioni senza gonfiore o rossore, mal di testa di tipo o gravità insoliti, linfoadenopatia del collo o dell'ascella, un mal di gola frequente o ricorrente.
Molte persone con CFS hanno difficoltà completare le attività quotidiane e almeno un quarto di esse è stata obbligata a letto per tempi prolungati a causa della malattia.


Negli corso degli anni si sono succedute numerose definizioni e linee guida per la malattia, tra cui le Linee guida Canadesi e i Criteri Internazionali di Consenso<ref>{{Cita pubblicazione|nome=B. M.|cognome=Carruthers|data=1º ottobre 2011|titolo=Myalgic encephalomyelitis: International Consensus Criteria|rivista=Journal of Internal Medicine|volume=270|numero=4|pp=327–338|lingua=en|accesso=6 giugno 2016|doi=10.1111/j.1365-2796.2011.02428.x|url=http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1365-2796.2011.02428.x/abstract|nome2=M. I.|cognome2=van de Sande|nome3=K. L.|cognome3=De Meirleir}}</ref>, di cui sono disponibili anche delle traduzioni autorizzate in Italiano<ref>{{Cita web|url=http://www.cfsitalia.it/ME_Overview.htm|titolo=http://www.cfsitalia.it/ME_Overview.htm|cognome=Zac|sito=www.cfsitalia.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref>.
Tuttavia, molti lottano con i sintomi per anni prima di ricevere una diagnosi. Secondo il rapporto dello IOM<ref name=":0" />, infatti, molti operatori sanitari sono stati a lungo scettici circa la gravità della CFS/ME, scambiandola erroneamente con un disturbo psicologico affine all'ipocondria o alla depressione e non considerandola come una vera patologia. Da qui la sollecitazione dello IOM a informare sempre più i sanitari sul riconoscimento della CFS/ME come una grave malattia che richiede diagnosi e cure adeguate e tempestive, proponendo anche una nuova denominazione, SEID (Systemic Exertion Intolerance Disease), che la qualifica come "Malattia da intolleranza sistemica allo sforzo".


Su dette basi, nel 2014 sono state redatte anche delle linee guida italiane a cura dell'AGENAS<ref>{{Cita web|url=http://www.agenas.it/sindrome-da-fatica-cronica-lo-studio-di-agenas|titolo=Sindrome da fatica cronica, lo studio di Agenas - Agenas - Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali|sito=www.agenas.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref>.
Queste raccomandazioni valgono tanto più in Italia, dove la malattia non è tuttora riconosciuta, salvo rarissime eccezioni<ref>{{Cita web|url=http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioLegge.aspx?id=297052|titolo=Art.27 L.R. 6, 27/04/2015 Riconoscimento della fibromialgia e dell’encefalomielite mialgica benigna quali patologie rare|accesso=}}</ref>, e bisogna ringraziare soprattutto le associazioni dei malati<ref>{{Cita web|url=http://www.stanchezzacronica.it/|titolo=Stanchezza Cronica|sito=www.stanchezzacronica.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cfsitalia.it/|titolo=http://www.cfsitalia.it/|cognome=Zac|sito=www.cfsitalia.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://associazionemara.org/|titolo=Associazione Mara|sito=associazionemara.org|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.anfisc.it/|titolo=Anfisc - HOME|sito=www.anfisc.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref> se in questo Paese si parla di CFS.


La pubblicazione nel febbraio 2015 del già citato documento dello IOM, che raccomanda nuovi criteri diagnostici e un nuovo nome per la CFS/ME, ha dato nuovo slancio all'impegno di ricerca sulla CFS, anche a livello economico<ref>{{Cita web|url=http://www.sciencemag.org/news/2015/08/lobbyists-seek-new-funds-chronic-fatigue-syndrome-research|titolo=Lobbyists seek new funds for chronic fatigue syndrome research|sito=Science {{!}} AAAS|data=17 agosto 2015|accesso=6 giugno 2016}}</ref>, con un aumento degli sforzi da parte dei National Institutes of Health americani (NIH)<ref>{{Cita web|url=https://www.nih.gov/news-events/news-releases/nih-takes-action-bolster-research-myalgic-encephalomyelitis/chronic-fatigue-syndrome|titolo=NIH takes action to bolster research on Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome|sito=National Institutes of Health (NIH)|data=29 ottobre 2015|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.nih.gov/mecfs/funding|titolo=mecfs funding|sito=National Institutes of Health (NIH)|data=12 aprile 2016|accesso=6 giugno 2016}}</ref>, e un forte impulso alla ricerca e alle pubblicazioni in materia da parte della comunità scientifica mondiale<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jonathan C.W.|cognome=Edwards|data=2016-04-02|titolo=The biological challenge of myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome: a solvable problem|rivista=Fatigue|volume=4|numero=2|pp=63–69|accesso=2016-06-10|doi=10.1080/21641846.2016.1160598|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4867862/|nome2=Simon|cognome2=McGrath|nome3=Adrian|cognome3=Baldwin}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.healthrising.org/forums/threads/the-mitochondria-man-gets-his-money-and-the-uk-goes-mega-me-cfs-research-moving-forward.4360/|titolo=The Mitochondria Man Gets His Money and The UK Goes MEGA: ME/CFS Research Moving Forward|sito=Health Rising's Chronic Fatigue Syndrome (ME/CFS) and Fibromyalgia Forums|accesso=2016-06-11}}</ref>, scatenando una sorta di grande competizione nel found-raising e nella ricerca di biomarcatori oggettivi<ref>{{Cita web|url=http://microbediscovery.org/2016/01/06/lipkin-says-3-5-years-to-solve-mecfs-if-funds-made-available/|titolo=Lipkin says 3-5 years to solve ME/CFS – if funds made available!|cognome=administrator|sito=The Microbe Discovery Project|data=2016-01-06|accesso=2016-06-11}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://batemanhornecenter.org/3-28-million-mecfs-biomarker-study/|titolo=$3.28 Million Awarded for ME/CFS Biomarker Study - Bateman Horne Center|sito=Bateman Horne Center|data=2016-06-09|lingua=en-US|accesso=2016-06-11}}</ref>.
Il rapporto dello IOM valuta tra gli 836 mila i 2,5 milioni il numero dei malati di ME/CFS negli Stati Uniti d'America e tra i 17 e i 24 miliardi di dollari annui la ricaduta economica in termini di costi della malattia.


