Ex Casa Donarini
Ex Palazzo Donarini | |
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La facciata | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Crema |
Indirizzo | Via Dante Alighieri, 33/35 |
Coordinate | 45°21′45.11″N 9°41′26.99″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | in uso |
Costruzione | XVII secolo |
Stile | barocco |
Uso | residenziale |
Piani | 2 |
L’ex casa Donarini, già Sangiovanni Toffetti, Severgnini, è un palazzo di Crema.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Vi sono delle lacune documentali che non permettono di delineare nel dettaglio la storia di questo edificio[1]. Di fatto la prima informazione risale all'anno 1623 quando il fabbricato era di proprietà della famiglia Sangiovanni Toffetti e il cortile era diviso dalla roggia Rino.
Il corso d'acqua entrava nell'area nord-ovest delle mura, dividendosi nei due tracciati (il Rino propriamente detto e la roggia Crema) creando una sorta di anello all'interno del centro storico. In quell'anno i Sangiovanni Toffetti presentavano istanza per costruire un "volto" con il fine di unire la proprietà[1], permesso accordato purché fosse mantenuto pulito il sottopasso idraulico. I Sangiovanni Toffetti, tuttavia, dovevano risiedervi da poco tempo poiché non erano ancora censiti in loco nello Stato d'anime del 1611[1].
Dal libro dei battesimi risulta che qui nacque Vincenzo Sangiovanni Toffetti[1] mentre nell’Estimo del 1685 ne era proprietario il nobile Alvise[2].
Non è possibile ricostruire le vicende storiche fino all’anno 1802 quando vi risiedeva Gaetano Severgnini i cui discendenti ereditaronoo l’immobile fino al 1917 allorché fu venduto a Gennaro Occhioni (deceduto nel 1947[3]).
Persone legate al palazzo[modifica | modifica wikitesto]
- Gaspare Sangiovanni Toffetti, affarista e banchiere, nel 1626 comprava a Roma con il fratello Benedetto la cella monastica di Madignano per 48 mila ducati. Fu propugnatore della costruzione di una villa a Ombriano (demolita nel 1829)[4]. Nel 1646 ottenne l’iscrizione della famiglia nel libro d’oro della nobiltà veneta in virtù delle elargizioni (60 mila ducati, oltre a 40 mila concessi in prestito[5]) alla Repubblica in un periodo di ristrettezze economiche a causa della guerra contro i turchi[3]. Donò denaro anche per il completamento della chiesa di Sant'Agostino[5].
- Gaetano Severgnini, fu convinto repubblicano, con la costituzione dell’effimera Repubblica Cremasca fu nominato municipalista (sorta di assessore) con delega alla polizia[6] e quindi presidente di turno della municipalità sovrana[3]. Con l'instaurarsi della Repubblica Cisalpina fu amministratore centrale del Dipartimento dell’Adda con capoluogo Lodi[3].
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Edificio lineare, con finestre senza cornici, unico elemento qualificante è il marcapiano che divide il secondo ordine dal sottotetto caratterizzate da file di oculi.
Il portale in pietra, con arco a tutto sesto introduce ad un androne che si apre verso un portico con soffitto a cassettoni.
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Francesco Sforza Benvenuti, Dizionario biografico cremasco, Bologna, Forni editore, 1888.
- Mario Perolini, Vicende degli edifici monumentali e storici di Crema, Crema, Leva Artigrafiche, 1995.