Brachycereus nesioticus

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Brachycereus nesioticus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
OrdineCaryophyllales
FamigliaCactaceae
SottofamigliaCactoideae
TribùCereeae
SottotribùTrichocereinae
GenereBrachycereus
Britton & Rose
SpecieB. nesioticus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCaryophyllales
FamigliaCactaceae
GenereBrachycereus
SpecieB. nesioticus
Nomenclatura binomiale
Brachycereus nesioticus
(K.Schum. ex B.L.Rob.) Backeb., 1935
Sinonimi

Cereus nesioticus
K.Schum., 1902

Brachycereus nesioticus (K.Schum. ex B.L.Rob.) Backeb. è una pianta succulenta della famiglia delle Cactacee, endemica delle isole Galapagos[1]. È l'unica specie del genere Brachycereus.[2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico Brachycereus deriva dal greco antico: brachys, che significa "corto", "piccolo", riferito alla piccola dimensione della pianta.

L'epiteto specifico nesioticus deriva dal greco antico: νήσος, (nesos) che significa "isola".

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare di Brachycereus nesioticus

È un cactus dall'aspetto colonnare, cresce in ciuffi, raggiungendo un'altezza di 60 cm. Le "colonne" più giovani sono di colore giallo, e invecchiando diventano grigie. È coperto con morbide spine lanose. I fiori, bianco crema, sono visibili solo all'alba (avvizzimento all'alba).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è endemica delle isole Galàpagos (Bartolomé, Fernandina, Genovesa, Isabela, Pinta e San Salvador).[1]

È una specie pioniera che colonizza le colate laviche recenti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Kling, M. & Tye, A. 2013, Brachycereus nesioticus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 1º agosto 2016.
  2. ^ (EN) Brachycereus, in Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 marzo 2022.

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