Recentissime pubblicazioni in tutto il mondo attestano robuste evidenze scientifiche che qualificano la malattia come biologica e non psicologica<ref>{{Cita web|url=https://www.mailman.columbia.edu/public-health-now/news/scientists-discover-robust-evidence-chronic-fatigue-syndrome-biological|titolo=Scientists Discover Robust Evidence That Chronic Fatigue Syndrome Is a Biological Illness {{!}} Columbia University Mailman School of Public Health|sito=www.mailman.columbia.edu|accesso=2016-06-10}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Teilah Kathryn|cognome=Huth|data=2016-04-21|titolo=ERK1/2, MEK1/2 and p38 downstream signalling molecules impaired in CD56dimCD16+ and CD56brightCD16dim/− natural killer cells in Chronic Fatigue Syndrome/Myalgic Encephalomyelitis patients|rivista=Journal of Translational Medicine|volume=14|accesso=2016-06-10|doi=10.1186/s12967-016-0859-z|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4839077/|nome2=Donald|cognome2=Staines|nome3=Sonya|cognome3=Marshall-Gradisnik}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Leighton R.|cognome=Barnden|data=2016-03-31|titolo=Autonomic correlations with MRI are abnormal in the brainstem vasomotor centre in Chronic Fatigue Syndrome|rivista=NeuroImage : Clinical|volume=11|pp=530–537|accesso=2016-06-10|doi=10.1016/j.nicl.2016.03.017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4833047/|nome2=Richard|cognome2=Kwiatek|nome3=Benjamin|cognome3=Crouch}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gina|cognome=Rutherford|data=2016-01-01|titolo=Understanding Muscle Dysfunction in Chronic Fatigue Syndrome|rivista=Journal of Aging Research|volume=2016|accesso=2016-06-10|doi=10.1155/2016/2497348|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4779819/|nome2=Philip|cognome2=Manning|nome3=Julia L.|cognome3=Newton}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=K A|cognome=Schlauch|data=2016-02-01|titolo=Genome-wide association analysis identifies genetic variations in subjects with myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome|rivista=Translational Psychiatry|volume=6|numero=2|pp=e730|accesso=2016-06-10|doi=10.1038/tp.2015.208|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4872418/|nome2=S F|cognome2=Khaiboullina|nome3=K L|cognome3=De Meirleir}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Tong|cognome=Wu|data=2016-01-28|titolo=Electroencephalogram characteristics in patients with chronic fatigue syndrome|rivista=Neuropsychiatric Disease and Treatment|volume=12|pp=241–249|accesso=2016-06-10|doi=10.2147/NDT.S92911|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4734796/|nome2=Xianghua|cognome2=Qi|nome3=Yuan|cognome3=Su}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Benedicte|cognome=Meyer|data=2015-10-16|titolo=Maintenance of Chronic Fatigue Syndrome (CFS) in Young CFS Patients Is Associated with the 5-HTTLPR and SNP rs25531 A > G Genotype|rivista=PLoS ONE|volume=10|numero=10|accesso=2016-06-10|doi=10.1371/journal.pone.0140883|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4608737/|nome2=Chinh Bkrong Thuy|cognome2=Nguyen|nome3=Aurora|cognome3=Moen}}</ref>. In particolare, ci si può aspettare una svolta fondamentale nell'approccio alla malattia a seguito delle recenti scoperte di potenziali marcatori nei pazienti affetti da CFS, negli Stati Uniti - dove la Columbia University li ha identificati a livello plasmatico<ref>{{Cita pubblicazione|nome = Mady|cognome = Hornig|nome2 = José G.|cognome2 = Montoya|nome3 = Nancy G.|cognome3 = Klimas|data = 1º febbraio 2015|titolo = Distinct plasma immune signatures in ME/CFS are present early in the course of illness|rivista = Science Advances|volume = 1|numero = 1|pp = e1400121|lingua = en|accesso = 9 gennaio 2016|doi = 10.1126/sciadv.1400121|url = http://advances.sciencemag.org/content/1/1/e1400121}}</ref> e cerebrospinale<ref>{{Cita pubblicazione|nome = M.|cognome = Hornig|nome2 = G.|cognome2 = Gottschalk|nome3 = D. L.|cognome3 = Peterson|data = 31 marzo 2015|titolo = Cytokine network analysis of cerebrospinal fluid in myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome|rivista = Molecular Psychiatry|lingua = en|accesso = 9 gennaio 2016|doi = 10.1038/mp.2015.29|url = http://www.nature.com/mp/journal/vaop/ncurrent/full/mp201529a.html}}</ref> - ma anche in Inghilterra<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert D.|cognome=Petty|data=2016-03-11|titolo=MicroRNAs hsa-miR-99b, hsa-miR-330, hsa-miR-126 and hsa-miR-30c: Potential Diagnostic Biomarkers in Natural Killer (NK) Cells of Patients with Chronic Fatigue Syndrome (CFS)/ Myalgic Encephalomyelitis (ME)|rivista=PLoS ONE|volume=11|numero=3|accesso=2016-06-10|doi=10.1371/journal.pone.0150904|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4788442/|nome2=Neil E.|cognome2=McCarthy|nome3=Rifca|cognome3=Le Dieu}}</ref>, in Canada<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lindsey|cognome=Russell|data=2016-03-10|titolo=Illness progression in chronic fatigue syndrome: a shifting immune baseline|rivista=BMC Immunology|volume=17|accesso=2016-06-10|doi=10.1186/s12865-016-0142-3|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4785654/|nome2=Gordon|cognome2=Broderick|nome3=Renee|cognome3=Taylor}}</ref> e in Giappone<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sanae|cognome=Fukuda|data=2016-07-01|titolo=A potential biomarker for fatigue: Oxidative stress and anti-oxidative activity|rivista=Biological Psychology|volume=118|pp=88–93|accesso=2016-06-11|doi=10.1016/j.biopsycho.2016.05.005|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0301051116301843|nome2=Junzo|cognome2=Nojima|nome3=Yukari|cognome3=Motoki}}</ref>.
Essendo una malattia multifattoriale e non essendoci ancora marcatori biologici ed esami specifici acclarati, la CFS è difficile da identificare come un'entità nosografica singola e alcuni ricercatori la considerano come un "[[termine ombrello]]" per una grande varietà di malattie sottostanti, che possono andare dall'ansia correlata a intolleranza all'esercizio, a molte altre che consistono in danni neurologici o mitocondriali, insufficiente produzione di energia o disfunzioni autoimmuni.<ref>{{Cita web|url=http://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/apr/04/chronic-fatigue-syndrome-cfs-taken-seriously|titolo=Is chronic fatigue syndrome finally being taken seriously?|cognome=Cox|nome=David|sito=the Guardian|data=2016-04-04|accesso=2016-06-10}}</ref>


