Kunsia tomentosus

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Kunsia tomentosus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
FamigliaCricetidae
SottofamigliaSigmodontinae
TribùAkodontini
GenereKunsia
Hershkovitz, 1966
SpecieK.tomentosus
Nomenclatura binomiale
Kunsia tomentosus
Lichtenstein, 1830
Sinonimi

K.principalis, K.gnambiquarae

Kunsia tomentosus (Lichtenstein, 1830) è un roditore della famiglia dei Cricetidi, unica specie del genere Kunsia (Hershkovitz, 1966), diffuso nell'America meridionale.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere è stato dedicato allo zoologo statunitense Merle Lee Kuns.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di grandi dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 224 e 247 mm, la lunghezza della coda tra 168 e 171 mm, la lunghezza del piede tra 49 e 50 mm, la lunghezza delle orecchie tra 30 e 32 mm e un peso fino a 510 g.[3] È il più grande sigmodontino esistente.

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio è robusto e presenta un rostro corto e massiccio, una regione inter-orbitale stretta, le placche zigomatiche elevate e molto larghe e la bolla timpanica rigonfia. La mandibola è robusta. Gli incisivi sono forti, lisci ed ortodonti, ovvero con le punte rivolte verso il basso. I molari hanno la corona alta.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 0 0 1 1 0 0 3
3 0 0 1 1 0 0 3
Totale: 16
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo è robusto. La pelliccia è corta, densa e ispida. Le parti dorsali sono grigio scure, mentre le parti ventrali sono grigie, il contrasto lungo i fianchi è graduale. Le orecchie sono piccole, rotonde e ricoperte di corti peli scuri. Gli arti sono corti, le zampe sono potenti e fornite di artigli robusti. Il pollice ha un'unghia appuntita, i palmi sono forniti di cinque piccoli cuscinetti carnosi. Il primo e quinto dito dei piedi sono più corti, le piante hanno sei piccoli cuscinetti carnosi. La coda è lunga circa la metà della testa e del corpo, è uniformemente scura, ricoperta di grosse scaglie rettangolari, ciascuna fornita da cinque a sette peli. Le femmine hanno quattro paia di mammelle ed è presente la cistifellea. Il cariotipo è 2n=44 FN=42.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie parzialmente fossoria. Passa gran parte del giorno all'interno di gallerie sotterranee eccetto durante la stagione delle piogge quando si sposta sul terreno.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di radici e artropodi.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Femmine gravide con 1-3 embrioni ciascuna sono state catturate a luglio e ottobre.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffuso negli stati brasiliani centrali di Goiás, Mato Grosso, Rondônia e Amazonas e nella Bolivia settentrionale ed orientale.

Vive nelle praterie tropicali del Cerrado e nelle Pampas tra 60 e 750 metri di altitudine.

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Resti fossili sono stati rinvenuti in depositi risalenti al tardo Pleistocene nello stato brasiliano di Minas Gerais.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, sebbene sia stato catturato poche volte, classifica K.tomentosus come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Marinhio-Filho, J. & Vieira, E. 2008., Kunsia tomentosus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Kunsia tomentosus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Bonvicino & al., 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bonvicino CR, de Oliveira JA & D'Andrea PS, Guia dos Roedores do Brasil (PDF), in Organizacao Pan-Americana da Saude, 2008.
  • Patton JL, Pardiñas UFJ & D'Elia G, The Mammals of South America. Volume 2: Rodents, The University of Chicago Press, 2015. ISBN 978-0-226-16957-6.

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