Debito pubblico dell'Italia

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Il debito pubblico dell'Italia è il debito contratto dalla pubblica amministrazione italiana e dagli enti statali italiani.[1][2]

Comparazione del debito pubblico italiano con quello di altri grandi paesi europei (al 2010). A cifre assolute simili, la maggiore incidenza del debito italiano sul relativo PIL è causata dalla stagnazione del PIL stesso dal 2000, laddove le spese e il debito sono invece continuati ad aumentare in maniera fisiologica nel corso degli anni.

A dicembre 2023 il debito pubblico a livello nominale era a quota 2862,31 miliardi di euro[2][3][4], ovvero pari a circa il 137,25% del PIL italiano nominale dello stesso anno (circa 2085,37 miliardi di euro, dati ISTAT[5]) e a circa 5,96 volte le entrate fiscali (pari a 480,1 miliardi di euro[4]).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Andamento del rapporto debito/PIL italiano (1950/1976 - 2012). Notare che, trattandosi di un rapporto espresso in percentuale, non sempre le tendenze in percentuale coincidono con quelle in termini assoluti: nonostante ad esempio la diminuzione del rapporto debito/PIL tra il 1993 e il 2007, il debito in sé è continuato in realtà ad aumentare.

Il debito italiano in rapporto al PIL è rimasto abbastanza stabile fino a fine anni '70, circa al 55%-60%.[6] Lo sprofondamento del deficit dal 1980-'81 a causa della nuova stagnazione provocata dalle crisi petrolifera dell'anno prima, delle prime baby pensioni, della ricostruzione per il terremoto dell'Irpinia e di altre ingenti spese, ha portato a un netto aumento di tale rapporto negli anni successivi (sebbene a fine anni '80 si fosse quasi stabilizzato).[7]

Andamento del rapporto debito/PIL (1861 - 2019).

Nel 1981 avviene la separazione della Banca d'Italia dal Ministero del tesoro, ritenuta da alcuni come concausa dell'importante aumento del rapporto debito/PIL negli anni '80.[8][9] Progressivamente il disavanzo primario venne ridotto in quegli anni, fino a giungere al suo annullamento dal 1991 ad oggi (con l'eccezione del 2009)[8].

Nell'estate del 2011 si genera improvvisamente una crisi finanziaria a causa della supposta non sostenibilità del debito italiano[10], che porterà rapidamente a varare diverse misure nuove, tra cui un'accelerazione della riforma delle pensioni del 2010, l'inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione e altro ancora. Da allora il debito e il suo "rating" a livello internazionale sono una costante questione di preoccupazione a livello di dibattito pubblico[11].

Il tasso d'interesse a 10 anni[modifica | modifica wikitesto]

Tasso d'interesse sui bond a 10 anni (2008-2014; dati TradingEconomics) Evidenziata la differenza ("spread") tra il tasso d'interesse dei BTP italiani e i Bund tedeschi.

L'andamento del tasso d'interesse dei titoli di stato italiani a 10 anni ha seguito in buona parte quello delle altre nazioni occidentali nel corso della seconda metà del Novecento: mantenutosi basso fino a fine anni '60, è arrivato ad essere a doppia cifra fino a inizio 1993 (oscillando di solito tra il 12% e il 14%), quando cominciò a crollare (e dopo una momentanea risalita nel 1994, un definitivo crollo da fine 1995)[12]. Dal 1998 al 2013 esso è oscillato tra il 4% e il 6%, toccando il massimo nel novembre 2011 (7,07%).[12] Da fine 2013, in seguito all'intervento pesante della BCE in tutta l'eurozona, anche il tasso d'interesse scende rapidamente e si attesta su una media dell'1,5%-2% tra il 2015 e il 2021 (con minimo raggiunto nel dicembre 2020 allo 0,52%)[12]. Dall'inizio del 2022 il tasso d'interesse è cominciato a risalire e dall'estate 2022 esso si trova stabilmente attorno al 4% (ad aprile 2024)[12].

Rating[modifica | modifica wikitesto]

Andamento del rating del debito pubblico italiano (1986 - 2021).

Il debito italiano cominciò ad essere valutato dall'ottobre 1986, quando Moody's assegnò ad esso un rating pari ad AAA, il massimo[13]. Una valutazione (il "rating") lusinghiera venne mantenuta dai titoli italiani fino all'autunno del 2011 (anche per via dell'avanzo primario in cui si trova l'Italia sin dal 1991), quando la cosiddetta "crisi dello spread" iniziata improvvisamente qualche mese prima giunse al suo culmine, per poi subire ulteriori pesanti declassamenti durante il 2012 fino ad arrivare ai livelli appena sopra quello "spazzatura" (a causa del quale diverse istituzioni internazionali e comunitarie non potrebbero più per legge acquistarli).[13]

Ad aprile 2024 la valutazione del debito è: Baa3/stable (Moody's), BBB/stable (S&P), --/-- (Fitch) e BBB (high)/stable (DBRS).[13]

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Vengono emessi periodicamente diversi tipi di titoli di stato, come i BTP (di durata poliennale, emessi dal 1974), i BOT e i CCT. I BTP sono quelli di gran lunga prevalenti, componendo oltre il 70% del valore dei titoli di stato circolanti, con una vita media di circa 7 anni[14].

Gran parte del debito pubblico italiano è detenuto da privati: al 2023 Q4 dei 2862 miliardi di euro di debito lordo ben 2074 miliardi (pari al 72,46%) erano detenuti da privati, il resto da da istituzioni come la Banca d'Italia, la BCE e altre comunitarie.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il debito pubblico italiano, su Italia in dati, 1º settembre 2019. URL consultato il 1º maggio 2024.
  2. ^ a b c Debito lordo delle Amministrazioni pubbliche, su Banca d'Italia - Infostat.
    «Voce/colonna: "Amministrazioni pubbliche: debito lordo in Euro"»
  3. ^ (EN) Italy General Government Debt, su tradingeconomics.com, gennaio 2024.
  4. ^ a b Il debito pubblico cala a novembre a 2.855 miliardi - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 15 gennaio 2024. URL consultato il 30 aprile 2024.
  5. ^ Prodotto interno lordo e principali componenti (2019 - 2023), su istat.it.
  6. ^ Prodotto interno lordo e debito pubblico lordo in Italia (1960-2023), su grafici.altervista.org, 4 marzo 2024. URL consultato il 30 aprile 2024.
  7. ^ Rapporto deficit-PIL e debito-PIL in Italia e altri paesi (1980-2022), su Grafici, 19 giugno 2023. URL consultato il 30 aprile 2024.
  8. ^ a b Giampaolo Galli e Osservatorio CPI, Il divorzio fra Banca d’Italia e Tesoro: teorie sovraniste e realtà (PDF), Università Cattolica del Sacro Cuore.
  9. ^ Il divorzio tra Tesoro e Bankitalia che cambiò la politica monetaria, su Il Sole 24 ORE, 10 febbraio 2021. URL consultato il 30 aprile 2024.
  10. ^ Crisi debito sovrano 2010-2011, su Consob. URL consultato il 30 aprile 2024.
  11. ^ Debito: ma fino a che punto è sostenibile?, su ANSA, 17 ottobre 2023. URL consultato il 30 aprile 2024.
  12. ^ a b c d (EN) Italy 10-Year Government Bond Yield, su tradingeconomics.com.
  13. ^ a b c (EN) Italy - Credit Rating, su tradingeconomics.com.
  14. ^ Dati Statistici, su mef.gov.it. URL consultato il 30 aprile 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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