L'Università Australiana di Griffith ha annunciato una scoperta che potrebbe aiutare a illuminare le cause della malattia, avendo individuato un nuovo recettore del sistema immunitario, importante per il movimento del calcio all'interno delle cellule, che risulterebbe significativamente ridotto nei pazienti con CFS/ME<ref>{{Cita pubblicazione|nome=T.|cognome=Nguyen|data=2016-05-31|titolo=Novel identification and characterisation of Transient receptor potential melastatin 3 ion channels on Natural Killer cells and B lymphocytes: effects on cell signalling in Chronic fatigue syndrome/Myalgic encephalomyelitis patients|rivista=Biological Research|volume=49|accesso=2016-06-10|doi=10.1186/s40659-016-0087-2|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4888729/|nome2=D.|cognome2=Staines|nome3=B.|cognome3=Nilius}}</ref>.
Ci si può aspettare una svolta fondamentale nell'approccio alla malattia anche a seguito della recente scoperta da parte della Columbia University di specifici marcatori nei pazienti affetti da CFS, sia nel plasma <ref>{{Cita pubblicazione|nome = Mady|cognome = Hornig|nome2 = José G.|cognome2 = Montoya|nome3 = Nancy G.|cognome3 = Klimas|data = 1º febbraio 2015|titolo = Distinct plasma immune signatures in ME/CFS are present early in the course of illness|rivista = Science Advances|volume = 1|numero = 1|pp = e1400121|lingua = en|accesso = 9 gennaio 2016|doi = 10.1126/sciadv.1400121|url = http://advances.sciencemag.org/content/1/1/e1400121}}</ref>, che nel liquido cerebrospinale<ref>{{Cita pubblicazione|nome = M.|cognome = Hornig|nome2 = G.|cognome2 = Gottschalk|nome3 = D. L.|cognome3 = Peterson|data = 31 marzo 2015|titolo = Cytokine network analysis of cerebrospinal fluid in myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome|rivista = Molecular Psychiatry|lingua = en|accesso = 9 gennaio 2016|doi = 10.1038/mp.2015.29|url = http://www.nature.com/mp/journal/vaop/ncurrent/full/mp201529a.html}}</ref>.


Le ricerche più innovative sulla CFS si focalizzano sulla microbiologia<ref>{{Cita web|url=http://microbediscovery.org/|titolo=Home|sito=The Microbe Discovery Project|lingua=en-US|accesso=2016-06-10}}</ref> e sul ruolo della permeabilità, della disbiosi e del microbiota intestinali<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Navena|cognome=Navaneetharaja|data=2016-06-06|titolo=A Role for the Intestinal Microbiota and Virome in Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome (ME/CFS)?|rivista=Journal of Clinical Medicine|volume=5|numero=6|pp=55|lingua=en|accesso=2016-06-11|doi=10.3390/jcm5060055|url=http://www.mdpi.com/2077-0383/5/6/55|nome2=Verity|cognome2=Griffiths|nome3=Tom|cognome3=Wileman}}</ref>, suggerendo anche percorsi terapeutici correlati<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sanjay K.|cognome=Shukla|data=2015-12-18|titolo=Changes in Gut and Plasma Microbiome following Exercise Challenge in Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome (ME/CFS)|rivista=PLoS ONE|volume=10|numero=12|accesso=2016-06-10|doi=10.1371/journal.pone.0145453|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4684203/|nome2=Dane|cognome2=Cook|nome3=Jacob|cognome3=Meyer}}</ref>, alcuni peraltro sperimentati pionieristicamente in Australia sin dal 2012<ref>{{Cita web|url=http://www.cdd.com.au/pdf/publications/All%20Publications/2013%20-%20The%20GI%20microbiome%20and%20its%20role%20in%20CFS%20-%20ACNEM%20paper.pdf|titolo=The GI Microbiome and its role in Chronic Fatigue Syndrome: a Summary of Bacteriotherapy|autore=Thomas J. Borody, MD, PhD; Anna Nowak, BMedSci; Sarah Finlayson, BSc (Adv) Hons|editore=ACNEM Journal Vol 31|data=No 3 – December 2012|accesso=}}</ref>, con risultati anche più incoraggianti del tradizionale approccio farmacologico<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ansel|cognome=Collatz|data=2016-05-23|titolo=A Systematic Review of Drug Therapies for Chronic Fatigue Syndrome/Myalgic Encephalomyelitis|rivista=Clinical Therapeutics|accesso=2016-06-11|doi=10.1016/j.clinthera.2016.04.038|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27229907|nome2=Samantha C.|cognome2=Johnston|nome3=Donald R.|cognome3=Staines}}</ref>.
La CFS è frequentemente associata alla [[fibromialgia]] (oltre che alla [[sindrome da sensibilità chimica multipla]]). Può avere associazione anche con la SFB ([[sindrome delle fascicolazioni benigne]]).<ref name="nextination.com">{{Cita web|url=http://www.nextination.com/aboutbfs/artmayo.htm|titolo=AboutBFS.com - Featured Article|accesso=4 ottobre 2014}}</ref><ref name="onlinelibrary.wiley.com">{{Cita web|url=http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ana.410340419/abstract|titolo=Long-term follow-up of 121 patients with benign fasciculations|accesso=4 ottobre 2014}}</ref><ref name="bfsrecovery.com">{{Cita web|url=http://www.bfsrecovery.com/whatisbfs.php|titolo=BFS Recovery - What is Benign Fasciculation Syndrome?|accesso=4 ottobre 2014}}</ref>


== Descrizione==
Ci si può riferire al disturbo anche come a sindrome da fatica post-virale (PVFS dall'inglese ''post-viral fatigue syndrome'', quando la condizione si manifesta in seguito a una malattia di tipo influenzale), Encefalomielite Mialgica (Myalgic Encephalomyelitis o ME).
La CFS può gravemente compromettere la capacità dei pazienti di condurre una vita normale.


