35 millimetri (pellicola fotografica)

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Un rullino 135 con pellicola perforata da 35 mm.

Il formato 35 millimetri (o 35 mm) è la tipica pellicola cinematografica perforata, entrata in uso anche per la fotografia dal primo dopoguerra (1921) e divenuta molto commerciale per più di mezzo secolo, fino al nuovo millennio, con l'avvento della fotografia digitale. Il merito va all'ingegnere Oskar Barnack della Leitz di Wetzlar, che nel 1913, nello sviluppare un sistema pratico di esposizione dei film 35 mm per il cinema, ideò e costruì quello che oggi è conosciuta come la fotocamera Leica, usando un particolare formato di fotogramma con dimensioni 24x36 mm, il quale diventò qualche anno più tardi, il più comune in fotografia di massa, e a tuttoggi è conosciuto e chiamato "formato Leica" in suo onore, o "piccolo formato" (per confronto al medio e al grande formato) o anche "formato 24x36" (e similari), senza dimenticare il termine full-frame, utilizzato oggi in ambito digitale per i sensori equivalenti (dal nuovo millennio). Dal 1934, l'azienda statunitense Eastman Kodak Company, introdusse i "rullini 135" caricati con pellicola 35 mm, di lunghezza adeguata per 12, 24 e 36 pose.

Il nome 35 mm, deriva direttamente dal formato del cinema (film), standardizzato nel 1909, il quale indica la larghezza della pellicola: 34,98 mm (± 0,03).

Fotografie in formato 24x36 mm, su film 35 mm (negativa a sinistra e positiva a destra).

La popolarità è cresciuta rapidamente, superando la pellicola 120 alla fine degli anni '60, per diventare il formato più popolare, nonostante la concorrenza diretta delle cartucce 828 e 126 (sempre in 35 mm), o dei ridotti 110 e APS altamente commerciali. Tuttavia, in ambito professionale, il 35 mm è sempre stato usato solo per lavori molto economici e/o in quelle situazioni che richiedevano leggerezza e praticità, come nel fotogiornalismo (cronaca, sport, guerra) o di reportage in luoghi impervi e di viaggio in generale. Per i lavori di qualità più alta, i rulli 120, nei vari medio formati (6x4,5 - 6x6 - 6x9 cm) e i vari grande formato, ancora oggi temono pochi paragoni nel confronto.

Caratteristiche ed impieghi[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola 35 mm ha uno spessore di circa 0,14 mm: lo standard ingegneristico è controllato dal ISO 1007[1] ed ha, ai lati, bande perforate secondo il Kodak Standard. Per questa applicazione Kodak ideò anche il caratteristico contenitore metallico munito di guarnizioni di velluto, che permette di maneggiare la pellicola in tutta sicurezza alla luce del sole, in fase di caricamento e scaricamento del rullo dalla fotocamera (previo preventivo riavvolgimento).

La pellicola 35 mm consente di costruire macchine piccole e leggere, e relativamente economiche, che comunque permettono di ottenere immagini di qualità adeguata alla gran parte delle applicazioni di massa;[2] si tratta quindi di un formato per uso generale, che prima dell'avvento della fotografia digitale, veniva usato praticamente da tutti i dilettanti e da alcuni professionisti, almeno per le applicazioni meno critiche.

Il fotogramma[modifica | modifica wikitesto]

Un fotogramma della pellicola 135, con le misure e perforazioni standard.

Il fotogramma 24x36 mm, su pellicola 35 mm, è nominato in quel modo, in quanto nel cinema è la larghezza del fotogramma ad essere nominato per primo, e poi l'altezza; qui, bisogna ricordare che il formato era stato adottato per servizio al cinema, e dunque era strutturato fin dall'inizio allo stesso modo.

Le dimensioni e il passo della perforazione, sono conformi alla specifica standard KS-1870, che nel caso di orientazione fotografica vede invece 8 perforazioni per ogni fotogramma, con una distanza di 38,00 mm tra due consecutivi, consentendo un adeguato spazio di 2 mm tra le varie immagini.

I fori dello standard Kodak sono rettangolari con angoli arrotondati e misurano 1,981 mm di altezza per 2,794 mm di larghezza (se osservati nel verso di scorrimento della pellicola cinematografica).[3]

Varianti del fotogramma[modifica | modifica wikitesto]

Altri formati di immagine, con diversi rapporti d'aspetto, applicati alla pellicola 35 mm, sono stati il mezzo fotogramma 18x24 mm (uguale al formato cinematografico) usato dalle Olympus Pen F che guadagnò una certa popolarità negli anni '60, e il 24x24 mm delle fotocamere Robot. Altri formati insoliti e meno conosciuti, sono il 24x32 mm e il 24x34 mm sulle prime Nikon a telemetro, il 24x23 mm di alcune fotocamere stereoscopiche, più altri vari formati panoramici. Nel 1967, la sovietica Krasnogorsky Zavod ha introdotto un formato panoramico 24x58 mm con la fotocamera Horizont. Nel 1998, Hasselblad e Fuji hanno introdotto un formato panoramico 24x65 mm, con la fotocamera XPan/TX-1.[4]

Lunghezza[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola è disponibile in varie lunghezze per un numero variabile di esposizioni; il rullino 135 standard a lunghezza intera, è sempre stato di 36 esposizioni. I rullini da 12 esposizioni erano ampiamente utilizzati nella stampa quotidiana.

Con la maggior parte delle fotocamere è possibile ottenere fino a 3 esposizioni in più rispetto alla capacità nominale della pellicola, se la fotocamera è caricata in una camera oscura e alcune fotocamere lo consentono anche con il caricamento all'aperto.

Ilford realizzava una pellicola in bianco e nero (HP 5) su una sottile base di poliestere, che consentiva 72 esposizioni.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 135 film, su it.Alegsaonline.com, 28 febbraio 2021. URL consultato il 13 agosto 2022.
  2. ^ Lomography - FAQs, su www.lomography.it. URL consultato il 13 agosto 2022.
  3. ^ ANSI/SMPTE 139-1996. SMPTE STANDARD for Motion-Picture Film (35mm) – Perforated KS. Society of Motion Picture and Television Engineers. White Plains, NY.
  4. ^ Rino Giardiello-Pescara www.nadir.it, FOTOGRAFIA NADIR MAGAZINE - LE FOTOCAMERE PANORAMICHE 1 - RINO GIARDIELLO, su www.nadir.it. URL consultato il 14 luglio 2022.
  5. ^ (EN) Popular Photography, 1981-02. URL consultato l'11 gennaio 2021.

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