Molte persone con CFS hanno difficoltà completare le attività quotidiane e almeno un quarto di esse è stata obbligata a letto per tempi prolungati a causa della malattia.
== Definizioni e linee guida ==
Secondo il rapporto dello IOM<ref name=":0" /> del 2015, per la diagnosi di CFS il paziente deve presentare da almeno 6 mesi una profonda fatica, con una riduzione significativa delle proprie funzionalità, un malessere che aumenta dopo qualunque sforzo (fisico, intellettivo o emozionale), sonno non ristoratore e almeno uno dei due seguenti disturbi: disfunzioni cognitive e/o intolleranza ortostatica.<ref>http://www.nationalacademies.org/hmd/~/media/Files/Report%20Files/2015/MECFS/MECFS_DiagnosticAlgorithm</ref>


Tuttavia, molti lottano con i sintomi per anni prima di ricevere una diagnosi. Secondo il rapporto dello IOM<ref name=":0" />, infatti, molti operatori sanitari sono stati a lungo scettici circa la gravità della CFS/ME, scambiandola erroneamente con un disturbo psicologico affine all'ipocondria o alla depressione e non considerandola come una vera patologia. Da qui la sollecitazione dello IOM a informare sempre più i sanitari sul riconoscimento della CFS/ME come una grave malattia che richiede diagnosi e cure adeguate e tempestive, proponendo anche una nuova denominazione, SEID (Systemic Exertion Intolerance Disease), che la qualifica come "Malattia da intolleranza sistemica allo sforzo".
Secondo il CDC<ref name=":1" />ci sono diverse definizioni dei casi di CFS e tutte richiedono la fatica come uno dei sintomi. CDC utilizza la definizione di CFS del 1994 che richiede che vi sia un grave affaticamento cronico per 6 o più mesi consecutivi non legato a uno sforzo in corso o ad altre condizioni mediche associate a fatica, che la fatica interferisca significativamente con le attività quotidiane e il lavoro e che nei 6 o più mesi consecutivi siano apparsi e persistiti o si siano più volte ripresentati 4 o più dei seguenti sintomi: sonno non ristoratore, malessere post-sforzo che dura più di 24 ore, una significativa compromissione della memoria a breve termine o della concentrazione, dolore muscolare, dolore alle articolazioni senza gonfiore o rossore, mal di testa di tipo o gravità insoliti, linfoadenopatia del collo o dell'ascella, un mal di gola frequente o ricorrente.


Queste raccomandazioni valgono tanto più in Italia, dove la malattia non è tuttora riconosciuta, salvo rarissime eccezioni<ref>{{Cita web|url=http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioLegge.aspx?id=297052|titolo=Art.27 L.R. 6, 27/04/2015 Riconoscimento della fibromialgia e dell’encefalomielite mialgica benigna quali patologie rare|accesso=}}</ref>, e bisogna ringraziare soprattutto le associazioni dei malati<ref>{{Cita web|url=http://www.stanchezzacronica.it/|titolo=Stanchezza Cronica|sito=www.stanchezzacronica.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cfsitalia.it/|titolo=http://www.cfsitalia.it/|cognome=Zac|sito=www.cfsitalia.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://associazionemara.org/|titolo=Associazione Mara|sito=associazionemara.org|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.anfisc.it/|titolo=Anfisc - HOME|sito=www.anfisc.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref> se in questo Paese si parla di CFS.
Negli corso degli anni si sono succedute numerose definizioni e linee guida per la malattia, tra cui le Linee guida Canadesi e i Criteri Internazionali di Consenso<ref>{{Cita pubblicazione|nome=B. M.|cognome=Carruthers|data=1º ottobre 2011|titolo=Myalgic encephalomyelitis: International Consensus Criteria|rivista=Journal of Internal Medicine|volume=270|numero=4|pp=327–338|lingua=en|accesso=6 giugno 2016|doi=10.1111/j.1365-2796.2011.02428.x|url=http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1365-2796.2011.02428.x/abstract|nome2=M. I.|cognome2=van de Sande|nome3=K. L.|cognome3=De Meirleir}}</ref>, di cui sono disponibili anche delle traduzioni autorizzate in Italiano<ref>{{Cita web|url=http://www.cfsitalia.it/ME_Overview.htm|titolo=http://www.cfsitalia.it/ME_Overview.htm|cognome=Zac|sito=www.cfsitalia.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref>.


Il rapporto dello IOM valuta tra gli 836 mila i 2,5 milioni il numero dei malati di ME/CFS negli Stati Uniti d'America e tra i 17 e i 24 miliardi di dollari annui la ricaduta economica in termini di costi della malattia.
Su dette basi, nel 2014 sono state redatte anche delle linee guida italiane a cura dell'AGENAS<ref>{{Cita web|url=http://www.agenas.it/sindrome-da-fatica-cronica-lo-studio-di-agenas|titolo=Sindrome da fatica cronica, lo studio di Agenas - Agenas - Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali|sito=www.agenas.it|accesso=6 giugno 2016}}</ref>.


Essendo una malattia multifattoriale e non essendoci ancora marcatori biologici ed esami specifici universalmente acclarati, la CFS è difficile da identificare come un'entità nosografica singola e alcuni ricercatori la considerano come un "[[termine ombrello]]" per una grande varietà di malattie sottostanti, che possono andare dall'ansia correlata a intolleranza all'esercizio, a molte altre che consistono in danni neurologici o mitocondriali, insufficiente produzione di energia o disfunzioni autoimmuni<ref>{{Cita web|url=http://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/apr/04/chronic-fatigue-syndrome-cfs-taken-seriously|titolo=Is chronic fatigue syndrome finally being taken seriously?|cognome=Cox|nome=David|sito=the Guardian|data=2016-04-04|accesso=2016-06-10}}</ref>.
La pubblicazione nel febbraio 2015 del già citato documento dello IOM, che raccomanda nuovi criteri diagnostici e un nuovo nome per la CFS/ME, ha dato nuovo slancio all'impegno di ricerca sulla CFS, anche a livello economico<ref>{{Cita web|url=http://www.sciencemag.org/news/2015/08/lobbyists-seek-new-funds-chronic-fatigue-syndrome-research|titolo=Lobbyists seek new funds for chronic fatigue syndrome research|sito=Science {{!}} AAAS|data=17 agosto 2015|accesso=6 giugno 2016}}</ref>, con un aumento degli sforzi da parte dei National Institutes of Health americani (NIH)<ref>{{Cita web|url=https://www.nih.gov/news-events/news-releases/nih-takes-action-bolster-research-myalgic-encephalomyelitis/chronic-fatigue-syndrome|titolo=NIH takes action to bolster research on Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome|sito=National Institutes of Health (NIH)|data=29 ottobre 2015|accesso=6 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.nih.gov/mecfs/funding|titolo=mecfs funding|sito=National Institutes of Health (NIH)|data=12 aprile 2016|accesso=6 giugno 2016}}</ref>, e un forte impulso alle pubblicazioni in materia da parte della comunità scientifica mondiale.

La CFS è frequentemente associata alla [[fibromialgia]] (oltre che alla [[sindrome da sensibilità chimica multipla]]). Può avere associazione anche con la SFB ([[sindrome delle fascicolazioni benigne]])<ref name="nextination.com">{{Cita web|url=http://www.nextination.com/aboutbfs/artmayo.htm|titolo=AboutBFS.com - Featured Article|accesso=4 ottobre 2014}}</ref><ref name="onlinelibrary.wiley.com">{{Cita web|url=http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ana.410340419/abstract|titolo=Long-term follow-up of 121 patients with benign fasciculations|accesso=4 ottobre 2014}}</ref><ref name="bfsrecovery.com">{{Cita web|url=http://www.bfsrecovery.com/whatisbfs.php|titolo=BFS Recovery - What is Benign Fasciculation Syndrome?|accesso=4 ottobre 2014}}</ref>.

Ci si può riferire al disturbo anche come a sindrome da fatica post-virale (PVFS dall'inglese ''post-viral fatigue syndrome'', quando la condizione si manifesta in seguito a una malattia di tipo influenzale), Encefalomielite Mialgica (Myalgic Encephalomyelitis o ME).


== Cenni storici==
== Cenni storici==

Versione delle 03:26, 11 giu 2016

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Sindrome da fatica cronica
Un nastro blu è stato scelto come simbolo internazionale della lotta alla CFS.
Malattia rara
Specialitàneurologia e reumatologia
Eziologiaincognita, Human herpesvirus 6, Herpesvirus umano 7, Borna disease virus e virus di Epstein-Barr
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD015673
MedlinePlus001244
eMedicine235980
Sinonimi
Sindrome da Fatica Cronica
Sindrome della Stanchezza Cronica
Encefalomielite Mialgica
CFS/ME
Sindrome da Fatica Post-Virale
Sindrome da Fatica Post-Infettiva
Sindrome da Fatica Post-Influenzale
SEID

La Sindrome da Fatica Cronica (in inglese Chronic Fatigue Syndrome, sigla CFS), anche detta Encefalomielite Mialgica, comunemente indicata come CFS/ME, viene descritta da un recente rapporto dell' Institute of Medicine (IOM) pubblicato nel febbraio 2015[1] come una malattia sistemica, complessa, cronica e grave, caratterizzata da una profonda stanchezza, disfunzioni cognitive, alterazioni del sonno, manifestazioni autonomiche, dolore e altri sintomi, che sono peggiorati da uno sforzo di qualsiasi tipo.

Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC)[2] la riconosce come una malattia devastante e complessa che comporta una fatica schiacciante e una miriade di altri sintomi che non vengono migliorati dal riposo e che possono peggiorare dopo l'attività fisica o uno sforzo mentale, nonché una riduzione sostanziale del livello di attività dei pazienti rispetto a quello che potevano sostenere prima di ammalarsi. Oltre al grave affaticamento, gli altri sintomi includono frequentemente dolori muscolari, problemi di memoria o di concentrazione mentale, insonnia e malessere post-sforzo che dura più di 24 ore.

Essa colpisce in prevalenza le donne e può colpire anche i bambini[3].

Definizioni e linee guida

Secondo il rapporto dello IOM[1] del 2015, per la diagnosi di CFS il paziente deve presentare da almeno 6 mesi una profonda fatica, con una riduzione significativa delle proprie funzionalità, un malessere che aumenta dopo qualunque sforzo (fisico, intellettivo o emozionale), sonno non ristoratore e almeno uno dei due seguenti disturbi: disfunzioni cognitive e/o intolleranza ortostatica.[4]

Secondo il CDC[2]ci sono diverse definizioni dei casi di CFS e tutte richiedono la fatica come uno dei sintomi. CDC utilizza la definizione di CFS del 1994 (Fukuda[5]) che richiede che vi sia un grave affaticamento cronico per 6 o più mesi consecutivi non legato a uno sforzo in corso o ad altre condizioni mediche associate a fatica, che la fatica interferisca significativamente con le attività quotidiane e il lavoro e che nei 6 o più mesi consecutivi siano apparsi e persistiti o si siano più volte ripresentati 4 o più dei seguenti sintomi: sonno non ristoratore, malessere post-sforzo che dura più di 24 ore, una significativa compromissione della memoria a breve termine o della concentrazione, dolore muscolare, dolore alle articolazioni senza gonfiore o rossore, mal di testa di tipo o gravità insoliti, linfoadenopatia del collo o dell'ascella, un mal di gola frequente o ricorrente.

Negli corso degli anni si sono succedute numerose definizioni e linee guida per la malattia, tra cui le Linee guida Canadesi e i Criteri Internazionali di Consenso[6], di cui sono disponibili anche delle traduzioni autorizzate in Italiano[7].

Su dette basi, nel 2014 sono state redatte anche delle linee guida italiane a cura dell'AGENAS[8].

La pubblicazione nel febbraio 2015 del già citato documento dello IOM, che raccomanda nuovi criteri diagnostici e un nuovo nome per la CFS/ME, ha dato nuovo slancio all'impegno di ricerca sulla CFS, anche a livello economico[9], con un aumento degli sforzi da parte dei National Institutes of Health americani (NIH)[10][11], e un forte impulso alla ricerca e alle pubblicazioni in materia da parte della comunità scientifica mondiale[12][13], scatenando una sorta di grande competizione nel found-raising e nella ricerca di biomarcatori oggettivi[14][15].

Recentissime pubblicazioni in tutto il mondo attestano robuste evidenze scientifiche che qualificano la malattia come biologica e non psicologica[16][17][18][19][20][21][22]. In particolare, ci si può aspettare una svolta fondamentale nell'approccio alla malattia a seguito delle recenti scoperte di potenziali marcatori nei pazienti affetti da CFS, negli Stati Uniti - dove la Columbia University li ha identificati a livello plasmatico[23] e cerebrospinale[24] - ma anche in Inghilterra[25], in Canada[26] e in Giappone[27].

L'Università Australiana di Griffith ha annunciato una scoperta che potrebbe aiutare a illuminare le cause della malattia, avendo individuato un nuovo recettore del sistema immunitario, importante per il movimento del calcio all'interno delle cellule, che risulterebbe significativamente ridotto nei pazienti con CFS/ME[28].

Le ricerche più innovative sulla CFS si focalizzano sulla microbiologia[29] e sul ruolo della permeabilità, della disbiosi e del microbiota intestinali[30], suggerendo anche percorsi terapeutici correlati[31], alcuni peraltro sperimentati pionieristicamente in Australia sin dal 2012[32], con risultati anche più incoraggianti del tradizionale approccio farmacologico[33].

Descrizione

La CFS può gravemente compromettere la capacità dei pazienti di condurre una vita normale.

Molte persone con CFS hanno difficoltà completare le attività quotidiane e almeno un quarto di esse è stata obbligata a letto per tempi prolungati a causa della malattia.

Tuttavia, molti lottano con i sintomi per anni prima di ricevere una diagnosi. Secondo il rapporto dello IOM[1], infatti, molti operatori sanitari sono stati a lungo scettici circa la gravità della CFS/ME, scambiandola erroneamente con un disturbo psicologico affine all'ipocondria o alla depressione e non considerandola come una vera patologia. Da qui la sollecitazione dello IOM a informare sempre più i sanitari sul riconoscimento della CFS/ME come una grave malattia che richiede diagnosi e cure adeguate e tempestive, proponendo anche una nuova denominazione, SEID (Systemic Exertion Intolerance Disease), che la qualifica come "Malattia da intolleranza sistemica allo sforzo".

Queste raccomandazioni valgono tanto più in Italia, dove la malattia non è tuttora riconosciuta, salvo rarissime eccezioni[34], e bisogna ringraziare soprattutto le associazioni dei malati[35][36][37][38] se in questo Paese si parla di CFS.

Il rapporto dello IOM valuta tra gli 836 mila i 2,5 milioni il numero dei malati di ME/CFS negli Stati Uniti d'America e tra i 17 e i 24 miliardi di dollari annui la ricaduta economica in termini di costi della malattia.

Essendo una malattia multifattoriale e non essendoci ancora marcatori biologici ed esami specifici universalmente acclarati, la CFS è difficile da identificare come un'entità nosografica singola e alcuni ricercatori la considerano come un "termine ombrello" per una grande varietà di malattie sottostanti, che possono andare dall'ansia correlata a intolleranza all'esercizio, a molte altre che consistono in danni neurologici o mitocondriali, insufficiente produzione di energia o disfunzioni autoimmuni[39].

La CFS è frequentemente associata alla fibromialgia (oltre che alla sindrome da sensibilità chimica multipla). Può avere associazione anche con la SFB (sindrome delle fascicolazioni benigne)[40][41][42].

Ci si può riferire al disturbo anche come a sindrome da fatica post-virale (PVFS dall'inglese post-viral fatigue syndrome, quando la condizione si manifesta in seguito a una malattia di tipo influenzale), Encefalomielite Mialgica (Myalgic Encephalomyelitis o ME).

Cenni storici

Vari disturbi correlati al sistema nervoso sono stati rilevati da tempo (come la cosiddetta sindrome di Los Angeles del 1936), ma non avevano ancora trovato una collocazione specifica nell'ambito della medicina per la difficoltà di trovare riscontri fisiologici precisi, contro pregiudizi culturali ancora molto diffusi.

Nel 1960 lo psicologo Pierre Daco individuava il disturbo soprattutto nelle sue componenti sociali, osservando come la civiltà industriale moderna tenda a «[...] moralizzare la fatica stessa, e non siamo lontani dal considerarla una riprovevole mancanza di volontà»; Daco dimostra come quello che è in realtà un disturbo fisiologico sia imputato a una mancanza di volontà da parte della persona, ritenuta moralmente responsabile delle sue scelte e per questo condannata.

Lo studioso condannava le discriminazioni sociali della patologia sul posto di lavoro e in famiglia,[43] poiché spesso accadeva che il malato fosse bollato come "pigro" proprio da coloro che, pur in buona fede, si "sforzavano" di aiutarlo, ottenendo però il risultato di farlo sentire emarginato.

Sebbene oggi sia stata classificata dall'Organizzazione mondiale della sanità sotto le malattie del sistema nervoso,[44] l'eziologia della CFS è al momento sconosciuta.

Ogni anno il 12 maggio ricorre la Giornata Mondiale della CFS.[45]

Caratteristiche e sintomi

Bisogna ricordare inoltre che ogni individuo reagisce in modo diverso alla malattia e può sviluppare un alto numero di sintomi. Può comparire o esacerbarsi (spesso temporaneamente) anche dopo un'influenza e talvolta in comorbilità con la fibromialgia.

Essa presenta una gamma di anormalità neurologiche, immunologiche e del sistema endocrino, che spesso riducono (almeno all'esordio e nelle fasi acute) la capacità lavorativa del soggetto del 50 % o più, a causa della debolezza generale e della facilità a stancarsi. Generalmente ricorrono:

  • fatica cronica (es. astenia, sia generalizzata sia in zone specifiche) persistente per almeno 6 mesi che non è alleviata da riposo, che si esacerba con piccoli sforzi e che provoca una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personali;
  • presenza regolare di quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi per almeno 6 mesi:
  1. disturbi della memoria e della concentrazione tali da ridurre i precedenti livelli di attività occupazionale e personale;
  2. faringite;
  3. dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari;
  4. dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazioni o rigonfiamento delle stesse;
  5. cefalea di tipo diverso da quella presente eventualmente in passato;
  6. sonno non ristoratore;
  7. debolezza post-esercizio fisico, che perdura per almeno 24 ore.

Altri sintomi: parestesia, acufeni, problemi di equilibrio, sintomi che imitano la neuropatia (dolori e parestesie in alcune innervazioni, come nella sindrome del tunnel carpale o la sindrome del tunnel cubitale), disturbi respiratori, crampi, spasmi, atassia, tremore, fascicolazioni, mioclonia, sintomi simil-influenzali, sudore notturno[46], febbre, vista offuscata, problemi intestinali, confusione, dispepsia, aumento di peso, insofferenza al caldo, al freddo e all'umidità.

Epidemiologia

La sindrome ricorre prevalentemente in individui giovani o di mezza età, con una prevalenza delle donne sugli uomini di 1.8[47], ma può presentarsi in bambini; molto raramente si presenta la prima volta in soggetti di età avanzata, che invece soffrono già di indebolimento a causa dell'età.

Diagnosi

Non esiste alcun marcatore biologico o test di laboratorio che identifichi la sindrome o le patologie affini, per cui la diagnosi è spesso sintomatica e differenziale. Solo di recente sono stati individuati alcuni possibili marcatori biologici.

Diagnosi differenziale

Verranno escluse le seguenti sindromi (anche se alcune possono comparire assieme), con visita neurologica, ortopedica e altri esami come l'elettromiografia, se necessari[48]:

Nel caso che siano negativi gli esami per alcune o tutte queste patologie, si può porre la diagnosi di CFS.

Comorbilità

Può comparire assieme alle seguenti patologie[49]:

Eziologia e fisiopatologia

La vera eziologia è tuttora sconosciuta. Le cause di questa sindrome, diffusa senza un concreto discriminante in tutto il mondo, sono tuttora oggetto di studio. Sono ipotizzati modelli multifattoriali; ad esempio, aspetti genetici ed ambientali, situazioni come un'intossicazione chimica, infezioni virali come l'Epstein-Barr o altri, quali ad esempio infezioni batteriche da Streptococcus pyogenes A, chiamato anche streptococco β emolitico di gruppo A (ritenuto anche causa di reumatismi e disturbi neuropsichiatrici detti PANDAS, che sono correlati al disturbo ossessivo-compulsivo, alla corea di Sydenham e alla sindrome di Tourette, nonché da taluni ritenuto avere perfino un collegamento con forme leggere di autismo, come la sindrome di Asperger[51]), si ipotizza che potrebbero attivare sintomi tipici della CFS. Non esiste invece collegamento diretto con gli effetti collaterali delle vaccinazioni.

Un'ipotesi autoimmune, con l'attività degli anticorpi rivolta contro il sistema nervoso ed endocrino e contro le fibre muscolari - anche a causa di una permanenza lunga di virus e batteri a bassa intensità nell'organismo - è pertanto ritenuta assai probabile.[46] Un collegamento occasionale con la celiachia è stato ipotizzato.[52]

Ci sono molti studi in corso, ma la reale fisiopatologia resta ignota. Le possibili cause sono state divise in fattori neurologici, psicologici o psicosociali o influenze, infezioni, fattori immunologici, fattori endocrini e fattori genetici. Clinicamente non è stato ancora identificato fattore di rischio significativo.[53] La CFS è associata ad una risposta immunologica abnorme allo sforzo, all'incapacità di recuperare da sforzo ridotto[54], ad anomalie neuroendocrine, riducenti la funzione dei linfociti natural killer[55], e a forme di intolleranza ortostatica tra cui la sindrome di tachicardia ortostatica posturale, l'ipotensione neuro-mediata, e l'ipotensione ortostatica.[56][57]

Il ruolo delle infezioni virali e batteriche è stato spesso proposto, essendo che sintomi simili possono verificarsi a seguito di gravi infezioni, tuttavia i dati attuali non supportano la presenza di un processo infettivo nel mantenimento della malattia ma solo nello scatenamento[58][59]; uno dei risultati più consistenti nelle persone a cui è stata diagnosticata la malattia è la scarsa funzionalità delle dette cellule dei linfociti NK, a differenza degli altri linfociti. La riduzione di questa funzione è correlata con la gravità della malattia.[55][60] I fattori immunologici, tra cui l'attivazione cronica o la soppressione del sistema immunitario possono contribuire a sintomi di CFS[61], ma non possono rappresentare il quadro completo.[62]

Le persone con diagnosi acclarata sembrano avere comunque una risposta immunitaria anomala, in particolare, un maggiore stress ossidativo che è generato da ridotta risposta immunitaria antiossidante, e maggiore quantità di interleuchina 10 e toll-like receptor 4. Molte di queste risposte immunitarie sono correlate con il sintomo di malessere post-esercizio.[58]

Diversi studi hanno evidenziato che i pazienti hanno indicatori più bassi nei test da sforzo cardiopolmonare, anche a 24 ore di distanza, specie nei test di ventilazione. Questi risultati sembrano essere specifici per la CFS e fornire prove oggettive per la ridotta capacità di recuperare dallo sforzo comunemente riportata dai pazienti.[54] Un numero consistente di anomalie nell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) è stato evidenziato nei pazienti con CFS, ed esse possono includere ipocortisolismo mite (variazione diurna del cortisolo), un feedback negativo maggiore del cortisolo, talvolta un disordine iper-serotoninergico (questo sarebbe in contrasto con la depressione e l'ansia di molti pazienti, effetto invece di bassi livelli di serotonina). Non è chiaro se questi disturbi svolgano un ruolo primario nella patogenesi della CFS[62][63][64] o abbiano solo un ruolo secondario nell'esacerbare o perpetuare i sintomi nel corso della malattia.[65]

Un'ipotesi prevede anche la CFS come evoluzione, spontanea o dovuta a fattori esterni come trattamenti a base di L-triptofano o cambiamenti nella dieta, della mialgia eosinofilica, cioè il dolore muscolare causato dall'aumento dei globuli bianchi eosinofili nel sangue (eosinofilia), solitamente dovuto a reazioni autoimmuni come, specialmente, le allergie gravi.[66]

Prognosi e trattamento

La CFS è una malattia cronica. Non essendo stata ancora accertata una causa scatenante non vi è, ad oggi, una cura che non sia il mero controllo dei sintomi; tuttavia, vi sono cure sperimentali, come alcuni immunomodulatori (timopentina), che sembrano aver dato significativi miglioramenti della malattia rispetto a un campione che non ha assunto il farmaco; altri farmaci sperimentati sono immunoglobuline ad alte dosi, magnesio, acetilcarnitina, antivirali come amantadina e aciclovir.[48]

Comunemente vengono molto usati farmaci anti-sintomatici per contrastare rispettivamente i sintomi più invalidanti, come gli antidolorifici e gli antinfiammatori contro i dolori, e gli stimolanti contro la difficoltà di concentrazione e l'astenia. Talvolta anche i miorilassanti, gli integratori, la fisioterapia, i cortisonici, il riposo e una moderata ginnastica possono aiutare. Lo sforzo fisico, che può migliorare l'umore e la resistenza muscolare, non deve essere mai troppo intenso per evitare di scatenare i sintomi della malattia. Anche la psicoterapia può inoltre sostenere nel superare le difficoltà psicologiche legate alla condizione fisica.[48]

Note

  1. ^ a b c Beyond Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome: Redefining an Illness - Institute of Medicine, su iom.nationalacademies.org. URL consultato il 9 gennaio 2016.
  2. ^ a b (EN) CDC - General Information - Chronic Fatigue Syndrome (CFS), su www.cdc.gov. URL consultato il 6 giugno 2016.
  3. ^ (EN) CDC - Pediatrics - Chronic Fatigue Syndrome (CFS), su www.cdc.gov. URL consultato il 10 giugno 2016.
  4. ^ http://www.nationalacademies.org/hmd/~/media/Files/Report%20Files/2015/MECFS/MECFS_DiagnosticAlgorithm
  5. ^ K. Fukuda, S. E. Straus e I. Hickie, The chronic fatigue syndrome: a comprehensive approach to its definition and study. International Chronic Fatigue Syndrome Study Group, in Annals of Internal Medicine, vol. 121, n. 12, 15 dicembre 1994, pp. 953–959. URL consultato l'11 giugno 2016.
  6. ^ (EN) B. M. Carruthers, M. I. van de Sande e K. L. De Meirleir, Myalgic encephalomyelitis: International Consensus Criteria, in Journal of Internal Medicine, vol. 270, n. 4, 1º ottobre 2011, pp. 327–338, DOI:10.1111/j.1365-2796.2011.02428.x. URL consultato il 6 giugno 2016.
  7. ^ Zac, http://www.cfsitalia.it/ME_Overview.htm, su www.cfsitalia.it. URL consultato il 6 giugno 2016.
  8. ^ Sindrome da fatica cronica, lo studio di Agenas - Agenas - Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali, su www.agenas.it. URL consultato il 6 giugno 2016.
  9. ^ Lobbyists seek new funds for chronic fatigue syndrome research, su Science | AAAS, 17 agosto 2015. URL consultato il 6 giugno 2016.
  10. ^ NIH takes action to bolster research on Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome, su National Institutes of Health (NIH), 29 ottobre 2015. URL consultato il 6 giugno 2016.
  11. ^ mecfs funding, su National Institutes of Health (NIH), 12 aprile 2016. URL consultato il 6 giugno 2016.
  12. ^ Jonathan C.W. Edwards, Simon McGrath e Adrian Baldwin, The biological challenge of myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome: a solvable problem, in Fatigue, vol. 4, n. 2, 2 aprile 2016, pp. 63–69, DOI:10.1080/21641846.2016.1160598. URL consultato il 10 giugno 2016.
  13. ^ The Mitochondria Man Gets His Money and The UK Goes MEGA: ME/CFS Research Moving Forward, su Health Rising's Chronic Fatigue Syndrome (ME/CFS) and Fibromyalgia Forums. URL consultato l'11 giugno 2016.
  14. ^ administrator, Lipkin says 3-5 years to solve ME/CFS – if funds made available!, su The Microbe Discovery Project, 6 gennaio 2016. URL consultato l'11 giugno 2016.
  15. ^ (EN) $3.28 Million Awarded for ME/CFS Biomarker Study - Bateman Horne Center, su Bateman Horne Center, 9 giugno 2016. URL consultato l'11 giugno 2016.
  16. ^ Scientists Discover Robust Evidence That Chronic Fatigue Syndrome Is a Biological Illness | Columbia University Mailman School of Public Health, su www.mailman.columbia.edu. URL consultato il 10 giugno 2016.
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  21. ^ Tong Wu, Xianghua Qi e Yuan Su, Electroencephalogram characteristics in patients with chronic fatigue syndrome, in Neuropsychiatric Disease and Treatment, vol. 12, 28 gennaio 2016, pp. 241–249, DOI:10.2147/NDT.S92911. URL consultato il 10 giugno 2016.
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